Recensione

Myst III: Exile

Avatar

a cura di Maxnikk

UN PO’ DI STORIA…Furono i fortunati possessori di un Macintosh che, nel lontano 1993, ebbero, per primi, l’incredibile occasione di mettere le mani su un titolo davvero innovativo, che venne a rompere i paradigmi del videogioco così come era inteso allora: Myst.Mentre la maggior parte degli utenti Pc, credo, erano intenti a giocare adrenaliniche partite a Doom, Myst ripropose e rinnovò il genere delle avventure grafiche che aveva visto in giochi come King Quest o il primo mitico Alone in The Dark i suoi campioni. La grafica fotorealistica, la semplicità dell’interfaccia punta e clicca, la maggiore attenzione posta nell’esplorazione degli ambienti piuttosto che nell’intreccio vero e proprio, la fortissima componente logica necessaria per risolvere i diversi enigmi attorno a cui ruotava tutto l’insieme, si sposarono con uno stile di gioco caratterizzato da un ritmo sensibilmente più lento e riflessivo rispetto ai titoli allora in circolazione.Quasi fosse una raccolta di diapositive interattive da scorrere, il titolo spaccò praticamente in due la comunità dei videogiocatori, trovando soprattutto nel pubblico più maturo, con una certa predilezione per il sesso femminile, i propri sostenitori.Gli sviluppatori del titolo, i fratelli Rand, Robin e Ryan Miller, fondatori della Cyan Interactive, quasi a sancire lo strappo che Myst rappresentava nei confronti degli altri videogiochi, scelsero inoltre, come supporto, il ben più capiente Cd Rom, che proprio in quegli anni andava affermandosi su vasta scala.La sensazione era dunque quella di essere entrati davvero in una nuova era, nella quale anche le tecnologie messe a disposizione consentivano di andare oltre i limiti fino ad allora imposti da un supporto poco capiente come il floppy disk.Il successo commerciale di Myst indusse i fratelli Miller a svilupparne un seguito che vide la luce nel 1997 con il titolo di Riven: The Sequel to Myst.Questo secondo capitolo della saga, pur non ottenendolo stesso successo del suo predecessore, fu comunque capace di vendere qualcosa come oltre due milioni di copie nei soli Stati Uniti.Era dunque facilmente ipotizzabile che una serie di così grande successo trovasse una nuova incarnazione, capace di catapultare nuovamente milioni di videogiocatori sparsi ai quattro angoli del globo in un mondo fantastico, al di là della realtà.

CHI SONO I PRESTO STUDIOSSotto la voce “sviluppatore” di questo terzo episodio non troviamo più però la Cyan Interactive, bensì i Presto Studios di San Diego. Il fatto non deve allarmare i fans dei due primi capitoli, in quanto lo sviluppatore californiano è riuscito a svolgere un ottimo lavoro, senza intaccare minimamente quell’originale atmosfera che da sempre è stata come un marchio di fabbrica per la serie di Myst.D’altronde i Presto Studios erano i più indicati per raccogliere il testimone lasciato dai fratelli Miller, che comunque hanno collaborato ancora allo sviluppo del gioco.Non a caso, infatti, sono stati i primi ad aver creato un’avventura grafica di stampo fotorealistico, antecedente allo stesso Myst, nel 1992, con il titolo The Journeyman Project (ispirato al famoso sogno di viaggiare nel tempo). Mente ed anima del progetto era stato l’allora presidente Michel Kripalani, grande amante di tutto ciò che era fantascienza ed osservatore attento degli sviluppi della tecnologia che con il supporto Cd Rom apriva nuove porte per gli sviluppatori di videogiochi.The Journeyman Project fu un vero e proprio best seller ed ebbe un seguito intitolato Buried In Time che portò diverse migliorie sia a livello grafico che a livello di intreccio narrativo.Venne poi, nel 1998, The Journeyman Project 3: Legacy of Time, titolo che presentava spunti interessanti come panoramiche a 360° e una visuale libera per il protagonista che, in qualche modo, anticipano il lavoro svolto in seguito su Myst III: Exile.Tra gli altri lavori dei Presto Studios possiamo ricordare anche, per dovere di cronaca, Pegasus Prime, ennesima avventura grafica per Mac, Gundam 0079, sviluppato anche per Pc e Psx ed il più conosciuto Star Trek: Hidden Evil, ambientato nell’universo di The Next Generation.

