Anteprima

Deus Ex: Human Revolution

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a cura di andymonza

Per quanto il 2011 si profili come un’annata ricchissima di titoli mozzafiato, c’è senza dubbio una certa fetta d’utenza che ha occhi ed orecchie per un solo nome: Deus Ex: Human Revolution rappresenta per molti la promessa di un grande ritorno, quello di un titolo capace di entrare di diritto tra le leggende del videogame. Una recente visita negli studi del publisher italiano Halifax ci ha permesso di mettere le mani sulle prime tre ore circa di una versione quasi definitiva del titolo, delle quali vi offriamo una copertura spezzata in due: nelle righe che seguono troverete una trattazione introduttiva dedicata ai dettagli emersi durante le primissime fasi di gioco, mentre il 24 Febbraio vi proporremo un hands on completo di tutte le impressioni preliminari.

Alle origini della fantascienzaI primi minuti di Deus Ex: Human Revolution non mancheranno di lasciare a bocca aperta gli appassionati di quella fantascienza “classica” e molto terra terra che dagli anni ’50 agli ’80 ha riempito gli scaffali (e poco dopo, le sale cinematografiche) di tutto il mondo, proponendo universi possibili, personaggi tormentati, evoluzioni della razza umana del tutto credibili (e spesso preoccupanti): Philip K. Dick, J. G. Ballard, Isaac Asimov, Ray Bradbury, questi sono i nomi che affollano la mente quando sullo schermo si inseguono le fugaci inquadrature della lunga sequenza introduttiva. Il 2027 di Square Enix è al tempo stesso lucido e polveroso, alienante nei suoi toni giallastri e nei suoi ambienti asettici. E’, naturalmente, un futuro caratterizzato da una grande crisi che minaccia di scuotere le fondamenta della civiltà: il transumanismo, ovvero la filosofia secondo la quale applicare miglioramenti tecnologici al corpo umano sia giusto e lecito, dilaga grazie al progresso, che permette ormai di acquistare vere e proprie augmentation per il proprio organismo. Migliorare le proprie capacità fisiche, sconfiggere gli handicap, le menomazioni e finanche la morte stessa sono prospettive affascinanti per le masse ed ancor di più per le multinazionali che portano avanti la ricerca, le quali vedono in questa evoluzione scientifica un’opportunità per registrare fatturati da capogiro. In questa corsa all’oro c’è tuttavia chi tenta di ribellarsi a quella che considera una follia dilagante, tramite movimenti pseudo rivoluzionari (pensate ad una Greenpeace che si opponga alla nanotecnologia) disposti a tutto pur di sabotare il progresso: non tutti infatti possono permettersi i costosi processi di augmentation, ed alcuni arrivano a considerarli un insulto all’inviolabilità del corpo umano. Questo spinge le multinazionali interessate ad assumere prestigiose società di sicurezza al fine di proteggere le proprie preziose scoperte, tanto dai movimenti d’opposizione, quanto dallo spionaggio industriale. La Sarif Industries è tuttavia l’unica ad aver optato per un agente interno, un ex SWAT perfetto per il compito: il lavoro del protagonista Adam Jensen consiste proprio nel prevenire, o eventualmente sopprimere, qualunque tentativo di violazione nei confronti delle proprietà della multinazionale. Una volta preso il controllo del personaggio ci ritroveremo in uno degli uffici della Sarif, e potremo scoprire sin da subito la grande cura con cui il massiccio background narrativo del titolo è stato elaborato e stratificato all’interno delle ambientazioni di gioco: certi dettagli non si possono non notare, altri andranno accuratamente disseppelliti. A seconda della curiosità, della pazienza e della voglia di conoscere, il giocatore potrà spendere molto tempo a perlustrare ogni angolo in cerca di brandelli d’informazione, aprendo armadietti, leggendo di nascosto log testuali, sbirciando nelle altrui e-mail: un’attività interessante, che sin dai primi istanti regala alcune interessanti scoperte. Un frammento di mail, un dialogo lasciato a metà, e ben presto scopriamo che gli innesti marchiati Sarif non sempre vengono accettati dal corpo umano nel migliore dei modi, e che la multinazionale sta facendo di tutto per insabbiare il nascituro scandalo.

