Anteprima

NBA Elite

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a cura di drleto

Cambiare un brand famoso, con oltre quindici anni di storia alle spalle è un’operazione coraggiosa e inaspettata, soprattutto per un colosso come Electronic Arts, che punta da sempre sulla forza e sulla riconoscibilità delle proprie serie. Evidentemente questa volta si è voluto dare un forte segnale ai propri utenti, un segno tangibile di un radicale cambio di rotta paragonabile a quello registrato da Fifa diversi anni fa e che ha portato la simulazione calcistica a divenire il punto di riferimento sul mercato. Un progetto ambizioso dunque, andiamo a vedere su quali basi si poggia.

LibertàNon si può certo dire che NBA Live 10 sia un brutto gioco anzi, nel restituire l’elevato tasso di spettacolarità della lega professionistica americana, il titolo EA Sports è decisamente superiore rispetto al concorrente 2K, grazie al continuo fluire di spettacolari schiacciate, impossibili no-look e frenetici palleggi. Il reale problema è la sensazione di non avere un reale controllo su tutte queste cose, ma sembra piuttosto che tali azioni avvengano in maniera automatica. Dopo poche partita, dunque, tutta l’esaltazione e la soddisfazione provate nel vedere Wade o James compiere una qualche devastante entrata a canestro scemano di fronte alla facilità e alla frequenza con la quale queste azioni succedono.Uno degli obiettivi del nuovo NBA Elite 11 è divenuto quindi quello di dare ai giocatori gli strumenti per fare queste cose, senza per questo renderle né troppo automatiche né troppo difficili. Questo si traduce nell’avere sempre e comunque il controllo del proprio atleta, nel poter cambiare in volo la mano utilizzata, oltre che nel decidere il momento esatto del rilascio del pallone. In base alle statistiche di ogni giocatore verrà deciso coerentemente l’esito del tiro, lasciando dunque una forte sensazione di essere gli artefici diretti del proprio destino.Per rendere palese questo cambiamento presso gli studi canadesi di Electronic Arts sono state approntate delle postazioni di gioco sulle quali era disponibile un semplice 1 contro 1, nello specifico Wade contro Artest, con il quale sperimentare tutte le novità della nuova configurazione dei comandi. Similmente a quanto visto nella serie NHL il controllo della palla verrà delegato allo stick analogico destro, con la parte laterale e quella inferiore per gestire il palleggio e quella superiore per il tiro. In questo modo per fare un 360° occorrerà eseguire una rotazione della levetta e a seconda del senso impresso vedremo l’atleta fare perno sulla gamba destra o quella sinistra, mentre per cambiare la mano del palleggio basterà selezionare la direzione desiderata.In questo modo si unisce la semplicità di un controllo “diretto” con la difficoltà di eseguire in maniera precisa e veloce il movimento necessario, rendendo particolarmente soddisfacente la riuscita di una determinata azione. Lo stesso discorso è accentuato per il tiro, dove l’ampiezza dell’angolo per un’esecuzione corretta ed il tempismo necessario derivano direttamente dall’abilità dell’atleta e dal modo in cui ci stiamo approcciando al canestro. Se per esempio da sotto basterà una qualsiasi pressione della levetta destra per fare immancabilmente punto con un Kobe Bryant qualsiasi, tentando un tiro da tre punti con Shaquille Oneal avremo bisogno di unire un ottimo tempismo con un movimento perfettamente verticale dello stick. Le stesse variazioni del margine d’errore varranno anche se un giocatore subirà la pressione di un difensore o se eseguirà un tipo di movimento in corsa, rendendo in questo modo strettamente legate la riuscita di un tiro difficile all’abilità del giocatore nell’eseguirlo, ovvero dandogli in mano gli strumenti per fare cose eccezionali, senza per questo guidarlo troppo nel farlo.

FisicaTutto questo non sarebbe possibile senza aver implementato nel gioco un nuovo motore fisico capace di calcolare ogni variabile in tempo reale e di gestire in maniera maggiormente realistica le diverse collisioni tra gli atleti, oltre che il movimento della palla e i rimbalzi. Esattamente come successe in Fifa e come sarà per NHL, un motore fisico permette una maggiore varietà nell’azione e di conseguenza una sensazione di realismo davvero superiore, fatta di veri contatti, lotte a canestro e di una libertà sempre maggiore. La nostra prova ha dunque messo in luce questa rivoluzione, tanto ambiziosa, quanto difficilmente immaginabile pad alla mano, dato che solo durante una partita cinque contro cinque potremo capire la portata di questo cambiamento e verificare se tutte le promesse fatte sono compatibili con un gioco così complesso, fisico e dinamico come il basket a stelle e strisce. Le premesse, comunque, sono delle migliori, rimanete con noi per i prossimi aggiornamenti sul nuovo NBA Elite 11.

– Controlli intuitivi

– Fisica in game

– Sparizione dei movimenti scriptati

NBA Elite 11 è la rinascita di un brand storico, che negli ultimi anni per via di una serie di capitoli poco incisivi rischiava di perdere credito e lustro agli occhi della comunità dei suoi sostenitori. I germogli per una ripresa della serie ci sono tutti: un nuovo sistema di controllo capace di coniugare abilità del giocatore con semplicità nell’esecuzione, un comparto tecnico di alto livello con atleti molto fedeli alle controparti reali e il nuovo motore fisico capace di gestire tutte le collisioni del gioco sono aspetti in grado di dare una nuova marcia alla serie. Quello che rimane da capire è come queste innovazione viste in un 1vs1 si amalgameranno nel complesso di una partita. Rimanete con noi per qualsiasi aggiornamento.