Recensione

Naval Assault: La Marea Assassina

Avatar

a cura di FireZdragon

Fondata nel 1982, Artech Studios ha dato vita nel corso degli anni a più di 150 titoli differenti lavorando con le più grosse case di sviluppo come Electronic Arts, Vivendi, Sierra On Line e Microsoft tanto per citarne alcune. Dalla collaborazione con 505 Games nasce Naval Assault: La Marea Assassina, simulatore di sottomarini sviluppato e distribuito in esclusiva per Xbox 360.

Un po’ di storiaSono gli anni della Seconda Guerra Mondiale: in questo enorme e devastante conflitto la Germania conquista gran parte dell’Europa e gli Stati Uniti cercano di opporsi all’avanzata tedesca con ogni mezzo. A bordo del nostro sottomarino Sentinel ci troveremo coinvolti in alcune delle più cruente battaglie marine, decisi a riportare la pace ad ogni costo. Le prima missione della campagna, introdotta con una serie di video storici in bianco e nero, si presenterà come un comodo ed esaustivo tutorial, necessario per imparare le meccaniche di gioco e prendere confidenza con i comandi. Al naturale desiderio di sfruttare il nostro mezzo per navigare le profondità oceaniche, si contrapporrà duramente una discutibile scelta degli sviluppatori, i quali hanno dato la possibilità di scegliere tre sole diverse profondità di immersione. Il vostro sommergibile potrà rimanere quindi in emersione, dove potrete utilizzare un potente mitragliatore; appena sotto al pelo dell’acqua, dove sarete in grado di scrutare gli oceani grazie al periscopio e sparare i Torpedo ad altre imbarcazioni; oppure in completa immersione, condizione indispensabile per non farvi individuare dai nemici. Il controllo di queste tre profondità avverrà tramite la pressione delle frecce direzionali, durante il tutorial viene infatti spiegato come sia sufficiente premere in rapida successione due volte il tasto di risalita per tornare in superficie velocemente: purtroppo, questa meccanica di gioco non funziona e sarà quasi sempre necessario passare dalla profondità intermedia prima di riuscire ad emergere, rendendo il movimento ancora più macchinoso. Abituatici ai lenti spostamenti del sottomarino, giungerà presto il momento del primo scontro: una flotta di aerei nemici sta per attaccare alcune navi da trasporto alleate e sarà necessario abbatterli prima che riescano nel bombardamento. Una volta in superficie dovrete quindi selezionare il mitragliatore posto sulla prua del sommergibile ed iniziare a sparare ripetutamente utilizzando il grilletto destro del controller. Con ogni colpo sparato l’arma si surriscalderà e una volta raggiunto il limite dovrete attendere qualche secondo prima di poter far fuoco nuovamente. Le munizioni sono infinite e questo porterà i giocatori a sparare all’impazzata verso formazioni di nemici che si muoveranno esclusivamente in linea retta. Gli aerei avversari infatti non cambieranno quota, nè tantomeno si esibiranno in manovre evasive; anche se decimerete i loro compagni, non varieranno la loro rotta per nessun motivo. Purtroppo anche l’IA delle imbarcazioni avversarie non è migliore e saranno rari i momenti in cui vi troverete in difficoltà. I problemi maggiori arriveranno principalmente da un uso sconsiderato delle bombe di profondità da parte dei cacciatorpedinieri avversari, i quali vi costringeranno a rimanere sul fondo dell’oceano ed a muovervi con una lentezza disarmante nella speranza di fargli perdere le vostre tracce, dato che apparentemente nessun’altra nave è stata dotata di sonar. Una volta calmate le acque, potrete nuovamente attaccare i vostri bersagli con tranquillità fino al prossimo passaggio dei torpedinieri, i quali costringeranno ad una nuova immersione, e così via. Questo sistema di gioco ha un effetto molto negativo sul gameplay, rallentandolo ancor più del dovuto. L’imbarcazione si sposta ad una lentezza disarmante e le tre marce a disposizione, utili sia per avanzare che per arretrare, non influiranno in maniera significativa sulla velocità massima di crociera. Se a questo aggiungiamo il fatto che in alcune missioni vi sarà chiesto semplicemente di spostarvi da un punto ad un altro per pattugliare una determinata zona, scoprirete ben presto quanto possa essere noioso dover attendere diversi minuti senza poter interagire con il vostro sottomarino. L’ambiente esterno non aiuta a spezzare la monotonia dei fondali tetri che, caratterizzati da tonalità scure di blu, saranno la vostra unica compagnia. Il problema più grande del gameplay risiede tuttavia nell’impossibilità di salvare durante le lunghe missioni, alcune della durata di oltre trenta minuti, rendendo la navigazione negli oceani frustrante, attanagliando il giocatore con la paura di finire contro qualche scoglio invisibile e dover ricominciare tutto da capo.

