Recensione

Luftrausers

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a cura di Pregianza

C’era un tempo in cui i videogiochi erano composti da poche pagine di codice, piccoli progetti fondati su grandi idee, che riuscivano a incollare gli sguardi dei giocatori alla televisione e a sbalordire bambini e non con la loro essenzialità. Erano sintesi del divertimento, incarnazione della fantasia degli sviluppatori, pura e semplice sostanza del gaming, e tutto in pochi sprite.
Più si avanza nel tempo e più il settore si evolve, diventa sempre più complesso e profondo. I titoli si fanno sempre più elaborati e spettacolari, e divengono forme di svago virtuali capaci di far sperimentare agli utenti cose impossibili nella quotidianità, in migliaia di aspetti diversi. Alla base da cui è nato il tutto però pochissimi hanno il coraggio di riavvicinarsi. Complicare è ben più facile di ottenere un’esperienza eccezionale in modo semplice e diretto dopotutto, poiché è un processo che garantisce un’infinità di fattori su cui appoggiarsi per migliorare la propria creatura. 
Se pensate che gli sviluppatori con il coraggio di ritornare alle origini siano ormai estinti, tuttavia, vi sbagliate. Specialmente nel campo degli indipendenti, gli occhi che guardano al passato con l’intenzione di perfezionare formule che si ritenevano perfette e intoccabili aumentano con costanza, e ci sono persino dei team con il talento necessario a riuscire in questa impresa titanica. 
Oggi noi parliamo dei Vlambeer, uno studio tanto piccolo quanto talentuoso, che recentemente ha deciso di buttarsi sul genere degli shoot ’em up vecchio stile e dei bullet hell con Luftrausers, una versione gonfiata e aggiornata di un flash game rilasciato qualche tempo fa. A una prima occhiata potrebbe sembrarvi uno shooter ridotto all’osso con una grafica d’altri tempi. Sul comparto tecnico avete ragione, ma non è proprio il caso di sottovalutare tutto il resto, ve l’assicuriamo.
In guerra i “buoni” non esistono
Alla base di Luftrausers c’è una premessa scarnificata ma funzionale: voi siete il pilota di un caccia sperimentale, in una non meglio precisata guerra. Niente e nessuno vi spiegherà il perché del conflitto, di quale esercito facciate parte o quale sia il vostro motivo per combattere, eppure da brevi filmati d’intermezzo e dal look dei vostri “alleati” si intuisce come la fazione di appartenenza del giocatore non sia propriamente eroica. Il vostro mezzo è il Rauser, un velivolo autorigenerante, creato per poter tenere testa a intere armate da solo e modificabile con parti dalle molteplici proprietà.
Tutto questo viene riassunto in una formula ben definita, che vi vedrà combattere in una elementare mappa 2D delimitata solo in verticale da nuvole che segnano il limite del cielo e dall’oceano. Nulla di rivoluzionario fin qui, ma poi si passa al gameplay, e iniziano le sorprese: Il Rauser è un mezzo veloce e maneggevole, capace di accelerare di scatto e ruotare con rapidità, le cui caratteristiche però mutano profondamente in base ai pezzi utilizzati. Diviso in tre parti, il vostro aereo potrà trasformarsi con un gran numero di componenti ottenute a forza di giocare, che ne aumenteranno o diminuiranno la mobilità, gli doneranno armi differenziate e tante abilità passive. Già qui si notano le prime finezze della struttura congegnata da Vlambeer, poiché i pezzi sono finemente bilanciati, e mutano completamente il controllo del Rauser senza mai risultare eccessivamente poderosi. Volete un mezzo resistente? Dovrete sacrificare velocità e virata. Armi più efficienti? Vi rallenteranno in rotazione o richiederanno maggior precisione. Tutto è calcolato a meraviglia, per un quantitativo di combinazioni impressionante capace di soddisfare più o meno ogni stile di gioco.
Sempre più Raus
