Recensione

Mount & Blade: Warband

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a cura di Forla

Se c’è qualcosa che serie TV come I Borgia, I Tudors e volendo un po’ anche Game of Thrones ci hanno insegnato, è che il medioevo doveva essere periodo decisamente incasinato. Duelli all’ultimo sangue, sfarzose giostre, intrighi di palazzo e inciuci con damigelle dal pedigree blasonato erano solo alcune delle molteplici attività a cui si poteva prendere parte, a patto di appartenere alla nobiltà, ovviamente. Per i poveri diavoli invece è stato un periodo buio, denso di miseria e malattia, ma oggi parliamo del medioevo stereotipato, quello che, quando nominato, fa venire in mente cavalieri in armature scintillanti a dorso di imponenti destrieri. Tutti gli amanti del genere possono darsi a sfrenati festeggiamenti, poiché Mount & Blade: Warband, dopo oltre sei anni dall’uscita su PC, è finalmente giunto anche su console.
Squillino le trombe!
Mount & Blade: Warband è una versione migliorata del capitolo originale, chiamato semplicemente Mount & Blade e uscito nel 2010, al quale aggiunge un comparto tecnico migliorato, il supporto alle mod e battaglie multiplayer. Il titolo di produzione indipendente, anche se un po’ duro da approcciare, ha saputo negli anni costruirsi una solida fan base di appassionati. Sostanzialmente si tratta di un “simulatore di medioevo”, in cui il giocatore ha carta bianca ed è libero di scegliere la propria strada. All’inizio si crea un personaggio, delineando il suo aspetto tramite un editor e le sue abilità attraverso una distribuzione di punti che risulterà molto familiare agli appassionati di GDR. Una volta creato il nostro alter ego il titolo ci prende per mano per poco tempo, introducendo un sistema di quest cicliche che fa solo da contorno alla miriade di altre scelte che si possono prendere. La parte più impressionante del titolo infatti risiede nel complesso ecosistema del mondo di Calradia, in cui le varie fazioni sono in un perpetuo ciclo di pace e guerra in grado di ridisegnare i confini degli imperi dal giorno alla notte. Di certo una delle strade più soddisfacenti da intraprendere è quella dell’ascesa nobiliare con conseguente scalata al potere. All’inizio non siamo nulla più che un vagabondo di belle speranze, ma dopo aver assoldato qualche paesanotto in uno degli innumerevoli villaggi presenti sulla mappa siamo già in grado di fronteggiare banditi e predoni. Capita di salvare un villaggio da un assalto di saccheggiatori, così il vassallo di turno potrebbe notarci e affidarci qualche incarico. Un favore tira l’altro e in poche settimane si finisce invitati ad una festa al castello; si stringono mani e si fanno sorrisi, ci si presenta alla gente che conta e così comincia l’ascesa che conduce davanti alle mura degli imponenti castelli dei nostri nemici. Ma questo è ciò che noi abbiamo fatto, magari qualcun altro avrebbe preferito non vendere la propria spada alle teste coronate; certo i più bellicosi avrebbero preferito trasformarsi essi stessi in briganti, andando in giro a razziare villaggi senza curarsi dei rapporti con la nobiltà. I più romantici invece potrebbero porsi come obiettivo la conquista della mano di una nobile fanciulla; in Mount & Blade: Warband non c’è giusto o sbagliato, non c’è la “main quest” e nemmeno una fine, la storia la scrivete voi con le vostre azioni e se non siete abbastanza fantasiosi da trovarvi uno scopo fareste meglio a tenervene alla larga. Questa comunque era solo un’infarinatura generale per darvi un’idea del tipo di gioco di cui stiamo parlando, se volete approfondire l’argomento vi consigliamo di andare a recuperare la nostra recensione.
Il mio regno per un mouse (e una tastiera!)
