Recensione

Ethan Meteor Hunter

Avatar

a cura di Shiryo

La parola Indie fa pensare immediatamente a novità, intraprendenza, coraggio, ma spesso significa anche riscatto. Hydravision Entertainment, dopo aver lavorato a progetti del calibro di Obscure 1 e 2, e del quinto capitolo di Alone in the Dark, era proprio nelle fasi di sviluppo di un platform intrigante quando, causa chiusura del gruppo, il progetto è stato sospeso. Sette degli ex Hydravision hanno però continuato a credere in quel progetto e, dopo aver fondato il team Seaven Studio, hanno acquisito la licenza abbandonata, dando vita al platform che tanto amavano, Ethan – Meteor Hunter
Un bilanciato mix tra Action, Platform e Puzzle
Due cartooneschi topi dalle fattezze umane stanno litigano per futili motivi, quando il precipitare di un asteroide li distrae dai loro intenti bellicosi, spaventandoli a morte. Il bullo dei due si alza, scombussolato dall’urto. L’altro, si accorge da subito di aver acquisito strani poteri telecinetici, con i quali non perde occasione di tirare in testa all’avversario un po’ di rottami trovati a poca distanza. Nel breve video introduttivo di Ethan – Meteor Hunter, è riassunta perfettamente quella che, a torto o ragione, abbiamo percepito essere la mentalità del titolo Seaven Studio, ovvero la volontà di creare un mondo colorato, divertente, buffo, ma anche duro, e non poco. 
Meteor Hunter è un gioco platform apparentemente usuale, ma dall’offerta ludica inaspettatamente varia ed intrigante. Il giocatore, tastiera o pad alla mano, deve percorrere livelli relativamente brevi, ma sempre più ricchi di ostacoli complessi da superare, raggiungendo l’area successiva. A rendere particolare una formula che necessita sempre di novità per non risultare abusata, è proprio l’elemento mostrato nel video iniziale, ovvero i poteri telecinetici del protagonista. Quest’ultimi si concretizzano in game con la possibilità di fermare completamente il tempo e di interagire con gli oggetti dello scenario, spostandoli e modificandoli nell’ottica di produrre rampe e scudi, creare ponti, attivare catapulte e interruttori, o semplicemente di spostare ostacoli altrimenti insuperabili. Unico vincolo imposto al potere di Ethan è la quantità di attivazioni, limitate al numero di appositi token raccolti sino a quel momento, sempre e comunque presenti in numero sufficiente a risolvere ogni puzzle. Attivata questa sorta di abilità ferma-tempo, il giocatore può liberamente muovere uno o più elementi interattivi, senza vincoli di tempo o di spostamenti effettuabili. Solo la prima, confermata interazione, fa scalare il numero dei token a disposizione, consentendo quindi di ragionare serenamente sul puzzle senza essere penalizzati da scelte involontarie. Riattivato lo scorrere del tempo, qualsiasi oggetto congelato con lo stop al timer riacquisisce le proprie dinamiche fisiche di base, tornando ad essere influenzato da gravità o inerzia. Un sistema semplice quello immaginato dai developers, ma che consente al giocatore di gestire sia spostamenti elaborati con tutta calma, sia di improvvisare piattaforme velocemente nelle aree più concitate. 
Meteor Hunter è, infatti, costante mix bilanciato di azione veloce ed aree più ragionate. Ogni singolo livello che si va ad affrontare si basa su una specifica tematica, che può essere la fuga a scorrimento orizzontale da oggetti che inseguono il protagonista, a puzzle legati alla fisica dei corpi. La scelta fa sì che, in realtà, quello che sembra essere un normale platform si dimostri piuttosto un conseguirsi di test di abilità e scaltrezza, mai eccessivamente orientato troppo all’una o all’altra. Abbiamo particolarmente apprezzato l’utilizzo della fisica che viene richiesto in entrambe le tipologie di sessioni. Pur non essendo particolarmente elaborate e mostrando qualche piccola lacuna, le semplici leggi fisiche presenti nel titolo consentono di affrontare aree più complesse con fantasia e un buon grado di imprevedibilità, e permettono alle volte di superare dei livelli in maniera non prevista, probabilmente, dagli stessi sviluppatori. Se all’inizio la soluzione di un’area sembra spesso scontata, nei livelli più avanti diventano necessari un’ottima rapidità di riflessi, per esempio per spostare oggetti attorno al personaggio per difenderlo da attacchi esterni, ragionamenti elaborati sul numero di mosse da fare entro un determinato numero di token e, altre volte, semplicemente coraggio, affidandosi al potere telecinetico per creare piattaforme sotto ai piedi del personaggio dopo aver già  effettuato un salto di fede verso l’irraggiungibile piattaforma vicina. Tra le fasi alternate, non mancano alcune zone da percorrere alla guida di alcuni elementari mezzi di locomozione, utili ad offrire ulteriore varietà al gameplay, sebbene tali sequenze siano tra le meno riuscite del gioco. L’incedere nella storia porta il giocatore in un divertente viaggio lungo circa 45 livelli, divisi per tre grandi ambientazioni con altrettanti boss di fine area da sconfiggere. I singoli livelli, ben strutturati ma esteticamente fin troppo semplicistici, si dimostrano in linea di massima piuttosto rapidi da superare, il che porta il giocatore al tipico effetto “un altro poi smetto”, direttamente dal primo all’ultimo nemico del gioco, in ben poche ore. Questo, a meno che non si inizi ad inanellare una serie di morti e retry infiniti, cosa che succederà, possiamo garantirlo. Se, a questo punto, state immaginando di acquistare Ethan – Meteor Hunter convinti che possa essere un prodotto divertente da giocare con fidanzate meno avvezze al gaming o con bambini piccoli, è bene infatti continuare a leggere il prossimo paragrafo, perchè se è vero che fantasia, iniziativa e riflessione sono elementi stimolanti necessari per procedere nella storia, è pur vero che il titolo Seaven Studio richiede un’alta dose di pura abilità in ambito platform e riflessi, che lo rendono un titolo più adatto a giocatori esperti che ai novizi, a dispetto dell’estetica generalmente buffa e divertente, che potrebbe tradire sul reale target del prodotto.
