Anteprima

Darkspore

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a cura di Sidmarko

Dopo la mancata consacrazione del “simulatore di evoluzione”, Spore, Maxis torna a riproporre il brand sotto le medesime spoglie grottesche dell’originale, ma inserendolo all’interno di un contesto ludico completamente differente: un RPG d’azione “alla Diablo”. Si tratta di una scelta decisamente nuova per questa software house, che ha abituato i suoi fan a generi meno dinamici e più cervellotici. Basti pensare al suo curriculum, che vanta la saga del simulatore di vita, The Sims, e del city builder per eccellenza SimCity. Insomma, niente a che vedere con hack ‘n’ slash e simili. Ma c’è sempre una prima volta. Speriamo solo che l’iniziazione all’action RPG di Maxis, non paghi troppo l’assenza di Will Wright tra le sue fila, dimessosi dall’azienda circa un anno fa per approdare alla The Stupid Fun Club.

Giocare con il DNA può essere molto pericoloso…Stiamo pur sempre parlando del brand Spore, non di Spore 2 sia chiaro, ma DNA ed evoluzione rimangono il motore trainante dell’intera esperienza di gioco, a partire dal concept narrativo. All’intero di un Universo in puro stile sci-fi, la razza dei Crogenitors ha scoperto il modo di trasferire il DNA per modificare le forme di vita presenti sugli altri pianeti. Queste ricerche hanno portato alla nascita dei Living Weapons, creature dotate di grandi abilità e protagoniste di azioni leggendarie, nel bene e nel male. Da questo momento, i Crogenitors decidono di aumentare ulteriormente la forza di queste creature tramite l’ausilio dell’exponential DNA, che permette il trasferimento del DNA fra creature diverse. Purtroppo l’esperimento si rivela molto instabile e porta alla nascita di mostri fuori controllo e dai grandissimi poteri. I DarkSpore, appunto. Con il passare del tempo si ribellano ai loro creatori e, come in tutte le situazioni di crisi sociale, si crea lo schieramento di chi vuol mettere fine a questi pericolosi esperimenti e chi, invece, sostiene la loro utilità e crede sia possibile controllarli. Sarete voi, e il vostro manipoli di eroi, a decidere le sorti dell’intero universo, cercando di porre fine all’esistenza di questi DarkSpore e gli esperimenti che li stanno creando. La trama sarà certamente una parte piuttosto importante dell’esperienza di gioco ma, viste le attuali premesse, non si prospetta nulla di particolarmente originale. Fortunatamente il piatto forte sarà altro.

Quando Diablo incontra la geneticaGli sviluppatori hanno definito il gameplay di DarkSpore come un action RPG con il DNA di Spore. Ma le influenze non sono da ricercare solamente in casa Maxis, non mancano infatti analogie con Diablo, ma anche Pokémon e addirittura Magic: The Gathering. Il giocatore avrà a disposizione una squadra di tre guerrieri e, come ogni gioco di ruolo che si rispetti, potrà scegliere la loro classe fra le tre disponibili, che ricalcano gli archetipi del genere (guerriero, ladro e mago): il Sentinel, una sorta di guerriero lento e poderoso, il Ravager, veloce nei movimenti e abile nei combattimenti ravvicinati, ed infine il Tempest, un lontano parente del mago. A queste classi si aggiungo le specie, che sono di cinque tipi: biogenesi (formati da piante e animali), cybergenesi (robot e ibridi organici), plasmagenesi (manipolatori di fuoco e fulmini), necrogenesi (in grado di riportare in vita le creature e di utilizzare il veleno) ed infine i quantumgenesi (in grado di manipolare lo spazio-tempo). L’appartenenza ad una specie o all’altra non solo influenzerà le abilità del personaggio, ma lo renderà più o meno efficace in battaglia contro nemici di tipologie differenti (pensate al gioco di carte Magic: The Gathering dove alcuni colori sono suscettibili o meno ad altri). La caratterizzazione del personaggio non si limiterà, ovviamente, alle sole scelte iniziali, ma evolverà durante il corso dell’avventura. Infatti in DarkSpore, a differenza dei classici RPG, il loot non comprenderà armi e oggetti, ma darà a disposizione del giocatore una serie di “parti” in grado di evolvere gli eroi del proprio team, come elementi del corpo aggiuntivi che consentiranno nuove abilità o caratteristiche. Ed è proprio in questa parte che si evidenzia la natura del prodotto, dove giocare con la genetica è ancora rilevante, sebbene non di primaria importanza come in Spore. A differenza di quest’ultimo, infatti, il sistema evolutivo, basato ancora sul Creature Creator, è più limitato perché, nonostante consenta l’aggiunta o la modifica di armature e parti del corpo, la struttura fisica di partenza del personaggio non può essere toccata e si limita a set prestabiliti. Detto ciò, DarkSpore propone comunque una vera e propria novità nel genere, resta da vedere quanto questo inciderà realmente nell’economia del gameplay.

