Anteprima

Just Cause 3

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a cura di FraFont

In questa fredda giornata di febbraio, a scaldare un po’ l’atmosfera, è arrivata qualche intrigante notizia riguardante il nuovo e atteso titolo di Avalanche Studios: Just Cause 3. Sono cinque anni che questa serie manca dalle nostre console e, tra alti e bassi, gli sviluppatori si preparano a un ritorno in grande stile. La serie, nonostante sia solo al suo terzo episodio, ha una storia piuttosto articolata che ripercorreremo in breve.

Le originiNel lontano 2006 uscì il primo capitolo della serie, e il successo non fu immediato: Just Cause proponeva un ottimo comparto grafico (per il tempo) ma il gameplay aveva numerose lacune. L’impressione della maggior parte dei giocatori era quella di avere a che fare con un prodotto ambientato in un ottimo open world, sprecato dalla natura schematica e lineare delle missioni, con la frenesia tipica di un GTA ma nel complesso non abbastanza caratteristico da potersi distinguere nel panorama videoludico.
Nel 2010 gli sviluppatori cercarono di aggiustare il tiro e ci riuscirono in pieno: Just Cause 2 prese i punti deboli del suo predecessore e, sistemando alcuni elementi, li trasformò nel suo punto di forza. È proprio con questo secondo capitolo che la serie delineò bene la sua identità. Il gioco infatti si presentò come un open world ancora più vasto, dal ritmo incalzante e da una persistente frenesia nel gameplay, tra evoluzioni improbabili ed esplosioni degne di un film di Michael Bay. La trama non era il suo focus e, se preso per il verso giusto, gustandosi le acrobazie spericolate con il rampino e le assurdità dell’azione, Just Cause 2 poteva essere un titolo davvero apprezzabile. 
Così, dopo l’annuncio dello scorso novembre, ecco giungere le prime notizie concrete da un’anteprima giunta dai paesi nordici e pubblicata dal sito web Gamereactor, che ci hanno permesso di tirare le somme e rispondere alla seguente domanda: gli sviluppatori manterranno le idee del passato o spingeranno la serie verso una nuova direzione? 
Posizione solida e confermata
Il co-fondatore dello studio Christofer Sundberg ha commentato: “...abbiamo un gran numero di fan che continua a giocare al titolo, anche a cinque anni di distanza dall’ultimo pubblicato: Just Cause 2. Quindi significa molto per lo studio e non solo perché si tratta di un gioco che vende bene ed è divertente, e così via, ma è come se avesse dato un’impostazione al nostro stile, al nostro approccio allo sviluppo dei videogiochi e di come ci approcciamo al game design“.
Stando alle parole degli sviluppatori, la strada intrapresa viene confermata come quella corretta e si insiste ancora di più su alcuni elementi per esasperare e rendere spettacolare ogni piccolo momento del gameplay. Avevate mai sentito il bisogno di esagerare? Piombare sui nemici in maniera ancora più esplosiva rispetto alla planata con il paracadute? Beh, adesso potrete letteralmente solcare i cieli grazie all’utilizzo di una tuta alare.In un’intervista il game director Roland Lesterlin ha dichiarato: “Volevamo che il giocatore avesse la sensazione di potersi tirare su con il semplice tocco di un pulsante oppure premere un altro pulsante per aprire la tuta alare e sentirsi subito parte integrante dell’azione“. Per quanto riguarda il sistema di gioco, Lesterlin ha fatto luce sullo stile adottato e sul metodo che hanno seguito per realizzarlo: “Abbiamo voluto partire dall’inizio per ciò che riguarda il gameplay. Abbiamo voluto iniziare dai sistemi. Se li costruisci con la giusta complessità, ma con una semplicità in termini di comandi, allora il gioco offrirà al giocatore un divertimento di ogni tipo. E si tratta solo di imparare come funziona il sistema. La cosa veramente divertente è che ti trovi catapultato in questo mondo quasi subito e tutto risulta aperto davanti a voi. Voglio dire, Just Cause è fin dall’inizio un sandbox e quindi vogliamo aggiungere un sacco di tool e cose di questo tipo che servano al giocatore, che poi gli permettano di creare tutti i tipi di scenari selvaggi mai visti da nessun’altra parte“.
