Recensione

Castlevania: the Adventure Rebirth

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a cura di Mauro.Cat

Iniziamo l’analisi del titolo ricordando ai più distratti, come già fatto in una precedente news, le modalità di scaricamento di Castlevania: the Adventure Rebirth.Il titolo Konami per questioni legate alle licenze non giunge ufficialmente in Italia nella sua versione WiiWare. Come nel caso di Gradius Rebirth e Contra Rebirth, anche il ritorno del vampiro necessita perciò di un piccolo stratagemma per essere scaricato sui Wii italiani.Esso consiste nel cambiare la nazione di origine della nostra console, utilizzando un altro paese europeo come ad esempio la Francia, accettare nuovamente gli accordi contrattuali, entrare nel Canale WiiWare e scaricare il gioco spendendo 1000 punti. Al termine delle operazioni si può poi tornare nuovamente all’Italia, siglando di nuovo gli accordi contrattuali e trovando il titolo nella memoria della console o su scheda SD (a seconda di dove lo abbiate scaricato).Castlevania, che richiede 302 blocchi liberi, è utilizzabile sia con il telecomando, scelta consigliata, che riproduce le sensazioni di un joypad NES, sia con il Classic Controller. In genere la prima scelta è la migliore proprio per l’affinità strutturale tra Rebirth ed il primo episodio della serie, pubblicato appunto per NES. Le prime informazioni indicavano Castlevania: the Adventure Rebirth come un remake del primo episodio pubblicato per GameBoy nel 1989. In realtà le somiglianze tra i due titoli sono pochissime, per questo non ci sembra corretto parlare di vero e proprio remake. Castlevania giunge in Europa forte dei commenti entusiastici, ed in parte giustificabili, della stampa e del pubblico statunitense e giapponese.

Un vampiro in soffittaLa storia, come da tradizione, non offre grandissimi spunti. Il vampiro per eccellenza si è destato dal suo sonno ed ancora una volta un componente della famiglia Belmont (il poco noto Christopher) è chiamato ad eliminarlo. L’avventura si svolge circa cento anni prima rispetto al capitolo d’esordio della serie.Castlevania Rebirth era fin dall’annuncio un titolo molto atteso dai fan della serie Konami per ragioni condivisibili. Il clamore suscitato era stato amplificato dalla tipologia action che da tanto mancava. Se si eccettua qualche remake, ne ricordiamo uno su PS1 del 2001, era dai tempi di Vampire’s Kiss, 1996 in Europa per Super Nintendo, che non ci trovavamo di fronte ad un’avventura lineare della serie. Questo action game infatti strutturalmente ha ben poco da spartire con i titoli più recenti incentrati sull’esplorazione alla Metroid, ed è strettamente imparentato con gli episodi più antichi.Le prime operazioni sono molto semplici. Il giocatore sceglie un livello di gioco, il numero di vite a disposizione e configura, se lo ritiene necessario, il sistema di controllo. L’avventura prende subito vita in maniera spumeggiante senza lasciare spazio ad alcun tutorial. Ad un primo impatto colpiscono la mancanza di un sistema di password o di salvataggio, il tutto va giocato d’un fiato, e l’assenza di una modalità 16:9. In un televisore di moderna generazione si osservano a bordo schermo due bande nere che però non recano particolare disturbo.Positivamente ci colpisce invece l’impianto grafico, originale e pulito, e la solita incredibile atmosfera alla Castlevania (forse solo un po’ meno intensa) che tanti hanno cercato di imitare senza fortuna.

