Anteprima

Medal of Honor: Warfighter

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a cura di Nitro

Colonia – In occasione della Gamescom tenutasi i giorni scorsi siamo stati invitati da Danger Close Games a provare alcune modalità multigiocatore di Medal of Honor: Warfighter, sparatutto in dirittura d’arrivo il prossimo ottobre. Da quanto visto sembra che il titolo possa proporsi come la scelta per coloro che sono alla ricerca di una buona via di mezzo tra le due produzioni massime nel genere dei first person shooter, Battlefield e Call of Duty, mischiando la perfezione tecnica della prima allo stile frenetico della seconda.

Mostra la tua vera potenzaPrima di gettarci nel vivo dell’azione in uno scontro insieme agli altri giornalisti presenti, gli sviluppatori di Danger Close Games hanno voluto mostrarci le sei classi disponibili all’interno del titolo. Si parte dall’Assault, caratterizzato da un equipaggiamento che annovera un AK-47 e un lanciagranate M3. Non mancano la pistola come bocca da fuoco secondaria e la più classica granata da lanciare nella mischia. Questa specializzazione è dedicata soprattutto a chi è in grado di eseguire frequentemente kill streak, poiché una volta realizzatane una sarà possibile chiamare un efficace supporto aereo utile per salvarsi nelle situazioni più disparate. Il Demolitore è il più classico dei genieri, punta moltissimo sulla componente esplosiva con dispositivi come il C4 e presenta abilità in grado di rafforzarne la corazza contro i nemici tale da consentirne l’avanzata nelle fila nemiche. Una classe che sicuramente gioca un ruolo fondamentale all’interno dei match, poiché spetterà al Demolitore il compito di distruggere coperture, muri, porte o quant’altro per dare il via libera ai compagni. Lo Spec Ops ha dalla sua un’agilità davvero notevole e un armamentario leggero, con la possibilità di chiamare ben due attacchi aerei, che si differenziano per il loro raggio d’azione, e di prevedere anche i movimenti dei nemici così da organizzare efficaci imboscate.

Agli amanti del camping Medal of Honor: Warfighter presenta il classico Sniper, equipaggiato con fucili di precisione che gli permettono di accamparsi e colpire dalla lunghissima distanza. Non mancano gli attacchi aerei, attivabili anche in questo caso solamente dopo la realizzazione di una lunga serie di uccisioni. Il Point Man si rivela la classe prediletta da coloro che odiano le coperture ed amano gettarsi nel vivo dello scontro senza scrupoli. Esso presenta una velocità di movimento superiore a quella degli altri soldati – molto simile a quella del Point Man – in cambio di una potenza di fuoco ridotta ma che non costituisce un grandissimo limite poiché l’elevato rateo di fuoco copre letteralmente di piombo i nemici incontrati. Esso può inoltre prendere preziose munizioni potenziate capaci di infliggere ingenti danni e rilevare i nemici sulla propria mappa e degli alleati grazie all’utilizzo dell’UAV. Conclude l’offerta l’Heavy Armored, una vera e propria macchina da guerra che si rivela l’opposto della classe precedente, con una velocità di movimento abbastanza limitata ma una potenza di fuoco davvero fuori dal comune, tanto che gli è possibile piazzare l’arma a terra a favore di precisione e stabilità maggiori. Notevole anche la funzione di spostamento dei punti di respawn, che sicuramente permette di scongiurare i tanto odiati baserape.

Shot, shot, shot, shot!Oltre all’infarinatura base sulle classi presenti nel titolo, durante la presentazione a porte chiuse di Medal of Honor: Warfighter abbiamo avuto modo di provare due modalità multigiocatore.La prima variante, denominata Home Run, altro non era che un cattura la bandiera a turni sviluppato in dieci round che vedeva due squadre da otto giocatori alternarsi il ruolo di attaccanti e difensori. La prima squadra doveva infatti tentare di addentrarsi tra le schiere nemiche e catturare in brevissimo tempo lo stendardo riportandolo poi celermente alla propria base. La mancanza del respawn in questa variante di gioco scongiura assalti frenetici o suicidi volontari a favore di uno approccio più ragionato, in quanto una volta morti bisognerà attendere il concludersi del round per ritornare all’azione. Ad ogni uccisione una voce ingame notificherà il numero di unità rimaste, e sterminate tutte quelle nemiche o portata l’insegna conquistata in base il round verrà vinto. Conclusi i primi cinque, una breve cutscene notificherà lo scambio di ruoli e l’azione riprenderà come prima.La seconda modalità mostrata dagli sviluppatori è stata Hotspot, la quale punta a sviluppare l’azione di gioco in mappe maggiormente estese dato anche il continuo alternarsi di operazioni che vedranno le squadre assolvere compiti di attacco o difesa.

Spendendo qualche parola sul comparto tecnico si segnala anche in questo titolo la presenza dello strapopolare Frostbite 2 engine di DICE, capace di scatenare tutta la sua potenza con esplosioni, effetti particellari e una distruzione dello scenario più che soddisfacente. Il tutto gira ad un frame rate più che stabile, ma avendo provato la sola versione PC preferiamo rimandare il giudizio sulla controparte console.

– Alto numero di classi

– Comparto tecnico affidato a Frostbite 2

– Modalità multigiocatore ben studiate

Danger Close Games sembra aver fatto centro. Riuscire a creare un prodotto di successo capace di catturare l’attenzione di pubblico e stampa ormai abituati alla saghe principali di EA/DICE ed Activision non è da poco, ma già per le modalità multigiocatore possiamo ben sperare. Durante la presentazione non abbiamo potuto provare in alcun modo la componente in singolo, ma non dovrebbe passare molto tempo prima di una nuova prova.