Recensione

NBA Live 2005

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a cura di N€uro

Eccoci ritrovati al tradizionale appuntamento annuale che vede l’uscita dell’ormai “mitico” basketball game di EA SPORTS. Le attese, sinceramente parlando, sono abbastanza alte: dopo l’innalzamento del livello di giocabilità con la versione 2004, un po’ tutti si aspettano un altro bel passo in avanti per far sì che il gioco ottenga la consacrazione definitiva. Oltre a questo, è lecito aspettarsi una sana dose di novità e posso anticiparvi che da questo punto di vista non resteremo delusi. Insomma entriamo nel dettaglio!

C’è qualcosa di stranoE’ quello che ho pensato al primo impatto con la grafica del gioco in questione. Inizialmente pareva addirittura una sorta di cell shading e sinceramente l’impressione che il tutto sia un po’ cartoonoso mi è rimasta. Per carità non credo sia brutta, solo un po’ “diversa”. Mentre con la telecamera lontana sembra tutto normale, quando si zoomma i riflessi appaiono particolarmente strani, sembra quasi che i giocatori siano “infarinati”. Non manca l’ormai tradizionale pubblico piatto, che credo ormai non ritocchino da almeno tre edizioni. Apprezzabile invece la grafica dei menù, molto moderna e godibile dal punto di vista puramente estetico.Per quanto riguarda il sonoro invece si presenta come al solito di buon livello. La versione da noi testata (USA) conferma come telecronisti Marv Albert e Mike Fratello, due dei commentatori più apprezzati aldilà dell’oceano. Tra l’altro, con la novità dell’ALLSTAR WEEK-END (di cui vi parlerò molto dettagliatamente più avanti) ci sono ex giocatori a seguire la telecronaca dell’evento e devo dire che la cosa è riuscita piuttosto bene. Nonostante le frasi dopo un po’ risultino abbastanza ripetitive, è giusto far notare come sembra di trovarsi alla TV a sentire un vero e proprio commento in diretta. La colonna sonora è, come ormai di consueto, su base Hip-Hop e, seppur il sottoscritto non sia un grande estimatore del genere, risulta essere quanto mai azzeccata.

2004 evoluzioneMi verrebbe da definirlo così, ovvero da un’ottima base apportare quei miglioramenti che avvicinano il gioco all’inarrivabile meta della simulazione perfetta. Eh si perché NBA LIVE 2005 somiglia molto al predecessore, ma in questo caso sono stati curati maggiormente quei piccoli dettagli che rendono felici tutti i gamers appassionati di questo sport. Perdonatemi quindi se preferirò concentrarmi sulle novità o sulle variazioni che presenta questo titolo 2005 (e vi assicuro che ce ne sono) piuttosto che rifilarvi una pappardella di cose già viste e sentite (e per questo vi rimando alla recensione della versione 2004 nel caso siate dei “rookie”).Ma torniamo a noi; vi ricordate la magnifica introduzione del tasto per l’arresto? Di fatto era un’azione “smarcante”, in quanto ci permetteva di liberarci comodamente dell’avversario diretto e pertanto di trovare una facile conclusione a canestro. Beh dimenticatevi tutto questo perchè alla EA difendono durissimo! Adesso quel famoso tasto andrà usato con molta più parsimonia (forse troppa) perché falli in attacco e palle perse saranno all’ordine del giorno. Ovviamente il discorso vale per i giocatori che ricoprono ruoli per i quali sono portati a penetrare da fuori area (ovvero play, guardie e ali piccole), infatti per i “lunghi” il discorso è diverso. Così come per la versione precedente in questo tasto vengono racchiusi i movimenti in post che permettono ad un centro (o ad un’ala forte) di trovare un avvicinamento a canestro per concludere più comodamente.Oltre a questo è ovviamente rimasta intatta la diversificazione di tasti tra tiro e schiacciata, che permette di scegliere la conclusione preferita, a seconda ovviamente del comportamento della difesa. Per la funzione “schiacciata” i programmatori hanno capito che se in una conclusione a canestro c’è un contatto, il giocatore in attacco necessariamente modifica il proprio tiro per evitare la stoppata. Ed ecco quindi comparire le acrobazie tanto care ai fan di Jordan, maestro nelle azioni di questo tipo.Insomma NBA live 2005 ha fatto quei miglioramenti che tutti si aspettavano e non è da escludere che alla EA abbiano davvero ascoltato il consiglio dei videogiocatori.Ma (c’è sempre un ma) c’è da dire che, se si lascia il settaggio predefinito, si riscontrano delle imperfezioni tanto banali quanto fastidiose. Ad esempio il “solito” problema dei falli che vengono fischiati in quantità esigua rispetto ad una partita vera; anche se, trattandosi di un videogame, ci sembra comprensibile privilegiare la continuità del gioco. Un’altra cosa abbastanza assurda è rappresentata da due fondamentali molto importanti nel basket: le palle rubate e le stoppate. In entrambi i casi se ne vedono in quantità industriale e questo va un po’ a minare la piena godibilità della partita. Per i più precisini però c’è la possibilità di customizzare completamente le regole, io stesso l’ho fatto e la situazione è migliorata di molto. Pertanto, ritengo che la EA abbia calcolato male i valori per stabilire una simulazione vera a propria, ma ha comunque il merito di aver lasciato piena libertà di sistemare il tutto a piacere.Per quanto riguarda l’AI, seppur non raggiunga livelli eccelsi, si presenta piuttosto affinata: mi riferisco ad esempio alla presenza degli aiuti difensivi, agli marcamenti dei compagni e al taglia-fuori a rimbalzo. C’è da dire comunque che a volte si verificano dei comportamenti abbastanza ambigui; per fare un esempio, se siamo in contropiede capita che un nostro compagno si fermi senza seguire l’azione anche quando avremmo invece bisogno di lui, oppure si vedono spesso dei passaggi non proprio “ortodossi”, lenti e passibili di intercetto. In generale comunque sono difetti che non vanno a ledere l’ottima giocabilità.

