Anteprima

Frontlines: Fuel of War - Beta Multiplayer

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a cura di ViKtor

Nel 2024 una sovraffollata Terra si trova ad affrontare quella che probabilmente è la più grave crisi internazionale della sua storia. Le risorse di prima necessità scarseggiano e il petrolio è diventato il bene più prezioso, la chiave del potere. In questo apocalittico e realistico scenario, due fazioni combattono quotidianamente per la conquista e il controllo dei territori in cui l’oro nero ancora sgorga, dando vita ad una lancinante guerra senza fine. Ora siamo abili e arruolati anche noi, almeno online!

Filo-occidentali o filo-sovietici?La versione beta che abbiamo potuto provare è limitata al solo multiplayer online, nella fattispecie alla modalità “Frontlines”. Scelto il server, ci spetta decidere se combattere per l’Alleanza della Stella Rossa o per la Coalizione Occidentale, due fazioni che confessano di ispirarsi con chiare analogie alla recente storia politico-militare reale. Il primo impatto con il gioco, fucile in mano, è leggero, perché si intuisce da subito che con ogni probabilità non sarà Fuel of War a stravolgere i canoni del genere. Le battaglie sono naturalmente a squadre e si svolgono in scenari all’aperto discretamente ampi. Ogni mappa ha degli obiettivi prestabiliti da controllare, e la loro conquista assegna una parte del territorio al team che l’ha ottenuta. La prima squadra che ottiene il dominio di tutti gli obiettivi vince la partita.Chiariamo subito una cosa: se qualche deja-vu vi coglierà fin dall’esordio, sarà tutto normale. L’HUD mi ha ricordato tantissimo Ghost Recon Advanced Warfighter ed è palese come gli sviluppatori abbiano tentato di pescare idee dai molti concorrenti presenti sul mercato. Di GRAW è anche riconoscibile l’immediatezza con cui si combatte e si colpiscono gli avversari, fattore che, come vedremo dopo, collocherà presumibilmente la versione finale di FOW (da adesso lo chiameremo così) più vicina ai casual gamer che agli hardcore gamer.

Sguinzaglia i robottini, soldato!Prima di lanciarci in guerra ci viene chiesto di selezionare l’arma che più ci aggrada e la classe a cui vogliamo appartenere, senza alcun legame apparente tra le scelte. Abbiamo a disposizione sei tipi di strumenti di distruzione diversi: il mitra da assalto, quello da assalto pesante, l’immancabile fucile da cecchino, il lanciarazzi antiveicolo, un altro tipo di mitra da operazioni speciali e il sempre carismatico fucile a pompa. Ben presto capirete che nella stragrande maggioranza dei casi i giocatori tendono ad optare tra le solite due o tre alternative. Essendo le mappe grandi e la distanza da percorrere a piedi elevata, infatti, i cecchini abbondano e d’altro canto l’elevata precisione del mitra semplice ne fa uno strumento ottimo sia nella breve che nella media distanza.Nulla di nuovo, fin qui. Per fortuna, le quattro classi proposte aggiungono qualche spunto interessante e un po’ di pepe a tutta l’azione. Il tipo di soldato base è quello delegato al supporto a terra: il suo compito, oltre ovviamente a penetrare tra le linee nemiche, è quello di fornire aiuto alle altre classi. Per questo scopo è munito di un paio di strumenti interesanti, come la pistola che permette di riparare gli eventuali danni ai piccoli droni che vagano per la mappa. Questi robottini, programmati per svolgere compiti precisi (sempre ai fini della distruzione del nemico), sono controllati e attivati da un altro tipo di soldato, il tecnico dei droni. Idea simpatica, utile però solo in un team molto organizzato.La specializzazione che più vi esalterà, però, sarà quella del supporto aereo. Tramite una sorta di telecomando satellitare/binocolo chiamerete un attacco via radio, e nel giro di pochi secondi il rombo degli aerei alleati preannuncerà la devastazione: la porzione di mappa obiettivo dell’attacco sarà colpita da bombe a grappolo per la disgrazia di tutti i malcapitati soldati e veicoli presenti in quel momento. Naturalmente non potrete godere di questo giochino sempre e comunque, visto che per fortuna questo tipo di attacco è limitato sia come numero che come tempistiche. Ma nascondersi dietro un edificio e godersi lo spettacolo appena generato è uno dei momenti più divertenti di questo FOW.Per quanto riguarda i veicoli, dovrete aspettare la recensione per avere un’analisi dettagliata: le due mappe della beta non offrono materiale sufficiente a valutare con obiettività questo aspetto.L’impressione generale, comunque, è che poteva essere tutto un po’ più “caratterizzato”. Le basi per un gioco tatticamente profondo ci sono, ma se gli sviluppatori avessero legato la scelta dell’arma a quella della classe allora si sarebbero create figure più specializzate e il concetto stesso di team avrebbe assunto ben altro significato. Scelta opinabile dunque, ma sempre legata a quello che sembra essere l’obiettivo finale del gioco, l’immediatezza a tutti i costi.

