Recensione

Highborn

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a cura di Specialized

Chi segue con particolare dedizione gli strategici a turni avrà già sentito parlare di Highborn, titolo uscito su App Store quasi tre anni fa (ora lo trovate a 0,89 euro in versione 1.3.8) e poi approdato anche su Android. Un buon successo di pubblico, oltreché di critica, che ha convinto Jet Set Games a ripetere questa formula a turni dai contorni fantasy-comici anche in versione PC su Steam, dove Highborn è disponibile da alcuni giorni a 6,99 euro.  
Lo strategico per grandi e piccini
Va subito detto che gli appassionati dei vari Heroes of Might & Magic, Age of Wonders e Disciples, per non parlare di Total War, non troveranno in Highborn un degno rivale in quanto a versatilità, completezza e difficoltà. Le origini mobile del gioco sono infatti evidenti nella semplicità della struttura di gioco, dove il concetto dei turni è messo a servizio di un gameplay quanto mai limitato e non troppo impegnativo ma non per questo da cestinare a prescindere. Anzi, il gioco di Jet Set Games potrebbe fungere da perfetto aperitivo strategico per chi vuole poi passare a titoli di altro spessore, offrendo basi strategiche piuttosto solide (benché risapute) e assolutamente godibili. Highborn, che non ha una vera e propria trama, filmati di intermezzo o cut-scene tra le otto missioni che compongono l’unica modalità di gioco disponibile, ci mette nei panni di alcuni Eroi (iniziamo con il bellimbusto Archie) e di varie truppe, più alcune unità magiche e guaritrici. Lo scopo di ogni missione è uccidere il rispettivo boss finale e per farlo bisogna muoversi all’interno della mappa, sfruttando i classici quadrati di movimento che ogni unità ha a disposizione e attaccando i nemici. Quando tutte le nostre unità hanno completato le loro azioni, si clicca il pulsante End Turn per passare la palla ai nemici e assistere alle loro azioni, che nelle ultime tre missioni possono portare via anche uno o due minuti.
Poco ma buono
Ogni unità ha un certo numero di quadratini a disposizione e può attaccare da una certa distanza, anche se di fatto quasi solo gli arcieri lo fanno anche senza essere di fronte al nemico. In più l’Eroe, che con il proseguo del gioco è affiancato da un suo pari (nella terza missione ad esempio compare una sexy ladra esperta in stealth), ha a disposizione abilità speciali, come un bonus di difesa e attacco per un turno o la guarigione istantanea delle sue truppe all’interno di una certa area. Questi bonus hanno però un cooldown e quindi non possono essere usati quando e quanto si vuole; lo stesso vale per gli attacchi speciali (fulmini, terremoti, palle di fuoco) che possiamo acquisire raggiungendo e attivando monoliti e rovine. Le mappe sono disseminate da ostacoli naturali e contengono diversi tipi di edifici, molto importanti per la riuscita delle missioni. Conquistando un tempio ad esempio, guadagniamo un guaritore (unità a dir poco essenziale), mentre una torre, che funge anche da unità difensiva come in un classico tower defense, dà diritto a un mago. Arrivati a questo punto, e lasciandovi scoprire da soli altri tipi di unità, non c’è molto da aggiungere e il gioco riesce a offrire un livello di sfida interessante solo nelle ultime tre missioni. In fondo, anche se si parte sempre in inferiorità numerica, non ci si mette molto a capire l’andazzo del gioco; si mandano avanti l’Eroe e le truppe di fanteria, si tengono leggermente dietro gli arcieri e il guaritore e si prosegue bene o male vicini, soprattutto quando bisogna affrontare il boss finale.
A quando il secondo capitolo?
Non essendoci livelli difficoltà tra cui scegliere, mancando il multiplayer e dovendosi accontentare di sole otto missioni, la longevità non è certo il punto forte di Highborn. Nel nostro caso abbiamo impiegato poco più di tre ore per arrivare alla fine e lo spazio per un eventuale secondo giro è pressoché assente. Jet Set Games ha promesso l’uscita di un Chapter 2 con un nuovo set di missioni, ma al momento non si è ancora visto nulla e non abbiamo capito se si tratterà di un DLC a pagamento o di un contenuto gratuito per chi ha già acquistato il gioco. Anche sul versante grafico si poteva fare di più, sebbene non manchi qualche opzione (come il livello di antialiasing) per rendere il tutto un po’ più al passo con i tempi. A soffrire, più che le mappe e i dettagli delle ambientazioni, sono le unità, che con lo zoom impostato al massimo denotano una certa trascuratezza (e anche le animazioni lasciano parecchio a desiderare). Certo, alla fine ci si accontenta e lo stesso vale per l’assenza di un doppiaggio e di filmati introduttivi e di intermezzo, ma non aspettatevi grandi cose sul versante tecnico. Alla fine Highborn riesce a divertire per le poche ore di gioco che è in grado di offrire e propone anche qualche riuscito elemento tattico, come dimostrano le abilità degli Eroi da gestire con attenzione e la disposizione sulla mappa delle unità più deboli. Se però avete un iPhone o un iPad, il rapporto qualità-prezzo della versione per iOS rimane ancora imbattibile. 

– Formula di gioco adatta a tutti

– Buona varietà di unità e abilità

– Tono narrativo simpatico e leggero

– Longevità limitata

– Rimane uno strategico all’acqua di rose

– Tecnicamente scialbo

6.5

Highborn ha il grande limite di durare poco e di offrire proprio il minimo indispensabile che si richiede oggi a un titolo di questo tipo. Jet Set Games propone infatti uno strategico a turni gradevole, poco impegnativo e con una struttura di gioco adatta a tutti, ma proprio questa sua natura quasi casual rende Highborn un gioco troppo breve e tatticamente poco profondo. Potrebbe essere la soluzione perfetta per chi non ha mai preso in mano uno strategico con turni e caselle di movimento, ma tutti gli altri non si aspettino granché.

Voto Recensione di Highborn - Recensione


6.5