LA TRAMALa vicenda di Myst III: Exile ha inizio 10 anni dopo i fatti narrati in Riven. Già nel primo Myst abbiamo avuto modo di fare conoscenza con il protagonista di questo terzo episodio, il mago Atrus, l’ultimo esponente dei D’ni, una popolazione dotata di una capacità molto particolare: creare mondi fantastici semplicemente descrivendoli sulle pagine di un libro.In questo primo episodio, proprio passando attraverso le pagine di un volume, fummo trasportati su un altro piano spazio-temporale costituito dall’isola di Myst. Qui tutta una serie di indizi ci fecero capire che il nostro Atrus aveva diversi “problemi” da risolvere, causati volontariamente dai suoi due malvagi figli, Sirrus e Achenar.In Riven, invece, il fulcro della storia è stata la scomparsa di Catherine, moglie di Atrus e la presenza di un misterioso quanto enigmatico rivale. La fantasia dei fratelli Miller aveva dunque avuto occasione di sbizzarrirsi nella stesura di trame surreali, aventi l’indubbio pregio di creare un’atmosfera molto particolare ed affascinante. La storia di Myst III: Exile è, invece, frutto della scrittrice australiana Mary De Marle, la quale ha saputo far tesoro di tutte quelle emozioni sperimentate giocando di persona ai due episodi precedenti.La nuova avventura di Atrus inizia a Tomahna, in una splendida casa che pare un giardino botanico, così verde e lussureggiante al punto di stonare quasi con l’arido paesaggio circostante. Il mago vive con la moglie ed il figlioletto un’esistenza felice, votata alla ricerca delle tracce perdute dei D’ni, il suo popolo. Ha da poco finito di scrivere un nuovo libro intitolato Releeshahn che, nelle intenzioni del suo autore, dovrebbe aprire le porte di un nuovo mondo, di una nuova era chiamata Narayan, nella quale la stirpe dei D’ni potrà risorgere e vivere in pace.Purtroppo, gli errori commessi nel passato dai suoi due figli non hanno ancora cessato di avere ripercussioni sul presente. Un losco figuro di nome Saavedro, un poveraccio costretto da Sirrus e Achenar a vivere una vita di stenti e privazioni nell’era di J’nanin, consuma la sua vendetta rubando il prezioso libro.Toccherà a noi inseguire il misterioso ladro attraverso le ere create dallo stesso Atrus nel tentativo di recuperare il maltolto.Visiteremo così luoghi meravigliosi ed affascinanti, sempre sospesi a metà tra il sogno e la realtà, popolati da oggetti e meccanismi strani e complessi, per capire il funzionamento dei quali dovremo spremere non poco le nostre meningi.

I MONDI-ERE CHE ANDREMO AD ESPLORAREIl primo mondo che visiteremo è J’nanin, una sorta di isola di forma ellittica con sassose scogliere, dune di sabbia ed intricati camminamenti che la percorrono in lungo ed in largo.Anche Voltaic è un’isola, ma più piccola, continuamente sferzata da un forte vento ed aggredita dalle onde. A prima vista sembra deserte, ma un misterioso igloo di pietra ci ricorda che è stata abitata e che nel suo interno nasconde molti misteri.Amateria, invece, è un’isola situata in una località molto particolare: si trova, infatti, al centro di un inquietante mare color petrolio. Qua e là spuntano dal terreno potenti geyser che alimentano strani e complessi macchinari.Infine abbiamo Edanna, che già nel nome rimanda al Paradiso Terrestre (Eden). Qui la vegetazione è oltremodo lussureggiante e le piante stesse sono ingranaggi di meccanismi ben più sofisticati.Su questo scenario di gioco straordinariamente ricco vengono ad inserirsi perfettamente frequenti filmati girati con attori in carne ed ossa, in una fusione tra immagini statiche ed immagini in movimento assolutamente ben realizzata e congegnata al punto che, durante l’esecuzione dello stesso filmato, noi potremo tranquillamente continuare a scorrere la visuale nelle varie direzioni.

