Recensione

Joe Dever's Lone Wolf Console Edition

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a cura di erik369

Come tutti sappiamo gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte crescita del mercato dei videogiochi mobile. La diffusione degli smartphone ha permesso a chiunque di diventare un videogiocatore, grazie a titoli in grado di offrire esperienze brevi e spensierate. Tuttavia è tristemente noto quanto scarsa sia la qualità generale dei videogiochi mobile, soprattutto se relazionata al numero dei suoi esponenti. Anche in questo caso però esistono delle eccezioni, rappresentate da pochissimi titoli meritevoli in grado di offrire esperienze abbastanza godibili e sfaccettate da risultare paragonabili ai fratelli maggiori presenti su console e PC. Joe Dever’s Lone Wolf rientra indubbiamente in questa categoria. Il titolo sviluppato dal team italiano Forge Reply ha riscosso grande successo tra la critica e il pubblico, permettendoci di mettere le mani su un’avventura complessa ed articolata, arricchita da una struttura tipica dei celebri librogame. Lupo Solitario ha finalmente completato il suo percorso di espansione, raggiungendo anche le console domestiche. Questa versione sarà all’altezza delle precedenti?

Fantasie canonicheJoe Dever’s Lone Wolf ci porta ad impersonare Lupo Solitario, signore di una delle contee del Sommerlund e ultimo dei cavalieri Kai. Rockstarn, un villaggio reso fiorente dall’attività mineraria, sembra essere stato occupato da un gran numero di Giak, configurandosi come la prima avvisaglia di una possibile invasione su larga scala. Lupo Solitario parte immediatamente alla volta dell’insediamento, dando il via ad un viaggio irto di pericoli, perseguendo il disperato tentativo di sventare un piano diabolico la cui realizzazione potrebbe distruggere non solo il Sommerlund, ma persino l’intero Magnamud.I Forge Reply scelsero di suddividere il loro ambizioso titolo in quattro episodi differenti, qui presenti in un’unica raccolta. Ogni episodio è suddiviso in tre capitoli, mostrandoci come gli sviluppatori abbiano voluto costruire una struttura narrativa più simile ad un libro che ad un videogame. La storia proposta in Joe Dever’s Lone Wolf appartiene ad un filone del Fantasy estremamente classico, che nella sua canonicità risulta comunque godibile, soprattutto grazie alla grande cura con cui sono stati realizzati i testi presenti. L’arco narrativo si sviluppa nello stesso mondo utilizzato da Joe Dever per i suoi librogame, e in quanto tale si costruisce sulle basi di un background molto preciso, costellato da nomi ed eventi che hanno caratterizzato l’ambientazione di Lupo Solitario. Furbescamente gli sviluppatori hanno implementato all’interno del gioco un codex piuttosto ricco, riportante informazioni sugli eventi passati del mondo e sui suoi personaggi, permettendo a tutti i giocatori di avere una certa familiarità l’ambientazione proposta, e, di conseguenza, con le vicende che prendono luogo nel titolo.Joe Dever’s Lone Wolf è un videogioco molto particolare, in quanto mischia sapientemente elementi da librogame con meccaniche tipiche dei giochi di ruolo. Questa ibridazione ha permesso di realizzare una struttura di gioco atipica, ma non per questo meno riuscita, nonostante alcune limitazioni. Le sezioni presenti sono essenzialmente quattro: la lettura, la scelta, il combattimento e la gestione di risorse ed equipaggiamento. La prima sezione è una delle più preponderanti e segna inconfondibilmente la relazione del titolo con i librogame. I fatti vengono riportati sotto forma di un vero e proprio racconto, tramite l’uso di testi trascritti su una pagina di un libro. Leggere una grande mole di testi sullo schermo di un televisore è certamente meno comodo e naturale di quanto lo sia su un dispositivo mobile, tuttavia il risultato finale è comunque abbastanza godibile da non risultare compromettente. I testi (di cui è possibile cambiare anche il font tramite le opzioni di gioco) sono spesso accompagnati da artwork stilisticamente inspirati, in grado di alleggerirne la lettura.

