Recensione

Die Hard: Nakatomi Plaza

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a cura di Stefo

Bruce Willis: un mito del cinema violento, sboccato e tipicamente USA (anche se ottimo attore, c’è da dire che ha la faccia fatta apposta per i film incazzati…)Poteva l’industria videoludica lasciarsi scappare la trasposizione di un suo film? No di certo! E così dopo le migliaia di titoli arcade liberamente ispirati alla serie di Die Hard e alll’agente McClane, ecco arrivare un TIE IN ufficiale del primo ed indimenticabile DIE HARD.Eccoci di fronte a DIE HARD: NAKATOMI PLAZA

Un po’ di storiaNakatomi Corporation: un colosso Giapponese che sta conquistando gli USA. In una società di tanto e tale successo, è praticamente immancabile un bel party per festeggiare il Natale e l’anno appena trascorso (ovviamente con un tasso di produttività e guadagni stratosferico).In questo clima si sviluppa la vicenda del gioco (E DEL FILM DA CUI ESSO è TRATTO).Il caso vuole che la moglie dell’agente John McClane (Bruce Willis nel film) lavori proprio alla Nakatomi…e che lui stesso decida di andarla a trovare proprio durante quella festa. Tutto normale, no? Tutto filerebbe liscio come l’olio, se un gruppo di terroristi non avvesse deciso di impossessarsi del palazzo, minacciare il capo della Nakatomi e prendere in ostaggio la moglie di McClane.E qui scatta il momento dell’eroe (David Bowie diceva : “We can be herpes just for one day”): McCLane si inalbera parecchio e parte da solo alla riconquista dei 30 piani della Nakatomi…e della moglie! Starà a voi decidere se ce la farà o meno!

