Recensione

Dark Sector

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a cura di andymonza

Quattro anni non sono pochi. Inseriti nell’universo videoludico, e tecnologico in generale, sono un’eternità. Eppure tanto è durato lo sviluppo di Dark Sector, annunciato quando ancora si parlava di una fantomatica Xbox 2, la Playstation 3 era una chimera, e la Next Gen era next per davvero.Sembra tuttavia che i ragazzi di Digital Extreme abbiano usato il tempo a loro disposizione studiando a fondo l’evoluzione dell’universo videoludico che avveniva intorno a loro, cogliendo alcuni elementi vincenti da molti dei migliori action in terza persona visti in questi anni, con l’obiettivo di creare un mix a suo modo originale.

Don’t touch my glaiveComincerete la vostra missione nei panni di Hayden Tenno, agente segreto specializzato nel ripulire situazioni spinose, incaricato questa volta di prendesi cura di Mezner, lo scienziato pazzo di turno, intenzionato a diffondere un virus di sua creazione, in grado di trasformare uomini ed animali in zombie assetati di sangue. La parte iniziale ci permetterà di familiarizzare con i controlli legati al movimento ed al combattimento con le armi da fuoco, che rimarranno i medesimi per tutto il resto del gioco: chiunque abbia giocato Gears of War noterà come il sistema di coperture sia preso di peso dal capolavoro di Epic Games, arrivando ad imitare la telecamera a mano nello scatto. Si procederà di copertura in copertura, falciando con fucili d’assalto e pistole i soldati nemici. Da subito si potrà apprezzare l’ottima intelligenza artificiale dei nemici, dediti a tattiche di copertura, evasione ed accerchiamento, che non mancheranno di metterci in difficoltà sin dai primi scontri.

Terminato questo capitolo introduttivo, presentato in bianco e nero con una strizzata d’occhio all’ultimo film di James Bond, ci ritroveremo infetti dal famigerato virus; dopo un’iniziale agonia, scopriremo che non tutti i mali vengono per nuocere. Il nostro braccio destro, ricoperto di una sostanza molto simile al metallo, sarà infatti in grado di evocare il glaive, una lama rotante simile ad un boomerang: dovunque la tireremo, compiuto il suo percorso, essa tornerà immancabilmente nella nostra mano. Da qui in avanti, il gameplay ruoterà interamente attorno all’utilizzo del glaive, affiancato dal sopracitato sistema di coperture; per quanto ci sia data la possibilità di imbracciare armi da fuoco viavia sempre più potenti, l’utilizzo del glaive rimane il modo più soddisfacente ed elegante di falciare i nemici, e padroneggiarlo sarà un immenso piacere. L’affascinante arma bianca si rivelerà infatti molto più versatile di quanto non sembri: oltre a lanciarla, potremo utilizzarla nel corpo a corpo, o ancora come rampino, per catturare armi e oggetti a distanza e ritrovarceli in mano, comprese le armi dei nemici.Per avere tuttavia il quadro completo delle possbilità del glaive sarà necessario ottenere l’abilità “doppio tocco”: essa ci permetterà, una volta lanciato il glaive, di seguirne il tragitto al rallentatore con una telecamera ravvicinata, modificando attivamente la traiettoria tramite le inclinazioni del Sixaxis. Al di là della spettacolarità di tali sequenze, questa tecnica si rivela fondamentale per effettuare lanci di precisione, durante i quali potremo decidere in tutta tranquillità quale arto del malcapitato di turno vorremo tagliare, per poi goderci tutta la cruenza del risultato. Occorrerà un po’ di tempo per padroneggiare a fondo questa tecnica, ed acquisire il tempismo necessario a colpire gli obiettivi nel punto desiderato, ma vi garantiamo che le soddisfazioni che ne trarrete saranno immense, e difficilmente vi stancheranno.

