Recensione

Death to Spies

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a cura di Batiza

Lo SMERSH è un servizio di controspionaggio russo. Nell’aprile 1944, un soldato sovietico (Semion Strogov) facente parte di questo corpo speciale viene mandato nel quartier generale nazista al fine di carpire informazioni ed eliminare ogni possibile ostacolo all’avanzare dell’Armata Rossa. Compito del giocatore sarà quello di impersonare il protagonista, novello “Hitman/Sam Fisher”, cercando di eludere le difese del Fuhrer e colpire finalmente al cuore il Terzo Reich per poi confrontarsi anche con le forze armate statunitensi. I complessi algoritmi dell’intelligenza artificiale renderanno questo compito dannatamente difficile e frustrante, ma il risultato potrà anche essere appagante.

Intelligenza artificiale superiore?Su questo dobbiamo convenire con quanto promesso dal team di programmazione: il sistema di I.A. dei nemici è effettivamente molto evoluto e non presenta bug particolari. DTS, infatti, è improntato principalmente sulla componente stealth, cui si aggiunge anche un significativo approccio tattico. Si alternano, quindi, sezioni in cui è necessario nascondersi e situazioni in cui bisogna rubare un’uniforme, oppure un abito, per mimetizzarsi agli occhi del nemico sfuggendo così alla sorveglianza degli avversari che, inutile a dirsi, è diabolica. Questi saranno in grado di notare ogni minimo dettaglio, in particolare quelli comportamentali (oltre ai particolari relativi alle uniformi ed ai gradi sulle spalline: bisogna infatti rispettare le gerarchie militari dei nemici in ogni azione compiuta al fine di non destare sospetti) per tentare di smascherare ogni possibile intruso. All’inizio di ogni livello vestiremo un’uniforme di base. Successivamente potremo (o dovremo, a seconda dei casi) vestire i panni di un contadino, di un meccanico, di un camionista, di una guardia, di un soldato nazista, di un funzionario del Reich (le divise di questi ultimi, tra l’altro, permettono di accedere a zone “riservate” del gioco, per cui in alcuni passaggi sono fondamentali) cambiando continuamente d’abito. Come si manifesta, però, in concreto questa I.A. così evoluta? Un esempio su tutti: se vi travestite da contadino e poi andate in giro con aria circospetta tra gli alberi, oppure entrate in edifici insoliti per la tipologia del personaggio, i nemici se ne accorgeranno immediatamente. Sarebbe molto più sicuro, sempre attenendoci all’esempio, vestirsi da guardia armata o da funzionario, cosa che non è però possibile in tutte le fasi del gioco. Divertente e macchinoso, tale sistema metterà a dura prova la vostra materia grigia fino a diventare, talvolta, frustrante per via dell’elevato livello di difficoltà.A nostro avviso, l’arma migliore da avere in questo gioco, oltre ad un pizzico di astuzia, è la pazienza, perchè la forza bruta non porterà mai da nessuna parte (a tal proposito ricordatevi anche che se uccidete un nemico a colpi d’arma da fuoco, dopo non vi sarà possibile rubargli l’uniforme, in quanto danneggiata e sporca di sangue: coerenza assoluta!). Il gioco implementa dunque una delle migliori I.A. attualmente in circolazione sebbene, a volte, il livello di difficoltà appaia eccessivo.

Giocabilità DTS non è un gioco per principianti, ma è un prodotto rivolto a persone che abbiano masticato e divorato decine di stealth game. Cosa ancor più rilevante, è che tutto il sistema di controllo, nonchè la risposta ai comandi, è stato pensato per adattarsi ad un disegno preciso, calcolato nei minimi dettagli. Questo vuol dire che ogni movimento del protagonista produce una conseguenza precisa nei confronti dei nemici e, in questo inquadramento dei fatti, ogni scelta dovrà rispondere ad un realistico meccanismo di causa-effetto (ma variabile, a seconda della circostanza ambientale): se ci muoviamo acquattati tra i fili d’erba per causare un’imboscata dobbiamo comunque stare attenti perchè le nostre vittime noteranno i movimenti sospetti della vegetazione. Nulla è lasciato al caso: ogni elemento presente nel gioco ha una sua utilità o funzione, proprio come se fossimo in un mondo reale e ci dovessimo nascondere da persone in carne ed ossa. DTS è strutturato, in questo senso, con un realismo che rasenta quasi la devozione nei confronti del nostro mondo fisico: tutto è conforme a parametri di assoluta realtà, compresi i tempi di ricarica delle armi, riprodotte fedelmente nella gittata e nella precisione, così da far risultare problematico, ad esempio, affrontare tre nemici contemporaneamente. La curva di apprendimento è piuttosto lunga, ma ben calibrata: si tratta del classico gioco in cui, una volta presa dimestichezza con i comandi, vi sentirete dei veri e propri professionisti del settore e, inutile dirlo, portare a termine una missione sarà estremamente appagante. La varietà di situazioni presenti, inoltre, ci porterà a svolgere i compiti più biechi, tra cui scassinare serrature e creare diversivi per distrarre i nemici (fischiettando, lanciando qualche fumogeno o ancora causando volontariamente rumore spostando degli oggetti). Il lavoro svolto dai programmatori è, da questo punto di vista, encomiabile.