Teoria del complottoCon la mente affollata da queste inquietanti considerazioni, attraverso gli occhi di Adam prendiamo parte ad una sorta di “giro guidato” delle Sarif Industries, dove grazie ad ampie vetrate possiamo osservare gli scienziati al lavoro sulle augmentation, il cui sviluppo è evidentemente in mano all’esercito: non vediamo infatti super atleti o applicazioni utili per la vita di tutti i giorni, bensì vere e proprie armi, come il Typhoon, ovvero l’impianto di sfere esplosive che dall’interno del corpo possono essere espulse a grande velocità ad un comando, polverizzando tutto nei dintorni. Nonostante Megan Reed, l’attraente capo del progetto, tenti di rassicurare Adam e di convincerlo che i contratti militari siano semplicemente una fonte di denaro per arrivare alla vera ricerca, egli sa benissimo come andrà a finire: la Sarif è ormai a tutti gli effetti un contractor per la difesa, e non si tratta di una partnership temporanea. Proprio quando il dialogo tra Adam e Megan si fa interessante, suggerendo qualche trascorso sentimentale, la situazione precipita: l’ossessivo strillare di un allarme ed una chiamata via radio ci informano che un gruppo di Pro Human Purists (uno dei movimenti rivoluzionari di cui sopra) è penetrato nella struttura: imbracciato il fucile d’ordinanza, ci gettiamo all’inseguimento.

Sei solo umanoQui inizia il tutorial vero e proprio, ideato per permettere al giocatore di familiarizzare con le meccaniche di combattimento: una scelta obbligata, dato che Deus Ex: Human Revolution non si comporta come lo sparatutto medio. “Non aspettatevi il classico gameplay alla Call of Duty” afferma Jean Francois Dugas, capo del progetto, “è un gioco oggettivamente difficile, e non sfruttare a dovere le coperture significherà morire ad ogni piè sospinto”. Il cover system proposto dagli sviluppatori sposta la visuale dalla prima alla terza persona, proponendo un’inquadratura a tre quarti del protagonista, dalla quale è possibile fare fuoco sia alla cieca, sia sporgendosi e mirando. Sfruttare a dovere i ripari si rivela fondamentale soprattutto in questa sequenza introduttiva, dove Adam non ha a disposizione alcun tipo di augmentation. Stanza dopo stanza, corridoio dopo corridoio, affrontiamo i rivoluzionari che ben armati hanno assaltato la facilty, scoprendo quanto l’ottima Intelligenza Artificiale ed il grande danno inferto da ogni singolo colpo a segno possano creare più di un grattacapo. Interessante è la possibilità anche in questa sequenza introduttiva di sfruttare le capacità stealth di Adam: per quanto ancora sprovvisti di aiuti tecnologici, scopriamo come muoversi con lentezza e tenersi lontano dal campo visivo dei nemici permetta di aggirarli e metterli fuori gioco con una semplice mossa da corpo a corpo. L’aspetto più interessante di questi due stili di gameplay è il fatto che convivano e si compenetrino di continuo, lasciando totale libertà sul campo al giocatore.Terminata la breve sequela di scontri tutto sommato lineari, Adam incontra il suo destino: inutile dire che tutto cambierà, e che la storia avrà finalmente inizio.

Fantascienza d’autoreMezz’ora scarsa di gioco, eppure molto da dire: è la testimonianza di quanto il sostrato narrativo e scenico di Deus Ex: Human Revolution sia denso e ricco di citazioni, rimandi e qualche idea originale. Già i primi dialoghi fanno intuire quanto gli sceneggiatori siano abili e capaci nel tratteggiare psicologie convincenti, e di farle interagire in maniera credibile. Notevole poi la quantità e la qualità di citazioni e rimandi più o meno voluti, da quelli più banali ed evidenti, Blade Runner e Neuromante su tutti, a quelli inaspettati e recenti, come una neo-genesi del protagonista che non può non ricordare Mass Effect 2. Il tutto accompagnato da una direzione artistica molto curata, che apparentemente riuscirà a dire la sua nell’affollatissimo contesto dei “futuri possibili”, e ancor più importante, da un accompagnamento musicale che già sin d’ora appare eccezionale: ovvi richiami a Vangelis, qualche loop che sembra uscire dalla recente colonna sonora di Tron a cura dei Daft Punk e ritmiche lente si mescolano in tappeti sonori di grande spessore.

– Spirito originale apparentemente intatto

– Comparto narrativo denso e stratificato

– Personaggi di spessore

– Combat fluido

Per quanto il cuore del gamplay siano senza dubbio le augmentation, la crescita del personaggio e soprattutto il libero arbitrio, tutti elementi assenti in questo breve tutorial, l’anima di Deus Ex: Human Revolution si è già palesata, e la notizia che tutti stavate aspettando è finalmente confermata. Lo spirito del titolo originale è intatto: questa affermazione andrà naturalmente supportata da un gran numero di ulteriori considerazioni sulla qualità della trama, sulle peculiarità del gameplay e molto altro, tutte informazioni di cui al momento siamo sprovvisti. Tutto quello che possiamo dirvi è che c’è più di una ragione per sperare per il meglio. Rimanete con noi per tutti i prossimi aggiornamenti, a presto su queste pagine.