Quattro sottomarini, come fossero uno soloLa campagna singolo giocatore di Naval Assault prevede, oltre alla prima missione di tutorial, cinque scenari suddivisi a loro volta in cinque missioni differenti. A seconda della vostra abilità di comando verrete ricompensati a fine partita con un numero di stellette variabile da uno a cinque. Queste potranno essere utilizzate per entrare in possesso di altri modelli di sottomarini oltre al Sentinel con il quale inizierete il gioco: il Patriot, sbloccabile con 30 stelle, il Victory sbloccabile con 45 e lo Stingray, ottenibile dopo aver ottenuto 65 stelle. Le differenze tra i vari sommergibili sono tuttavia minime e non migliorano la lenta esperienza di gioco che dovrete affrontare durante il susseguirsi delle missioni. Dal punto di vista estetico le navi e gli aerei non sono dotati di un gran numero di poligoni anche se il loro aspetto generale è sufficiente. Decisamente peggio l’effettistica, tra cui le esplosioni degli aerei, fuori contesto e poco realistiche. In un gioco navale quello che dovrebbe fare la differenza è senza dubbio l’aspetto dell’oceano e la relazione dell’acqua con i vari elementi con cui entra in contatto. Purtroppo, in Naval Assault la marea è veramente assassina: come un’enorme massa gelatinosa si muoverà sempre nella stessa direzione, incurante del vento o di qualsivoglia ostacolo. Il vostro sottomarino in emersione non restituirà la benché minima parvenza di essere appena uscito dagli abissi e taglierà l’acqua senza causare una scia o un minimo schizzo. Il motore grafico presenta inoltre gravi problemi di collisione, sia tra le varie imbarcazioni, sia con l’ambiente di gioco.

Il silenzio degli abissi dovrebbe rimanere taleSe con l’effettistica legata alle esplosioni il comparto sonoro poteva salvarsi, ad affondarlo completamente ci pensa un doppiaggio terribile, piatto e senza pathos, e musiche ripetitive che vi faranno presto rimpiangere la tranquillità degli abissi. Gli achievement saranno ottenibili per la maggior parte completando esclusivamente le missioni della campagna single player principale mentre alcuni più particolari vi chiederanno di ripetere livelli già fatti in precedenza in modo da portarli a termine eseguendo azioni specifiche, difficili da realizzare ma non impossibili. Impossibile invece sarà trovare una partita Online aperta, il prezzo pieno a cui è venduto il gioco e la bassa popolarità dello stesso hanno reso desertiche le partite multiplayer a quattro giocatori, impedendoci di darne una valutazione.

– Guidare un torpedo nella pancia di una nave nemica e affondarla da soddisfazione

– Gameplay eccessivamente lento

– Solo 3 diverse profondità di immersione

– IA imbarazzante

– Missioni spesso frustranti

5.0

Dopo aver provato a fondo Naval Assault ci si rende conto che gli sviluppatori hanno voluto combinare un sistema di combattimento action con un controllo del sottomarino simulativo, creando così una pessima sinergia. Il risultato è un titolo dal gameplay lento e dalle meccaniche noiose, colpito in pieno e affondato da un comparto tecnico e sonoro non certo all’altezza delle produzioni più recenti. Con una maggior cura nei dettagli e missioni più snelle il titolo avrebbe potuto perlomeno riservare una giocabilità accettabile, un peccato che sia andata sprecata un’altra occasione per portare qualche novità nel genere dei combattimenti navali su console.

Voto Recensione di Naval Assault: La Marea Assassina - Recensione


5