Recensione

Dead or Alive 3 (Jap)

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a cura di Ryuken

Tecmo è stata di parola, tutto ciò che aveva promesso è stato mantenuto. Infatti, la softco aveva, per mesi, distribuito e sbandierato le caratteristiche, secondo loro, sbalorditive del nuovo capitolo di DoA; talmente sbalorditive che il gioco è stato programmato in esclusiva per Xbox l’unica console dalle potenzialità hardware adeguate a rappresentare ciò che i componenti del famigerato Team Ninja avevano in mente.La serie di DoA, prima ancora che su console, vide la luce in sala giochi sulla scheda arcade Model 2 di Sega, sulla quale girava il primo episodio e su Naomi per ciò che concerne il secondo.La particolarità del prodotto è da ricercarsi sin dagli albori nella natura un poco equivoca che vede le lottatrici (sulle quali il gioco mette molta enfasi) disegnate come tutti i maniaci in erba vorrebbero e con il ballonzolamento degli enormi seni spinto all’ennesima potenza.Questa natura un po’ hentai ha dato una spinta a dir poco stupefacente ad un picchiaduro che, attenzione, già di per se rappresentava una valida alternativa ai vari Tekken e Virtua Fighter che hai tempi furoreggiavano su Saturn e PSX.Naturalmente, oltre alle gentili donzelle DoA presentava anche degli energumeni mica da ridere e dalle tecniche di combattimento spettacolari (uno su tutti Jean Lee). A livello di gameplay Tecmo cercò di tirare fuori un qualcosa di nuovo non presente nei titoli concorrenti, in altre parole, un sistema di prese, mosse e contromosse poco intuitivo ma alla lunga, una volta appreso, davvero appagante. In altre parole una volta attaccati da una raffica di colpi avversari potevamo decidere se proteggerci con la classica parata e subirci tutta la combo fino al termine e successivamente contrattaccare oppure (e qui stava l’innovazione) tentare di prevedere le mosse del nostro contendente bloccandogli il braccio o la gamba ancor prima che la sua serie di colpi iniziasse, prodigandosi successivamente in contrattacchi spettacolari e devastanti.Con l’avvento delle console della nuova generazione, Tecmo decise di trasporre il secondo capitolo di DoA per codeste macchine, DC prima e PS2 poi.Il secondo episodio non presentava eccessive varianti allo schema di combattimenti ma introduceva, oltre ad un grafica che non aveva nulla da invidiare al coin op, un’interazione con gli ambienti davvero entusiasmate e coinvolgente; come ben saprete, quasi tutti gli stage erano formati da più ambientazioni visitabili, durante i combattimenti, solamente quando ad esempio si precipitava da un grattacielo, per un dirupo o ancora si veniva scaraventati dalla finestra di un’antica cattedrale. Un’altra introduzione della quale la serie si può vantare riguarda la modalità Tag Battle applicata per la prima volta ad un picchiaduro poligonale.Adesso coloro che non hanno mai giocato ad un DoA, si staranno chiedendo come mai la saga non sia diventata la dominatrice della scena mazzuolatoria su console; bhè, a dire il vero, questi ottimi prodotti hanno sempre sofferto di un difettuccio non indifferente, cioè quello della scarsa longevità dovuta ad un numero poco elevato di personaggi nascosti, da un’eccessiva facilità di gioco e dai pochi extra sbloccabili. Nonostante ciò la serie gode comunque di una gran reputazione che è stata confermata anche dal terzo episodio.

Ma che Hard Disk grande che haiProprio così, Xbox è la console più capiente del mercato in quanto a dati memorizzabili nel suo HD e la grafica a dir poco stupefacente di DoA3 n’è la prima dimostrazione di forza.Si nota subito che lo stile grafico utilizzato in DoA2 non è stato stravolto ma ampliato e perfezionato in maniera mastodontica.I personaggi sono composti da un numero spropositato di poligoni e sfoggiano delle texture dalla bellezza allucinate nonché delle animazioni che lasciano basiti.I movimenti degli occhi, delle bocche, dei seni e dei capelli hanno perso definitivamente quel nonsochè di gommoso e finto.Se avete poi un monitor o una TV dalla risoluzione sufficientemente alta, vi potrete godere un livello di dettaglio pazzesco, reso possibile da un massiccio utilizzo del bump mapping.Le meraviglie grafiche non si limitano solamente ai personaggi ma appaiono ancor più palesi appena ci si sofferma un attimo ad ammirare la vastità e la realizzazione pressoché perfetta degli ambienti, che assumono ancor maggiore valore strategico rispetto a DoA2.In questi ultimi saranno di fondamentale importanza, durante i combattimenti, anche le sconnessioni del terreno e i dislivelli, i quali ci permetteranno di combattere su di un piano “altimetrico” differente rispetto a quello del nostro contendente.Anche i nuovi stage sono formati da più parti visitabili una volta scagliati, o scagliato l’avversario, in essi.Gli stili di combattimento sono riprodotti in maniera ancor più veritiera e aderente alla realtà, confermando una volta di più la bontà delle animazioni applicate ai personaggi che si avvalgono ora di un sistema d’animazione muscolare il quale si nota nella visualizzazione degli impatti dei colpi che, talvolta, sono accompagnati da un effetto rallentatore (alla Matrix) per enfatizzarne la potenza.Infine, la fluidità di gioco regna sovrana e la freneticità d’azione è senza quartiere; il motore grafico è assolutamente il migliore fin ad ora implementato in un picchiaduro casalingo e non.Una cosa che non mi è però molto piaciuta è la gestione atroce della telecamera nello scontro con il boss finale, assolutamente da mal di mare; ma credo che sia stata messa lì apposta per enfatizzare lo scontro.I filmati conclusivi, varianti da personaggio a personaggio, sono ottimi e di livello superiore rispetto alle sequenze precalcolate viste nel secondo episodio.