Fuochi d’artificio! Ma a che prezzo?A muovere FOW è una versione parecchio rivisitata dell’Unreal Engine 3. Che, come saprete, sulla carta è un motore abbastanza leggero e scalabile. Eppure scordatevi di giocare decentemente con la configurazione minima dichiarata dagli sviluppatori (P4 2500, 1Gb Ram e scheda video con 256 MB Ram). Anzi, prendete tranquillamente come indispensabile un processore dual core, raddoppiate la ram e munitevi di una bel core grafico di fascia medio/alta. Senza dimenticare di aggiornare i driver all’ultimissima versione (ma qui lascio il beneficio del dubbio, potrebbe essere un problema della beta). Tutto questo perché il gioco vuole sempre essere estremamente spettacolare. Le esplosioni abbondano, sono curate e parecchio dettagliate, coinvolgendo un discreto quantitativo di effetti di luce e poligoni. Alcune parti dello scenario, poi, sono distruttibili: questa sembra essere la variabile che più appesantisce l’intero motore e che più fa lievitare i requisiti consigliati. Come compromesso è tutto sommato accettabile, ma tutto il resto del comparto grafico non è qualitativamente sullo stesso piano. I modelli dei soldati, gli edifici e le armi sono solo discreti, senza particolari spunti e non mancano texture che avrebbero richiesto più cura e dettaglio. Anche il ragdoll dei cadaveri è ancora problematico, resta da vedere se verrà corretto nella versione finale. Artisticamente parlando, dunque, il lavoro è onesto, fatto di alti e bassi; la vostra mandibola, almeno stavolta, rimarrà attaccata alla bocca.Parlavamo di spettacolarità di alcune scene: gli effetti sonori che le accompagnano fanno il loro dovere, immergendo il giocatore in una serie di rumori e voci convincenti. Anche qui, però, è stato fatto il compitino e la qualità presente in altri titoli (un Quake Wars, senza andare a scomodare Call of Duty 4) è ben lungi dall’essere riproposta.

Conclusioni finaliFrontlines: FOW è potenzialmente un buon gioco. Assodato ciò non aspettatevi miracoli. Il prodotto c’è, appare solido, divertente e ben confezionato. Però, almeno su pc, sembra mancare di quello spunto carismatico necessario per trovare uno spazio significativo in un mercato in cui dominano pochi e intoccabili mostri sacri. La sua natura, fatta di immediatezza e spettacolarità, attirerà più facilmente i casual gamer rispetto agli hardcore gamer e questo alla lunga potrebbe rivelarsi un vantaggio. Su console il discorso cambia, perché il mercato è ben diverso. Tireremo le somme molto presto, valutando anche la componente singleplayer che potrebbe rivelarsi una variabile più importante del previsto…