Artefice del destinoLa seconda sezione rappresenta la principale variabile di gioco, garantendo la possibilità di approcciare determinati eventi in maniera differente e di affrontare alcune situazioni a discapito di altre. L’importanza della scelta risulta già evidente dai primi istanti di gioco, quando ci ritroveremo a creare il nostro personale Lupo Solitario. In questo determinato frangente potremo scegliere le attitudini del nostro personaggio, determinando le sue competenze ed abilità. Oltre alla caratteristica preferita e l’arma iniziale, la scelta delle discipline Kai rappresenta un vero e proprio spartitraffico per l’avventura che ci si accingerà ad affrontare. Queste sono particolari capacità sovrannaturali sviluppate dai cavalieri Kai. Tali discipline non solo offrono dei grandi benefici in battaglia, ma permettono di risolvere situazioni di pericolo in maniera estremamente efficace. Tuttavia la scelta di una disciplina determinerà l’impossibilità di utilizzare quella contrapposta. In questo modo avremo un Lupo Solitario in grado di stordire i nemici con attacchi psichici, ma impossibilitato ad utilizzare la telecinesi per spostare oggetti di notevoli dimensioni. Il fattore scelta si ripresenterà puntualmente per l’intera durata del gioco, permettendo al giocatore di plasmare la sua avventura con una certa libertà d’azione. Le conseguenze di determinate scelte possono essere sia negative che positive, influenzando tanto i combattimenti quanto l’esplorazione. L’importanza del fattore scelta è ulteriormente amplificata dal diretto impatto che essa ha con la crescita di Lupo Solitario. Eseguire azioni che prevedono l’utilizzo di un approccio diretto e di natura fisica comporterà un incremento della statistica forza. Allo stesso modo propendere per scelte che contemplino l’utilizzo dell’ingegno e delle discipline Kai aumenterà gradualmente il nostro punteggio di intelligenza. Ci troviamo a conti fatti con un sistema di crescita interamente in mano al giocatore, il quale, attraverso le proprie scelte, può plasmare a proprio piacimento il suo personale Lupo Solitario.Passiamo al combattimento, il quale è senza ombra di dubbio la sezione più giocosa ed impegnativa di Joe Dever’s Lone Wolf. Ci troviamo davanti ad un battle system in tempo reale, interamente realizzato tramite l’uso dei QTE. Nonostante questo il risultato complessivo è molto più riuscito di quanto inizialmente si possa pensare. Le azioni di Lupo Solitario sono scandite da una barra che ricorda l’ATB dei Final Fantasy. Questa va incrementandosi gradualmente fino al suo completamento, il quale coinciderà con l’inizio del turno del nostro personaggio. Durante il nostro turno potremo effettuare un numero variabile di azioni, dipendente dai vari cooldown delle mosse e dagli attributi del personaggio. Esistono diverse tipologie di azioni, ed ognuna di esse è selezionabile tramite un determinato tasto, il quale interromperà temporaneamente il combattimento ed aprirà il relativo menù radiale. Le opzioni di combattimento sono moltissime, permettendoci di utilizzare attacchi fisici di varia natura, colpi speciali e discipline Kai, fino ad armi da lancio come pugnali e dardi di balestra. Alcune mosse consumano la barra della stamina, mentre altre quelle del mana, altre ancora invece andranno ad influenzare direttamente le scorte di oggetti in proprio possesso. Si tratta di un sistema di combattimento piuttosto complesso, padroneggiabile solo tramite l’uso attento delle varie mosse in funzione del loro cooldown e  delle caratteristiche in possesso dal proprio personaggio. Tale consapevolezza non sarà immediata, ma richiederà di effettuare diversi tentativi e sperimentazioni, i quali contraddistingueranno verosimilmente tutta la prima parte di gioco. Tuttavia una volta comprese le meccaniche che si celano dietro il battle system, i combattimenti diventeranno non solo più semplici, ma anche più soddisfacenti. In quanto gioco di ruolo non mancano poi gli status alterati, i quali giocheranno un ruolo molto importante nelle sezioni più avanzate dell’avventura. I nemici presenti non sono tantissimi, ma sono contraddistinti da una certa diversità, che modifica il tipo di approccio da adottare nei confronti di essi. Non ci riferiamo unicamente alla barra della vita, ma anche a caratteristiche come la resistenza agli status e la natura degli attacchi che essi sono in grado di utilizzare. I QTE qui presenti sono stati semplificati rispetto alla versione mobile, permettendo di eseguirli con una certa naturalezza anche tramite l’utilizzo del pad.