Picchia tu che picchio anch’ioIl lineup di combattenti è stato arricchito da tre new entry, le quali hanno alzato il numero di combattenti disponibili, se non sopra la media dei titoli del genere, almeno ad un livello soddisfacente rapportato alla qualità grafica del picchiaduro Tecmo.Il cast è il seguente: Kasumi, Christie, Hitomi, Helena, Aya, Lei Fan, Tina, Brad Wong, Hayate, Jean Lee, Bayman, Zac, Ryu Falcon, Bass, Gen Fu e Leon. A questi vanno aggiunti un personaggio nascosto e il solito boss finale che in questo terzo episodio pare più sottotono che mai (chissà perché il Team Ninja è poco ispirato nel realizzare il mostro di fine mondo, mah!).A parte queste aggiunte il gioco (apparentemente) non si discosta di molto da DoA2: stessa struttura, stessa modalità Tag Battle, stesso stile di gioco basato sulle contromosse.Ci sono però molte migliorie notabili solamente dopo aver preso la mano e riguardanti l’aumento della complessità delle ambientazioni che a loro volta richiedono dei movimenti molto più complessi.Per esempio, i personaggi escono dalle prese in maniera differente a seconda di quanto spazio hanno attorno, inoltre alcune mosse cambiano con la differenza dell’altezza e della stazza fra i vari personaggi: ad esempio, una presa standard al collo può diventare una presa alle gambe se il nostro contendente si trova su di un livello più alto.Un altro cambiamento degno di nota è da ricercarsi nel sistema di movimento che, invece di essere realizzabile con la pressione combinata di un tasto e della croce direzionale, stavolta si avvale del classico passo in profondità effettuabile unicamente con la doppia pressione dei tasti direzionali, maggiormente intuitivo e realistico.Le tre nuove entrate si sono adattate alla grande con gli ambienti e gli altri fighters, dimostrando che i componenti del team di sviluppo hanno ben testato i nuovi personaggi prima di buttarli nella mischia.Brad Wong pratica lo stile dell’ubriaco ammirato in parecchi film targati Hong Kong anni settanta e praticato anche da altri illustri personaggi dei videogames. Molto interessante si rivela Christie con il suo She Quan (branca del Kung Fu), mentre Hitomi si rivela un personaggio forte ed equilibrato con il suo Karate.L’impianto di combattimento non è variato e se da un lato ciò rende immediato, ai più esperti, la presa di confidenza con i comandi dall’altro “puzza” un po’ di poca innovazione.Insomma, qualcosa di più andava forse fatto ma accontentiamoci.Dovrete utilizzare i soliti tre tasti azione: pugno, calcio e free per le counter e in combinazione con il pugno per le prese, esattamente come accadeva in DoA2.

Anche l’orecchio vuole la sua parteIl lato audio può essere tranquillamente considerato all’altezza di quello video con delle colonne rockeggianti al limite dell’heavy metal che a me piacciono tanto e che conferiscono adrenalina pura all’azione.Tra le tracce che potrete ascoltare ci sono due e dico due brani composti per l’occasione dagli Aerosmith: uno nella sequenza di apertura del gioco e uno in quella di chiusura.Il doppiaggio in giapponese sottotitolato in inglese dona carisma e violenza audiovisiva al gioco.Chiudiamo con gli effetti sonori e gli urletti di battaglia nettamente sopra la media del genere.

Una ciambella riuscita (quasi) col bucoGrafica senza eguali, sonoro eccellente, elevata giocabilità sono tutti ingredienti che fanno pensare ad un capolavoro privo di difetti.DoA3 è un capolavoro ma non privo di difetti! Infatti, seppur migliorata, la longevità rimane il tallone d’Achille anche di DoA3.E’ vero il numero di personaggi è aumentato, le varianti alle mosse sono di più e poi ci sono sempre gli extra da sbloccare e la modalità Tag ma resta un difetto di fondo: finire lo Story Mode a qualsiasi livello di difficoltà lo affrontiate non è impresa assai gravosa; solo il livello di difficoltà Hard potrebbe presentarsi discretamente impegnativo e nulla più.Peccato! Per carità, giocare all’ultima fatica del Team Ninja è uno spasso ed i giocatori meno smaliziati o i novizi del genere potrebbero pensarla in maniera diametralmente opposta alla mia, in tal caso vi chiedo venia ma io sono cresciuto nell’era dei picchiaduro 2D, epoca nella quale raggiungere il boss di fine livello e BATTERLO voleva dire impegnare una settimana buona di gioco e non un’oretta!

– Grafica e sonoro mai visti ne sentiti prima.

– Buona evoluzione dei combattimenti.

Interessante modalità multiplayer.

Longevità solo discreta.

– Poca innovazione a livello di gameplay.

– Mostro di fine livello insulso.

9

Un titolo di lancio azzeccatissimo che si pone come termine di paragone a livello audiovisivo per i titoli a venire.

VF4, Soul Calibur 2 e T4 sono avvertiti!

Voto Recensione di Dead or Alive 3 (Jap) - Recensione


9