Recensione

Castlevania: Harmony of Dissonance

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a cura di Ukyo Tachibana

Nel 1997, la Konami sfornò per Playstation un capolavoro chiamato Castlevania: Simphony of the night. Oltre ad essere un gioco meraviglioso, ebbe il merito di far conoscere a molte persone questa storica saga, il cui primo episodio risale al lontano 1987.Niente degno di nota seguì per alcuni anni, finchè nel 2001 a sorpresa il GBA potè fregiarsi di un altro titolone…Castlevania: Circe of the moon.E a distanza di un solo anno (o poco più), Dracula torna ad infestare il mostro portatile di casa Nintendo con questo Castlevania: Harmony of Dissonance (CHOD, d’ora in poi, altrimenti non finiamo più).

Un pò di storia…Dracula immagino lo conosciate tutti…quello che forse non sapete è che nel 1450 apparve una ragazza, Sonia Belmont, che si addentrò nel suo castello in Transilvania e lo sconfisse, ponendo così fine alle sue vessazioni.Dracula però è immortale, e l’unica cosa che Sonia potè fare fu quella di eliminarlo temporaneamente: dopo 100 anni il vampiro sarebbe resuscitato. Così la donna affidò ai suoi discendenti il compito di proteggere il mondo dal non morto: ogni volta che il signore dei vampiri sarebbe tornato in vita, ci sarebbe stato un Belmont pronto a ricacciarlo nella tomba.Da allora, insomma, ogni secolo (anno più, anno meno…in realtà le cose generalmente variano da episodio ad episodio) Dracula riappare…e insieme a lui il suo castello. Gira voce che questo periodico ritorno sia vissuto con euforia dalle varie ditte edilizie della Romania, che si scannano tra loro al fine di ottenere l’appalto per la costruzione del suo castello, che è clamorosamente grande (e quindi clamorosamente costoso). Senza contare tutti i vari tappezzieri, vetrai e artigiani vari che ne decorano gli interni…l’arrivo di Dracula, insomma, coincide con una vertiginosa crescita dell’occupazione. Potremmo finanche dire che è un benefattore…mhhh, devo smettere di fumare queste sigarette che mi hanno portato dalla Giamaica, mi fanno un brutto effetto.In CHOD ci troviamo nel 1748; impersonerete Juste Belmont, nipote di Simon (il protagonista dei primissimi due Castlevania per NES) ed erede della tradizione di famiglia. Un bel giorno Juste s’imbatte in Maxim Kishine, un amico d’infanzia che anni prima era partito per un viaggio di addestramento. Il baldo giovane ha il corpo pieno di ferite, e va dall’amico dicendo che Lidie, altra amica di infanzia dei due, è sparita mentre era con lui. Maxim ha perso la memoria e non ricorda nulla, a parte un tetro castello avvolto dalla nebbia ed apparso di recente.I due si dirigono immediatamente al castello del conte, pronti alla lotta…

