Recensione

Magic: Duels of the Planeswalker 2013

Avatar

a cura di jewel

Che i giochi da tavolo, così come quelli di carte collezionabili, abbiano, nel corso del tempo, contaminato ampiamente alcuni ambiti del gaming videoludico, è cosa ben nota a tutti gli appassionati del settore. Altrettanto risaputo è che gli universi creati per molti rappresentanti di questi giochi scatolati sono curati nel minimo dettaglio e tremendamente affascinanti, dotati spesso di una profondità talmente articolata, nelle meccaniche di gioco, da rendere già la sola idea di sintetizzare tutto quel marasma di regole in un videogioco, un vero e proprio rompicapo. Eppure, anche se in maniera un po’ restrittiva, i ragazzi di Stainless Games sono riusciti a riproporre il feeling del trading card game per eccellenza, l’immenso Magic: The Gathering, in una piccola produzione destinata al digital delivery, talmente apprezzata dal popolo videoludico da meritare presto di diventare una serie a tutti gli effetti. Così, in questi torridi giorni estivi, abbiamo finalmente avuto modo di mettere le mani sull’ultima edizione, Magic: The Gathering – Duels of the Planeswalker 2013. A voi le nostre impressioni.

Isole, Pianure, Paludi, Foreste e MontagneCome era chiaro aspettarsi, la versione annuale di Duels of the Planeswalker non presenta stravolgimenti della struttura dei predecessori, ma le piccole e grandi aggiunte tra modalità inedite, possibilità di personalizzazione e gameplay si fanno assolutamente apprezzare. Il gioco, quindi, propone ancora scontri su tavolo che possono coinvolgere da due a quattro sfidanti, mescolati poi a piacimento tra giocatori online, amici in locale o intelligenze artificiali. Chiunque abbia giocato anche una mezza volta a Magic (ma anche a Pokémon o Yu! Gi Oh) sa benissimo che l’esito della partita è dettato in primo luogo dalla composizione del mazzo di carte, solitamente plasmato seguendo una precisa strategia di gioco e, a meno di eccezioni, tenendo bene a mente il concetto che è meglio assestarsi sul minimo consentito di sessanta carte. In questo senso il popolo videoludico si deve ancora una volta accontentare di un livello simulativo alquanto limitante, che permette di scegliere solo tra dieci mazzi pre-costituiti e poi di aggiungere o sostituire le carte che verranno acquisite tramite la vittoria nella campagna del gioco, nel numero di trenta per ciascun deck. Il numero di terre (ovvero “mana”, per i non addetti ai lavori) è invece fisso a ventiquattro e non può subire modifiche, scelta che ad alcuni giocatori un po’ più esperti risulterà sicuramente fastidiosa. C’è da dire però che la serie è palesemente indirizzata a chi sta cominciando solo ora a scoprire Magic, e, se a questo aggiungete il fatto che si tratta pur sempre di un titolo da meno di dieci euro, il quadro generale finirà per sembrarvi davvero molto positivo. Ciò che è importante, ovvero il feeling della pura e semplice partita a carte, sopravvive benissimo alla conversione digitale. Esattamente come nei predecessori le partite scorrono fluide dal momento del pescaggio delle sette carte iniziali fino alla sottrazione dell’ultimo dei venti punti vita di uno degli sfidanti. Una piacevole aggiunta è costituita dalla possibilità di “tappare” manualmente le proprie terre, ovvero decidere autonomamente se sacrificarne un tipo piuttosto che un altro durante un’evocazione. Gestire le riserve di mana è un altro degli aspetti basilari delle meccaniche di Magic, per cui questa aggiunta è, all’atto pratico, tutt’altro che marginale. Non abbiamo trovato falle nel sistema di gestione dei secondi a disposizione per prendere decisioni istantanee, così come ci consideriamo tutto sommato soddisfatti dal livello di sfida proposto e dal fattore fortuna. A proposito di quest’ultimo aspetto, abbiamo notato che l’eventualità di dover maledire il cielo in lingue finora sconosciute per aver pescato diciannove terre uguali di fila, si presenta indiscriminatamente tanto all’IA quanto ai giocatori in carne e ossa, per cui in questo frangente non c’è assolutamente da prendersela con gli sviluppatori. Più delicata è invece la questione dei mazzi: va anche bene che, come dicevamo prima, questi non siano personalizzabili in tutto e per tutto, ma è inaccettabile che, pur essendo così pochi, alcuni risultino essere decisamente troppo forti rispetto ad altri (esempio: il Nefarox Bianco-Nero). Da questo punto di vista riteniamo quindi ci sia ancora un po’ di lavoro da fare. Purtroppo spingerci oltre a descrivere le particolari regole di Magic porterebbe l’articolo ad assumere le sembianze di un enorme e spaventoso wall of text, per cui confidiamo nelle vostre abilità di internauti e siamo certi che lì fuori, nell’etere, riuscirete a trovare guide più che soddisfacenti a riguardo. Sappiate, comunque, che il tutorial messo a disposizione nel gioco è ampiamente esaustivo e, nel giro di una manciata di minuti, riuscirà a introdurvi con sorprendente facilità ai fondamentali del gioco. Dopodiché, questione di un paio di partite e sarete già dei provetti maghi pronti a far fuori migliaia di giocatori online.

