Recensione

Final Fight One

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a cura di Ryuken

Il picchiaduro a scorrimento più longevo e convertito di tutta la storia videoludica è senza alcun dubbio Final Fight.Prodotto da Capcom per il mercato arcade nel lontano 1989 e visto l’incredibile successo riscosso, Final Fight, approdò su praticamente tutti i sistemi da gioco calasinghi (a parte le classiche eccezioni) dal SNES, al C64(!?!), al Mega CD fino ad arrivare a questa release GBA.In questi casi mi accorgo che sto cominciando ad invecchiare un po’, mi sembra ieri quando dopo la scuola mi dirigevo al bar sotto casa per spararmi un bel doppio a Final Fight con uno dei miei più cari amici e non contento pochi anni dopo, grazie ad innumerevoli lavoretti estivi, mi accaparravo orgogliosamente MD+MCD con annesso il suddetto gioco. Bei tempi andati….Molti di voi, avranno già potuto leggere sulle pagine di Spaziogames la recensione della versione NTSC Jap del prodotto, ma nonostante il gioco sia il medesimo ci è sembrato giusto dedicare un piccolo articolo anche per la versione nostrana.La trama è la solita, a Haggar, sindaco di Metro City, viene rapita la figlia da una banda criminale; il forzuto sindaco non avendo intenzione di pagare il riscatto ed essendo ben conscio delle sue potenzialità fisiche scende in campo contro l’intera organizzazione aiutato da Cody e Guy, rispettivamente il ragazzo e il miglior amico della malcapitata.

CARATTERESTICHE TECNICHEChe dire, il gioco lo conoscono praticamente tutti, trattasi di un classico picchiaduro a scorrimento 2D nel quale percorrendo le strade cittadine in sei lunghi livelli affronterete orde di cattivacci a suon di calci, pugni, prese, mosse segrete e altre amenità marziali.Questa release GBA è identica al coin-op; a livello grafico e di gameplay non è stato aggiunto nulla, forse per paura di rovinare quell’atmosfera speciale che solamente alcune pietre miliari riescono a creare, i tre eroi presentano diverse tecniche di combattimento: Haggar basa la sua sulla forza bruta, è il più lento dei tre ma realizza delle prese a dir poco letali le quali rappresentano il suo punto di forza.Guy è il più veloce ma meno potente del trio e il suo forte sono le raffiche di pugni e calci che non lasciano respiro ai poveri avversari.Cody è il tipico lottatore da strada e fonde alla perfezione le peculiarità dei due personaggi appena citati: è forte, ma non troppo ed allo stesso tempo è anche veloce.Il più carismatico rimane, a mio modo di vedere, Guy colui che possiede la tecnica di lotta più appagante, spettacolare ed esaltante.Tutti e tre sono dotati di una super mossa eseguibile nei momenti di difficoltà, quando magari si è circondati da molti avversari e se ne stanno prendendo un po’ troppe; attenzione però, ogni volta che ricorrerete a questa tecnica la vostra barra energetica si esaurirà di un tot.Le opzioni sono le medesime che trovate nella cartuccia giapponese più tutti gli extra e i personaggi nascosti del caso (non nuovi combattenti ma solamente versioni aggiornate di quelli già implementati).

GRAFICA E SONOROL’aspetto visivo di FFO è ottimo, l’hardware del piccolo portatile è stato sfruttato alla perfezione, le dimensioni degli sprite sono notevoli, i colori chiari, vivi e cromaticamente molto azzeccati.L’azione si svolge senza intoppi o senza quei rallentamenti che ai tempi del SNES fecero dannare milioni di videogiocatori, la velocità d’esecuzione delle mosse è forse un tantino inferiore rispetto alla controparte da sala ma ad ogni modo identica a quelle per le altre versioni casalinghe a 16 (SNES) o 32 (MCD) bit.L’aspetto sonoro era forse quello che andava migliorato; se è vero che il prodotto spinge graficamente il GBA quasi al limite delle sue potenzialità hardware non è altrettanto vera la stessa cosa riferita al comparto sonoro.Le colonne e gli effetti, anch’esse identiche all’arcade, andavano forse ringiovanite un tantino ed adattate agli standard attuali, ma tant’è non lamentiamoci più di tanto.

GIOCABILITA’ E LONGEVITA’Analizzando questi due lati, è innegabile il fatto che il gioco ha i suoi bei 11 anni e quindi una giocabilità che nell’ottantanove era stellare, ai giorni nostri può essere considerata solamente buona.D’altro canto per i non patiti del genere FFO potrebbe risultare fin troppo lineare e ripetitivo, cosa che per i super fan della serie apparirà palese solamente dopo parecchie ore di gioco.Una volta stufi di giocare in singolo c’è sempre l’opzione per due giocatori che contribuisce sicuramente ad innalzare la longevità nel suo insieme.

Riproduzione eccellente del Coin-op.

Gli anni si fanno sentire.

8

Un prodotto senza tempo e senza età in grado di affascinare ancora il grande pubblico anche alla distanza di undici anni, un’eternità rapportata al mondo dell’entertaiment videoludico.

Voto Recensione di Final Fight One - Recensione


8