Grafica, sonoro ed altroLa realizzazione tecnica probabilmente è il punto più debole del gioco. Se fossimo dei materialisti allo stato puro, come in effetti siamo, saremmo tentati di non andare oltre i primi quattro soldati incontrati nel corso dell’avventura. Dal punto di vista visivo, questo DTS è appena sufficiente. I modelli dei soldati, protagonista compreso, sono scarni e potrebbero tranquillamente ricordare titoli di un paio di generazioni fa. A causa di volti poco dettagliati, per niente distinguibili tra loro, si ha una sensazione di generale trascuratezza che rimane costante durante tutta l’esperienza di gioco. Gli spazi esterni sono realizzati in modo superificiale con uno sforzo, rivolto al dettaglio riuscito soltanto in parte. Più che altro dovremo destreggiarci tra le foreste e i campi dei soldati ma, purtroppo, la vegetazione è tutt’altro che memorabile. Sebbene ad una prima occhiata possa sembrare piacevole, avvicinandosi ad un albero emerge tutta la sua pochezza grafica (e parlo del gioco con i dettagli e la risoluzione al massimo…). Leggermente migliore, ed è qui che si raggiunge una sufficienza abbondante, la situazione relativa ai campi armati dei nemici, nonchè la realizzazione degli interni, paragonabili a quanto visto in Mafia (2002!!!). Le textures inoltre sono complessivamente inferiori agli standard attuali, a fronte di un motore grafico non esattamente leggerissimo.Il comparto audio, invece, è tutto sommato buono. Musiche non particolarmente degne di nota (anche perchè quasi assenti, tolti alcuni passaggi), ma ben fatte, accompagneranno il raggiungimento dei nostri obbiettivi. Discreti anche gli effetti sonori. Una nota favorevole, inoltre, è da attribuire al doppiaggio in italiano che, seppure non affidato a doppiatori professionisti, svolge onestamente il suo compito. Un ultima nota, dolente, riguarda invece le lacune di programmazione. Sembra di trovarsi di fronte ad un software per niente ottimizzato a funzionare sotto Windows XP: il gioco impiega un’eternità per l’inizializzazione e trascorrono interi minuti prima di poter finalmente, giocare (nonostante la configurazione di prova fosse un PC di fascia medio-alta, dotato di Geforce 8800GT con 1 Gb di memoria video). Da non disperare comunque, si è visto decisamente di peggio.

LongevitàLe missioni sono sei (sette se includiamo il dettagliatissimo, ma noiosissimo, addestramento) e tutte decisamente varie, oltre che difficilissime: è ostico anche il livello di difficoltà più basso, mentre quello più alto è addirittura proibitivo. Ogni area di gioco è immensa, si parla di circa sette chilometri quadrati di mappe esplorabili che è un po’ come dire che, se riuscite a non perdervi, una missione può essere eseguita in decine di modi diversi ed è improbabile, anche volendo, portarne a termine una, due volte, nello stesso modo. Questo fattore assicurerebbe una rigiocabilità altissima, almeno in linea teorica, se non fosse che alla lunga DTS annoia e, a nostro avviso, difficilmente lo si ricomincerà per “finirlo” in un modo diverso.

HARDWARE

S.O.: Windows 2000/XP/VistaProcessore a 1,7 GhzRam: 512 MbLettore DVD-RomDisco fisso: 3 Gb di spazio liberoScheda audio compatibile con le DirectxScheda video: Nvidia Geforce 5200/Ati 9500, entrambe con 128 Mb di memoria video

MULTIPLAYER

Assente

– Giocabilità soddisfacente

– Longevità e varietà di situazioni

– Complessivamente un buon prodotto

– Estremamente realistico…

– Grafica soltanto sufficiente

– Difficile e frustrante

– Per nulla immediato

– …fin troppo

7.0

Nel dover dare un giudizio complessivo a questo prodotto, non nascondiamo le difficoltà di valutazione. La perplessità di trovarsi dinanzi a un gioco con una siffatta realizzazione grafica, nel 2008, potrebbe lasciare cadere qualsiasi entusiasmo. Death to Spies si salva allorquando si decida di andare oltre l’aspetto estetico per analizzare, anche dal punto di vista psicologico, un titolo che in fondo è riservato solo a pochi, perché richiede una dose di pazienza fuori dal comune. A fronte di una componente stealth così marcata, se ne consiglia l’acquisto soltanto ai puristi del genere, che qui troveranno ciò che hanno sempre cercato. Chi avesse voglia , invece, di un buon gioco di infiltrazione, ma non così impegnativo, potrebbe meglio optare per la saga di Splinter Cell che rappresenta ancora oggi l’indiscusso punto di riferimento per tutti gli appassionati.

Voto Recensione di Death to Spies - Recensione


7