Recensione

Natalie Brooks: Il mistero di Hillcrest High

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a cura di Francesco Ursino

Le hidden object adventure, a giudicare dal numero di titoli disponibili e dalle software house coinvolte, sembrano essere in netta ascesa tra i giocatori PC. Questi semplici giochi, il cui obiettivo principale consiste nel trovare vari oggetti nascosti nei meandri delle schermate bidimensionali, rappresentano un discreto svago soprattutto per giocatori non troppo esigenti. In questo articolo ci occuperemo proprio di uno di questi titoli, ovvero Natalie Brooks: Il mistero di Hillcrest High, sviluppato da Alawar Games

Il crimine del secoloLa storia narrata dal gioco comincia una mattina qualsiasi: la giovane Natalie Brooks riceve una strana lettera in cui una sua vecchia conoscenza, Chad, la avvisa di un imminente pericolo. Allarmata da questa missiva la protagonista decide di raggiungere il suo amico in una galleria d’arte, laddove scoprirà che i cattivoni di turno (la Black Cat gang) stanno tramando un piano diabolico per incastrare lo stesso Chad e commettere il crimine del secolo. Il compito di Natalie, e quindi del giocatore, sarà quello di sventare le minacce portate dalla banda di criminali attraverso i dieci capitoli e le differenti ambientazioni lungo cui si dipana la storia.

L’inchiostro simpatico ed il ferro da stiro non vanno d’accordoLe dinamiche di gioco si rivelano, coerentemente con il genere a cui appartiene il titolo, molto semplici e dirette. In questo senso l’elemento più importante sembra essere l’interfaccia di gioco, rappresentata da una barra situata a fondo schermo, attraverso cui il giocatore potrà ricorrere agli aiuti, visionare l’inventario, venire a conoscenza degli obiettivi da completare e degli oggetti da trovare. Per il resto il gioco proporrà una serie di sfide e minigiochi: la tipologia di questi ultimi è abbastanza varia, visto che il giocatore sarà chiamato a risolvere enigmi che, per esempio, richiederanno l’inserimento di una sequenza numerica o il riordino di alcuni frammenti di oggetti. Va detto che questi minigiochi possono essere affrontati o meno (la possibilità di skip sarà presente dopo qualche istante una volta cominciato l’enigma), e che comunque il livello di difficoltà non è elevatissimo. Il sistema di controllo si basa sul classico punta e clicca, con il cursore che cambierà icona ogni volta che sarà possibile interagire, parlare o guardare un oggetto più da vicino; il puntamento si è dimostrato adeguato in tutte le circostanze, senza problemi di sorta. Parlando invece del sistema di aiuti, richiamabile attraverso la già citata interfaccia di gioco, c’è da dire che questo permetterà di individuare gli oggetti nascosti che sfuggono alle osservazioni del giocatore, anche se questi suggerimenti saranno inutilizzabili per un breve periodo di tempo dopo averne usufruito (è presente quindi una sorta di ricarica). La gestione dell’inventario si è dimostrata discreta, anche se manca la possibilità di combinare tra di loro qualsivoglia oggetto. Non sono presenti, infine, limiti di tempo o penalità per eventuali clic a caso nella speranza di trovare un oggetto mancante. Sebbene quindi gli sviluppatori abbiano pensato a minigiochi e location sempre differenti nella speranza di variare l’esperienza di gioco, la sensazione finale è quella di essere davanti ad un gioco estremamente ripetitivo; ovviamente bisogna tener presente il genere di cui il gioco fa parte ed il tipo di giocatore a cui si rivolge, il quale probabilmente cerca un’esperienza di gioco veloce, senza troppi fronzoli, e che quindi non darà molto peso a questo tipo di problematiche. Per tutti gli altri invece probabilmente l’eccessiva monotonia di gioco potrebbe risultare una discriminante fondamentale nella decisione di acquisto anche se, è bene dirlo, il titolo viene venduto ad un prezzo budget, inferiore ai 10 euro.

Un mistero bidimensionaleL’aspetto grafico di Natalie Brooks: Il mistero di Hillcrest High si è dimostrato sufficiente, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei fondali bidimensionali e delle scene di intermezzo, che presentano uno stile molto vicino al fumetto. Non molto convincente invece la realizzazione degli oggetti tridimensionali e dei modelli dei personaggi, eccessivamente sgranati e con texture dal livello non particolarmente esaltante. L’accompagnamento sonoro è risultato piacevole in alcuni frangenti, sebbene le musiche proposte risultino tutto sommato monotone e vi annoieranno dopo poco tempo; infine, non è presente alcun doppiaggio audio.

HARDWARE

Requisiti Consigliati
Windows XP/Vista/Windows 7Processore 1Ghz512 MB RAM215 MB di spazio su HDScheda video 128 MB DirectX 9 compatibileScheda audio DirectX 9 compatibileDirectX 9

– Discreti fondali bidimensionali

– Eccessivamente ripetitivo

– Inadatto a chi cerca una sfida di una certa sostanza

5.3

Natalie Brooks: Il mistero di Hillcrest High è un prodotto coerente, considerato il genere a cui appartiene ed il tipo di giocatore a cui si rivolge. Il titolo quindi può essere considerato un passatempo o comunque una sfida non troppo impegnativa, anche se alcuni difetti, primo fra tutti una certa ripetitività, non gli consentono di arrivare alla sufficienza. Consigliato solo agli appassionati degli hidden object adventure.

Voto Recensione di Natalie Brooks: Il mistero di Hillcrest High - Recensione


5.3