Gli utilizzi del glaive tuttavia, non finiscono qui: colpendo bersagli specifici sarà possibile caricarlo con elementi quali fuoco, elettricità e ghiaccio, rendendolo ancora più letale. Questa possibilità sarà tuttavia presente quasi esclusivamente quando ne avrete bisogno per risolvere alcuni semplici puzzle, legati perlopiù all’apertura di porte altrimenti sigillate. Alcune, ricoperte di una vischiosa sostanza nera, dovranno essere colpite mentre il glaive è infuocato, altre, elettroniche, avranno bisogno di una scarica elettrica per aprirsi; nessuno di questi puzzle è eccessivamente complicato, e la grande quantità in cui essi sono presenti tende qua e là a spezzare il ritmo di gioco, altresì serratissimo.

Don’t give up the fightIl combattimento corpo a corpo, che si risolve nella ripetuta pressione del tasto dedicato, è impreziosito dalla possiblità di eseguire mosse finali, che si risolveranno in spettacolari sequenze con inquadratura cinematografica, e da sporadici, e velocissimi, quick time event, in cui per districarci dalla presa di un nemico dovremo premere il tasto indicato a schermo.Nonostante queste variazioni su tema, l’esperienza corpo a corpo è purtroppo rovinata dalla possiblità di eseguire ripetutamente un unico fendente, che peraltro andrà spesso a vuoto a causa dell’imprecisione dei relativi controlli.A completare il quadro, grazie al virus che lo infetta, Hayden otterrà via via abilità sempre più interessanti, che non vogliamo però svelarvi, per non rovinarvi la sorpresa.E’ altresì un peccato che l’acquisizione di tali abilità non sia in alcun modo giustificata a livello di narrazione, ma avvenga in maniera apparentemente casuale qui e là nel corso dei capitoli.

Oltre alle classiche ondate di nemici da falciare, in prossimità della fine di ognuno dei 10 capitoli che compongono l’avventura, avremo l’occasione di combattere contro un boss. Essi sono moto vari, sia per natura che per abilità di combattimento; mentre i primi necessiteranno semplicemente di una lunga sequenza di colpi per essere abbattuti, nelle fasi più avanzate ne incontreremo alcuni apparentemente immuni ai nostri colpi, che richiederanno qualche tattica più ragionata, spesso legata all’utilizzo del glaive combinato con gli elementi.

Sparsi per lo scenario troveremo casse e valigette contenenti armi, potenziamenti o denaro, che ci costringeranno spesso a battere palmo a palmo il territorio per non rischiare di rimanere a secco. I soldi potranno essere spesi al mercato nero, accessibile da qualunque tombino, in cambio di armi o dell’installazione degli upgrade sulle stesse. La fase di raccolta del denaro e di acquisto diventa fondamentale, poichè le armi imbracciate dai nemici saranno dotate di un sistema di autodistruzione quando imbracciate da noi, che ci lascerà a disposizione solo qualche secondo di fuoco. Le armi acquistabili al mercato nero saranno invece “sbloccate”, e potremo tenerle con noi quanto vorremo. Con un tocco di realismo, Hayden potrà portare con sè solo una pistola ed un fucile, rendendo necessaria una scelta oculata, anche dati i prezzi carissimi del mercato, e la scarsità di denaro ottenibile.

Il maggiore problema di cui Dark Sector soffre risiede nella componente narrativa; per quanto essa voglia a tutti i costi mostrarsi profonda, ricca di comprimari e colpi di scena, manca del tutto un background che dia un senso logico al susseguirsi degli eventi; personaggi chiave nello sviluppo verranno fuori dal nulla, parlando di eventi passati legati evidentemente ai trascorsi di Hayden, di cui però non sappiamo nulla; da questo scaturisce una certa confusione, ed una sostanziale indifferenza nei confronti di tutti i personaggi, protagonista ed antagonista compresi. La mancata conoscenza del passato di Tenno, e delle motivazioni che spingono lui e chiunque altro, finisce per compromettere quasi compeltamente l’interesse del giocatore nei confrronti degli avvenimenti.Il fattore rigiocabilità è purtroppo inibito dall’inspiegabile impossibilità di mantenere le armi acquistate qualora si ricominci una nuova campagna.