Is this save for my kid? Yes, but…
La nostra prolungata sessione di gioco del titolo Seaven Studio, vissuta tutta insieme in una fredda notte d’ottobre, ha confermato il parere positivo avuto nella prima valutazione in sede di anteprima, sia sul versante del level design, che relativamente alla difficoltà di gioco. Sarà che il nostro DNA è temprato dai rigidi anni ’90 videoludici, ma affrontare un gioco visivamente semplice e grazioso, scoprendolo invece pane per i denti più hardcore, è stato un gran piacere. Come nel caso dei puzzle, infatti, se i primi livelli vengono archiviati in maniera piuttosto agevole, pur facendo già qualche sgambetto anche al videogiocatore smaliziato, gli schemi più avanzati diventano abbastanza rapidamente dei veri mietitori di vittime. Che si tratti di lame semoventi, ostacoli elettrici, lava o quant’altro possa venirvi in mente, le possibilità di vedere il povero topolino soccombere violentemente sono abbondanti, tanto dal portare il team di sviluppo a creare persino un video a scopo marketing, nel quale vengono riassunte le varie morti possibili per il personaggio. Macabro, in qualche modo, ma particolare cura sembra stata essere riposta proprio nella quantità e qualità dei decessi di Ethan, che mantengono in ogni caso toni buffi, suoni ed espressioni capaci di far sorridere qualsiasi bambino, non mostrando nulla di peggio di quanto non si possa vedere in un qualunque cartone animato dedicato a giovani fasce d’età.
Abbiamo faticosamente portato a termine i livelli offerti dal gioco solo dopo un numero incalcolabile di tentativi e, nonostante qualche lancio di gamepad che non ha procurato danni al nostro playset, ne siamo rimasti entusiasti, andando a letto in evidente stato di alterazione, ma soddisfatti. Pur non dubitando che giocatori meno avvezzi a giochi estremamente difficili come questo, possano essere infastiditi dalla facilità con cui ci si trova a ripetere aree, a causa di decessi talvolta inevitabili al primo passaggio, abbiamo apprezzato la volontà degli sviluppatori di creare qualcosa che fosse più simile ai platform di un tempo, capaci di impegnare seriamente per il superamento di un nuovo livello, piuttosto che orientati al dare facili soddisfazioni al giocatore. D’altro canto, lo stile grafico di Ethan potrebbe attirare un pubblico ben più giovane del giocatore cresciuto a pane e game over, risultando fin troppo punitivo.
Stiamo parlando, quindi, di un gioco “adatto ai miei figli” come da sezione apposita sul sito ufficiale? Sì e no. Se da una parte abbiamo personaggi cartooneschi e violenza zero, se non per le buffe morti del personaggio, dall’altra la sfida è sempre ad alto livello sia a livello di puzzle, alcuni dei quali abbastanza complessi, che platfoming, rapido e senza agevolazioni, se non una buona presenza di checkpoints sparsi per le mappe. E’ pertanto un bene valutare se tale complessità possa diventare uno stimolo, o addirittura un insegnamento al superare le difficoltà per un bambino, oppure motivo di frustrazione e rabbia. Comunque, c’è da sottolinearlo, noi ragazzini dei ’90s abbiamo affrontato anche di molto peggio. E siamo cresciuti sanissimi. Più o meno.
Tecnicamente alti e bassi, ma level design adeguato
Seppure piuttosto semplice nella sua costituzione, il level design di Ethan – Meteor Hunter, si dimostra ben confezionato e adatto alle meccaniche action/cervellotiche alla base del gameplay, estendendosi sia orizzontalmente che verticalmente, ma solo dalla seconda macro area in poi, con disinvoltura. Il buon ritmo con cui le fasi si alternano viene ben accompagnato tecnicamente da una fisica basilare, ma credibile, e sufficientemente realistica da rendere molti dei tanti livelli a disposizione affrontabili anche in maniere alternative. Gli scontri con i boss, su tutti, necessitano dell’utilizzo intelligente della fisica stessa, giacché Ethan non ha modo di colpire direttamente gli avversari o di fare fuoco, dovendo affidarsi piuttosto alla furbizia e all’utilizzo degli elementi dell’ambiente per avere la meglio sui nemici. Purtroppo, alla libertà offerta dalla fisica, corrisponde qualche malfunzionamento legato proprio all’imprevedibilità che tali elementi portano in-game a differenza della più sicure azioni scriptate. Capita frequentemente di dover usufruire della funzione di reset dello scenario per ripristinare la situazione, dopo aver involontariamente fatto incastrare qualche oggetto nel posto sbagliato. Nulla di grave, ma può diventare fastidioso nel momento in cui una dinamica non direttamente gestibile finisca per mandare in stallo l’ultimo passaggio di un complicato puzzle.
Accettato questo piccolo difetto come l’altra faccia della medaglia dell’avere a che fare con meccaniche basate su gravità ed inerzia, a non convincere del tutto restano solo le animazioni, spesso troppo essenziali, sia per quanto riguarda il personaggio principale che per i mezzi guidabili, estremamente rigidi e poco credibili. La resa visiva in generale è gradevole, colori sgargianti di piattaforme, elementi interattivi o ostacoli, si staccano con un netto rilievo dagli sfondi, poco ispirati e troppo simili tra loro. Sembra mancare una direzione artistica particolarmente intrigante o quantomeno filtro a tema più cartoonesco.
La colonna sonora fa egregiamente il lavoro d’ accompagnamento al differente ritmo imposto dai vari livelli, rendendosi tranquilla e misteriosa quando si ha a che fare con dei puzzle, e frenetica ed incalzante quando si scappa da trappole rotolanti. In chiusura, confermiamo il supporto totale al controllo via gamepad, particolarmente comodo nelle complicate fasi di platform misto puzzle.

