Recensione

Kohan II: Kings of War

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a cura di pWi

Il ritorno di Kohan Gli strategici in tempo reale non sono soltanto i giochi mediamente migliori su PC, ma anche quelli più diffusi. Un appassionato del genere può trovare, insomma, un nuovo gioco di questo genere quasi ogni mese e, il più delle volte, trovare un gioco assolutamente valido. Negli ultimi anni titoli come Warcraft III, Age of Mythology, Command & Conquer: Generals hanno riscritto il genere, ma siamo vicini ad una nuova rivoluzione, alla nuova generazione degli strategici in tempo reale. A dire il vero la parola “vicini” non è proprio esatta, probabilmente siamo già dentro la rivoluzione in questione. E’ ovvio che tutto questo va associato a Rome: Total War, ma questa è un’altra storia. Kohan II: Kings of War, invece, appartiene di prepotenza alla precedente generazione, se volete ai cloni di Warcraft III. Non per questo è un gioco da scartare, vista l’assoluta qualità proprio dei giochi che abbiamo definito della “precedente generazione”. La saga di Kohan comprende già altri due episodi, Immortal Sovereigns e Battles of Ahriman. Si tratta di due RTS in grado di inserire particolari innovativi nella solita struttura di gioco e, più in generale, di ottenere un discreto successo. Il fatto che la serie conti già tre episodi non è assolutamente da trascurare: è il classico segnale che la serie funziona, e quindi vende. E’ con questi presupposti che ci concentriamo sull’analisi di Kohan II: Kings of War.

I re della guerra Gli avvenimenti narrati nel secondo episodio della serie seguono da vicino quelli del precedente gioco. Naava Daishan sta inseguendo gli ultimi sopravvissuti tra i Ceyah, cercando di decimare definitivamente questa bellicosa razza. Ma, guidati da Sebak, questi riescono a riorganizzarsi fondando un nuovo avamposto in quel di Khaldun. E’ per questo che serve una nuova alleanza tra le diverse fazioni che, guidate da Naava e da Jonas Teramun, hanno il compito di sconfiggere i Ceyah. Teramun è un Kohan recentemente risvegliato e in cerca della propria memoria. A parte quelli citati moltissimi altri eroi saranno protagonisti delle avventure di Kohan II e capiterà di doverli sia affrontare come nemici che guidarli come amici. L’ambientazione, come avrete percepito, è in classico stile fantasy medievaleggiante. La presenza degli eroi è in questo senso emblematica. Con questo non ci riferiamo solamente all’ambientazione di gioco ma anche, come vedremo meglio più avanti, alle meccaniche che stanno alla base del sistema strategico di Kohan II. In totale vi sono 25 missioni differenti nell’unica campagna presente. Le missioni hanno una difficoltà crescente. All’inizio sono veramente molto semplici, bisognerà arrivare a circa metà gioco per avere un sufficiente livello di sfida per il giocatore di strategici più esperto. I programmatori parlano di un totale di almeno 15 ore di gioco, ma questo numero può facilmente salire se si decide di perseguire anche gli obiettivi secondari che ogni missione propone. Sono inoltre presenti ben sei razze differenti, ognuna delle quali dovremo guidare nel corso della campagna. Questo già ci svela una delle armi vincenti di questa produzione Global Star, vale a dire quella legata al numero elevatissimo di unità. Ma di questo ne parleremo meglio tra un po’. Adesso diciamo che ci imbatteremo negli Haroun, nei Drauga, negli Umani, nei Gauri e nei Non Morti.

