Recensione

Lost Planet: Extreme Condition

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

Dopo l’ottimo Dead Rising uscito lo scorso settembre, Capcom torna alla ribalta su Xbox 360 con Lost Planet: Extreme Condition, il nuovo action game/sparatutto della società di Osaka. Annunciato nel dicembre del 2005, poco dopo l’uscita della console Microsoft in tutto il mondo, il titolo ha calamitato su di sé l’attenzione in seguito alla pubblicazione della demo giocabile single player sul marketplace di Xbox Live durante l’E3 2006, a seguire una versione multiplayer alla fine dello scorso anno. I talentuosi sviluppatori nipponici saranno riusciti a confezionare un prodotto all’altezza delle aspettative?

Tra i ghiacci di un pianeta lontanoLost Planet è ambientato in un futuro lontano, dove la razza umana ha lasciato la Terra per la colonizzazione di nuovi pianeti. Stabilitasi su un pianeta sempre avvolto dal ghiaccio, chiamato E.D.N. III, tutto sembrava andare per il meglio, nonostante le condizioni climatiche non certo favorevoli, ma qualcosa va storto. Infatti lo stesso si scopre essere abitato da creature dalle sembianze simili agli insetti terresti, che vengono ribattezzati Akrid. Nella lotta contro questi esseri, gli umani scoprono che all’interno del loro corpo scorre un’importante forma di energia termica e, come al solito, decidono di impossessarsene, vista anche la conformazione del corpo celeste. Per combattere efficacemente contro questi bestioni era necessario sviluppare della armi adatte, a questo scopo, perciò, vengono creati dei mech chiamati Vital Suits (d’ora in poi abbreviati con VS). Tuttavia questo scenario viene ulteriormente complicato dalla presenza di una fazione di “fuorilegge”, ribattezzati come “pirati della neve”, i quali causano danni alla NEVTEC, un’organizzazione che intende terraformare il pianeta per renderlo una specie di paradiso, eliminando finalmente tutti i malefici Akrid, ma questo ad un costo che scoprirete presto essere troppo alto.Nel gioco interpreterete Wayne Gale, un pirata delle nevi modellato sull’aspetto dell’attore coreano Lee Byung-Hun, il quale si ritrova salvato da altri tre pirati, Yuri, Rick e Luka, in seguito ad una missione conclusasi con la morte del padre dovuta allo scontro con il mastodontico “Occhio Verde”. Al nostro eroe quindi non rimane altro che raccogliere le forze e riprendersi, in attesa di compiere la sua vendetta.

Sopravvivere in un ambiente inospitaleIl titolo si presenza come uno sparatutto in terza persona e, di conseguenza, i controlli sono abbastanza classici. All’accoppiata del doppio stick analogico, quello sinistro per muoversi mentre quello destro adibito alla mira, troviamo il salto, il pulsante azione per interagire con l’ambiente o dare un colpo corpo a corpo, quello per cambiare arma, per lanciare il rampino (utile per riuscire ad arrampicarsi sulle pareti rocciose o su per i piani di un edificio), per sparare e lanciare granate. Particolare la scelta di non tenere fisso al centro il mirino, il quale è possibile direzionarlo a piacimento entro un certo range tenendo fissa la telecamera. Peccato che un tale tipo di scelta porti ad una certa lentezza nel prendere la mira, ma fortunatamente è possibile selezionare l’opzione per tenerlo fisso trasformando così il gioco in uno sparatutto a tutti gli effetti.Un punto fondamentale per riuscire a sopravvivere all’eterno gelo di EDN III è dato dall’energia termica. Infatti il nostro eroe possiede un armonizzatore integrato nel suo braccio destro, una specie di sintetizzatore di energia vitale che riesce a ricavare dal fluido rosso caldo che si trova all’interno dei nemci. Infatti ritroviamo nella parte alta a sinistra dello schermo due indicatori separati, uno della vita e l’altro dell’energia termica. Questa è possibile raccoglierla dopo aver sconfitto dei nemici, che rilasceranno a terra delle pozze di liquido arancione che potremo assorbire aumentando la nostra riserva di energia. Dovremo stare attenti, tuttavia, perchè essa diminuirà con il passare del tempo e quindi per sopravvivere sarà necessario continuare ad uccidere nemici per ricaricarci, in quanto, in caso di esaurimento dell’energia termica, anche la barra della vita comincerà a scendere, decretando la classica schermata di Game Over.Il gioco si svolge lungo undici missioni, ognuna suddivisa in checkpoint, anche se sarà possibile salvare solo al loro termine. In ciascuna dovremo raggiungere un determinato punto sulla mappa, non importa quindi eliminare tutti i nemici che si troveranno davanti a noi, l’importante è raggiungere la fine, anche non uccidendo nessuno e proseguendo sempre lungo il percorso prefissato. In nostro aiuto, sono disseminate delle stazioni dati, le quali, una volta attivate, innalzeranno il livello massimo di energia termica che potremo immagazzinare e, nel contempo, ci sveleranno, dal pannello opzioni, una parte della mappa di gioco, visualizzando inoltre un raggio di luce che indica, in linea d’aria, la direzione da seguire. Alla fine di ogni livello dovremo affrontare il classico boss, generalmente un Akrid di generose dimensioni o qualche VS avversario. In questi frangenti troveremo anche dei VS disponibili per il combattimento, dato che, a piedi, sarebbe davvero difficile controbattere alla potenza dei nemici. I VS presenti nel gioco sono di diversi tipi e possiedono diverse peculiarità, dai classici mech che ricordano i robot degli anime, a quelli “trasformabili”, che possono, all’occorrenza, diventare delle trivelle o delle moto da neve. Ognuno di essi potrà essere dotato al massimo di due armi (così come quando il nostro Wayne si troverà a piedi), una per ogni braccio, che sarà possibile interscambiare con quelle che troveremo nei dintorni.Il titolo, purtroppo, presenta una longevità molto ridotta, tanto che un gamer abbastanza bravo può completare il gioco in non più di 5-6 ore, davvero un peccato visto che, inoltre, la storia è molto approssimativa e piena di buchi nella sceneggiatura. Le cutscene che mostrano l’evolversi della trama, infatti, sono concentrare all’inizio e alla fine di ogni missione ma lasciano notevolmente l’amaro in bocca visto che riescono solo a dare un pretesto per continuare l’avventura e tutti i retroscena vengono svelati piuttosto in fretta verso la fine del gioco, lasciando molti interrogativi. Con un’ambientazione così particolare si sarebbe potuto (e dovuto) fare di più, specialmente se si sta parlando di una software house come Capcom che ha saputo sfornare dei capolavori in passato da questo punto di vista. Altro punto a sfavore è il bilanciamento non ottimale della difficoltà tra le diverse opzioni di gioco. Se a “normale” procederete senza troppi problemi fino al termine della vostra avventura, a “difficile” le cose si fanno decisamente “difficili”, anche troppo, con la vostra energia termica che diminuirà a vista d’occhio e i nemici che saranno decisamente molto più aggressivi; per non parlare della modalità “impossibile”, il cui nome è già tutto un programma.