“Moar modes please!”Oltre a riprodurre fedelmente le meccaniche di gioco, Magic: The Gathering – Duels of the Planeswalker vanta la presenza di un discreto numero di modalità capaci di tenere i giocatori impegnati per parecchie ore. Per chi ama giocare in singolo abbiamo anzitutto la tipica campagna, qui divisa in sei sezioni con altrettanti boss principali, alternati da sfidanti secondari e da partite in cui bisognerà far fronte all’uso di una stessa magia o di un paio di carte magia in loop infinito. Queste ultime, che dovrebbero essere utili per insegnare ai novelli come far fronte a determinati tipi di carte, finiranno spesso e volentieri per essere fin troppo semplici, cosa che non dispiacerà dal momento che garantiranno comunque l’acquisizione di una nuova carta. Cogliamo l’occasione per segnalare poi la presenza di intermezzi video e di vere e proprie schede di carattere tecnico/biografico per i boss principali, espediente che pur non aggiungendo valore al gioco si delinea come un simpatico extra, che alcuni potrebbero trovare interessante.Una volta terminata la Campagna sarà poi possibile affrontare nuovamente tutti i boss principali nella cosiddetta Vendetta, modalità che presenta il potenziale per mettere alle corde anche il più accanito appassionato di Magic. Abbiamo poi l’interessante modalità “Sfide”, divisa in dieci tappe in cui ciascuna metterà il giocatore in una posizione di svantaggio a partita già avviata, richiedendo strategie ben precise per venirne a capo e vincere la partita. Qui spremersi le meningi per trovare una soluzione porterà anche a qualche picco di sana frustrazione, ma possiamo assicurarvi che il completamento di ciascuna singola sfida saprà ampiamente soddisfarvi. Chiudiamo quindi con Planechase, nuova modalità introdotta proprio per questa edizione che ci è parsa adatta a sposarsi con la definizione di: “grasso che cola”. In breve, ogni partita di Planechase è esattamente come un normale scontro free-for-all per quattro giocatori, tranne che per l’aggiunta di un tipo di carta di gioco aggiuntivo che rappresenta il luogo del multiverso di Magic, in cui si sta svolgendo l’azione. Ognuna di queste carte presenta dei bonus e malus che possono essere attivati pagando uno specifico costo di mana oppure lanciando un apposito dado a sei facce (non previsto nelle partite standard), che costerà un mana incolore in più per ogni lancio. Sebbene questa modalità sia potenzialmente in grado di aggiungere un ulteriore strato strategico alle sessioni di gioco, dobbiamo dire che, per come attualmente interpretata da IA e giocatori online, diventa solo un caos dettato dalla volontà della dea bendata. L’unica via di scampo è giocare in Plainchase online, dove con altri giocatori in carne e ossa si possono intavolare partite anche abbastanza complesse, sebbene decisamente più lente per via delle variabili in gioco in più da considerare. Il titolo permette di sfidare avversari di tutto il mondo anchein uno contro uno, free-for-all o two-headed giant, quest’ultima una modalità “due contro due” in cui si condividono i punti vita e si può interagire per via di alcuni tipi di magia. L’esperienza online non ha presentato fenomeni di lag o rallentamenti in più oltre a quei pochi riscontrati nel resto del gioco.Concludiamo segnalando che, con tutta questa carne al fuoco, Duels of the Planeswalker 2013 è riuscito a tenerci impegnati per oltre quattordici ore, lasciando peraltro una certa voglia di tornare ancora online a chiacchierare con gli amici tra un incantesimo e una creatura. Nonostante tutto questo tempo trascorso col pad in mano non ci siamo nemmeno stufati della colonna sonora, epica al punto giusto ma al tempo stesso poco invasiva quando necessario, così da lasciare spazio alla mente lo spazio necessario per pensare nel pieno di ogni partita.

– Meccaniche di gioco riprodotte alla grande

– Tante modalità per tante ore di gioco

– Buona colonna sonora

– Personalizzazione del mazzo ancora troppo limitante

– I deck predefiniti non sono tutti equilibrati come dovrebbero

8.0

Esattamente come per i suoi predecessori, Duels of the Planeswalker 2013 è un titolo da prendere per quello che è: un surrogato di quell’immenso trading card game che è Magic: The Gathering che, nel suo piccolo, riesce a riproporre in versione digitale quasi lo stesso identico feeling del gioco originale. Tuttavia dobbiamo segnalare che, pur tralasciando la presenza di poche possibilità di personalizzazione del mazzo, i deck presenti non sono tutti bilanciati e presentano a volte disparità davvero palesi. In ogni caso, visto il prezzo decisamente accessibile, non osiamo lamentarci più di tanto di un titolo in grado di far consumare al giocatore oltre dieci ore della sua vita con estrema facilità. Assolutamente consigliato a chiunque abbia intenzione di iniziare a giocare a Magic, così come a chi, magari non avendo più tempo di concentrarsi su quello che una volta era il suo hobby preferito, avrebbe tanto voglia di farsi ancora qualche spensierata partita in compagnia del più vecchio gioco di carte collezionabili al mondo.

Voto Recensione di Magic: Duels of the Planeswalker 2013 - Recensione


8