Anteprima

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Durante l’appuntamento con Konami non è stato mostrato nulla di nuovo che non si fosse già visto di The Phantom Pain. Nella mezzora messa a nostra disposizione abbiamo solo potuto fare un giro lungo quella zona di Afghanistan resa popolare dai filmati che circolano in rete, prima in sella al nostro fido cavallo, e dopo sgattaiolando silenziosamente tra le erbacce mentre venivamo supportati da Quiet. Se il poco tempo non ci ha consentito di terminare la missione, ci ha sicuramente permesso di fare diverse considerazioni su quella che sarà l’opera magna di Kojima. Ma prima, è giusto spendere qualche parola sulla posizione di rilievo che la Mother Base avrà all’interno di questo quinto capitolo.
Snake chiama base
Al di là delle solide certezze che già Ground Zeroes ci aveva fornito, va considerato che The Phantom Pain non sarà “solo” un ampliamento totale, meglio organizzato e più complesso di ciò che abbiamo visto nel prologo. Lo testimonia non solo la miriade di azioni (di attacco, di difesa e gestionali) che andremo a intraprendere, ma anche il rapporto diretto che lega l’avanzamento di gioco alle funzionalità della Mother Base, vero e proprio fulcro attorno a cui ruotano le novità più interessanti di questo quinto capitolo. Le operazioni legate alle piattaforme, l’espansione delle strutture e il potenziamento delle unità alleate sono tutti elementi che non possono essere considerati secondari nell’economia di gioco, soprattutto perché si riveleranno fondamentali quando le situazioni diventeranno più difficili da gestire e quando infurieranno le battaglie. In quanto leader dei Diamond Dogs, toccherà proprio a Snake (qualcosa si può lasciare in gestione anche a Miller e Ocelot) dover gestire quello che sarà il quartier generale del suo esercito, senza dimenticare che arruolare nuovi soldati e migliorare le funzionalità della base farà la differenza durante le situazioni più disperate. 
Realizzando una piattaforma dedicata al reparto ricerca e sviluppo ospiterete le unità specializzate per la creazione di nuove armi e oggetti basati sulle vostre specifiche richieste, e visto che l’equipaggiamento diventerà indispensabile molto presto, è sempre bene investire con intelligenza su questa divisione. Non si tratta solo di avere le armi migliori e più sofisticate, ma anche di possedere divise speciali come quella che permette lo stealth camouflage.
La piattaforma contenente l’unità di combattimento è presenziata da due squadre autonome capaci di portare a termine determinate missioni. Possono essere inviate fuori dalla base per soddisfare dei precisi requisiti, ottenendo dunque delle ricompense, ma possono anche fallire clamorosamente. Visto che certi incarichi andranno a influenzare quelli che affronterete nei panni di Snake, è bene prestare attenzione alle qualifiche, al livello e alle capacità dei soldati per avere agevolazioni tangibili quando arriverà il vostro momento. È anche possibile usare i soldati semplici al posto di Snake, e per certi versi è anche conveniente, se questi dimostrano di avere delle abilità più adatte al tipo di obiettivo che dovrete raggiungere.
Non solo MGO
È stata anche presentata una piattaforma di supporto che permette di ricevere scorte di diverso tipo durante le missioni, e siamo piuttosto certi che ce ne saranno altre che andranno a potenziare ulteriormente le funzionalità della Mother Base. Man mano che l’esercito cresce bisognerà espandersi usando le Basi Operative Avanzate (denominate FOB), che consentono di di assoldare più soldati e raffinare un numero maggiore di risorse. Si tratta sostanzialmente di versioni online opzionali della mother base che consentono di spingere il proprio predominio in tutto il mondo. Ogni FOB è unica e permette di migliorare l’efficienza della base e dei Diamond Dogs, ma bisogna fare attenzione perché un giocatore rivale potrebbe invaderla, dando così vita a una modalità PVP estremamente interessante. L’espansione ulteriore della mother base presenta quindi dei rischi, ma anche delle grandi opportunità per arraffare bottini, armi, risorse e nuove reclute. Si tratta insomma della modalità online di The Phantom Pain, completamente diversa da quel mondo a parte (ancora misterioso) che si chiama MGO, dove ad affrontarsi saranno i clan.
Durante il nostro hands-on abbiamo avuto conferma che il codice portato alla fiera di Colonia fosse quello definitivo, ed è per questo che ci è venuto qualche dubbio quando abbiamo capito che nella versione finale mancheranno la barra della salute e quella della stamina. Potrebbe trattarsi di un’apertura definitiva verso nuovi orizzonti arcade, perché Snake non ha più bisogno delle iconiche razioni e guarisce da solo automaticamente; allo stesso modo, può correre liberamente senza sentire mai la fatica e rimanere appeso a un cornicione per sempre. È assai probabile che si tratti di una precisa scelta di game design adottata appositamente per non rendere frustrante l’esplorazione di mappe dalle dimensioni spropositate, ma crediamo che sarebbe stato più opportuno inserire i due indicatori quantomeno durante le fasi di allerta. In ogni caso, la speranza è che questi due indicatori vengano ripristinati almeno in MGO, altrimenti si andrebbe a perdere clamorosamente tutto il tatticismo presente nelle precedenti incarnazioni.

– Mastodontico e curato in modo maniacale

– Meccaniche di gioco profonde e complesse

– La componente gestionale della Mother Base è un gioco a parte

Konami non ci ha fatto vedere nulla di nuovo, ma un’ultima partita prima della nostra recensione ci ha dato modo di riflettere su diversi aspetti del sistema di gioco. Le sensazioni sono dannatamente positive e il grado di profondità delle meccaniche di gioco è davvero pazzesco. Si tratta tuttavia di un titolo che va approfondito parecchio e che riuscirà a far maturare un giudizio finale solo dopo parecchie ore di test. Aspettiamo Snake al varco; ormai manca pochissimo.