Gotta catch em all?Il gameplay si compone di poche, semplici e ripetute azioni: peregrinare attraverso i dungeon, fare man bassa dei presenti a suon di click e prendere i loro bottini, il tutto al fine di potenziare e personalizzare gli eroi del proprio team. Meccaniche di gioco dal concetto semplice ed intuitivo, che però si rivelano più adatte ad un pubblico piuttosto hardcore, vista la grande profondità garantita dalle molteplici variabili che comprendono la personalizzazione dei personaggi e la gestione del team. Infatti, anche se il giocatore dispone di ben tre eroi, questi possono venire schierati in campo solo una alla volta, con la possibilità di sostituirli in modo immediato. Sarà quindi importante formare un team eterogeneo che contenga eroi di differente specie e classe, in modo da riuscire a districarsi in qualsiasi situazione e modificare la tattica in base al nemico che ci si trova dinanzi. Un po’ come accade in Pokémon, dove l’allenatore ha a disposizione solo sei slot per le sue pokéball e deve cercare di trovare un giusto equilibrio fra la tipologia delle creaturine catturate e al contempo scegliere quella giusta a seconda dell’avversario.

DNA cooperativoDarkSpore potrà essere giocato da soli, ma è palese come la possibilità di affrontare la campagna in cooperativa sia una caratteristica su cui gli sviluppatori puntano molto. Sul campo di battaglia il vostro eroe potrà contare su di un compagno, gestito dalla CPU oppure da un amico in carne ed ossa. Anch’esso ovviamente avrà a disposizione un team di tre guerrieri con la possibilità di scambiarli al volo. In questa modalità cooperativa, che può arrivare fino ad un massimo di quattro giocatori, si rivela molto importante la scelta dei guerrieri da schierare al fine di creare un gruppo compatto e versatile, adatto ad ogni situazione. Sempre in questa modalità spiccano le abilità di ogni eroe, che sono divise in specifiche e condivise, dette abilità di squadra. Queste ultime dipendono dalle caratteristiche degli altri membri del trio e vengono condivise da ogni eroe. Ad esempio, un Tempest, molto abile nel combattimento dalla distanza e con l’uso delle magie, potrebbe acquisire un’abilità di squadra che gli permetta vantaggi nel combattimento corpo a corpo. Un’ulteriore tassello che si aggiunge al mosaico strategico di questo action RPG. Esiste anche una modalità PvP, ma Maxis non ha voluto sbottonarsi a riguardo, promettendo però di mostrarla nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il comparto grafico, DarkSpore è mosso dallo stesso motore grafico di Spore, ma ulteriormente ottimizzato, che offre un dettaglio dei modelli poligonali e dei livelli di buona fattura. La palette di colori accesa e lo stile grafico cartoonesco di Spore sono ancora presenti, così come il design delle creature simpatico ed originale. Il tutto, inoltre, non sembra richiedere grandi risorse hardware ed ha già mostrato un’ottima fluidità.

– Creature Creator

– Tre personaggi interscambiabili

– Modalità cooperativa

L’idea alla base di DarkSpore potrebbe rivelarsi un vero faro nella notte per il genere a cui fa riferimento, grazie ad un giusto mix tra la sua chiara connotazione action RPG e la possibilità di manipolazione genetica presa a piene mani dal brand Spore. Oltre a ciò, a renderlo ancor più interessante ed innovativo, si aggiungono influenze di elementi tipici di must ludici come Pokémon e Magic: The Gathering. Da tenere d’occhio.