ATTORI IN CARNE E OSSAI primi attori che incontreremo saranno rispettivamente la moglie di Atrus ed il loro figlioletto, impersonati da Maria Galante e Audrey Uhler che, guarda caso, è anche il figlio del produttore del gioco.Poi, sorpresa graditissima, abbiamo lo stesso Rand Miller che, passata la palla ai Presto Studios per quanto riguarda lo sviluppo del gioco, si è però ritagliato, quantomeno, la parte del protagonista, Atrus.Infine, nel ruolo di Saavedro, abbiamo un attore nel vero senso della parola, Brad Dourif, che ricevette addirittura una nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista nel 1977, per la sua interpretazione nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.La sua carriera prosegui poi con diverse apparizioni sia in film che in serie tv tra i quali possiamo ricordare Dune, Velluto Blu, L’Esorcista III, Mississippi Burning, Millenium e X-Files.Chi volesse rivederlo sul grande schermo non ha che da attendere l’arrivo nei cinema dei due film ispirati alla famosa saga del “Signore degli Anelli”, “Le due Torri” e “Il Ritorno del Re”, dove il bravo Bred vestirà i panni di Grima Wormtongue.Ma come è strutturato Myst III: Exile?

SPREMERE LE MENINGIIl compito principale del giocatore è quello di esplorare attentamente le fantastiche locazioni alla ricerca di tutti quegli indizi utili a risolvere i diversi enigmi che ci troveremo di fronte. Leve, pulsanti, ghiere girevoli, carrucole, porte, ascensori, strani oggetti, ogni cosa potrebbe avere una funzione ben precisa che, collegata alla perfezione con altre, metterà in moto incredibili ed ingegnosi meccanismi che ci consentiranno di proseguire nella nostra avventura.Il tutto risponde ad una ben precisa logica le cui leggi intrinseche andranno pazientemente decifrate di volta in volta.Ma, diciamolo subito, la difficoltà degli enigmi è fin dal principio assai elevata tant’è che i giocatori meno avvezzi a questa tipologia di gioco, potrebbero provare un senso di smarrimento. la loro risoluzione PERò, trovata ricorrendo solo alle proprie forze e senza ricorrere a guide strategiche o suggerimenti vari sparsi qua e là per la rete, è qualcosa che fa provare una soddisfazione autentica.

INTERFACCIA E GIOCABILITA’Spostarsi all’interno del mondo di Myst III: Exile è quanto di più facile si potesse immaginare, data l’estrema semplicità dell’interfaccia. Basta utilizzare il mouse o i tasti direzionali per posizionare il cursore nella direzione prescelta, ciccare col mouse o premere sulla barra spaziatrice: tutto qui.Il gioco viene di default attivato in modalità “free lock” ossia, mantenendo il puntatore al centro della visuale, potremo utilizzare mouse o tasti direzionali per curiosare intorno. Con un doppio clic passeremo invece in modalità “cursor”, nella quale potremo spostare il puntatore all’interno dello schermo senza ruotare la visuale. Questo ci permetterà così di consultare gli appunti di viaggio raccolti via via durante la nostra esplorazione, collocati alla base della finestra principale. In effetti non esiste un inventario vero e proprio, anche perché non dovremo andare alla ricerca smodata di oggetti, ma solo risolvere intricati puzzle sfruttando al meglio il nostro spirito di osservazione.Per questo è sconsigliabile utilizzare la cosiddetta “modalità lampo” che, segnalata da un puntatore a forma di fulmine, ci consente di raggiungere determinate zone saltando le locazioni di mezzo. Qualche importantissimo particolare potrebbe, infatti, passare inosservato… Se poi non riusciamo in nessun modo a venire a capo di un enigma potremo sempre indirizzare altrove la nostra attenzione, affrontando praticamente in parallelo le diverse ere senza essere obbligati a seguire un percorso ben preciso.Questo fatto conferisce al gioco una grande apertura, esaltata anche dal fatto che, le scelte compiute durante le ultime battute, potranno portarci a ben cinque finali differenti.Anche interagire con gli oggetti è di una semplicità assoluta: basta ciccarci sopra.Quando il puntatore assumerà la forma di una mano aperta, ciò significherà che questo oggetto potrà essere usato o raccolto. Se, invece, il puntatore assumerà la forma di un più o un meno avremo, ovviamente, la possibilità di vedere nel dettaglio ciò che stiamo esaminando e poi ritornare alla visuale normale.

