Recensione

Homefront

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a cura di FireZdragon

Con la serie di Call of Duty che macina record su record di vendite, il buon Battlefield: Bad Company 2 che continua a raccogliere proseliti e le serie di Killzone e Halo vive più che mai, sbarcare con successo nel mondo degli FPS non è certo affare da poco ed il rischio più grande è quello di proporre al pubblico per l’ennesima volta qualcosa di già visto, una battaglia già combattuta decine di altre volte. THQ e Kaos Studios hanno dunque optato per la scelta più saggia: creare un background unico e assolutamente originale e dare ai videogiocatori una storia da vivere, oltre che ad una semplice serie di missioni di guerra da superare. Per essere sicuri del risultato finale gli sviluppatori si sono affidati a John Milius, scenggiatore di alto livello noto ai più per aver realizzato capolavori cinematografici quali Apocalypse Now e Alba Rossa, e proprio da quest’ultimo titolo arrivano le influenze maggiori.

La seconda rivoluzione americanaCorre l’anno 2013, il neo capo di stato Kim Jong-un, salito al potere dopo la morte del padre, ha unificato la Corea del Nord con quella del Sud dando vita alla Grande Repubblica Coreana. Nel resto del mondo intanto, la guerra in Iran continua senza sosta ed il progressivo aumento dei costi del petrolio sta mettendo in ginocchio gli Stati Uniti d’America, vessati come se non bastasse da un’epidemia che porterà con sè milioni di morti. Sfruttando questo momento di debolezza la Repubblica coreana darà il via all’invasione del Giappone, che si rivelerà ben presto essere solo il trampolino di lancio per un attacco su scala mondiale. Nel 2024 le truppe coreane raggiungono le coste americane, sancendo definitivamente l’inizio dell’occupazione del territorio: in soli tre anni tutta l’America è messa a ferro e fuoco e la sua popolazione ridotta a vivere in quartieri decadenti, oppressa e schiavizzata dal popolo invasore. Dopo questa introduzione, flagellata da un’insopportabile scritta a metà schermo che ci ricorda la possibilità di saltare il filmato che stiamo gustando, il gioco entrerà nel vivo. In Homefront vestiremo i panni del pilota di elicotteri Robert Jacobs, prelevato contro la sua volontà dalle truppe coreane per essere sfruttato in battaglia. Durante il nostro sequestro ci verrà mostrato in prima persona l’orrore della guerra: esecuzioni a sangue freddo e genitori assassinati davanti allo sguardo incredulo dei propri figli saranno solo l’antipasto delle scene macabre che verranno proposte durante il corso della storia. L’intento di Kaos Studios in questo caso è quello di far assaporare al giocatore il terrore ed il senso di impotenza che si vive in momenti come questi e la decisione di farlo sfruttando con dovizia l’incubo più ricorrente del popolo americano, ci è sembrato decisamente azzeccato.