MultiplayerPer quanto la campagna single player rappresenti di per sé una sfida sufficientemente longeva ed articolata, gli sviluppatori hanno pensato all’introduzione di due modalità multiplayer con supporto fino a 10 giocatori, entrambe dedite a mantenere intatto lo spirito dell’esperienza single player, dando a certi giocatori la possibilità di utilizzare Hayden al massimo delle sue potenzialità, e mettendo invece altri nei panni di semplici soldati umani.La modalità Infezione metterà un singolo giocatore nei panni del protagonista, il quale dovrà cercare di resistere il più possibile contro nove avversari umani; per quanto possa sembrare una battaglia impari, l’utilizzo del Glaive darà all’Hayden di turno una netta supremazia sul campo, e solo tramite tattiche congiunte i nove umani potranno avere la meglio.Epidemia è invece un’interessante variazione sul tema, dove due squadre da cinue giocatori, ognuna capeggiata da un Hayden, si daranno battaglia nel tentativo di uccidere il leader nemico.Interessante la possibilità di aggiungere dei bot alle partite, qualora non si riesca a raggiungere il numero di giocatori necessario; essi presentano la stessa ottima intelligenza artificiale già vista nella campagna.Per quanto il multiplayer di Dark Sector offra un intrattenimento di buon livello, le due modalità e le sole 5 mappe a disposizione non ne fanno un’esperienza destinata ad aumentare la longevità del prodotto più di tanto.

Comparto tecnicoIl comparto audiovisivo è nel complesso eccellente, anche se capiterà di incappare in qualche occasionale clipping e compenetrazione, accompagnati da qualche sporadica texture non troppo convincente. Il design dei livelli si presenta nel complesso vario, anche se gli interni tenderanno alla lunga a sembrare un po’ tutti uguali nel loro look industriale, mentre gli esterni sono a volte eccessivamente spogli. La versione Ps3 inoltre propone l’utilizzo del Sixaxis per il controllo del Glaive in volo, che rende questa manovra più divertente da utilizzare.

– Combattimento col glaive appagante

– Comparto tecnico eccellente

– Gameplay convincente

– Combattimento corpo a corpo noioso

– Sceneggiatura inconsistente

– Scarsa rigiocabilità

– Multiplayer scarno

7.5

Dark Sector è un’interessante amalgama di stili e generi differenti, e lo sviluppo quadriennale ha senza dubbio permesso agli sviluppatori di cogliere alcuni elementi chiave da diversi capolavori del genere usciti negli ultimi anni; per quanto questo titolo sia dunque in grado di accontentare diverse tipologie di giocatore, esso fallisce nel creare un background ed un’atmosfera non del tutto convincenti. Il tentativo c’è, ed è evidente, ma è vanificato da una sceneggatura frettolosa e piena di buchi. L’introduzione del glaive rende estremamente godereccio abbattere i nemici, ma la soluzione dei puzzle “elementali” ad esso legati spezza il ritmo, e non rappresenta una sfida degna di nota. La longevità della campagna, trattandosi di un action, è discreta, 10 o 12 ore a seconda della vostra abilità, ma un fattore rigiocabilità scarso ed il multiplyer poco sviluppato non aiutano su questo fronte. Se quello che cercate è un’esperienza di combattimento spettacolare, fantasiosa ed appagante, che difficilmente vi stancherà, non lasciatevi sfuggire questo titolo; qualora invece siate interessati ad una narrazione avvincente, un gameplay variegato o un’esperienza multiplayer che vi tenga impegnati a lungo, meglio guardarsi attorno in cerca di qualcos’altro.

Voto Recensione di Dark Sector - Recensione


7.5