Recensione

Cold Fear

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a cura di Iori Yagami

Resident Evil è stato il primo survival horror della storia videoludica e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. Il genere si è evoluto e ha portato altri titoli altrettanto validi posti come alternativa al capolavoloro firmato Capcom, come ad esempio l’affascinante serie di Silent Hill della Konami.Il genere dei survival horror continua ad appassionare i videogiocatori di tutto il mondo e così di tanto in tanto ci capita sotto tiro un game che cerca di emulare in qualche modo i tanti pregi scodellati dai capisaldi Capcom e Konami. Tra le uscite dello scorso anno ricordiamo Obscure, mentre ora è la volta di Cold Fear di portarci una ventata di terrore sui nostri PC! Il nuovo lavoro di UbiSoft ci farà infatti conoscere il significato della parola paura…

Paura fredda!Ogni survival horror che si rispetta ha una propria storia, vediamo quindi lo scenario che ci accompagnerà nel corso dell’intera avventura in Cold Fear.Tom Hansen, il protagonista, è un ragazzo come tanti, impiegato nella Guardia Costiera U.S.A. La sua squadra riceve l’ordine di affrontare una pericolosa missione di recupero nel cuore di una tempesta invernale. Mentre le onde si fanno sempre più alte, Tom e i suoi compagni di squadra trovano la nave, una baleniera russa abbandonata. Ben presto l’equipaggio scopre che la nave è sta abbandonata dalla vita umana. C’è un’altra presenza a bordo, una presenza mortale, e molto presto Tom si trova ad essere l’unico rimasto a fronteggiarla. Sembra infatti che l’equipaggio russo abbia rinvenuto nelle profondità dell’oceano una misteriosa creatura che ha contagiato l’intero equipaggio della baleniera, trasformando tutti i componenti del gruppo in zombi affamati di carne umana!Unendo le forze con l’unico altro sopravvissuto, Tom dovrà combattere l’inumana minaccia e cercare l’origine dell’accaduto per un confronto finale che deciderà pure il destino di tutta l’umanità…

Il terrore viene dalle profondità marine…Sviluppato dai Darkworks (i creatori del buon Alone in the Dark: The New Nightmare), Cold Fear si presenta come i più classici dei survival horror, a cominciare dalla trama. L’ambientazione risulta indubbiamente originale, dato che in molti deii titoli del genere che abbiamo potuto giocare avevamo visto davvero di tutto (magioni, case, scuole, ecc.) ma di far fuori dei zombi in giro su una nave questo è di sicuro l’idea più stramba ed insolita che possa capitare!L’originalità dell’ambientazione non deve però ingannarci: sotto la nuova pelle batte pur sempre un cuore da survival horror e le caratteristiche tipiche del genere ci sono tutte. A cominciare dal classico protagonista sfigato e “solo” contro un’orda di zombi e mostri che aspettano solo di gustarne le carni, con le ancor più classiche porte da aprire, i mitici corridoi (qui solo più stretti del solito) e il tipico armamento presente in ogni buon titolo del genere.Tra le caratteristiche apprezzate in Cold Fear troviamo, a parte la bella ambientazione marittima, anche la possibilità di poter scegliere tra due visuali: una da sopra le spalle ed una, necessaria per combattere, in terza persona. Da citare pure la possibilità di mirare con più precisione grazie alla presenza costante del mirino laser, onnipresente in tutte le armi del gioco. Una qualità non da poco se consideriamo che tutti i zombi presenti sulla nave possono essere uccisi solo con un colpo alla testa. E nemmeno sarà facile mirare al cranio dei mostri visto che tra il dondolio della nave ed i suoi corridoi stretti ci metteranno a dura prova nel ruolo di tiratori scelti!Vista la difficoltà nel mirare ai zombi è consigliabile aspettare il momento giusto per colpirli, in modo da risparmiare anche utili munizioni (si sa, in un survival horror è meglio avere le spalle coperte…). I combattimenti di Cold Fear sono quindi abbastanza divertenti, anche se le armi a nostra disposizione non sono poi tante (solo sette). Tra queste possiamo trovare la pistola semiautomatica 5.45, il fucile tattico XM1014, la mitraglietta MP5-A3, il fucile d’assalto 7.62 (Kalashnikova, Modello 1947), il lanciagranate M79 “Sawed-off”, il lanciafiamme da assalto e la fiocina.Sorprende invece la mancanza di una mappa delle varie location e di un inventario, caratteristiche indispensabili per qualsiasi survival horror. Ok, alcune mappe delle locazioni sono contenute nel manuale di istruzioni, però è indubbio che manca un vero punto di riferimento durante l’avventura. Senza dimenticare la scelta, abbastanza doscutibile, di non inserire l’inventario, dato che le armi le selezioneremo di volta in volta con la rotellina del mouse (se si gioca con mouse e tastiera) e i vari oggetti che raccoglieremo li potremo usare subito solo al momento del ritrovamento. Ecco un’altra cosa fastidiosa: immaginate di trovare un medikit quando la vostra energia vitale è al massimo. Nell’impossibilità di poter portare con voi il medikit, vi avventurerete nei pericolosi corridoi infestati di zombi e mostri senza alcuna “cura medica” e nel caso ne avrete bisogno dovrete solo stringere i denti, senza poter ricorrere alla classica piantina medicinale da assumere in caso di bisogno (eh, il buon Resident Evil…), per poi tornare indietro a raccogliere il fatidico medikit notato chissà dove nel livello! Possiamo capire che i programmatori volevano creare qualcosa di veramente inedito creando un interfaccia scarna e senza troppi fronzoli, ma non inserire naenche un inventario è stata forse la cosa più stramba e sicuramente disdicevole di Cold Fear.