Just Cause 3 vuole quindi presentare una vasta gamma di possibilità d’azione, limitate solo dalla fantasia del giocatore e permesse da un motore grafico tenace e preparato, capace di offrire un comparto tecnico ancora una volta d’eccellenza. 
Una bella trama… di cose che esplodono!Gli sviluppatori non si sono espressi molto per quanto riguarda la trama del gioco che, evidentemente, non sarà nemmeno questa volta il nodo gordiano della frenetica esperienza. Rico Rodriguez si avventurerà nel mediterraneo, nell’isola fittizia di Medici. Sul luogo è presente una dittatura e sarà nostro il compito rovesciare la situazione. Avalanche Studios ha giocato molto sul contrasto visivo e simbolico tra un paradiso naturale e gli orrori della dittatura e della guerra che devastano e il paesaggio: gli edifici e lo scenario parleranno da sé, e lasceranno intuire che il luogo è in conflitto da tempo immemore. Questo contrasto farà da sfondo all’intero capitolo e sicuramente sarà molto interessante e particolare da esplorare. Un punto focale dello sviluppo del gioco invece è stato creare un connubio perfetto tra fluidità d’azione, dinamismo, spettacolo e livello di sfida. Un gioco estremamente veloce e con “tutte le possibilità a portata di mano” rischia infatti di avere una difficoltà molto ridotta o estremamente alta, il che rovinerebbe sostanzialmente il titolo. A quanto pare, Avalanche Studios è riuscita, almeno in questa fase pre-alpha, a trovare un ottimo equilibrio, creando un gameplay più difficile rispetto ai titoli precedenti ma molto più stimolante e divertente. Sicuramente la possibilità di utilizzare un lanciarazzi multi-razzo mentre siamo in volo con il paracadute ha aggiunto quella punta di brio in più che non guasta mai. Il gioco offrirà inoltre nuove schiere di nemici molto più varie rispetto agli anni passati, oltre alla possibilità di avere una grande varietà di armi a una o due mani, armi pesanti e veicoli di ogni genere. Anche l’interfaccia Chaos è stata riprogettata per permettere una migliore comprensione della situazione e delle azioni necessarie per liberare un’area.
Ma il multiplayer?Un po’ di tempo fa tutti si chiedevano quale sarebbe stato l’approccio degli sviluppatori rispetto al multiplayer di questo nuovo capitolo; visto l’enorme successo della mod multiplayer di Just Cause 2, questa era sicuramente un’opzione da valutare. Avalanche Studios ha fatto le sue considerazioni e, nonostante l’idea potesse essere allettante, ha deciso di escludere un multiplayer da questo terzo capitolo della serie. Tuttavia ci saranno modi asincroni di gareggiare con gli amici confrontando i punteggi online con sfide e gare di velocità con motoscafi, macchine e ovviamente con la tuta alare. Un contentino, insomma, che tuttavia potrebbe lasciare a bocca asciutta chi si aspettava una componente multigiocatore, in maniera non dissimile da quanto avvenuto con GTA Online.

– Gameplay ancora più vario

– Fluidità e difficoltà in equilibrio

– Scenario vasto e particolare

– Focus sull’azione dinamica

Just Cause 3 in questa prima fase presenta tutte le carte in regola per essere un titolo di spicco. Saprà confermare le buone premesse oppure ci deluderà non riuscendo a stare in equilibrio tra lo spettacolo e l’assurdo? Il gameplay sembra ben organizzato e strutturato, mediando bene tra le possibilità del giocatore, la difficoltà e il caos frenetico dell’azione. Il tutto è condito con alcune perle come l’utilizzo della tuta alare e la possibilità di utilizzare molte armi differenti, anche in maniere non convenzionali. Il comparto tecnico conferma con prepotenza il suo posto nell’eccellenza e, con uno scenario davvero particolare, ci incuriosisce sempre di più. Ora non ci resta che attendere che il titolo venga finalizzato per poi verificare se queste ottime caratteristiche saranno state sfruttate al meglio. Per il momento, dunque, manteniamo un certo entusiasmo nei confronti del ritorno di Rico Rodriguez.