Non sono nato per fare lo schiavoIl nostro destino tuttavia non è quello di finire a fare da schiavi per il popolo invasore e, grazie ad un assalto forsennato portato da una piccola cellula di resistenza al nostro trasporto, verremo liberati. A quanto pare chi siano e cosa vogliano non ha molta importanza per noi, l’unica nostra priorità sarà quella di allontanarci il più possibile dal luogo dell’incidente e salvarci la pellaccia. Una volta raggiunta una zona sicura faremo la conoscenza dei nostri liberatori e decideremo di unirci alla rivolta per dare un forte segno al resto della popolazione. Insieme a Connor e Rianna, due classici eroi insurrezionalisti tanto stereotipati quanto anonimi, ci troveremo dunque a combattere per le vie di Montrose, in Colorado braccati da ogni parte dalla EPC in un crescendo di azione e spettacolarità. Il gameplay del titolo è quanto di più classico ci si possa aspettare, le zone che faranno da sfondo agli scontri a fuoco saranno di dimensioni ridotte e ci obbligheranno a seguire percorsi studiati a tavolino per permettere il corretto di sviluppo di scene scriptate e degli eventi precalcolati. Questo porterà dunque un approccio quasi sempre diretto con il nemico e le occasioni nelle quali potremo predisporre agguati o aggirare gli ostili da un fianco si potranno veramente contare sulla punta delle dita. Tuttavia il ritmo di gioco è decisamente elevato e dovremo muoverci con frequenza e rapidità da un riparo all’altro per riuscire a respingere le continue minacce. I nemici, sebbene non dotati di un Intelligenza Artificiale elevatissima, hanno un’ottima mira e sarà necessario approcciarli con la massima cautela, soprattutto se il titolo verrà giocato ai livelli di difficoltà più alti, dove pochi colpi saranno sufficienti per ucciderci. Dopo ogni singolo scontro a fuoco sarà possibile recuperare dai cadaveri nemici granate, munizioni ed armi con la limitazione di poterne trasportare solo di due tipologie differenti. Durante tutto il corso dell’avventura saremo quasi sempre affiancati da almeno un altro compagno controllato dall’intelligenza artificiale, che ci spalleggerà negli scontri a fuoco e ci guiderà per il livello. Senza di loro, a quanto pare, il nostro personaggio non è in grado di orientarsi per la mappa e soprattutto non ha le capacità per aprire una porta da solo, costringendoci ogni volta a dover aspettare qualcuno che lo faccia per noi. I nostri commilitoni potranno venire feriti ma in ogni caso mai uccisi dal nemico, rendendoli quindi delle ottime esche. Sotto questo aspetto una maggior interazione sarebbe stata preferibile, magari rendendo necessario curarli o rifornirli piuttosto che vederli come inarrestabili macchine da guerra al nostro fianco. Ad un certo punto della campagna arriverà inoltre in nostro soccorso il Goliath, mezzo semi intelligente e dal nome decisamente poco originale, che potremo guidare attraverso un sistema di puntamento laser e che sarà in grado di sbaragliare soldati e veicoli nemici con cannonate e raffiche di mitra. Il succedersi degli eventi ci porterà ad affrontare missioni stealth armati di fucile da cecchino e spettacolari inseguimenti sui mezzi, tanto belli da vedere quanto divertenti da giocare. Abbiamo amato la sezione a bordo dell’elicottero ed è un vero peccato che il tutto si risolva sempre troppo in fretta, così come la campagna stessa, terminabile, anche al livello di difficoltà più elevato, in poco meno di cinque ore. Il fattore rigiocabilità è castrato proprio dalla struttura dei livelli: il poco spazio per muoversi non offrirà la possibilità di approcciare la campagna con tattiche differenti, gli amanti degli achievement e dei Trofei saranno spinti a completare più volte le missioni grazie alla possibilità di cercare alcuni documenti speciali o completare alcuni livelli utilizzando solo pistola e coltello ma rimane comunque ben poca cosa. Questo è probabilmente il più grosso difetto di un titolo che, dopo aver proposto un background cosi’ ricercato, credibile e complesso si perde offrendo una modalità per giocatore singolo veramente breve.

Il fosso di Helm…StreetA contrapporsi alla poca longevità del singleplayer, Homefront racchiude in se un comparto multigiocatore decisamente originale e coinvolgente. Sebbene le due modalità principali si riducano ad un semplice team death match ed un conquest point, lo sviluppo delle battaglie ci ha colpito in maniera più che positiva. Ogni singola azione portata a compimento, sia essa un’uccisione, la distruzione di un mezzo o la conquista di un punto di controllo, garantirà al giocatore un quantitativo di punti spendibili immediatamente per entrare in possesso di armamenti sempre più potenti. Gli scontri inizieranno come semplici schermaglie tra fanteria ma, con lo scorrere del tempo e l’aumentare delle uccisioni, compariranno sul campo di battaglia i primi blindati, fino ad arrivare ad avere nelle fasi finali elicotteri da guerra e carri armati in grado di dominare da soli intere zone. I giocatori potranno quindi scegliere se tenere da parte i punti fino al raggiungimento della quantità richiesta per poter acquistare i mezzi pesanti o spenderli in maniera più continuativa, armandosi con droni, giubbotti antiproiettile o lanciarazzi. Per evitare lo spawn camp ed il camping è stato inserito lo spot-on dei nemici sulla mini mappa ed una visione in 3D della zona di inserimento vi farà vedere i nomi degli avversari nella vicinanze e la loro posizione precisa. Questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni giocatori, ma è indubbio che limiti in maniera consistente i sopracitati fenomeni che solitamente imperversano e rovinano molte delle sessioni di gioco online anche di titoli più blasonati. La grande portata delle armi ed una discreta precisione nei controlli darà la possibilità di affrontare i nemici sulla lunga distanza negli spazi aperti, la conformazione del terreno tuttavia, ricca di saliscendi e dominata da costruzioni, ripari e nascondigli, permetterà anche di arrivare a scontri ravvicinati dove l’uso del coltello potrebbe essere la soluzione più rapida per disfarsi del nemico. Non sono previste cure o rifornimenti di gruppo e bisognerà quindi attendere al riparo per la rigenerazione della salute, o raccogliere le armi dai nemici nel caso in cui terminassimo disgraziatamente le munizioni. Più che vere e proprie classi Homefront ci propone dei set di armamenti, personalizzabili a proprio piacere prima di entrare in partita. Per sbloccare armi ed equipaggiamenti speciali sarà necessario salire di livello, 75 in tutto, guadagnando punti esperienza alla fine delle battaglie. Con l’aumentare del nostro grado verremo ricompensati con perk sempre più utili, come per esempio la capacità di accumulare esperienza più in fretta o causare maggiori danni con i veicoli, ma dovremo comunque tenere presente la possibilità di equipaggiarne sempre un numero limitato. Le uccisioni invece saranno direttamente legate alle armi e permetteranno di montare mirini laser, silenziatori o lanciagranate solo dopo aver raggiunto un quantitativo prefissato di nemici uccisi e bisognerà ripetere il procedimento per ogni fucile che vorremo potenziare.Il numero di armi e di mappe non è elevatissimo (una decina per le prime e 7 per le seconde) ma il divertimento che riesce a scaturire dalle partite vi terrà incollati al gioco per un lunghissimo periodo di tempo, tanto da riuscire a sopperire alla brevità della campagna ed a giustificarne l’acquisto.