Luci e ombre della conversioneL’ultima sezione è quella che più di tutte rende Joe Dever’s Lone Wolf un gioco di ruolo. Il nostro personaggio dispone di tutta una serie di caratteristiche che determineranno le sue doti in battaglia. Molto importante in tal senso sarà l’equipaggiamento a propria disposizione, rappresentato da due slot per le armi, uno per l’armatura e tre per gli accessori. Le armi sono estremamente importanti, in quanto non solo determinano il quantitativo di danni che si è in grado di infliggere, ma modificano anche le abilità a propria disposizione. Potremo quindi scegliere fra spade, asce, mazze e scudi, tutti oggetti caratterizzati da statistiche ed abilità specifiche. Per incrementare l’efficacia dell’equipaggiamento sarà necessario recarsi da un mercante, figura presente solo in determinate sezioni dell’avventura. Il sistema di craft implementato dagli sviluppatori non è particolarmente complesso, ma adempie alla sua funzione con una certa efficacia. Tramite esso potremo potenziare gli equipaggiamenti in nostro possesso, utilizzando risorse acquistabili o ottenibile come ricompensa dopo gli scontri. L’importanza della gestione del proprio equipaggiamento e delle risorse è però conseguenza dell’impossibilità di accedere in qualunque momento al mercante. Questa caratteristica rende il titolo quasi una sorta di survival, dove sarà necessario accumulare oggetti di recupero da utilizzare nelle situazioni più drastiche, o conservare più di un’arma nel caso in cui quella in proprio possesso diminuisca la propria efficacia in seguito all’eccessivo utilizzo. Ci troviamo dunque davanti ad un sistema che premia la pianificazione, la quale sarà essenziale per rendere Lupo Solitario efficace anche dopo la moltitudine di battaglie che si dovranno affrontare. Nonostante quanto detto la struttura di gioco risulta comunque limitata alla lunga, essendo essa costellata da un grande numero di combattimenti, i quali sono inframmezzati da tutta una serie di attività dal ruolo marginale in termini di gameplay. In questo senso avremmo gradito l’aggiunta di ulteriori attività secondarie come l’enigma del cubo proposto nel titolo, il quale tenta di sopperire a tale problema ma in modo limitato, essendo questo l’unico tipo di rompicapo presente. Altra problematica emersa in questa versione di Lone Wolf è costituita dalla navigazione dei menù. L’utilizzo del pad costringe il giocatore a dover muovere il cursore da un elemento all’altro dell’interfaccia, cosa che risulta decisamente macchinosa sia nella navigazione della mappa che nella gestione dell’inventario, che sia il proprio o quello del mercante cui ci accingiamo acquistare le merci. Buona invece la longevità. Joe Dever’s Lone Wolf può essere completato in una quindicina di ore, ma tale tempo di gioco può impennarsi ulteriormente grazie all’elevato fattore rigiocabilità di cui il titolo dispone.I Forge Raply hanno effettuato un buon lavoro di conversione per questa edizione console, presentandoci un comparto grafico che mostra sì le sue origini mobile, soprattutto in termini di complessità poligonale, ma risulta comunque godibile. In tal senso l’aspetto meno riuscito è senza dubbio quello delle animazioni, totalmente prive di fisicità e di peso. Si tratta comunque di una problematica secondaria e scarsamente rilevante, rispetto all’ottima fluidità e al buon impatto generale di cui il titolo gode. Ottimo anche il comparto sonoro, la cui unica pecca sta unicamente nel ridotto numero di tracce presenti. Terminiamo dicendovi che il titolo è disponibile completamente in italiano, eccezion fatta per il ridottissimo doppiaggio presente solamente in alcuni filmati di transizione.

– Scrittura classica ma ben realizzata

– Combat system sufficientemente complesso

– Ottimo prezzo di vendita

– Struttura di gioco limitata

– Navigazione dei menù macchinosa

8.0

Joe Dever’s Lone Wolf Console Edition costituisce un’altra buona conversione del particolare titolo nato su mobile. Una narrativa decisamente classica ma ben scritta si sposa con un gameplay sfaccettato e piuttosto complesso, padroneggiabile tramite l’esperienza e l’ingegno. Una struttura di gioco limitata sul lungo periodo e una navigazione dei menù decisamente macchinosa scalfiscono solo in parte quanto fatto dai Forge Reply, i quali sono riusciti a trasporre con grande abilità le peculiarità di un librogame in un videogioco. Nel caso non l’abbiate ancora fatto per 14,99 euro potrete mettere le mani sull’ultima avventura di Lupo solitario, da noi consigliata sia per gli appassionati del brand che per i neofiti.

Voto Recensione di Joe Dever's Lone Wolf Console Edition - Recensione


8