La frusta ed il fuocoIl sistema di armi è preso di peso dal primo episodio della serie e, purtroppo aggiungeremmo, non è stato implementato l’ottimo sistema di controllo della frusta visto in Super Castlevania IV. La frusta ha tre potenziamenti, con l’ultimo si sparano palle di fuoco per un tempo limitato, ed è accompagnata dal solito arsenale di armi secondarie. Acqua santa, croci, asce, pugnali e orologi ferma tempo sono come sempre utilizzabili, pena l’esaurimento di uno o più cuori, con il tasto dello sparo e la croce direzionale premuta verso l’alto. I giocatori di lunga data si troveranno a loro agio in questo ormai storico utilizzo dell’arma secondaria.Proprio i meno giovani resteranno stupiti di fronte alla presenza di alcuni nemici originali. I cattivi combinano uno riuscito mix di facce vecchie e nuove. Alcuni in particolare richiedono una buona dose di strategia per essere affrontati. Non sempre convincenti sono invece i boss finali che, pur ruvidi ai livelli di difficoltà più avanzati, soffrono di qualche riciclo di troppo.Il gioco è suddiviso in cinque stage più un sesto che contiene soltanto lo scontro finale. Ogni livello presenta uno scontro con due boss ed una lunga serie di segreti, di strade alternative e di piccoli oggetti da sbloccare. La presenza delle chiavi, portando una chiave occupiamo il posto dell’arma secondaria, contribuisce ad aumentare leggermente la profondità di un titolo che va giocato generalmente con poco ragionamento, ma grande attenzione.Come da tradizione della serie infatti il livello di difficoltà è settato su livelli piuttosto alti e già alla modalità normale i meno esperti potrebbero avere qualche difficoltà di troppo. A modalità facile appaiono invece molto addolciti gli scontri con i boss.Per il resto troviamo tutto quello che ha reso famosa la serie. La colonna sonora riprende vecchi classici e li arrangia con sapienza. Forse alcuni brani avrebbero potuto essere ancora più incisivi, ma in genere siamo di fronte ad un prodotto che eccelle sotto questo aspetto anche per quanto riguarda gli effetti.La giocabilità è esente da sbavature evidenti, non si ha quasi mai la sensazione di una morte immeritata, e la longevità è soggettiva. Per completare il titolo è necessaria circa un’ora e mezza. Ovviamente i meno esperti finiranno spesso con il bloccarsi di fronte a qualche boss troppo coriaceo. I “continue”, per grande gioia dei meno abili, sono infiniti, ma costringono a rigiocare un intero livello dall’inizio una volta esaurite tutte le vite. La scelta dei “continue” infiniti, che di fatto limita la longevità, è comunque condivisibile considerata l’assenza di sistemi di salvataggio e password.Castlevania: the Adventure Rebirth è in definitiva un titolo eccellente che farà divertire gli appassionati della serie ad un prezzo abbordabile. I limiti del gioco sono legati ad una certa mancanza di atmosfera, se lo si paragona ad altri episodi più noti, e ad una complessiva inferiorità rispetto all’ottimo Super Castlevania IV per Super Nintendo presente su Virtual Console di Wii a soli 800 Wii Points. Chiunque non conosca il titolo per VC farebbe meglio ad optare su quello piuttosto che sul nuovo episodio per WiiWare. Chi invece ha già giocato i capitoli precedenti troverà nuova linfa vitale, si divertirà moltissimo rituffandosi nel passato e sconfiggendo il re dei vampiri ancora una volta.

– Duro ed appagante al punto giusto

– Ricco di piccoli segreti

– Ambientazioni come sempre ispirate

– Irrinunciabile per chi ama la serie

– Controlli esenti da sbavature

– Inferiore a Super Castlevania IV

– Piuttosto breve

– Alcuni boss riciclati da vecchi episodi

– Non c’è il 16:9

7.9

Castlevania: the Adventure Rebirth è un titolo eccellente che merita senza dubbio di far parte di una degna collezione di WiiWare. Strutturalmente questo action game è ineccepibile con una longevità ben calibrata sul costo del titolo, dieci euro circa, molti segreti ed un sistema di controllo impeccabile. Se paragonato ad un classico episodio come Super Castlevania IV, presente su Virtual Console, questo Rebirth risulta inferiore a livello di atmosfera, ma nel complesso il nuovo lavoro di Konami risulta decisamente positivo. Sicuramente imperdibile per i fan della serie che si divertiranno a farsi sfidare dai vari livelli di difficoltà presenti. Un buonissimo prodotto che, come spiegato a inizio recensione, necessita di un piccolo accorgimento prima di essere scaricato sui Wii nostrani.

Voto Recensione di Castlevania: the Adventure Rebirth - Recensione


7.9