All that glitters ain’t gold!Si accettano scommesse: a che genere apparterrà DIE HARD: NAKATOMI PLAZA? Il primo che risponde puzzle game verrà decapitato…esatto! E’ un bel FPS cattivo!Le premesse per avere un gran gioco c’erano davvero tutte: trama convincente, licenza di un film di grande successo, protagonista carismatico da morire…elementi che trasformerebbero qualsiasi FPS in un gioco accattivante.Purtroppo DH: NP (abbreviazione doverosa) ha non pochi problemi tecnici che lo collocano nel limbo degli FPS. Partiamo a parlare della questione TECNICA.Il primo elemento che balza all’occhio è la grafica…mamma mia, ragazzi…che paura!Il gioco utilizza il famosissimo LithTech Engine, capace di dare vita a buonissimi giochi come Shogo, No One Lives Forever, Alien Vs Predator. Non un mostro come il motore di Quake 3, ma uno strumento onesto per ottenere buonissimi risultati. Nessuno si offenda, se dico che in questo gioco il motore dei Monolith è sfruttato a meno del 50% delle suo possibilità! Tanto per cominciare è lento e pesantissimo da gestire, anche su pc di fascia media. I requisiti riportati sulla confezione sono PURAMENTE indicativi! Tra l’altro questa lentezza non è giustificabile. Le texture sono scialbe e poco profonde. Gli ambienti della Nakatomi, per quanto è facile che siano tutti uguali (è un grattacielo…) risultano anonimi come pochi altri…tutto da l’idea di essere piatto e poco coinvolgente. In più l’interazione fra protagonista ed ambientazion, è ridota alla sola possibilità di aprire porte o raccogliere i tipici power up.Anche i corpi dei nostri nemici non sono di certo lo stato dell’arte! ANZI! I corpi sono poco definiti, i volti non sono per nulla espressivi ed i movimenti sono assolutamente inadeguati. Sembrano dei veri e propri manichini. Scaricargli addosso un caricatore di cartucce non provocherà su di loro alcun danno visibile (se non un po’ di sangue). Ma improvvisamente crolleranno al suolo senza alcun graffio…e come hanno fatto a morire? Mistero…Mandare a segno dei colpi, poi, non è semplicissimo proprio a causa di imperfezioni grafiche incredibili. Le collisioni fa oggetti sono approssimative come non mai, così come l’occupazione nello spazio dei nemici. A volte si vedono anche se sono dietro a dei muri…e pensate che si riescono anche a colpire (anche se solo in un paio di casi è successo). Le superfici renderizzate, quindi, non si armonizzano per niente…in quanto non riescono ad intrecciarsi come dovrebbero.Altro discorso, invece, merita il comparto sonoro.Pur non supportando finezze tecniche come l’EAX, o audio posizionale avanzato, c’è proprio da dire che svolge bene il suo compito. Il doppiaggio è perfetto (anche se in inglese), e riesce a coinvolgere molto. Abbastanza tese anche le musiche di accompagnamento. Buoni gli effetti sonori delle armi. Insomma, nulla di eccellente, ma rispettoa quanto visto per la grafica siamo su altri livelli. Forse il comparto migliore del gioco.Lo ripeto alla nausea in tutte le recensioni: la grafica non è tutto…e di solito lo faccio quando a livello di giocabilità e longevità c’è qualcosa di spessore…questa sarà l’eccezione che conferma la regola! Die Hard è un FPS classico, senza innovazioni di sorta. C’è un buon tentativo, ma purtroppo non sfruttato. Si tratta della barra energetica: essa non è più singola, ma divisa in 3 sezioni distinte. La salute vera e propria, il morale e l’energia. In realtà questo non influenza molto il gioco, se non per il fatto che quando si corre troppo il nostro eroe si stanca e sembra Gianni Comandini…fermo inchiodato in campo!Insomma: una feature che avrebbe potuto lavorare molto meglio.Purtroppo la lentezza del gioco, l’imprecisione grafica non ci permettono di godere dell’esperienza di gioco in maniera decente. Se a questo aggiungiamo l’IDIOZIA artificiale particolarmente marcata…siamo a cavallo. Anche a livello di calibrazione di difficoltà non ci siamo proprio. Uscire dalla prima stanza praticamente senza armi di sorta è spaventosamente difficoltoso…poi si trova il mitra e le cose cambiano radicalmente! Probabilmente si voleva enfatizzare un po’ la questione psicologica di McClane: solo, senza armi in una “trappola di cristallo”…un uomo solo contro tutti…ma forse la cosa è stata un po’ troppo estremizzata. C’è anche, purtroppo, da dire, che una volta che avrete raccolto un mitra avrete ben poco altro a disposizione.Le armi in totale sono SOLO 5, corredate da altri gingilli poco utili e di solo contorno come il distintivo o lo zippo. Risultano, invece più utili la radio walkie talkie o l’estintore.In queste condizioni, parlare di longevità è quasi superfluo. Anche qui qualcosa si salva: ci sarebbero ben 30 piani di palazzo da visitare, il che non è per nulla poco! Purtroppo la voglia di giocarli tutti è davvero pochissima! Ma il vero fondo lo si tocca dicendo la parola MULTIPLAYER. Chi ha sbirciato già nel box apposito, avrà letto una frase quasi inconcepibile nel 2002: “Nessuna modalità multiplayer supportata”. Ribadisco…è vero! E la longevità crolla in maniera determinante. Per carità: io gli FPS li gioco principalmente in single player, ma sapere che si può giocare e non farlo è diverso dal NON POTERLO FARE.. Conclusioni? Leggiamole nel commento

HARDWARE

I requisiti Hradware sono un banfa totale: io ve li riporto per dovere di cronaca. Processore 400Mhz, 128Mb ram, Scheda video Direct 3D da 16Mb, CD-ROm 4X, Mouse, Tastiera, 660mb di spazio su HD, Scheda Audio comaptibile DirectX 8. Ma viconsiglio qualcosa di moolto più pompato!

MULTIPLAYER

Nessuna modalità multiplayer supportata.

– Trama avvincente

– Sonoro convincente

– Realizzazione tecnica scadente

– Nessuna modalità mulitplayer

– Povertà di oggetti e di interazione.

5.8

Recensire Die Hard dopo aver giocato 2 settimane intense a Soldier Of Fortune 2 è stato un trauma colossale! Capirete anche voi come mi sento: criticare il lavoro di altri è sempre uno sporco lavoro…ma qui purtroppo ce poco da salvare! La licenza di Die Hard avrebbe dovuto produrre un titolone senza eguali, ed invece siamo qui a parlare di un mediocre FPS tecnicamente scadente e con il tasso di coinvolgimento di un criceto sulla ruota di plastica. Mi aspettavo molto di più, davvero. Non c’è altro da aggiungere…se siete dei fan sfegatati della pellicola, forse (ma dico FORSE), troverete un motivo valido per giocarci un po’. Se non rientrate in questa cerchia, vi do un consiglio: LASCIATE PERDERE.

Voto Recensione di Die Hard: Nakatomi Plaza - Recensione


5.8