Recensione

Code Lyoko

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a cura di Zart

Code Lyoko è una serie animata di origine francese nata nel 2003, scritta da Tania Palumbo e Thomas Romain, narrante le avventure di quattro giovani ragazzi, Odd, Yumi, Ulrich e Jeremy, responsabili della salvaguardia non solo del nostro mondo, ma anche di una dimensione parallela e digitale, chiamata Lyoko, minacciata da un malvagio virus informatico di nome Xana. Per fronteggiare il terribile avversario digitale, i quattro, coadiuvati da un’intelligenza artificiale umanoide, chiamata Aelita, devono manifestarsi digitalmente nel mondo virtuale di Lyoko e combattere i numerosissimi avversarsi mostruosi creati da Xana, distruggere le torri che esso erge nel mondo digitale e salvare così non solo il mondo di Aelita, ma anche il nostro: ogni azione compiuta su Lyoko, infatti, si ripercuote nella dimensione reale. Per quanto il concept narrativo possa essere semplice e vagamente naive, la serie ha riscosso un notevole successo non solo in patria, ma anche nel resto del mondo. Questo ha portato i The Game Factory a realizzare un prodotto su licenza, nel gergo “Tie-in”, della serie animata ed è proprio il prodotto che ci accingiamo a recensire oggi per voi.

“Welcome to Lyoko”Code Lyoko è essenzialmente diviso in due fasi di gioco ben distinte. La prima ci da la possibilità di agire, come in una qualsiasi avventura grafica, in numerose schermate bidimensionali, interagendo sporadicamente con l’ambiente che ci circonda, giusto il tempo di compiere le determinate azioni che ci faranno progredire nel gioco. Durante queste sessioni, invero caratterizzate da un ritmo molto lento e poco appassionante, il giocatore dovrà destreggiarsi fra i pretestuosi eventi di cui il titolo è infarcito, vivendo così la vita “reale” dei protagonisti del gioco. L’esplorazione purtroppo non è molto semplice, e sebbene i comandi siano essenziali e ridotti ai minimi termini, il vero problema sopraggiunge nella grafica stessa della mappatura: le locations sono ben caratterizzate ma non del tutto esplorabili, e senza nessun criterio alcune vie saranno accessibili mentre altre – le più numerose – no. Le fasi esplorative nel mondo reale, tuttavia, sono solo un intermezzo a quello che effettivamente rappresenta il titolo in questione.

“Parles tu français?”Accedendo all’improbabile mondo di Lyoko, un po’ Digiworld, un po’ Matrix, il giocatore si troverà davanti a tutt’altra tipologia di gioco. In queste sessioni il gameplay subisce un gravoso cambiamento di rotta – decisamente più action- e persino il comparto tecnico pare mostrare i muscoli per l’occasione. Pare. I protagonisti, dai ragazzini della realtà, diventano improbabili super eroi cyber punk ognuno caratterizzato da caratteristiche e da abilità diverse: Ulrich, adatto per il combattimento corpo a corpo e dotato dell’abilità della super velocità, Yumi, abile nella lotta con i ventagli e capace di usare la telecinesi, Odd, dotato di una pistola laser e dell’abilità di sapersi arrampicare sui muri, e Aelita, l’unico personaggio in grado di finire i livelli distruggendo le torri del malvagio Xanas, ma dotata di una prestanza atletica a dir poco ridicola. Questa tipologia di gioco ricorda a grandi linee lo stesso meccanismo che abbiamo potuto saggiare in altri tie-in cinematografici (Narnia su tutti) dove la risoluzione del livello è legata alle abilità specifiche dei personaggi, intercambiabili in determinate zone, e ad occasionali scontri. Qui il titolo mostra tutta la sua pochezza, trasformando ogni sessione di combattimento in una terribile – a vedersi e a giocarsi – sessione di button smashing, parole anglofone per indicare la pressione ossessiva e scriteriata dei pulsanti di attacco. Anche in questo caso le fasi esplorative non sono particolarmente enfatizzate, complice una telecamera semi-panoramica, volta a seguire il protagonista selezionato lungo binari prestabiliti; la particolare modalità di ripresa porta spesso e volentieri a non riuscire a visualizzare il terreno su cui il personaggio sta avanzando, durante le sessioni di backtracking, e questo risulterà, pietosamente, in una perdita di tempo ed energie decisamente evitabile. Ogni sessione di gioco tridimensionale, inoltre, è chiusa da un piccolo minigioco dove è richiesto un minimo impegno logico e l’uso del touch screen per spostare i blocchi su schermo e formare, così, l’immagine richiesta. Questo è il gioco nella sua interezza. Sì, avete capito bene: il titolo è tutto qui. Quindici capitoli suddivisi in sessione esplorativa nella realtà e sessione digitale nel mondo di Lyoko. Niente di diverso, nulla di nuovo, il gioco rimane lo stesso per tutta la sua durata.

Realtà virtuale e… Tecnicamente parlando il titolo può vantare una buona caratterizzazione tridimensionale dei personaggi, con una discreta gamma di animazioni, sebbene gli ambienti siano fin troppo evanescenti e la telecamera non favorisca minimamente il giocatore durante l’esplorazione. Il discorso riguardante la prima parte di gioco, quella esplorativa, invece è molto più articolato. Gli sfondi bidimensionali, così come i personaggi stessi, sono resi con una buona cura, sebbene l’impressione sia quella di trovarsi di fronte ad una figura statica; nemmeno l’impegno da parte dei grafici, manifestatosi nell’apparizione casuale di studenti durante l’esplorazione della Kadic Junior High School, riesce a salvare il titolo dall’anonimato più totale. Stilisticamente parlando, benché il design sia praticamente ricalcato su quello della serie tv originale, ci troviamo di fronte ad un mix mal congegnato: strati e strati di cliché e luoghi comuni dell’animazione giapponese e occidentale si uniscono per dare vita a questo, molto eufemisticamente, aborto che probabilmente non sarebbe mai comparso su console portatili se non fosse stato spinto dal successo internazionale della serie televisiva stessa. Il sonoro è uno degli aspetti meno curati della produzione Game Factory, e vede un esiguo campionamento di effetti sonori ed un’ altrettanto povera track-list melodica, summa massima di quello che non vorremmo mai dover sentire durante le nostre sessioni di gioco serali. Fortunatamente, se siete fan della serie, vi ritroverete davanti un titolo mediamente lungo, dotato di una curva di apprendimento abbastanza bassa, e quindi più vicino ai giocatori di nuova – se non nuovissima – generazione. Per quelli che non sopportano la monotonia, invece, Code Lyoko rimane un prodotto decisamente sconsigliato.

– Potrà piacere ai fans della serie animata

– E’ un prodotto adatto ai giocatori più giovani

– … sempre che questi siano pronti ad affrontare la monotonia del gioco.

– Stilisticamente bruttino.

– Telecamera delle sessioni 3D gestita male

6.0

Code Lyoko fonde elementi tecnici apprezzabili ad un gameplay decisamente poco approfondito. Un’esperienza di gioco mirata ai fan più piccini. Sconsigliato ai giocatori veterani che difficilmente sopporteranno la monotonia del gameplay. Peccato perchè sarebbe bastata una meccanica di gioco più varia per ottenere un titolo di maggiore impatto anche per chi non conosce questa serie animata.

Voto Recensione di Code Lyoko - Recensione


6