Recensione

Elemental: Fallen Enchantress

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a cura di Sora

Alcune volte i videogiochi hanno il difficile compito di eguagliare il successo del loro precedente capitolo, altre volte devono tentare di affermare un’intera serie, altre volte ancora nascono per porre rimedio a un insuccesso passato. Eh sì, non è facile scalare la classifica di apprezzamento dei giocatori e questa volta nel mirino sembra esserci Stardock, piccola compagnia che si ritrova sotto il giudizio severo del tribunale videoludico, rea di avere sfornato un titolo alquanto penoso che porta il nome di Elemental: War of Magic. Esattamente due anni fa ci ha infatti proposto questo strategico pieno zeppo di bug, così numerosi da rendere pessima la giocabilità. Dopo giochi come Sins of a Solar Empire o Galactic Civilizations, di certo non ci saremmo aspettati un tale colpo basso. Tuttavia, gli sviluppatori hanno saputo reagire e non si sono buttati giù nonostante le critiche del pubblico e dei recensori, portando impavidi sulla platea Elemental: Fallen Enchantress.

I pericoli di un mondo fantasyLa capacità di mettere toppe a un insuccesso passato, come dicevamo prima, è uno dei compiti più ardui per uno sviluppatore, specie per questo Elemental: Fallen Enchantress nato con lo scopo di vendicare il suo predecessore. Era ovvio che la casa di sviluppo si sarebbe messa a lavoro per correggere le varie negatività, mantenendo comunque il campo in cui si è fatta conoscere: la strategia. Per questo motivo le basi per questo nuovo titolo sono rimaste ancorate alla tattica, indirizzandolo sia a tutti coloro che amano gli strategici a turni che agli amanti del fantasy. Sì, perché Stardock ci immerge in un mondo irreale dove avremo la possibilità di scegliere tra otto fazioni differenti, ognuna caratterizzata da specifici punti di forza e debolezze: così, potremo optare per una fazione più diplomatica nel caso non volessimo giungere facilmente alle armi, oppure per una più battagliera se non fossimo fatti per i giri di parole. Qui si raggiunge subito uno dei passi a cui la casa di sviluppo ha voluto dare grande importanza, ovvero la personalizzazione. Oltre a poter decidere uno degli otto schieramenti standard, avremo la possibilità di creare noi stessi una fazione, con tanto di leader, potendo personalizzare sia l’apparenza che le caratteristiche. Un tale mix ruolistico non stona affatto, anzi, dona un maggiore spessore a una selezione già di per sé più che sufficiente. Una volta creato il nostro piccolo regno, il compito principale sarà ovviamente quello di dar vita a più colonie in modo di poter condurre ricerche ed esplorazioni, ritrovare risorse naturali, guadagnare soldi, ottenere il rispetto e la popolarità. Di fatto, nulla di nuovo, in perfetto stile strategico. Tuttavia, il modo in cui è stato caratterizzato l’ambiente di gioco nobilita parzialmente la produzione, vista la vitalità del mondo di Fallen Enchantress. Durante la nostra permanenza, non saranno rari gli spiacevoli incontri con branchi di lupi affamati, o con pericolosissimi draghi impegnati a svolazzare sopra le nostre teste. Non sarà affatto facile sopravvivere e avremo un bisogno impellente di sviluppare un nostro esercito che possa difenderci dalle insidie costanti. Inoltre sarà una buona idea reclutare degli eroi, i quali potranno essere anche incontrati in giro per il mondo: questi condottieri potranno ottenere esperienza, equipaggiare oggetti unici e salire di livello per diventare più potenti, proprio come il personaggio di un gioco di ruolo. Per quanto riguarda il gameplay, se avete giocato a titoli come Master of Orion, Civilization, Alpha Centauri o Galactic Civilizations, non c’è niente da aggiungere. Una differenza è, come dicevamo, la vivacità del mondo di gioco che, soprattutto nelle prime fasi, ci metterà di fronte pericoli non facili da affrontare, come mostri e banditi. Riuscendo a sconfiggere determinati nemici o risolvere alcune quest si potranno ottenere importanti loot, tra cui oggetti speciali da poter utilizzare in battaglia o vendere, che, se equipaggiati, cambieranno l’aspetto del personaggio. Il sistema di combattimento è abbastanza semplice ma tutto sommato soddisfacente, e si potrà scegliere se risolvere le battaglie automaticamente oppure avere un controllo limitato sui personaggi. Sarà in particolare appagante poter creare delle unità uniche per aspetto, abilità e stile di combattimento, al contrario dei soliti strategici in cui si possono sbloccare nuove unità man mano che la tecnologia va avanti e le risorse si accumulano.