All-Star Week-EndPer chi ancora non lo sapesse ecco la vera e propria chicca dell’anno! Gara dei rookie, Gara del tiro da tre, gara della schiacciate e la tradizionale gara tra EST ed OVEST. Tutto questo completamente giocabile!Sulle due partite penso ci sia poco da dire: Rookie (giocatori al primo anno) contro Sophomore (giocatori al secondo anno) apre le danze, mentre a chiudere ci pensa la partita delle stelle tra i migliori giocatori dell’EST contrapposti ai più grandi talenti dell’OVEST.Nel mezzo due gare straordinarie che faranno la felicità di ogni amante dello spettacolo puro. La gara del tiro da tre è forse più monotona ma ugualmente avvincente, uno scontro sul filo dei secondi che determinerà il tiratore più letale della NBA. La gara delle schiacciate è qualcosa di assolutamente innovativo e stupefacente. Lo scontro di quattro “dunkers” che si prodigheranno in strampalate acrobazie pur di ottenere il massimo del punteggio e conquistare l’ambito premio di miglior schiacciatore dell’anno. Come potrete intuire il tutto si basa su una combinazione di tasti che permetterà al giocatore di proporre mosse sempre nuove per cercare di stupire la giuria.Insomma un gran trovata della software house canadese che veramente conquista in tutto e per tutto.