Mount & Blade: Warband è un gioco duro, spietato: basti pensare alla sua componente roguelike e all’impossibilità di creare dei salvataggi di backup. Il titolo fa autosave continuamente e se si perde una battaglia o si viene catturati non è possibile caricare una posizione precedente, si finisce prigionieri punto e basta, con tutte le magagne che ne conseguono. Su PC è possibile selezionare una modalità con salvataggi concessi ma su console questo non è permesso e si è in costante balia degli eventi; una scelta che non ci sentiamo di approvare in toto, soprattutto a fronte del fatto che l’utenza console è poco abituata a prodotti di questo tipo. Il passaggio su PS4 e Xbox One non è stato indolore e parecchie delle comode feature a cui si ha accesso su PC mancano in questo porting. Partiamo subito dalla cosa più importante: il combat system. Il titolo utilizza un sistema di parate ed attacchi direzionali, e se su computer l’uso del mouse diveniva familiare dopo poche battaglie, lo stick analogico si è mostrato un po’ più complesso da addomesticare. Vi sono comunque varie opzioni che permettono di adeguare il sistema ai nostri gusti e persino una semplificazione che garantisce parate perfette senza indicare la direzione, ma semplicemente premendo il pulsante dedicato. Ciò che invece è maledettamente scomodo da utilizzare è il posizionamento tattico delle truppe sul campo di battaglia. Se sulla master race basta premere il pulsante relativo alla truppa e indicare il punto dove vogliamo che vada a posizionarsi, su console il tutto si fa più complesso, allungando a dismisura i tempi di posizionamento con il rischio di trovarsi con un’orda di nemici urlanti a due centimetri dalla faccia mentre siamo ancora intenti a capire dove abbiamo spedito la nostra cavalleria. Ultimo (gravissimo) difetto di questa edizione è l’inesistenza del supporto alle mod. Mount & Blade: Warband può vantare una delle comunità di modder più attive e fantasiose su piazza, basti pensare alle rivisitazioni in salsa Signore degli Anelli, Game of Thrones o alle altre centinaia di universi paralleli partoriti dalle menti dei fan. Se a questi veri e propri stravolgimenti della lore aggiungiamo i pacchetti grafici, o quelli contenenti cavalcature, armi e nuove quest ci si fa un’idea della mole di contenuti che non arriverà mai su console. Queste sono le tre principali mancanze del porting, affiancate a qualche altro piccolo neo, come la riduzione del multiplayer ad un massimo di trentadue giocatori ed una fastidiosa latenza ad accedere alla mappa dopo aver fatto sosta in qualche città o castello. Per fortuna almeno il comparto tecnico risulta migliorato con texture ad una risoluzione più alta e qualche altra miglioria qua e là a rendere il titolo più bello da vedere. Non illudetevi comunque, questo gioco ha molte cose buone da offrire ma la maggior parte di esse stanno a migliaia di chilometri dal comparto tecnico, che rimane quello di un lustro fa, con animazioni legnose e modelli antiquati. In ultima nota si segnala che sia i dialoghi che i sottotitoli sono interamente in inglese, fareste bene a leggerli con attenzione prima di dichiarare guerra per sbaglio a qualche nobile con un esercito più grosso del vostro!

– Il titolo mantiene intatto tutto il suo fascino

– Qualche miglioria tecnica

– Il passaggio da mouse a pad non è stato indolore

– Gestione tattica degli scontri scomoda

– No mod, no party

7.0

Mount & Blade: Warband è un gioco titanico, in grado di offrire al giocatore appassionato un incredibile numero di ore di divertimento. La sua peculiarità è quella di non avere una strada ben precisa da seguire, ma di lasciare nelle mani del giocatore le redini del proprio destino. Il passaggio su console invero, a parte qualche trascurabile miglioramento tecnico comunque insufficiente ad elevare il titolo agli standard attuali, presenta un tridente di punti negativi. Il pad risulta poco pratico sia per i combattimenti a fil di spada, sia per dare gli ordini alle nostre truppe, e la mancanza del supporto mod è un vero colpo basso. Vi consigliamo comunque di dare una possibilità al titolo se siete appassionati di lore medioevali e se non lo avete già giocato su PC.

Voto Recensione di Mount & Blade: Warband - Recensione


7