Il bello di uno strategico Detto questo analizziamo nel dettaglio la struttura di gioco di Kohan II: Kings of War. Diciamo subito che, come spesso accade negli RTS, si fondono una componente da gestionale ad una da wargame vero e proprio. La componente da gestionale non è da sottovalutarsi, anzi occupa un ruolo abbastanza centrale anche in merito all’organizzazione del nostro esercito. In Kohan II sono presenti cinque diversi tipi di risorse: oro, pietra, legno, ferro e mana. La fase gestionale viene eseguita in maniera abbastanza automatizzata, ma questo non vuol dire che non dovremo prestarvi grossa attenzione. Per ogni fazione avremo innanzitutto due tipi di unità molto importanti: i pionieri (hanno comunque nomi diversi in base alla fazione con la quale stiamo giocando) e gli ingegneri (stesso discorso sul nome di prima). I pionieri sono in grado di creare nuovi avamposti, gli ingegneri di costruire degli edifici. Per capire bene il loro ruolo dobbiamo chiarire alcuni concetti di base. Il fulcro del nostro insediamento è l’avamposto. In ogni missione ne possederemo uno all’inizio (potrà capitare che lo dovremo conquistare, ma per poter cominciare a creare le nostre unità dovremo averne uno): questo contiene gli edifici di base dell’insediamento e, soprattutto, crea una zona di “tolleranza” entro la quale le nostre truppe potranno riconquistare vigore. Questo aspetto è molto importante in Kohan II, infatti collocando un battaglione presso la zona di “tolleranza” questo ritornerà come nuovo, non solo riprendendo le energie perse in battaglia ma vedendo resuscitati i membri che sono stati uccisi. Insomma, basterà ricondurre un solo membro del battaglione nella zona di “tolleranza” per rivederlo in tutto il suo splendore iniziale in pochi attimi. Capite bene che, quindi, gli avamposti sono assolutamente fondamentali per gli equilibri di gioco. Nella maggior parte delle missioni non avremo altra scelta se non quella di conquistare quelli nemici e costruirvi sopra i nostri. Questa operazione è possibile compierla con l’ausilio dei pionieri. Per ogni avamposto avremo una nuova zona di “tolleranza”, possibilmente più vicina al fulcro della battaglia. Gli avamposti, inoltre, possono essere migliorati. Questo può avvenire in seguito all’adempimento di due pre-requisiti. Innanzitutto dovremo avere il numero di risorse sufficienti per aggiornare l’avamposto, in secondo luogo dovremo riempire tutti gli slot vuoti, ad ogni slot corrisponde un edificio. Infatti, ad ogni livello dell’avamposto corrisponde un determinato numero di slot: più saliamo con il livello più slot dovremo riempire. Una volta aggiornato l’avamposto potremo sia costruire un numero più elevato di edifici sia costruire più unità. Infatti, a seconda della grandezza dell’avamposto e alla più o meno consistente presenza di capanne entro le sue mura, cambierà il numero massimo di unità realizzabili. In Kohan II c’è un certo riguardo per la conformazione dei vari battaglioni, ma un numero consistente di unità è comunque necessario. Questo comporta che nella maggior parte delle missioni dovremo spendere un buon quantitativo di tempo per la creazione, il sostenimento e l’aggiornamento degli avamposti proprio per avere la possibilità di costruire un più alto numero di unità. Tornando al discorso relativo agli edifici, diciamo che essi hanno un duplice scopo. Se da una parte sono fondamentali per creare unità particolari o per migliorare le varie armi, dall’altra lo sono perché forniscono un certo quantitativo di risorse ad ogni lasso di tempo. Se, per esempio, costruiamo una cava di pietra questa, oltre ad un bonus iniziale, ci fornirà un certo quantitativo di risorsa pietra ogni tot secondi. Le risorse, d’altra parte, sono fondamentali per la costruzione di edifici e di unità. Inoltre, una volta costruito l’edificio non dovremo far nient’altro, neanche assegnare un particolare tipo di unità che faccia da spola dall’edificio stesso al centro del nostro insediamento come accade nella stragrande maggioranza degli strategici. Tutto è assolutamente automatizzato da questo punto di vista. Oltre agli edifici, potremo sfruttare altri elementi disseminati sulla mappa per il sostentamento delle risorse. Qui entrano in gioco gli ingegneri. Ogni tanto, infatti, vedremo particolari strutture, le quali ci vengono indicate anche con particolare enfasi dal gioco stesso. Enfasi perché queste strutture sono molto importanti, controllarle è determinante per poter procedere nelle varie missioni. Vi sono differenti tipi di struttura: un tipo per ognuna delle cinque risorse che abbiamo menzionato in precedenza. Costruendo un edificio di raccolta su queste strutture, e proprio a questo servono gli ingegneri, porterà ad un aumento di quel tipo di risorsa e con il passare del tempo a rifornimenti continui. E’ quindi assolutamente fondamentale conquistarle e difenderle, in caso contrario sarà praticamente impossibile aggiornare il nostro insediamento e creare nuove unità.Detto così il meccanismo gestionale sembra eccessivamente complicato, ma vi possiamo assicurare che dopo un po’ di pratica esso diventa abbastanza familiare rientrando, per molti versi, nel solito canovaccio degli strategici in tempo reale. Più attenzione merita forse il discorso riguardante le battaglie vere e proprie, come al solito vero e proprio fulcro del gioco. In Kohan II le unità sono disposte in battaglioni. Come ci stanno abituando gli ultimi RTS non potremo gestire le singole unità, ma solamente tutto il battaglione. La creazione dei battaglioni avviene negli insediamenti e non c’è bisogno di un edificio a sé stante come succede in tanti altri RTS. Come al solito potremo organizzare i vari battaglioni in gruppi e assegnare ad ogni battaglione un eroe. Questa operazione darà nuova linfa al battaglione facendone crescere le caratteristiche di base, ma soprattutto sarà fondamentale considerando il