Multiplayer e dintorniLost Planet propone battaglie multplayer esclusivamente online fino ad un massimo di sedici giocatori. Tra le modalità ritroviamo Eliminazione Avversari,il classico Deathmatch; Eliminazione team, equivalente al team deathmatch; Conquista Stazione Dati, dove il vostro obiettivo sarà quello di impadronirsi del maggior numero di stazioni dati; ed infine Fuggitivo, che come dice il nome stesso, vedrà un unico individuo contro tutti gli altri che dovranno inseguirlo. Le mappe a nostra disposizione saranno otto, solitamente molto grandi e ben strutturate, con la possibilità di definire alcuni parametri ad inizio partita, come l’equipaggiamento iniziale e la disposizione di stazioni dati, armi, VS e punti di respawn tra quelli memorizzati. Ricordiamo che coloro che acquisteranno la versione da collezione del gioco, troveranno all’interno della confezione un coupon con un codice da riscattare per il download di una mappa esclusiva, che sarà successivamente resa disponibile a tutti gli abbonati Xbox Live solo a partire dal prossimo giugno. Solitamente le partite scorrono abbastanza tranquillamente, senza spaventosi fenomeni di lag con gli italiani ed europei in generale, mentre con americani e giapponesi la situazione è peggiore data la loro maggiore lontananza. Utile la possibilità di visualizzare, attraverso un’apposita barra, l’avanzamento del nostro grado, conquistando punti ad ogni uccisione e perdendone, invece, dopo ogni morte. Molto discutibile invece la presenza di tempi morti quando si viene colpiti, indubbiamente una scelta che mina leggermente la giocabilità durante le sparatorie incrociate.

Aspetto TecnicoIl titolo si avvale dell’ottimo motore grafico già utilizzato da Capcom in precedenza per Dead Rising e che verrà impiegato in futuro anche per Devil May Cry 4 per PlayStation 3. Pur non raggiungendo la magnificenza grafica di un Gears Of War, Lost Planet riesce a proporre una delle migliori grafiche mai viste sulla nuova console Microsoft. L’ottima qualità delle texture che coprono personaggi, Akrid e paesaggi, è coadiuvata da un numero di poligoni davvero generoso, avvisabile soprattutto dal numero davvero elevato di modelli su schermo e dall’estensione del paesaggio. Tuttavia il punto di forza del titolo è la riproduzione fedele dell’effetto fumo, dotato di un volume a volte palpabile, e dei vari effetti particellari dovuti alle esplosioni e alle bufere di neve, senza contare i colpi dei nemici. Ogni tanto si può assistere a qualche rallentamento nelle fasi più concitate, ma per la maggior parte del tempo il gioco viaggia alla velocità di 30 fps costanti.Buon lavoro anche per ciò che concerne il comparto sonoro, con musiche orchestrali composte da Jamie Christopherson che riescono a dare un sottofondo più che adeguato alle immagini visualizzate, il tutto condito da ottimi effetti sonori, apprezzabili intorno a voi grazie al classico Dolby Digital 5.1. Il doppiaggio, completamente in inglese e sottotitolato in italiano, è di discreta qualità.

– Ottimo comparto audiovisivo

– Azione intensa e spettacolare

– Varie modalità multiplayer online fino a 16 giocatori

– La campagna single player è molto corta

– Trama non ben sviluppata

– Bilanciamento non perfetto tra i vari livelli di difficoltà

8.0

Pur non risultando il capolavoro che in molti attendevano con ansia, Lost Planet: Extreme Condition si è rivelato un ottimo prodotto, confezionato con maestria da Capcom e che, ad oggi, ha già superato, meritatamente, il milione di copie vendute in tutto il mondo. Grazie all’ottimo aspetto audiovisivo e all’azione di gioco appassionante, il titolo è certamente consigliato a tutti gli appassionati di shooter e action game, ma anche, più in generale, a tutti i possessori di Xbox 360. Peccato per la scarsa durata della campagna single player e la trama un po’ approssimativa, ma la modalità multiplayer su Xbox Live potrà tenervi attaccati per molte ore allo schermo.

Voto Recensione di Lost Planet: Extreme Condition - Recensione


8