Anteprima

PES 2018

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a cura di YP

La stagione calcistica si è conclusa da poco, ma quella videoludica ha appena iniziato la preparazione estiva: dopo aver provato FIFA 18 nella splendida cornice dell’EA Play in quel di Hollywood, oggi è arrivata anche la volta di PES 2018. Allo stand Konami all’E3 2017 infatti abbiamo assistito a una breve presentazione riservata alla stampa a condotta dal solito, simpaticissimo Adam Bhatti che, con la consueta dose d’orgoglio ed entusiasmo, ha iniziato a raccontarci in cosa il nuovo capitolo della saga Konami è migliore rispetto ai precedenti. Animazioni completamente riscritte, effetti ambientali ancora più realistici e innovazione grafica dei menù interni: PES 2018 ambisce ad essere la migliore incarnazione nella storia recente di Pro Evolution Soccer, e per quello che abbiamo visto oggi potrebbe tranquillamente farcela.
Calcio (e) spettacolo
La parabola della saga di Pro Evolution è stata negli anni sicuramente poco costante, ma da qualche edizione a questa parte ormai riconosciamo ampiamente un miglioramento del brand, capace quindi di uscire da un momento di potente crisi riproponendosi al pubblico in una veste molto più riuscita. Il discorso di Adam Bhatti parte proprio da qui, dalla volontà di proseguire su quella strada inseguendo un miglioramento constante, deciso e percepibile. A livello commerciale Pro Evolution ha provato e reinventarsi, cercando di aggirare il problema licenze ricorrendo ad accordi esclusivi con determinati team che nel calcistico Konami si presentano come una vera e proprio replica ufficiale e incredibilmente realistica di volti, stadi e merchandise. La grossa novità di PES 2018, oltre a nuove partnership che vereanno annunciate nei mesi successivi, è l’ambassador scelto per l’edizione di quest’anno: Usain Bolt. Avete capito bene, “the fastest man alive” sarà l’ambasciatore ufficiale del gioco e sarà addirittura presente nel titolo come agente nella modalità MyClub. Chiusa la parentesi riguardante il contorno, la presentazione si è concentrata sulla features di gameplay e su tutto quello che succede all’interno del rettangolo verde: anche qui PES 2018 convince ma non stupisce, segno di un forte senso di conservazione che però non impedisce al gioco di innovarsi e migliorarsi.
Ci vuole un fisico bestiale
Sulla scia del Real Touch introdotto l’anno scorso, e con la continua voglia di crescere e proporre un’esperienza via via sempre più completa e credibile, Pro Evolution Soccer 2018 avrà animazioni base (basi layer) completamente riscritte. Stiamo parlando di corsa, passaggi, tiro e quant’altro. Questa scelta, parola di Bhatti, è scaturita dalle necessità scaturite con l’utilizzo del FOX Engine; mano a mano che lo studio di sviluppo ne conosce le potenzialità nasce la voglia e l’esigenza di ripartire da zero per sfruttare le conoscenze appena imparate. Ecco quindi che il gameplay del nuovo PES è se vogliamo più lento, ma sensibilmente più realistico e solido, complice appunto un sistema di animazioni nuovo e che viaggia su un “flow” armonico, dinamico e capace di restituire le sensazioni che si provano guardando una vera partita di calcio. L’evoluzione del Real Touch di cui parlavamo poco fa si rifà anche al nuovo sistema di protezione della palla che permetterà per esempio ai giocatori più piccoli di sfruttare la loro “stazza” per evitare l’assalto di avversari molto più corpulenti. In tutto questo il ritmo delle partite diventa se vogliamo leggermente più lento, ma molto più tattico e ragionato, dimostrazione di come l’intenzione sia quella di abbandonare -senza fretta- alcuni elementi tipici del genere arcade che a lungo andare rischiavano di rovinare troppo il gameplay. Giocare a Pro Evolution Soccer 2018 è stata un’esperienza piacevole, nonostante la versione da noi testata fosse ancora a un livello poco più intermedio della fase di sviluppo. Il colpo d’occhio è, come al solito, incredibile: volti, stadi e animazioni facciali sono semplicemente strabilianti, talmente tanto vere e precise da non aver nulla da invidiare alle controparti reali da cui traggono ispirazioni. Anche il contorno inizia (finalmente) a prendere una piega più contemporanea, con menù interni rifatti ma che purtroppo non abbiamo visto, al contrario dell’HUD in game che ci è sembrato molto più al passo con i tempi e capace di evitare quell’effetto poco gradevole a cui ci eravamo per forza abituati. Non mancano poi novità anche in merito al multiplayer, con le modalità 2vs2 e 3vs3 ora introdotte anche nel MyClub e nella PES League, segno che anche il panorama competitivo è importante e continuerà ad evolvere. Rimangono da valutare moltissime cose, come l’IA di avversarsi e portieri: la nostra prova non ci ha permesso di scender cosi tanto nei dettagli, ma non mancheranno occasioni nei prossimi mesi per continuare a seguire il percorso di PES 2018 verso il definitivo esame di maturità.

Graficamente mozzafiato

Animazioni fluide

Controlli rivisti e ben strutturati

Il primo contatto con PES 2018 è stato molto positivo. D’altronde la produzione Konami continua a migliorarsi anno dopo anno e questo nuovo capitolo non fa altro che confermarne le intenzioni: nuove animazioni, grafica potente e gameplay solido e veste grafica aggiornata. Non sappiamo se basterà questo per riconquistarsi il trono di miglior simulatore calcistico, ma senza ombra di dubbio quella di quest’autunno sarà una grande sfida.