discorso delle zone di “tolleranza” che facevamo prima. Se una sola unità del battaglione ritorna in una zona di “tolleranza” l’intero battaglione sarà rigenerato, anche se questo comporterà la spesa di un comunque minimo quantitativo di risorse per la manutenzione. E’ ovvio che l’unità più resistente è quella dell’eroe ed è quindi ovvio che i battaglioni con allegato un eroe saranno quelli più longevi. Un battaglione è di solito composto da cinque unità, tra le quali anche un capitano. Se nel battaglione vi è un eroe questi diventerà il capitano. Se ad esempio creiamo degli spadaccini, avremo cinque unità di questo tipo più un capitano o un eroe. Tuttavia, vi possono essere tipi di battaglioni più complessi. Infatti, una delle feature che abbiamo apprezzato di più in assoluto è quella relativa alla personalizzazione dei battaglioni. Tramite l’apposito menu, infatti, potremo creare i battaglioni che riteniamo più proficui per il tipo di battaglia che stiamo affrontando. Nel menu di personalizzazione potremo scegliere il capitano, la linea principale, le linee arretrate e le linee laterali. Potremo quindi mettere della fanteria leggera in avanti, degli arcieri dietro, dei guaritori o maghi nelle linee laterali. Considerando il numero elevatissimo di unità dovuto alla presenza di tante fazioni diverse e considerato il fatto che è anche possibile assoldare dei mercenari collocati sulla mappa e che, ancora, è possibile rendere disponibili nuove unità grazie all’edificazione di particolari edifici, vi renderete conto che la personalizzazione dei battaglioni è una feature veramente sfiziosa e, per alcuni versi, originale. Quando parlo di mercenari voglio dire che ogni tanto ci capiterà di imbatterci in particolari edifici. Una volta attaccati e conquistati riceveremo in bonus un nuovo tipo di unità che potremo appunto inserire nei battaglioni personalizzati. Quindi, dentro ogni battaglione ci potranno essere sia unità per l’attacco ravvicinato, sia unità per l’attacco dalla distanza: insomma due tipi di unità molto diversi che solitamente, nei classici RTS, vengono usati in maniera molto differente. Ma Kohan II non è proprio un classico RTS: per capire questa espressione dobbiamo analizzare le meccaniche di gioco che stanno dietro allo svolgersi di una battaglia. Sostanzialmente, noi potremo solamente selezionare un battaglione e ordinargli di attaccare un altro battaglione. Se nel nostro ci sono unità per l’attacco ravvicinato queste combatteranno con le loro controparti, se ci sono degli arcieri questi combatteranno, a loro volta, con le loro controparti. Insomma, scordatevi di poter decidere di scremare gli avversari prima con gli arcieri e poi dare la carica definitiva con la fanteria leggera o strategie analoga a questa: tutto ciò è assolutamente impossibile in Kohan II. La sensazione è che queste meccaniche siano eccessivamente automatizzate, togliendo, per l’appunto, la possibilità di organizzare strategie veramente personalizzate. Considerando questo fattore, diventa di fondamentale importanza la composizione dei vari battaglioni e qui ritorniamo alla grossa opportunità che ci viene data con la possibilità di personalizzarli. Il fatto di non poter decidere precisamente il bersaglio dei nostri attacchi rende il gioco un po’ monotono anche nelle battaglie, le quali ovviamente dovrebbero essere l’elemento più divertente della partita. A questo si aggiunge anche una certa lentezza generale di gioco. In realtà è possibile decidere la velocità ad inizio partita, ma una volta impostatala è impossibile modificarla. Se mettiamo un valore troppo alto in termini di velocità la partita diventa particolarmente ingiocabile, se mettiamo un valore troppo basso i tempi morti aumenteranno considerevolmente. Purtroppo, il gioco non permette di impostare questo parametro dinamicamente durante il gioco, opzione che avrebbe completamente annullato ogni perplessità sul punto di vista della velocità di gioco. Durante i combattimenti, inoltre, le nostre unità acquisiranno via via maggiore esperienza. Questo rende i battaglioni più esperti sempre più preziosi sul campo di battaglia. Tutto questo accade anche per gli eroi ma, attenzione, perché essi potranno morire. Sarà comunque possibile farli resuscitare, ma così facendo perderanno diversi punti della loro esperienza. A parte questo, come abbiamo accennato prima, di unità differenti in Kohan II ne avremo tantissime. La miscelazione di diverse fazioni, le quali possono anche combinarsi nel corso di una stessa missione, rende Kohan II da questo punto di vista molto vario. Vedremo spadaccini, berserk, juggernaut, zombi, anvil, compagnie di dragoni e molto altro ancora. Detto così il tutto sembra molto criptico. In realtà sul campo di battaglia potremo vedere bestie, robot, mostri, creature non morte, lancieri e ogni tipo di diavoleria possibile. A queste unità dobbiamo aggiungere le macchine quali le catapulte o le balestre, fondamentali per l’attacco dalla distanza. Come abbiamo detto, infatti, è molto importante la cattura degli avamposti. Per far questo l’uso delle catapulte è praticamente obbligatorio per distruggere le mura di difesa nemiche. Come in ogni strategico che si rispetti non manca la modalità skirmish, affrontabile sia in single player che in multiplayer. In questa non vengono ovviamente stravolte le meccaniche di gioco che abbiamo sin qui descritto. Rimane fondamentale la raccolta delle risorse e l’aggiornamento del nostro avamposto. E’ possibile giocare in modalità sia competitiva che cooperativa. Si può giocare fino in otto contemporaneamente con queste suddivisioni: 2 vs 2, 3 vs 3, 4 vs 4, 2 vs 2 vs 2, 2 vs 2 vs 2 vs 2. Inoltre, è possibile giocare anche liberamente, tutti contro tutti. In multiplayer il gioco rimane su buoni livelli qualitativi, anche se i problemi legati alle zone di “tolleranza” e agli attacchi eccessivamente automatizzati rimangono.