… o dal freddo?A livello tecnico Darkworks per il suo Cold Fear non si è limitata ad un semplice porting da console, nonostante il contemporaneo sviluppo per Xbox e PS2. Infatti Cold Fear propone un buon livello di dettaglio e giocato alle massime risoluzioni il gioco si comporta egregiamente, mostrando i giusti particolari. Non mancano inoltre dei tocchi di classe abbastanza ispirati quali le gocce d’acqua piovana sulla telecamera, le ondate che colpiscono la nave e i bellisssimi giochi di luci ed ombre, le texture particolarmente curate e le buone animazioni del protagonista Tom, che giovano parecchio al lato puramente estetico del gioco.Forse il design dei vari mostri e zombi non sono altrettanto ispirati e sanno purtroppo di già visto, ma tutto tutto questo viene compensato dalle animazioni di buon livello dei personaggi incontrati durante l’avventura.L’audio presenta delle musiche leggermente ripetitive ma di buon livello, almeno per quel che concerne l’atmosfera generale del gioco. Nella OST è incluso il singolo di Marilyn Manson “Use Your Fist and Not Your Mouth”. Il doppiaggio italiano poteva essere migliore, ma questo rimane un parere assolutamente soggettivo.

Alzi la mano chi ha paura!Darkworks con il suo Cold Fear ha voluto sicuramente dire la sua, almeno a livello di gameplay. L’ambientazione del gioco è senza dubbio interessante e abbastanza originale, ma tutto questo non basta a rendere un survival horror un campione di giocabilità come lo era stato ai suoi tempi il buon Resident Evil (o Silent Hill). Il vero problema risiede appunto nel gameplay forzatamente rinnovato, che cerca di aggiungere elementi nuovi all’interno del settore senza riuscirci fino in fondo.La mancanza della mappa e dell’inventraio rendono l’esperienza di gioco all’interno di Cold Fear anonima e priva di una certa profondità che invece avevano i vecchi capisaldi del genere. Senza dimenticare che le creature presenti nel gioco, per quanto rivoltanti alla vista, non fanno mai davvero paura, forse a causa di un character design non troppo ispirato.I salvataggi inoltre non si possono eseguire a piacimento ma solo in alcuni punti già stabiliti, causando un pò di smarrimento iniziale. Sicuramente questa caratteristica ci permette di gestire meglio la nostra partita e di aggiungere quel tocco di difficoltà in più rispetto ad altri titoli del genere.Il sistema di controllo è abbastanza funzionale e prevede, oltre al classico duo formato da mouse e tastiera, anche la possibilità di utilizzare il più adatto (e comodo) joypad. Sul punto di vista della longevità più pura possiamo dire che Cold Fear diverte per tutte e dieci ore di gioco circa (questa è la durata media dell’avventura). Forse sul lato della “paura” possiamo notare che le emozioni forti latitano (altro che Resident Evil o Silent Hill…), ma in compenso l’azione non manca e l’atmosfera lugubre regge bene. Insomma Cold Fear non ha il carisma dei grandi capolavori del genere, eppure gli appassionati di survival horror potrebbero trovarlo interessante per quel poco di originalità proposto nello scenario del gioco. Rimane comunque un pò troppo breve e gli enigmi presenti nell’avventura sono abbastanza semplici per i veterani. Il discorso cambia se non avete mai provato un gioco del genere. In questo caso Cold Fear saprà intrattenervi con il dovuto rispetto.

HARDWARE

Requisiti di sistema: Windows 2000 – XP, Pentium 4 di1 GHz (minimo), 2 GHZ (raccomandati) 256 MB di RAM (minimo), 512 MB di RAM (racc.), scheda video di 64 MB di RAM (min.), 128 MB (racc.), DirectX v9, 2.2 GB di spazio libero su disco, mouse/tastiera o joypad.

MULTIPLAYER

Assente.

– Scenario inquietante al punto giusto

– Graficamente di buona fattura

– Abbastanza divertente

– Trama lineare

– Mancano inventario e mappa

– Non troppo longevo

– Non fa paura…

7.0

I creatori di Alone in the Dark: The New Nightmare ritornano con questo interessante survival horror cercando di aggiungere qualcosa di nuovo ad un genere che ha come capisaldi Resident Evil e Silent Hill. Cold Fear è un gioco interessante ma pienamente riuscito, forse a causa della troppa semplicità.

Lo scenario è di indubbio fascino, così come la realizzazione tecnica, però ci si aspettava qualche colpo di scena in più dalla storia e qualche leziosità in meno. La trama è infatti prevedibile e priva di veri sussulti da “vera” paura. Inoltre i Dreamworks hanno sbagliato a non inserire l’inventario e le mappe all’interno del gioco, privando il giocatore di un punto di riferimento concreto. E, strutturalmente parlando, non è sempre divertente quello che ci capiterà di affrontare durante l’avventura.

In definitiva, Cold Fear è un survival horror di discreta fattura che saprà intrattenere (seppur per poco) l’appassionato del genere. Non si tratta di un capolavoro, ma vista la carenza di survival horror disponibili su PC fateci pure un pensierino.

Voto Recensione di Cold Fear - Recensione


7