Recensione

Hamlet

Avatar

a cura di Naares

Secondo alcuni il periodo delle avventure grafiche è finito con Grim Fandango e con i grandi prodotti della Lucas Arts, ma sarebbe poco intelligente non riconoscere come gli ultimi anni abbiano visto un ritorno in pompa magna di questo genere videoludico, da sempre troppo trascurato dalle console casalinghe. La crescita del mercato indipendente e le opportunità offerte da device mobili quali smartphone e tablet hanno permesso a piccoli sviluppatori e nostalgici di riprendere in mano un genere che sembrava in via d’estinzione, tenendolo in vita grazie a prodotti dal notevole spessore che non hanno tardato a farsi apprezzare da critica e pubblico. In particolare l’implementazione dei comandi tramite touch screen sembra un invito a nozze per chi è cresciuto a pane e Monkey Island, e questo Hamlet è solo l’ultimo, graditissimo arrivato in tale segmento dell’industria.

Mai stravolgere Shakespeare
Il gioco che andiamo ad analizzare non è pesantemente incentrato sulla trama, ma nonostante ciò si presenta con un incipit davvero originale, andando a scomodare niente meno che il maestro Shakespeare e una delle sue tragedie più belle e famose, ovvero l’Amleto. Scomodare è in effetti la parola più adatta, considerato che il protagonista della vicenda non sarà propriamente Amleto, ma piuttosto un visitatore di un altro mondo che, non prestando la giusta attenzione in fase di atterraggio, andrà a posarsi con la sua piccola capsula spaziale esattamente sopra il prode Amleto con tutto il suo peso, mettendolo inevitabilmente fuori gioco. La conseguenza è chiara e gravissima, e consiste nel rischio che un’opera letteraria importante come l’Amleto rischi di venire storpiata e mutata nella sua trama a causa della prematura scomparsa del suo protagonista. Nostro compito sarà dunque quello di catapultarci all’interno della sceneggiatura, cercando di ripercorrerla in maniera più o meno fedele per il bene dell’umanità e della letteratura umana.
Ciò significherà trovarci ad avere a che fare con alcuni dei personaggi dell’opera, tra cui ovviamente la bella Ofelia, Rosencrantz, Guildernstern e naturalmente il malvagio Claudio. La storia è semplice e piacevole, goliardica rispetto all’opera letteraria, che però non viene né messa in ridicolo né maltrattata in alcun modo, essendo più che altro reinterpretata in maniera parecchio creativa e originale. Così come nel dramma originale, anche in questo caso la narrazione avverrà attraverso una suddivisione in atti, che ripercorreranno alcuni dei passaggi più importanti della storia scritta dal maestro inglese. Si sta parlando com’è ovvio di un notevole lavoro di sintesi, quindi dimenticatevi pure tutti gli intrecci o la ricchezza dei dialoghi dell’opera originale.
Basta toccare ovunque, no?
Hamlet è suddiviso in pochi atti, a loro volta suddivisi in un certo numero – purtroppo non troppo elevato – di livelli. Tali livelli saranno dei veri e propri quadretti quasi del tutto statici, dove non avremo la libertà di muovere il nostro avatar a piacimento, ma dovremo piuttosto toccare particolari elementi presenti a schermo che ci permetteranno di proseguire nella risoluzione del quadro stesso, a conti fatti un macro-enigma non diverso dalle ambientazioni del bellissimo Machinarium, del recente Deponia o per certi versi del già menzionato Monkey Island di Lucas Arts. La logica è ovviamente richiesta, così come un discreto spirito di osservazione e capacità intuitive almeno basilari. Qualche volta tali prerequisiti non saranno tuttavia sufficienti per la risoluzione degli enigmi, ma anche procedere per tentativi toccando ovunque sullo schermo si rivelerà una soluzione solitamente inefficace. Ciò è molto positivo, considerato che in molti potrebbero essere tentati a procedere in tal maniera, magari spinti dalla frustrazione a causa di un enigma particolarmente ostico. Il gioco stimola quindi ad un approccio logico, analitico e qualche volta perfino ironico, scongiurando la possibilità di essere affrontato in maniera troppo sconsiderata.
Non è presente un inventario, né dovremo gestire oggetti personali o altre features del caso: tutto ciò che ci servirà per andare avanti sarà presente davanti ai nostri occhi nel quadro stesso. Dopo essere rimasti all’interno dello stesso livello per una certa quantità di tempo il gioco metterà a nostra disposizione un piccolo indizio grafico cui sarà possibile accedere tramite un tasto situato in basso a destra dello schermo. Qualche volta tale indizio potrà effettivamente essere utile, ma non fornirà mai informazioni troppo chiare o capaci di fare il lavoro al posto nostro, quindi il livello di sfida resterà comunque piuttosto sostenuto.
