Recensione

Mario Party: The Top 100

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Non c’è dubbio che la serie di Mario Party sia uno degli spin-off di maggior successo del celebre franchise Nintendo: a partire dall’epoca del Nintendo 64, ogni console Nintendo ha ospitato almeno una festa tra gli amici del nostro idraulico, al punto che oggi la serie può contare più di dieci capitoli all’attivo. Nintendo 3DS, in particolare, ha già avuto due iterazioni del brand sul suo doppio schermo, ma Nintendo ha deciso di puntare sulla tripletta, con una formula inedita: mettere da parte il gioco dell’oca sul tabellone e concentrarsi sui minigiochi, da sempre fiore all’occhiello della serie. Così nasce Mario Party: The Top 100, che si propone di radunare in un unico titolo i cento migliori minigiochi di sempre. 

Una riverniciatura nel Regno dei Funghi

Visivamente parlando, Mario Party: The Top 100 non si discosta molto da quanto visto in Star Rush, con modelli dei personaggi ben realizzati e, in generale, un buon comparto tecnico che riesce a soddisfare pur senza stupire. Ogni minigioco sprizza vivacità da tutti i pori, come da tradizione per le feste del Regno dei Funghi. Trattandosi di una raccolta di minigiochi proveniente dall’intera serie (contando però solo i capitoli numerati usciti su home console), gli sviluppatori hanno lavorato per tirare a lucido i minigiochi presi dall’epoca Nintendo 64, che erano certamente quelli che più avevano bisogno di essere messi a nuovo. Chiaramente, questo lavoro di “allineamento” vale anche nell’altro senso: i minigiochi presi da Mario Party 10 su Wii U hanno subito un downgrade grafico in modo da essere adattati all’hardware di 3DS. Il comparto audio è anch’esso composto da musiche riprese dai titoli a cui i minigiochi appartenevano originariamente: niente da eccepire, dunque, si tratta sempre di motivetti simpatici che sapranno tenervi compagnia durante le partite, non di più.

La prima festa senza tabelloni

Mario Party: The Top 100 si compone di due modalità principali: Isola dei Minigiochi e Sfida Minigiochi. La prima modalità è quella che, in un certo senso, potremmo definire la modalità storia di questo titolo, composta di quattro mondi, il cui completamento è necessario per sbloccare tutti i minigiochi presenti nel titolo. Nei panni di un personaggio di nostra scelta tra gli otto disponibili (un roster piuttosto risicato se confrontato con quello di altri episodi), ci muoveremo attraverso delle caselle, ciascuna delle quali nasconde un minigioco da affrontare. Vincendo (basta non arrivare ultimi, almeno all’unico livello di difficoltà inizialmente disponibile) il minigioco si ottengono monete e stelle, mentre perdendo ci viene sottratta una vita. Ci sono anche alcune tipologie di minigioco diverse, come i minigiochi Duello o i minigiochi Bowser, dove bisogna necessariamente arrivare primi per proseguire, ma costituiscono un’eccezione alla regola. In buona sostanza, in questa modalità si affrontano minigiochi senza sosta, con l’unico obiettivo di arrivare dall’altra parte della schermata. E già qui l’idea di fondo del gioco comincia a scricchiolare: giocare i minigiochi in sequenza, infatti, diventa tedioso dopo un breve periodo di tempo, visto che manca una qualsiasi tipologia di diversivo. Questo difetto viene parzialmente risolto in Sfida Minigiochi: qui si torna a muoversi su un tabellone tirando un dado insieme a tre avversari, con l’obiettivo di raccogliere monete per comprare palloncini stella. La vittoria va a chi, concluso il numero di turni prestabilito, è in possesso del maggior numero di palloncini stella. I personaggi si muovono nello stesso momento, ed in generale l’intera struttura della modalità è stata ripresa dall’ultimo Star Rush. I minigiochi, quindi, non si attivano alla fine di ogni turno, ma solamente quando qualcuno si imbatte in un palloncino minigioco. Questo rende la modalità più variegata rispetto alla precedente, purtroppo però non è comunque esente da difetti: c’è solo un tabellone a disposizione, ed il suo design è davvero blando e semplicistico, privo delle sorprese e della complessità di quanto eravamo abituati a vedere sui capitoli su console. 

Una festa breve

Tolte le due modalità principali, troviamo altre tre modalità che ci mettono immediatamente di fronte ai minigiochi, veri protagonisti di questo titolo. Oltre alla modalità di minigioco libero, abbiamo “vinci la serie” e “decathlon”: nella prima modalità sfideremo i nostri avversari al meglio delle 3 o 5 battaglie, mentre nella seconda dovremo affrontare 5 o 10 minigiochi cercando di realizzare, in essi, il punteggio più alto. Si tratta certamente di modalità concettualmente semplici, ma senza dubbio saranno quelle che vi troverete ad utilizzare più spesso per sfidare i vostri amici. Purtroppo, è ancora una volta assente qualsiasi tipo di modalità multiplayer: per giocare con i vostri amici, dovrete essere insieme in locale. Fortunatamente, è stata mantenuta la possibilità di giocare con una sola cartuccia: i vostri amici non avranno quindi bisogno di acquistare il gioco per unirsi ad una sessione. I minigiochi, fortunatamente, fanno il loro dovere, costituendo il vero piatto forte del pacchetto: gli sviluppatori hanno accuratamente selezionato i migliori provenienti da ciascun episodio principale della serie, e per chi li ha già giocati a suo tempo sarà inevitabile provare un pizzico di nostalgia. Alcuni minigiochi hanno subito dei cambiamenti, soprattutto quelli provenienti dall’era Wii (come Goombowling), vista l’assenza di motion-control: nonostante i cambiamenti, i minigiochi rimangono comunque divertenti, senza perdere un grammo del loro carisma. Mario Party: The Top 100, però, fallisce proprio in quello che voleva dimostrare: non si può costruire un Mario Party solamente intorno ai minigiochi, perché senza diversivi essi rischiano di annoiare ed il gioco, di conseguenza, di finire nel dimenticatoio molto presto.

– Buon lavoro di riadattamento sui minigiochi più vecchi

– Gradito ritorno di vecchie glorie

– In multiplayer rimane divertente

– L’assenza di un diversivo dai minigiochi può portare presto alla noia

– Le due modalità principali non riescono ad intrattenere

– Mancanza di qualsiasi modalità online

6.5

Mario Party: The Top 100 parte da un’idea semplice: prendere solamente la parte migliori dei precedenti Mario Party, vale a dire i minigiochi, per renderli un prodotto a sé stante. Ma è proprio in questo modo che ci fa sentire la mancanza del buon vecchio tabellone del gioco dell’oca: come si suol dire, “il troppo stroppia”, e questo vale anche per i minigiochi che, senza il contesto del tabellone, arrivano di annoiare fin troppo presto, complice anche la mancanza di mordente delle due principali modalità di gioco. Nonostante ciò, la vasta gamma di minigiochi presenti potrebbe costituire una buona fonte di divertimento qualora aveste a disposizione tre amici (e altrettanti 3DS) con cui tuffarvi nel passato.

Voto Recensione di Mario Party: The Top 100 - Recensione


6.5