Tecnicamente al passo con i tempi? La risposta è “sostanzialmente no”. E’ opportuno inserire quel sostanzialmente, perché in alcuni momenti Kohan II riesce comunque a meravigliare. Il motore grafico è in tre dimensioni e permette anche di roteare l’inquadratura della telecamera agendo sul tasto centrale del mouse. Tuttavia, la grafica soffre tantissimo di dettagli. Le strutture e le unità sono infatti composte da un numero molto basso di poligoni. Anche le texture sono molto scadenti, rendendo i vari sfondi veramente molto irrealistici. Diciamo che Kohan II ha una grafica che poteva essere il top quattro o cinque anni fa. Resta comunque qualcosa che meraviglia come dicevamo. Si tratta degli effetti grafici scaturiti da attacchi magici o da incantesimi. Questo rende le battaglie molto belle da vedere e, a tratti, anche spettacolari. Per il resto si è cercato di rendere il tutto più pulito che bello da vedere. Ad ogni modo, Kohan II non è assolutamente esoso in termini di requisiti hardware, per cui è possibile giocarlo anche se non si è dotati di hardware di ultima generazione. Anche il sonoro presenta più bassi che alti. Se da una parte le musiche che accompagnano il gioco sono molto orecchiabili e, comunque, in tema con l’ambientazione, gli effetti sono mal realizzati e molto ripetitivi. Più volte, infatti, durante una battaglia, ci capiterà di udire il medesimo suono, fino a quando diventa veramente preferibile disabilitare gli effetti audio. In Kohan II è presente anche un editor di gioco, tramite il quale è possibile realizzare le proprie mappe personalizzate. Concludiamo dicendo che Take Two Interactive distribuisce il gioco in Italia in una versione completamente parlata in inglese, ma con i sottotitoli nel nostro idioma.