A fare da contraltare alla bontà degli enigmi è la quantità degli stessi, che non fornisce al prodotto una grande longevità, né purtroppo una rigiocabilità di tipo alcuno. Una volta completato il gioco è improbabile che vogliate riprenderlo, se non magari per farlo vedere a un vostro amico o conoscente. Ad ogni modo parlando di longevità bisogna in fondo considerare che i livelli iniziali sono giocabili in forma del tutto gratuita, e che il prezzo del gioco completo è piuttosto basso per tutte le piattaforme su cui viene proposto. Volendo entrare nello specifico la versione PC Windows risulta la più costosa, essendo venduta su Steam a 4,99€, contro gli 0,79€ di Android. Gli utenti su device mobile avranno inoltre modo di “acquistare” il gioco senza bisogno di sborsare un solo centesimo. Navigando tra i menù di gioco vi accorgerete infatti che potrete scegliere se pagare il titolo in maniera canonica attraverso la vostra carta di credito, o se invece vorrete guadagnarvelo semplicemente scaricando alcuni prodotti dallo Store. Gli editori hanno infatti trovato un interessante accordo, per cui facendovi scaricare tali applicazioni diventerete dei potenziali acquirenti, qualora trovaste il materiale interessante. Essenzialmente si tratta di pubblicità, nulla di più nulla di meno. Ma se in cambio di un po’di pubblicità possiamo ricevere in regalo un gioco di buona fattura a nostro avviso il giocatore ha solo da guadagnare.
2D che passione
Hamlet è realizzato con una veste grafica cartoonesca interamente bidimensionale, particolarmente leggera, che non darà problemi a chi non possegga dei terminali Android di ultima generazione o a chi si ritrovi ancora con dei vecchi iPod. Lo stile è minimalista, i disegni sono realizzati con pochi tratti essenziali, che però sono sufficienti a caratterizzare ottimamente i vari personaggi. Le ambientazioni sono tutto sommato in linea con il character design, ma alcune di esse sono a nostro avviso un po’ troppo spoglie, e la sensazione è che abbiano ricevuto meno cura delle altre durante la fase di sviluppo. Anche le animazioni non fanno gridare al miracolo, ma nonostante siano state realizzate senza troppe pretese bisogna ammettere che non stonano affatto con il resto della produzione, e che anzi si integrano con una certa armonia nell’atmosfera scanzonata e goliardica del prodotto, essendo esse stesse molto accentuate e appropriate per uno stile che tende al caricaturale.
L’unico reale appunto tecnico che ci sentiamo di muovere è più un avvertimento per i giocatori: giocare Hamlet su uno schermo di piccole dimensioni potrebbe essere difficile, vuoi perché alcuni elementi chiave saranno piuttosto piccoli, vuoi perché un paio di livelli si basano pesantemente sull’osservazione di dettagli che potrebbero sfuggire. Se non possedete un tablet o almeno uno smartphone con schermo di grosse dimensioni potrebbe essere consigliabile forse desistere dall’acquisto. Potendo contare sulla demo gratuita vi invitiamo comunque a provare il gioco, cercando di capire se il vostro device possa essere idoneo alla sua fruizione o meno.
Chiudiamo questa nostra analisi con appena due parole sulla componente sonora del gioco, minimalista così come il design grafico. L’unica traccia audio è in effetti solo quella – molto orecchiabile tra l’altro – che avremo modo di ascoltare durante la schermata di selezione iniziale. Il gioco vero e proprio non ha un accompagnamento costante, ma conta più che altro su una serie di effetti sonori di discreta fattura, che fanno il proprio dovere senza distinguersi né per infamia né per lode.

– Gameplay fresco e piacevole

– Stile grafico ispirato

– Si presta per sessioni di gioco sia lunghe che brevi

– Apprezzabile sia da giocatori casual che hardcore

– Longevità modesta

– Alcuni enigmi non hanno un chiaro filo logico

8.0

Hamlet è una buona avventura grafica, caratterizzata da enigmi ben disegnati accompagnati da uno stile grafico ispirato e da una trama che, seppur poco sviluppata, si appoggia sul fascino di un’opera immortale reinterpretata con freschezza e una buona dose di ironia. Il gioco non può dirsi particolarmente longevo, ma appartenendo al circuito indipendente viene venduto a prezzo budget. L’acquisto è consigliato agli appassionati di avventure grafiche.

Voto Recensione di Hamlet - Recensione


8