La rivincita degli sviluppatoriLa varietà strabiliante di cui il titolo di Stardock è dotato può sbalordire. L’intelligenza artificiale sarà infatti in grado di “abituarsi” allo stile di gioco e di combattimento dei giocatori, reagendo attivamente alle scelte e alle personalizzazioni di una sessione precedente. A ciò e alla profonda personalizzazione, si aggiungono mappe casuali che renderanno il mondo di gioco sempre nuovo. Attenzione, non siamo davanti a un titolo perfetto da questo punto di vista. L’I.A. può venir messa facilmente in difficoltà utilizzando piccole truppe di unità Elite, che spesso non vengono contrastate a dovere e risultano abbastanza sbilanciate rispetto a quelle normali. Nulla che non possa esser corretto con una patch, ma vista la cura posta negli altri aspetti si poteva valutare meglio la situazione. Graficamente parlando, non stiamo gridando al miracolo, ma tutto sommato il lavoro svolto dagli sviluppatori è più che discreto, e regala personaggi davvero ben caratterizzati, ambienti molto vari e curati, animazioni riuscite e soprattutto l’eliminazione di quel fastidioso lag presente nel predecessore, che riguardava anche i movimenti dei diversi bot. L’interfaccia è di facile comprensione, a portata di mouse come ogni strategico che si rispetti. Migliorando di gran lunga il precedente capitolo, anche il sistema delle arti magiche si annuncia con un maggiore spessore, evitando quegli sconcertanti interrogativi che spuntavano quando una magia acquisita compariva dal nulla. Unico peccato vistoso è la mancanza di una vera e propria trama, è troppo banale dar luogo a un mondo che si sta evolvendo abitato da forze in competizione per il sopravvento, e il lavoro svolto nel plot narrativo si mostra come semplice pretesto per dare il via alle vicende. Tutto sommato, il nuovo gioco creato da Stardock non ha nulla da recriminare ai grandi strategici, ponendosi come perfetto capro espiatorio per le colpe del suo prequel.

– Grandissima varietà

– Personalizzabile al massimo

– Mondo curato e pieno di vita

– Rigiocabile

– Poche novità per uno strategico

– Trama scialba che sminuisce il mondo di gioco

– Qualche sbilanciamento legato alla potenza delle unità elite

7.5

Chi ha dato alla compagnia di sviluppo un’altra possibilità ha fatto veramente bene: Elemental: Fallen Enchantress ha tutte le carte in regola per far dimenticare le esperienze di gioco negative che ci ha fatto vivere War of Magic. Grazie a un sistema di personalizzazioni ad hoc, il titolo risulta di una varietà impressionante, potendo dar vita a sessioni di gioco via via differenti. Sia la caratterizzazione del personaggio che della fazione sono veramente dettagliate e donano all’utente una vasta gamma di scelte; oltretutto il mondo è davvero grande, vivo e in movimento. L’intelligenza artificiale infine è ben sviluppata, e la sua unica pecca risiede nella difficoltà con cui risponde agli attacchi di specifiche unità. Se state cercando un gioco con il quale “giocare cinque minuti e poi improvvisamente sono le quattro di mattina”, allora il titolo di Stardock fa al caso vostro!

Voto Recensione di Elemental: Fallen Enchantress - Recensione


7.5