HARDWARE

Requisiti minimi:
Pentium IV 1,5 Ghz o equivalente, 256 MB RAM, scheda video 3D da 64 MB DirectX compatibile, 700 MB di spazio libero su disco fisso.

Requisiti raccomandati: Pentium IV 2 Ghz o equivalente, 512 MB RAM, scheda video 3D da 64 MB DirectX compatibile, 700 MB di spazio libero su disco fisso.

MULTIPLAYER

Kohan II: Kings of War offre una modalità multiplayer da affrontare cooperativamente o competitivamente. Si può giocare fino in otto contemporaneamente grazie al servizio GameSpy Arcade completamente integrato nell’interfaccia del gioco.

– Strategico molto solido

– Tantissime unità differenti

– Possibilità di personalizzare i propri battaglioni

– Meccaniche di gioco per certi versi controverse

– Sensazione del “già visto”

7.5

Kohan II: Kings of War è uno strategico molto solido, con meccaniche di gioco molto precise e rigorose che sicuramente renderanno felici gli appassionati che hanno giocato i precedenti episodi della serie. Detto questo però dovremo sottolineare un paio di aspetti che ci hanno convinto poco. La possibilità di poter ripristinare il perfetto stato di salute delle unità ci sembra, infatti, perlomeno anacronistica quando gli strategici si concentrano ormai sempre più sul valore di ogni singola unità, ponendo al giocatore soprattutto problemi relativi alla preservazione delle unità a disposizione. In secondo luogo non abbiamo gradito l’eccessiva automatizzazione nella fase di attacco. Insomma, non poter decidere chi attaccare taglia fuori dalla rosa delle possibili strategie molte delle più importanti. Per il resto abbiamo gradito le comunque poche novità che Kohan II apporta al genere a cui appartiene. Tra queste annoveriamo certamente la possibilità di personalizzare i propri battaglioni, elemento che ci fa capire che proprio la conformazione del nostro esercito è uno degli elementi da tenere maggiormente in considerazione nella fase di pianificazione degli attacchi. Insomma, Kohan II rimane comunque consigliatissimo agli appassionati di questa saga e a chi ama gli strategici in generale. Un monito fa però fatto a chi non gradisse quegli elementi controversi della struttura di gioco che abbiamo sottolineato e, sopratutto, a chi non ha fatto degli strategici l’asse portante della propria vita videoludica.

Voto Recensione di Kohan II: Kings of War - Recensione


7.5