Recensione

Crimson Shroud

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

I grandi nomi, si sa, possono essere la rovina di un videogioco (come di un film, o di una squadra di calcio), perché, sebbene alle nostre sinapsi venga naturale formulare il pensiero che due (o più) grandi nomi che lavorano insieme debbano necessariamente dar vita ad un’opera maestosa, la realtà dei fatti è spesso ben diversa.Senza dilungarci in un antipatico elenco di fallimenti, anche solo parziali, siamo sicuri che i più navigati tra i nostri lettori sapranno bene di cosa stiamo parlando.Ecco perché ci siamo accostati con grande cautela a Crimson Shroud, frutto della collaborazione tra il geniale Yasumi Matsuno, padre di titoli eccelsi quali Final Fantasy Tactics, Tactics Ogre e Vagrant Story e Level 5, casa che ha legato il suo nome a progetti di grande spessore, da Dragon Quest VIII per PS2 all’imminente Ni No Kuni per PS3.Terreno di battaglia la piattaforma digitale di Nintendo 3DS, quel eShop che sta crescendo dopo un inizio alquanto titubante. Vediamo com’è andata la contesa.

Avventure staticheGiauque, Frea e Lippi (che non è parente del nostro amato ex commissario tecnico) sono tre avventurieri che il fato, come spesso succede in questi casi, ha riunito nei modi più strambi.Il primo, che sarà anche il nostro alter ego a schermo, è uno spadaccino sbruffone e avventato, ma anche generoso e altruista. La seconda è una potente maga, che si è lasciata alle spalle il suo popolo e le sue radici in seguito ad uno sfortunato incidente, che ci viene raccontato durante le prime battute di gioco.Il terzo è invece un abilissimo tiratore, nonostante abbia perso un occhio, e riesce ad avvertire la presenza dei nemici a distanza: sembra avere un legame particolarmente forte con Giauque, di cui costituisce il braccio destro.I tre sono chaser, ovvero “inseguitori”, una variante del classico mercenario, spade al soldo del migliore offerente, intente a cacciare animali selvaggi, riportare a casa donzelle rapite o trovare ed uccidere bersagli su commissione, e si muovono in un mondo tipicamente medieval-fantasy, non distante dall’immaginario classico cui Matsuno ha attinto in occasione dei suoi precedenti lavori.La storia, seppur prevedibile e con poche altre personalità di spicco, è ben raccontata, e riuscirà a tener vivo l’interesse fino ai titoli di coda.

Carta e pennaL’idea alla base di Crimson Shroud è di riproporre su console (nello specifico in esclusiva per Nintendo 3DS) l’esperienza dei classici giochi di ruolo da tavolo, con tanto di figura del dungeon master: questa scelta comporta diverse novità rispetto agli stilemi classici dei giochi di ruolo su console.Innanzitutto, molte delle nostre azioni in combattimento saranno regolate dal lancio di dadi, gestito tramite stilo e touch screen o tramite il tasto A: evitare frecce, salvarsi dal veleno, riuscire in un critico, saranno solo alcune delle azioni la cui riuscita dipenderà dalla sorte ma, progredendo nel gioco, e acquistando esperienza col sistema di combattimento, una discreta quantità di dadi eviterà la frustrazione ai meno fortunati al gioco.Come per alcuni dei giochi da tavolo così in voga negli anni ’80 e ’90, non ci sono livelli di esperienza, e i nostri personaggi affideranno la propria crescita al ritrovamento di loot sempre migliori e alla scelta di abilità personali a cui, di quando in quando, il gioco ci mette di fronte: si perde un po’ il senso della progressione, ma la profondità tattica è assicurata dal gran numero di oggetti indossabili, tra armi, armature, copricapo e anelli, a cui peraltro sono legate magie e skill particolari.Il ritmo delle battaglie, cuore pulsante del titolo, è, in accordo con altri aspetti della produzione, inizialmente lento a carburare, e un po’ appesantito dalla necessità di tirare con una certa frequenza i dadi, ma si snellisce di ora in ora, premiando i giocatori più dotati strategicamente e gli assalti silenziosi, che garantiscono un numero variabile di turni di vantaggio.Le opzioni disponibili sono quelle solite, dall’attacco diretto alla magia di cura, dal potenziamento delle proprie skill all’utilizzo di oggetti dall’inventario, e il livello di difficoltà, che pure si alza dopo un’ iniziale fase di apprendimento, non raggiunge mai i picchi cui i precedenti lavori di Matsuno ci avevano abituato.Non c’è esplorazione all’interno del titolo e, quando non in battaglia o ad osservare una cutscene (tutte realizzate col motore del gioco), il giocatore potrà spostarsi posizionando un cursore su una mappa, in maniera non dissimile da quanto succede generalmente nei giochi di ruolo strategici alla Tactics Ogre (appunto).Il gioco, in estrema sintesi, è tutto qua, se aggiungiamo anche una poderosa gestione delle truppe, che pur essendo solo tre, disporranno presto di una varietà di equipaggiamento da fare invidia ad un esercito, necessitando un’accurata pianificazione da parte del giocatore, che passerà tra i menu grossomodo lo stesso tempo dedicato allo svolgimento delle battaglie.Questo è forse uno dei limiti maggiori della produzione che, seppure farà impazzire gli amanti di un certo tipo di gioco di ruolo old style, potrebbe faticare (e non poco) ad imporsi in un mercato come quello odierno, a nostro parere eccessivamente rivolto alla semplificazione e alla massificazione dei contenuti, soprattutto in ambito portatile: le sessioni di gioco non saranno delle più brevi, complice la possibilità di salvare solo sulla mappa, e spesso saranno appesantite da una quantità abnorme di testo inglese, vista la totale assenza di parlato e di doppiaggio.Come dire, da appassionati per appassionati: gli altri farebbero forse meglio a girare alla larga.

