Recensione

OlliOlli 2: Welcome to Olliwood

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

L’anno scorso OlliOlli seppe cogliere di sorpresa tanti appassionati di skateboarding, rimasti orfani della saga di Tony Hawk e desiderosi di mettere alla prova i loro polpastrelli con sessioni di grinding sfrenate e trick impossibili: il buon successo di critica e di pubblico ha spinto gli inglesi di Roll7 a sfornare il classico seguito “more of the same”, con un paio di aggiunte interessanti ed un’ulteriore impennata del livello di difficoltà.Vediamo com’è andata.

Skate volantiNessuna premessa narrativa introduce il giocatore al mondo di OlliOlli2: Welcome to Olliwood, che, come da titolo, cambia semplicemente ambientazione: spostare le gare di precisione negli studios californiani ha permesso al team di sviluppo di donare maggiore varietà agli scenari di sottofondo, che comprendono adesso mondi alieni, scorci di selvaggio west e perfino ambientazioni horror.L’intenzione è lodevole, insomma, ma, se giocando a OlliOlli 2 vi soffermerete sugli sfondi, significa non solo che lo state giocando in una maniera non prevista da Roll7, ma anche che la vostra partita non durerà che una manciata di secondi, visto che il già proibitivo livello di difficoltà del primo capitolo è stato portato a livelli ulteriori, provocando gaudio nei maestri dello zen e frustrazione in tutti gli altri videogiocatori.Per tutti coloro che hanno saltato il titolo d’esordio, la presenza di uno Skatepark, un tutorial abbastanza esteso che introduce a tutte le dinamiche di base, costituirà una manna dal cielo, che però garantirà la salvezza solamente per i primissimi livelli di gioco: se cercate un titolo in cui vi troverete costretti ad ingoiare i primi fallimenti già durante i primi quindici minuti di gioco, l’ultima fatica del team indipendente inglese è sicuramente pane per i vostri denti.Già nella recensione del buon FireZ del capostipite, veniva evidenziata una curva d’apprendimento eccessivamente ripida, che toglieva molto del divertimento al titolo, e le cose in questo seguito non sono affatto cambiate: se non siete dotati di una pazienza ascetica, state lontani da OlliOlli 2 come un vampiro farebbe con un paletto di frassino.La scelta è voluta e l’audience è decisamente quella più hardcore, ma, anche da videogiocatore di vecchia data, che si è fatto i calli alle dita in giovinezza con titoli decisamente poco accomodanti, trovo che, in diversi passaggi, OlliOlli 2 esageri.

Diabolici ritocchiLa struttura di gioco ricalca essenzialmente quella vista poco più di un anno fa e paradossalmente, nonostante l’aspra difficoltà, il gioco può essere controllato solo con l’analogico sinistro e il tasto X, in un inno a titoli che, anche con soli due pulsanti a disposizione, prendevano il giocatori a calci nelle gengive solo qualche decennio fa.La più grande aggiunta a livello di dinamiche di gameplay è nell’introduzione della modalità Manual, che, insieme al Revert, amplia le possibilità a disposizione del giocatore per comporre trick infiniti, che, per i più capaci, arriveranno ad includere interi livelli.In altre parole, Roll7 consegna le chiavi del ragazzino col cappello al giocatore, garantendogli un maggiore controllo su ciò che succede a schermo ma gravandolo, nel contempo, di una responsabilità che in molti troveranno eccessiva: adesso, nella fase discendente di ogni salto, potremo non solo spostare il peso del corpo a destra o a sinistra, poggiando così soltanto due ruote sul terreno e proseguendo con i trick, ma anche, con una pressione certosina del tasto X, continuare a inanellare combo una dietro l’altra, senza mai uscire dal loop, laddove il primo capitolo interrompeva il moltiplicatore una volta toccata terra.La finestra temporale entro la quale premere il pulsante, però, è lunga qualche millesimo di secondo e se, malauguratamente, la si mancasse, il punteggio a schermo si azzererebbe del tutto o si dimezzerebbe, a seconda dei casi: le penalità sono spesso brutali e scoraggiano il giocatore meno paziente molto più di quanto non esaltino quello più capace al compimento dei trick più complicati.Durante le fasi di test, il rapporto tra le partite finite in un oceano di improperi e quelle in cui invece mi sono sentito un re degli skate è stato di circa otto o nove a una, nonostante le ore passate sul capostipite: certo, concludere un intero stage senza mai toccare terra, con un unico, spettacolare trick, stampa un sorriso enorme sul vostro viso, ma al prezzo del travaso di bile che avviene durante i precedenti, infiniti tentativi.Non dite che non vi avevo avvisato, insomma.Da segnalare anche un altro paradosso: OlliOlli 2 è cross-buy, quindi con un solo acquisto potrete beneficiarne in salotto, dinanzi alla vostra PS4, o in movimento, su Vita, e questo non può che essere un bene.Se, però, il gioco offre il meglio di sé sullo schermo della tv, grazie ad un buon lavoro grafico e al gioco maggiore dell’analogico del DualShock 4, durante i test ho trovato che la versione portatile si controlli leggermente meglio, probabilmente a causa di una maggior precisione del pur scomodo stick sinistro della console portatile.Insondabili misteri made in Sony.

Ridisegnato ha subito un processo di pulizia generale che lo rende più bello da vedere del predecessore, pur mantenendo quello stile minimale che ha contribuito a farne la fortuna: la sensazione è che sia tutto meno impastato, dai colori, agli sprite, e che a beneficiarne, oltre al mero aspetto visivo, sia anche la leggibilità dell’azione di gioco, quanto mai importante vista l’intransigenza del titolo in molti frangenti.Meno incisivo, invece, il lavoro svolto sulla colonna sonora, all’interno della quale ho ritrovato remix e riarrangiamenti di pezzi già sentiti nel primo capitolo, comunque generalmente più che validi.Detto dell’opzione cross-buy, sempre graditissima, rimane l’amaro in bocca per la mancanza della modalità Combo Rush, che sarà aggiunta in un secondo momento, e che consente il multiplayer split screen, che su PS4 ha la sua ragione d’esistere.Impossibile, di fatto, quantificare la longevità: tra la modalità principale e quella Daily Grind, che torna anch’essa dal capostipite, potrete investire decine di ore nel tentativo di migliorarvi, errore dopo errore, o anche abbandonare il titolo in preda alla frustrazione al ventesimo tentativo fallito, e questo dipende solo dalla vostra perseveranza.

– Rapido e tecnico

– Ha stile da vendere

– Dannatamente difficile…

– Poco spazio all’allenamento

– Si gioca meglio su PS4 ma si controlla meglio su Vita

– …per non dire frustrante

7.0

Se OlliOlli2: Welcome to Olliwood abbandonasse la sua severità e la sua struttura di gioco, perderebbe con esse la sua identità e uno zoccolo duro di fan che ne amano proprio la scarsa accessibilità, ma probabilmente ne guadagnerebbe come gioco tout court, perché, in assenza di stimoli a rigiocare come quelli offerti da titoli come Rogue Legacy o la serie Souls, il tutto rischia di ridursi ad una frustrante lotta contro il tempo, i controlli, se stessi.

Il pacchetto, nondimeno, è ben confezionato e se usavate perdere pomeriggi dietro alla serie Tony Hawk, è probabilmente il migliore acquisto che possiate fare.

Voto Recensione di OlliOlli 2: Welcome to Olliwood - Recensione


7