Le peculiarità comunque non finiscono qui, o si tratterebbe soltanto di una variante del solito shooter con potenziamenti. Abbiamo svelato in precedenza che il Rauser si rigenera mentre combatte, ma non abbiamo specificato che per farlo deve smettere di fare fuoco e svolazzare per qualche secondo (con tempistiche che variano in base ai pezzi equipaggiati). Una meccanica che potrà sembrare mal calcolata a molti giocatori esperti, e che dovrebbe facilitare eccessivamente il gioco, ma non è così. Come detto, Luftrausers è un titolo finemente bilanciato, e ad ogni partenza del vostro Rauser dalla nave madre (ove potrete modificarlo) affronterete avversari via via sempre più pericolosi, che aumenteranno in numero e pericolosità con l’avanzare dei minuti di vita del vostro pilota. All’inizio semplici barchette e piccoli caccia vi metteranno i bastoni fra le ruote, ma dopo un po’ di punti guadagnati e qualche sano minuto di sopravvivenza acrobatica spunteranno portaerei, jet, caccia giganti e persino titanici dirigibili. Le cose si complicano ulteriormente quando si prendono in considerazione la gestione dei punteggi, che sfrutta combo a tempo da tenere attive uccidendo i nemici in serie, il numero smodato di proiettili che riempiono i cieli se si lasciano i nemici in pace troppo a lungo, e la lunga serie di obiettivi da completare correlati alle parti del vostro Rauser. Non pensiate nemmeno per un istante che Luftrausers sia un titolo facilotto, è un bullet hell duro e puro quando lo si affronta con costanza.
Per i più folli, poi, i Vlambeer hanno inserito anche una speciale modalità chiamata SMFT, che porta le cose a farsi davvero ridicole. L’unica debolezza del sistema è forse la sua randomicità: in un Danmaku nipponico i pattern sono fissi e il gameplay matematico, qui la casualità invece a volte può portare a morti praticamente inevitabili o a situazioni fin troppo ardue. Dubitiamo ad ogni modo che un purista del genere possa storcere il naso dinnanzi a meccaniche tanto semplici quanto geniali per queste piccolezze. 
Cieli scoloriti
Fondamentalmente, tolta la volontà di dominare le classifiche online e le missioni completabili durante ogni sortita, non c’è molto altro in Luftrausers. Eppure la longevità non dovrebbe essere un problema. Il gameplay è una vera droga, e vi paralizzerà di fronte allo schermo per ore, alla ricerca di combo sempre più lunghe e punteggi da maestro. Anche tecnicamente l’opera di Vlambeer ha un effetto simile sul giocatore. La grafica è pixellosa, elementare e priva di colori (a parte una serie di filtri sbloccabili a forza di avanzare), eppure trasuda stile da ogni poro, è ben più chiara di quanto sembra, e rende moltissimo. Il sonoro, pur vantando un solo tema, non è da meno, e si sposa alla grande con l’azione, aumentando il ritmo della musica con l’arrivo di nemici più problematici e cambiando in base alla forma del vostro aereo. 
C’è un piccolo difetto legato a rallentamenti voluti quando si viene colpiti, che alle volte bloccano l’azione al punto da sembrare cali di frame rate, ma è davvero poco di cui lamentarsi. 

– Gameplay tanto semplice quanto brillante

– Una vera droga

– Trasuda stile da ogni poro

– Prezzo basso

– Contenutisticamente limitato

8.5

Luftrausers è un piccolo capolavoro. I Vlambeer hanno affrontato una sfida che solo una manciata di sviluppatori sono probabilmente in grado di portare a termine al giorno d’oggi: hanno preso una formula incredibilmente semplice e solida, e l’hanno evoluta con una serie di meccaniche basilari e splendidamente introdotte nel sistema. Per un risultato del genere ci vogliono testa, coraggio, e una comprensione assoluta di ciò che rende i grandi classici indimenticabili. La loro ultima opera non è nulla più di uno shooter vecchio stile di gran classe, ma la sua genialità, d’ora in poi, ci porterà a tenere d’occhio ogni progetto di questa squadra di ragazzi molto da vicino.

Voto Recensione di Luftrausers - Recensione


8.5