VideostasiLa scelta di rifarsi ai giochi di ruolo da tavolo ha pesanti risvolti anche per quanto concerne l’aspetto cosmetico del titolo, in cui sono, di fatto, assenti animazioni di sorta, espressioni facciali, effetti particellari e quant’altro.I personaggi e il bestiario nemico sono raffigurati come dei modellini e realizzati splendidamente, a nostro avviso, ma la loro staticità assoluta non aiuta il coinvolgimento e l’empatia, relegando a dialoghi pur ottimamente tradotti la responsabilità di trasportarci in un mondo assai ben realizzato, ma forse un po’ rigido nelle sue convenzioni.Qualche texture eccessivamente spigolosa e una varietà di nemici non proprio invidiabile non possono però far dimenticare l’eccellenza raggiunta nel character design e nella cifra artistica complessiva, che ricorda assai da vicino lo splendido risultato finale già raggiunto due generazioni di console fa con Vagrant Story.La longevità è ottima se comparata al prezzo di lancio (7,99 euro), perché, sebbene la quest principale non vi terrà occupati per più di 10-12 ore al massimo, esiste la gradita possibilità di affrontare nuovamente l’avventura mantenendo l’equipaggiamento ottenuto, e confrontandosi con nemici ben più agguerriti: i veterani apprezzeranno.

– Profondo nonostante sia un titolo in digital delivery

– Ottimo sistema di loot e di combattimento

– Vale più del prezzo richiesto

– Un modellino nelle vostre mani…

– Lento a carburare

– Difficilmente fruibile “on the go”

– Tutto in un inglese non semplicissimo

– …statico come un modellino

8.0

Matsuno e Level 5 ci hanno giocato uno scherzetto niente male: affibbiare un voto univoco alla loro ultima fatica è un compito improbo, che possiamo affrontare solo con una valutazione “elastica”.

Per quanti hanno passato pomeriggi e nottate in gioventù a giocare di ruolo con amici in un antro poco illuminato, questo è un regalo di Natale tra i più graditi, con un sistema di combattimento bilanciato e la possibilità di affidare nuovamente ai dadi la propria avventura. Per loro, sarebbe un 8,5.

Per le nuove leve, cresciute a pane e JRPG o comunque legate alle tradizioni consolidate del genere ruolistico su console, una prova è quantomeno consigliata, perché il ritmo lento del gioco (sia a livello narrativo, sia a livello di meccaniche) potrebbe costituire un deterrente non indifferente, soprattutto su Nintendo 3DS. Per loro, probabilmente, il voto più azzeccato sarebbe un 7,5.

In ultimo, segnaliamo la presenza del solo inglese in alternativa al giapponese, con testi ottimamente tradotti ma di non facilissima comprensibilità per quanti non padroneggino la lingua d’Albione.

Voto Recensione di Crimson Shroud - Recensione


8