Recensione

La recensione di Batman: The Enemy Within, ep.2

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Attenzione: questa recensione non contiene spoiler (nemmeno dalla Stagione 1).
Ormai conosciamo abbastanza bene l’incedere delle opere narrative firmate da Telltale e sappiamo che, di solito, dopo un episodio d’esordio che cerca di mettere insieme meccaniche e atmosfere che diventeranno le fondamenta dell’esperienza ludica, arriva un secondo capitolo generalmente calmo. Anche Batman: The Enemy Within
 non fa eccezione, anche se era lecito aspettarsi qualcosa di più. Scopriamo perché.

La leggiadria delle scelte

Dopo un episodio d’esordio interessante, come accennavamo, la nuova avventura di Bruce Wayne rallenta in modo vertiginoso, nel comparto narrativo, in occasione di The Pact. Questo Episodio 2 si svolge dall’inizio alla fine con il freno a mano tirato ed è stato sfruttato dagli autori per far comporre via via il cast dei personaggi e dei super-cattivi con i quali Batman dovrà vedersela per riportare un po’ di speranza nelle case di Gotham.

Il cliffhanger che aveva caratterizzato la chiusura dell’Episodio 1 viene insomma lasciato in sospeso per i futuri appuntamenti. Allo stesso modo, The Pact non è in grado di replicare il pathos che era stato garantito da The Enigma, che aveva messo tantissima carne al fuoco per rapire il giocatore. Il risultato è quello di un episodio d’intermezzo che prova a portarci un po’ dentro il contesto del mondo di Bruce/Batman, senza sequenze davvero memorabili e senza riuscire, fino al nuovo cliffhanger finale, a farci rimanere realmente con il fiato sospeso.
Ci saranno, in alcune sequenze, delle scelte che metteranno in discussione la vostra moralità, ma la speranza è che siano pesate, in futuro, in modo superiore rispetto a quelle compiute nell’episodio 1: le possibili conseguenze date dalle nostre decisioni nel primo capitolo, infatti, per ora passano abbastanza in sordina—ed è abbastanza chiaro che, in un gioco che fa della sua ragion d’essere il modificarsi degli eventi in base alle decisioni del giocatore, non è che la cosa faccia piacere. Un caso è risultato particolarmente eclatante ed è evidente che si tratti di un bug, che però ci ha fatto sentire abbastanza frustrati: nel corso dell’Episodio 1, ci si ritrovava ad avere in mano vita o morte di alcuni personaggi, in base alla propria scelta. Ebbene, arrivare nell’Episodio 2 e notare che il personaggio che avevamo visto morire è vivo, mentre chi avevamo salvato è misteriosamente ferito (e come sarebbe successo, tra l’altro?) ha vaporizzato la nostra decisione. Speriamo che la cosa venga risolta con un futuro fix retroattivo che metta le cose a posto. Specifichiamo che stiamo recensendo il gioco su PC ed al momento non ci è dato sapere se qualcuno sia incappato in questo problema anche sulle altre piattaforme.
Altra particolarità che abbiamo notato è che la scrittura dell’Episodio 2, a firma di Luke McMullen, sembra non sia riuscita pienamente a creare conflitti interni nel giocatore: abbiamo compiuto le nostre scelte con convinzione dialogo dopo dialogo ed alla fine degli eventi, quando vengono mostrate le proprie statistiche a fronte di quelle della comunità di gioco, abbiamo notato per la prima volta che ben il 99,7% degli utenti avevano fatto, in una specifica sequenza, esattamente come noi. Si tratta di una percentuale davvero altissima, che mette ulteriormente in evidenza il fatto che The Pact, pur rimanendo un onestissimo episodio-ponte, non sia stato in grado di creare reali dilemmi interiori nel cuore del giocatore. Un problema che si ripercuote sulle emozioni che l’episodio vi lascerà, che saranno poche.

Calma piatta anche controller alla mano

Mentre in The Enigma avevamo notato la voglia di Telltale di mettere in campo un assaggio di tutte le meccaniche che caratterizzeranno The Enemy Within, questa volta si è andati in direzione completamente opposta: all’interno di The Pact perfino i QTE sono ridotti all’osso, a fronte di una preponderanza dei dialoghi assoluta. Effettivamente, conoscere amici e nemici comporta numerosi scambi di battute, ma il risultato è una parte centrale-finale che è risultata estremamente piatta e troppo blanda nei tempi. Avremmo preferito, quindi, una gestione diversa dei ritmi della narrazione, che vanno a ripercuotersi anche sulle meccaniche di gameplay.

Non è tutto, perché The Pact fa anche candidamente a meno delle fasi di indagine—peculiari di questa serie—e pone molto meno l’accento sul sistema di relazioni che era stato messo in grande evidenza nell’Episodio 1. Questo, nonostante siate destinate a passare buona parte delle circa due ore di durata a tessere relazioni con i membri del cast del gioco, per ottenere la loro fiducia. Si tratterà, almeno per ora, di una “amicizia” che influenzerà solo la scena finale dell’episodio, una delle poche con i QTE. Attendiamo di scoprire se ci saranno invece ripercussioni (e di che portata) anche su sequenze future.

– Un cast decisamente interessante

– Personaggi raccontati con intelligenza e a piccoli passi

– Ritmi blandissimi

– Ad ora, le scelte dell’ep.1 sono inutili

– Estremamente uguale a sé stesso nelle meccaniche

6.5

In definitiva, The Pact ci introduce più approfonditamente al cast di buoni e cattivi che animeranno le vicende da qui alla fine. Solo in un caso specifico possiamo parlare di confini tra le due fazioni ancora sfocati, mentre per tutti gli altri protagonisti la posizione sembra già molto netta. Va dato atto a Telltale di riuscire sempre a dare una sua lettura e reinterpretazione di alcuni personaggi iconici dell’universo DC. La speranza è che, dopo questo episodio che sa farsi seguire ma che risulta decisamente calmo, il roster appena messo insieme possa dare al giocatore grandi soddisfazioni.

La penna, come sempre, è tutta in mano a Telltale e al suo team di narratori.

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6.5