Recensione

Crash Bandicoot

Avatar

a cura di Krauron

Nel 1994 il marchio PlayStation non suscitava certo l’effetto odierno, tuttavia già iniziavano a presentarsi alcuni titoli di rilievo, che negli anni a venire sarebbero stati ricordati ed accostati alle console Sony divenendo brand noti al grande pubblico quali ad esempio le popolari mascotte Mario e Sonic, rispettivamente appartenenti a Nintendo e Sega. In quest’ottica il lancio di un prodotto in grado di richiamare pubblico ed avvicinare l’utente ad uno nuovo sistema d’intrattenimento si era rivelato come una condizione necessaria ed importante, ma a parte ragioni di carattere strettamente commerciale, il popolo videoludico ricorderà con piacere Crash Bandicoot per ciò che il gioco ha rappresentato e soprattutto per il divertimento che ha saputo offrire, con un tocco di inventiva e tanta simpatia.

La nascita di un mitoIl gioco si manifesta immediatamente come un platform game in 3D, mascherando però percorsi “guidati” da seguire fino al classico boss di turno. La storia si svolge su tre isole australiane chiamate Wumpa,di proprietà di un megalomane scienziato pazzo chiamato dottor Neo Cortex, che infischiandosene della moralità compie bizzarri esperimenti utilizzando come inconsapevole materiale di ricerca i poveri animali presenti nel territorio. Un giorno lui e il suo assistente, il dottor Nitrus Brio, cercano di perfezionare un esperimento al fine di ottenere nuove specie mutanti di elevata forza fisica e nel farlo catturano due Bandicoots, un maschio ed una femmina. Il primo ad essere utilizzato come cavia è il povero Crash, ma l’esperimento fallisce, pur ottenendo una parziale mutazione che consente all’animale di essere in grado di camminare su due gambe. Fortunatamente, però, Crash sfugge dai laboratori, ma purtroppo i due medici del male detengono ancora in loro possesso la sua fidanzata Tawna Bandicoot ed è così che avranno inizio le avventure del nostro eroe, che dovrà attraversare tutte le tre isole prima di poter tornare al laboratorio e salvare la sua amata. La trama, come da tradizione, non rappresenta certo un elogio all’originalità, tuttavia il preteso risulta sufficientemente valido per innescare dinamiche ben studiate ed un gameplay immediato. Il tutto si snoda attraverso numerosi livelli in questo gioco, in cui sarà necessario variare in parte l’approccio adottato, anche se per la maggior parte delle volte il tutto si riduce a compiere salti, sbarazzarsi di un nemico, aprire casse e raccogliere oggetti, in perfetta tradizione platform. Anche se il gioco è in 3D, consentendo una visione d’insieme di ogni ambiente da molte angolature diverse, la visuale in terza persona adottata limita il movimento del personaggio unitamente ai percorsi obbligati da seguire. Il tutto infatti si riconduce ad una meccanica che non offre mai varianti di rilievo nel complesso, ma che risulta divertente nonostante tutto. Vi sono, a onor del vero, alcuni tipi di livelli in cui Crash attiverà incautamente delle trappole e sarà sempre inseguito da un grosso masso che lo schiaccerà se mai dovesse raggiungerlo, ma anche qui il tutto si riduce ad una continua fuga dal pericolo. Il problema in questi casi è rappresentato dalle recinzioni, ostacoli e buche che il caro Crash dovrà saltare, pur essendo inseguito da questo grande masso. Ciò significa che il giocatore dovrà decidere rapidamente quando è il momento di saltare, per spostarsi verso sinistra o verso destra nel tentativo di scansare la minaccia. Ci sono anche due livelli, simili per tipologia, in cui Crash cavalca un animale e dove è richiesto di evitare un sacco di oggetti, al fine di raggiungere la salvezza.

Poteri e nostalgiaCome ogni buon platform che si rispetti, Crash avrà modo anche di liberarsi dei nemici utilizzando due semplici mosse. La maggior parte delle volte può essere sufficiente saltargli sopra, ottenendo a volte anche un utile effetto trampolino per raggiungere elevate sporgenze, che altrimenti non sarebbe in grado di raggiungere, ma su alcuni nemici purtroppo questo non sarà sufficiente e si dovranno usare degli attacchi Crash’s spin, che uccideno quasi tutti i nemici regolare con un solo colpo. Altri non potranno essere eliminati, ma basterà spingerli verso una sporgenza per liberarsene. Come accennato in precedenza, per ottenere degli oggetti Crash dovrà anche distruggere qualcosa, al fine di ottenere dei power up, anche se non ne sono presenti molti all’interno del gioco. Prima di tutto ci sono le mele (ogni cento si ottiene una vita extra), ma ci sono anche molti items posizionati in luoghi poco visibili e numerose casse di legno che Crash può distruggere per prendere quello che ci sarà all’interno. Di solito vi è una mela, ma a volte potreste trovare dei cristalli o qualche sorpresa. Fate attenzione però al passaggio sulle caselle contrassegnate dal simbolo TNT, esploderanno infatti tre secondi dopo che le avrete toccate o immediatamente se utilizzerete un attacco spin. All’interno del gioco, ottenendo alcune card, si potranno accedere a dei livelli segreti, oltre che quei livelli bonus dove sarà possibile ottenere qualche vita in più e poi salvare i progressi raggiunti.A distanza di molti anni dall’uscita originaria, il gioco si presenta tutto sommato gradevole anche a livello tecnico. Ad una grafica colorata si abbina un design di ambientazioni e personaggi semplice ma gradevole, con effetti sonori nella norma e brani di sottofondo orecchiabili.Preciso ed intuitivo il sistema di controllo, molto semplice per configurazione dei comandi. Pur possedendo un gameplay lineare e ormai visto in numerosi altri giochi, la miglior caratteristica di Crash Bandicoot è rappresentata dall’elevata rigiocabilità che lo contraddistingue. Il tempo necessario per completare l’avventura non è molto elevato, ma questo è il prezzo da pagare per rivivere con nostalgia gli esordi di Crash in ambito videoludico, sperando di rivederlo presto agli antichi splendori.

– Ha segnato la storia di una console

– Giocabilità stellare ancora oggi

– Graficamente pregevole

-E’ Crash Bandicoot!

– Non eccessivamente originale

– A tratti inutilmente complesso

– Talvota ripetitivo in certe meccaniche

8.3

Ammiccante, scanzonato e assolutamente folle, Crash Bandicoot è entrato a pieno diritto nel cuore di tutti gli appassionati di videogames giovani e meno giovani, grazie ad un gameplay non particolarmente innovativo ma divertente quanto basta per incollare allo schermo per diverse ore. Altro che Titani e Mutanti: il Crash che fu, segnò un epoca, penetrando nel cuore di tutti anche grazie ad una semplicità e genuinità difficilmente riscontrabile ai giorni nostri. A quando un nuovo episodio di alto livello?

Voto Recensione di Crash Bandicoot - Recensione


8.3