E il Dinasty?Tranquilli c’è ancora e con importanti novità! Bisogna ammettere che ogni anno alla EA Sports aggiungono quel tanto che basta per andare a migliorare una sezione manageriale che col tempo si speri diventi sempre più appetibile.Anche qui vale il discorso fatto per la giocabilità interna alla partita, tutto quello che già c’era è rimasto e mi concentrerò quindi sulla descrizione delle nuove modifiche.Innanzi tutto una gestione totale del calendario: mentre nelle scorse edizioni questo viaggiava in modo autonomo, saltando direttamente da una partita ad un’altra, quest’anno si può usufruire dei “tempi morti” dedicandosi ad allenamenti, trattative di mercato, gestione del roster ecc. Una novità simpatica ma anche decisamente utile è l’introduzione del PDA (più comunemente detto palmare) sul quale ci arriveranno tutte le news più importanti. Ad esempio il proprietario della squadra che ci esorta a non trascurare gli allenamenti, la lega che invita un nostro giocatore all’all-star game, il consulente per le statistiche che ci indica l’andamento della squadra, la richiesta di scambio giocatori da parte di un’altra franchigia o il rapporto medico sugli infortunati.Vi ricordate dei punti dinasty? Quelli che rimanevano pressoché inutilizzati se non per degli allenamenti extra da far fare alla squadra? Beh hanno trovato un modo innovativo ed intelligente di sfruttarli: gli scout. Nel 2004, al momento del draft, era tutto servito su un piatto d’argento, ovvero quando toccava a noi scegliere che rookie mettere sotto contratto si guardavano i valori e, in base alle esigenze della squadra, si sceglieva. Nel 2005 cambia tutto e la cosa si fa più intrigante. Sarà infatti necessario, durante la stagione, mandare degli scout ad osservare le giovani promesse e, quando si tratterà di fare la scelta, avremo a disposizione solamente i valori che gli scout ci hanno riportato. Questo porta inevitabilmente a pensare che se siamo una squadra che lotta per il titolo, sarà inutile andare a visionare le prime scelte. Occorre quindi fare una gestione oculata perché ogni rapporto dello scout (che potrà visionare capacità offensive, difensive e valori atletici) ridurrà i punti dinasty e questi punti vengono guadagnati con fatica ad ogni partita.Una lieve ma opportuna variazione l’hanno subita anche gli scambi e l’ingaggio dei free agent. In entrambi i casi quando si avvia una contrattazione la risposta non sarà immediata, ma ci arriverà una comunicazione sull’ormai indispensabile PDA. E’ una piccola cosa certo ma contribuisce a tenerci più sulle spine ed ad aumentare quindi la soddisfazione nel caso la trattativa vada in porto.E non è tutto! La vera anima del GM, si sa, viene fuori in Off-Season, ovvero quando durante l’estate si mette giù per filo e per segno la programmazione per la stagione successiva. Ecco allora che potremo visionare i giocatori ritirati, provare sul campo i rookie che avevamo fatto osservare agli scout, proseguiremo poi col draft, cercheremo di rinnovare i giocatori diventati free agent e agiremo poi sugli scambi di mercato. E poi via col training camp e di nuovo sotto con un’altra stagione!L’ultima menzione va alla simulazione delle partite: mi sembra ovvio che se qualcuno vuole partecipare ad una stagione intera, con il calendario NBA regolare (quindi oltre 80 partite), possa prendere in considerazione l’idea di simulare tutte le partite, anche solo per avere delle statistiche attendibili. E’ stata inserita una piccola (a mio avviso) miglioria, ovvero la possibilità di stoppare una simulazione durante una gara e prenderne possesso, per completare la partita giocando la porzione che rimane. Certo si può pensare che sia in qualche modo “disonesto”, in quanto si può benissimo mettere la difficoltà al minimo e stracciare gli avversari. Ma guardiamola da un altro punto di vista, vi faccio un esempio capitato proprio a me: prendiamo in mano una gara7 di playoff, finale di conference con la nostra squadra a -10 e solo l’ultimo quarto da giocare. Ho provato delle emozioni vere ad ogni palla rubata, ad ogni stoppata, ad ogni contropiede, ad ogni tiro sbagliato. E immaginatevi una parità a pochi secondi dalla fine, con il nostro giocatore che fa una finta, due, riesce a smarcarsi, tenta un improbabile tiro fuori equilibrio e sulla sirena la palla accarezza la retina. Mi sono ritrovato a saltare ed esultare per la camera come se avessi vinto davvero io quella partita.Beninteso il Dinasty Mode è solo una delle possibilità di gioco, affiancata come di consueto dalla partita singola, dal campionato, dai playoff, dall’1vs.1, dall’all-star week-end e dagli allenamenti singoli, compreso quello delle schiacciate. Capirete da soli su che tipo di longevità possa contare il titolo in questione e ovviamente non ho ancora citato il multiplayer cui dedichiamo, come al solito, un paragrafo a parte.

HARDWARE

Requisiti minimiProcessore 700Mhz, 256MB di RAM, CD-ROM 16X, scheda video 32 MB, 1.8GB di spazio libero su disco.

Sistema di provaP4 2.4Ghz, 1GB di ram DDR400, ATI Radeon 9700pro

MULTIPLAYER

Il multigiocatore è caratterizzato sostanzialmente da due tipi di partita ed entrambe usufruiscono di internet. La prima prevede un collegamento ai server che EA ha dedicato al gioco, dove si possono trovare tanti appassionati pronti a sfidarvi. La seconda permette di collegarsi direttamente al PC di un amico che avrà creato una partita ad hoc.Questo ovviamente nulla toglie al multiplayer su singola macchina, per il quale sono però necessarie più periferiche di gioco (tastiera a parte).

– Sempre più simulativo

– Tante, piccole, gradite novità

– Ottimo sonoro

– Grafica non all’altezza

8.7

In conclusione penso che l’unico vero difetto di questo NBA Live 2005 sia la grafica, non adeguata agli standard attuali e soprattutto alla fama di EA Sports. Per il resto ci troviamo di fronte ad un grandissimo gioco che, nonostante non abbia alternative sulla piattaforma PC, dimostra di avere quel carisma che lo rende unico.

Se si esclude quindi il comparto tecnico grafico, si notano solo miglioramenti dalla versione precedente e questo altro non può essere che un grandissimo pregio.

Il consiglio è: amanti del basket…acquistatelo! L’unico dubbio che può venirvi è se preferire la versione USA o quella Italiana.

Voto Recensione di NBA Live 2005 - Recensione


8.7