– Gameplay divertente

– Difficoltà alta, richiede impegno

– Fasi puzzle e platform ben bilanciate

– A tratti potrebbe risultare frustrante

– Il comparto tecnico poteva essere più curato

– Manca il tocco artistico che fa la differenza

7.0

Ethan: Meteor Hunter è un platform game atipico. Mescola infatti il platforming classico a spiccati elementi puzzle, riuscendo ottimamente nel mix. Sebbene ambisca dichiaratamente ad essere fruito sia dal giocatore che torna dall’ufficio e che vuole rilassarsi, sia dall’hardcore player, in realtà l’alta difficoltà di molte delle aree del gioco potrebbe risultare digeribile solo da una cerchia di giocatori di vecchia scuola, già temprati da alcuni rigidi platform del ventennio passato, e naturalmente portati al voler completare i livelli più volte, al solo scopo del costante miglioramento. Il comparto tecnico non brilla per animazioni o scenografie, ma il buon level design, in grado di estendersi verticalmente oltre che orizzontalmente, riesce comunque a far chiudere un occhio.

I tasselli del puzzle che compongono Ethan – Meteor Hunter si sono congiunti e, sebbene manchi qualche pezzo qua e la, il disegno è perfettamente riconoscibile e meritevole d’essere apprezzato. Noi l’abbiamo fatto, sospendendo l’incredulità provocata dal vedere un topo che solleva macigni con la mente e, anche considerando il basso investimento (9.90 euro per l’edizione base fino ai 29.90 euro per la supporter edition) ci sentiamo di consigliare una prova anche a voi.

Voto Recensione di Ethan Meteor Hunter - Recensione


7