Il mondo è fatto di scale c’è chi scende e c’è chi.. le ha messe in HomefrontDal punto di vista tecnico non ci troviamo sicuramente davanti al top del genere: le texture non sono ben definite e la versione console, rispetto a quella PC, soffre di saltuari problemi di aliasing e di una costruzione delle strutture fin troppo lineare. Sono da rivedere assolutamente le animazioni del lancio della granata, la poca cura con la quale sono state implementate rende persino difficoltoso mirare la zona desiderata, così come quelle della coltellata quando viene messa a segno, talmente rapida da farci pensare che manchino diversi frame all’animazione. Da segnalare inoltre la mancata realizzazione degli HUD interni dei mezzi in modalità multiplayer, guidabili esclusivamente in terza persona. Per quanto concerne il resto, l’Unreal Engine si difende ancora benissimo ed un sapiente uso delle luci e di fiamme usate ad hoc rende le ambientazioni vive e di sicuro impatto. Ottima anche la cura nei dettagli con il fumo delle pallottole che segnerà la traiettoria delle stesse quando queste ci rimbalzeranno vicine e proiettili che impatteranno in maniera convincente sul corpo dei nemici. Buono il doppiaggio italiano, eccetto qualche lieve problema di desincrono, così come le ottime campionature per gli spari delle armi, affiancate da musiche non sempre entusiasmanti ma che nel complesso creano comunque una più che discreta atmosfera.

– Background affascinante e diverso dal solito

– Multiplayer bilanciato e longevo

– Buona varietà di situazioni

– Buon doppiaggio

– Campagna troppo breve

– Alcune imperfezioni nel comparto grafico

– Qualche modalità e mappa in più non avrebbe guastato

8.0

Mettiamo subito in chiaro una cosa, se state cercando un FPS che vi possa tenere impegnati a lungo grazie ad una campagna singleplayer lunga e rigiocabile, Homefront non fa sicuramente al caso vostro. D’altro canto la struttura originale della modalità multiplayer ci ha fatto veramente apprezzare il titolo, nonostante le sue evidenti mancanze. Le due sole modalità di gioco, con annesse varianti, possono sembrare poche ma sono più che sufficienti a tenervi incollati allo schermo e a farvi andare avanti dicendo: “ancora una e poi stacco”. Il sistema dei Battle Points è semplice ma efficace e riesce a rendere i campi di gioco in continua evoluzione, obbligando i giocatori ad adattarsi a quello che succede e ad equipaggiarsi di conseguenza. Un plauso va senza dubbio anche al background scritto dalla sapiente penna di John Milius, in una delle più coinvolgenti e realistiche storie create per questo genere.

Voto Recensione di Homefront - Recensione


8