UNA GRAFICA ECCEZIONALE…Da un punto di vista grafico ci poniamo sicuramente su livelli di assoluta eccellenza.L’unica eredità di Myst è rimasta la risoluzione di 640×480, comunque sufficiente a creare schermate prerenderizzate su workstation Silicon Graphics di aspetto semplicemente fotografico. Inoltre, questo ipotetico limite della risoluzione è stato ingegnosamente superato facendo in modo che le schermate di gioco non fossero piatte, ma seguissero come la superficie curva di una sfera.Questo consente un movimento dello sguardo a 360 gradi, in completa libertà, come era già stato sperimentato in “The Journeyman Project 3. Il tutto è egregiamente supportato dalla funzione di antialiasing, qualora la nostra scheda consenta di attivare l’accelerazione hardware Direct 3D. Purtroppo i possessori di schede video equipaggiati con processore Voodoo o Voodoo 2 dovranno accontentarsi della modalità software e rinunciare a qualcosa dal punto di vista della grafica,Per il resto il design degli scenari lascia davvero senza parole: non è un caso, quindi, che siano stati impiegati ben quattro game designer per ciascuna era.

… E UN SONORO STREPITOSOAnche da un punto di vista sonoro l’utente può ritenersi ben soddisfatto. Rumori, cigolii, esplosioni, tutto è realizzato in maniera egregia e vicino alla perfezione. Il merito di tutto ciò è da ascrivere al musicista Jamey Scott che, in certi casi, è riuscito a creare processi ritmici che contemplano oltre 50 rumori diversi.Mist III: Exile vanta inoltre una colonna sonora originale eseguita dalla celeberrima Philarmonic Orchestra di Seattle, diretta dal maestro Jack Wall.Questi, oltre ad aver composto il tema principale del gioco, cantato in una lingua immaginaria, ha anche creato un leitmotiv per ciascuno dei personaggi. Grafica e musica, pertanto, si sposano alla perfezione dando vita ad una delle più belle avventure (ma la si può definire solo avventura?) che abbiamo mai visto sui nostri Pc.

PER I FANATICI Ah, dimenticavo, per quei raffinati esteti che amano il mondo di Myst alla follia è disponibile una pregiata Collector’s Edition che, oltre al gioco, contiene una miniatura, una guida strategica (attenzione, solo in inglese!) un Cd con la colonna sonora ed il Making Of. Il tutto a Lit. 139.900. Davvero impedibile!

HARDWARE

Configurazione minima: Per i possessori di Pc: Processore 233 Mhz, 64 Mb Ram, 200 Mb di spazio libero su Hard Disk, Cd Rom 4x.Per i possessori di Macintosh: Processore G3 233 Mhz, Sistema Operativo MacOS 8.1, 64 Mb Ram, 200 Mb di spazio libero su Hard Disk, Cd Rom 4x

MULTIPLAYER

Non previsto

Grafica fotorealistica.

Sonoro eccezionale.

Enigmi logici e appassionanti.

Livello di difficoltà elevato per i neofiti del genere.

Potrebbe non piacere a tutti.

8.3

Gli aggettivi ai quali possiamo ricorrere per descrivere questa fatica dei Presto Studios sono aggettivi che difficilmente potremo utilizzare per presentare un altro videogioco. Myst III Exile, infatti, ci trasporta letteralmente in una dimensione parallela nella quale dovremo cambiare la nostra “forma mentis” ed adattarla ai mondi che, di volta in volta, andremo ad esplorare. Onirico e surreale, questo gioco elimina i confini che passano tra mondo reale e mondo del sogno, divenendo il passaggio principale tra le due dimensioni. Capolavoro? Sì, ma non per tutti, come un quadro di Salvador Dalì, Mirò o De Chirico.

Voto Recensione di Myst III: Exile - Recensione


8.3