Sono il conte Draculaa!! CHOD è, come da tradizione Castlevania, un platform game con una fondamentale componente esplorativa. Vediamo cosa caratterizza questo episodio, a mio avviso molto più simile a Simphony of the night (SOTN) di quanto non lo fosse Circe of the Moon (COTM).Juste (di cui salta subito agli occhi la somiglianza con il grande Alucard) è armato della tradizionale Vampire Killer, la frusta di famiglia; a parte powerup e potenziamenti vari, la sua arma resterà quella per tutta la durata del gioco.Presenti all’appello le varie armi secondarie (croce, Bibbia, acqua santa, coltelli, ascia e in esclusiva solo per quest’anno, pugno sacro) il cui utilizzo consuma gli ormai immancabili cuoricini.Quello che cambia è la gestione degli incantesimi; al posto del (bellissimo) sistema di carte DSS di COTM, sono stati introdotti cinque spellbook (ghiaccio, fuoco, fulmine, vento ed evocazione) che, opportunamente combinati con le varie armi secondarie, daranno vita ad effetti più o meno devastanti e spettacolari (consumando ovviamente la barra del mana). Va da sé che questi spellbook sono sparsi in giro per il castello…sta a voi trovarli.A proposito di castello, ecco un evidente punto in comune con SOTN: i castelli sono due. Trattasi di due (enormi) edifici assolutamente identici, ma posti su due piani di esistenza paralleli: è possibile spostarsi da un castello all’altro usando gli appositi warp (che servono anche per passare velocemente da un punto all’altro dello stesso edificio).Scopo fondamentale del gioco è raccogliere cinque reliquie di Dracula (parti del suo corpo e oggetti personali), per tentare di impedirne la rinascita che, questa volta, non è ancora completa. Inutile dire che, reliquie o non reliquie, alla fine sempre lui dovrete affrontare…Per raggiungere questo obbiettivo sarà fondamentale l’esplorazione delle numerosissime stanze che compongono la dimora del principe delle tenebre, nelle quali, oltre ad affrontare una pletora di mostri ansiosi di farvi la pelle, troverete molti oggetti più o meno utili, nonché degli artefatti che spesso si riveleranno indispensabili per proseguire nel gioco; alcune aree del castello, infatti, sono raggiungibili solo grazie alle particolari abilità che i sopraccitati artefatti donano a Juste (doppio salto, capacità di rompere le pietre, ecc.)…capiterà molto spesso di farsi tutto il castello avanti e indietro, imprecando alla ricerca di questi oggetti.

Un bel ragazzetto, questo Justie…Dal punto di vista grafico, CHOD se la cava decisamente bene. Ottime animazioni (Juste ha i capelli e il mantello fluttuanti), fondali dettagliati e coloratissimi e, questo è fondamentale, è stato risolto il problema di illuminazione che tanto penalizzava COTM: finalmente per giocare non dovrete posizionarvi sotto un faro. Gli occhi ringraziano.Personalmente, però, ho trovato decisamente fastidioso l’effetto “ombra blu” che è stato inserito per i movimenti del protagonista e di parecchi mostri: ad ogni spostamento, il vostro personaggio sarà seguito da un paio di ombre bluette che ne replicheranno il movimento per poi sparire. Forse è un accorgimento per enfatizzare le azioni cinetiche, tuttavia il risultato è decisamente irritante.Il sonoro…mmh, qui siamo sull’altalenante. COTM aveva delle musiche e degli effetti ottimi, mentre qui a mio parere è stato fatto un passo indietro; si va da motivi interessanti e d’atmosfera fino a gracchianti cacofonie magari non adattissime, ma comunque sempre sopportabili…niente di troppo grave.Analizzando la giocabilità, ci troviamo davanti alla collaudata formula Castlevania, quindi poche soprese: tutto ad alti livelli. Oltre ai soliti due pulsanti (salto e frustata), i due tasti L e R hanno la funzione di far effettuare a Juste uno scatto in avanti o all’indietro. Buona idea, se non che la funzione dei due tasti viene invertita a seconda di dove stia guardando lo sprite principale…il che all’inizio può causare non poca confusione, facendovi magari finire dritti tra le braccia di uno zombie mentre la vostra intenzione era quella di allontanarvi. E’ un problema superabile ma che tuttavia va ad inficiare l’immediatezza dell’azione: sarebbe stato molto più semplice ed intuitivo utilizzare un semplice tasto per lo scatto, determinandone la direzione con il controller direzionale.Un altro problema che affligge il gioco è la sua facilità disarmante…mi spiego meglio.Il titolo è lungo ed impegnativo (a livello d’esplorazione), ma la sfida rappresentata dai vari avversari è praticamente nulla. I mostriciattoli che incontrerete lungo il vostro cammino (numerosissimi e vari come sempre, questo va detto) non rappresentano un grave problema, e fin qui ci si può anche stare…ma la cosa disarmante sono i boss, che nei precedenti episodi hanno rappresentato sempre una sfida non indifferente. Questi di CHOD sono enormi e lentissimi, in più hanno un modus operandi veramente ridicolo: ognuno di loro ha un paio di attacchi che vengono portati con tale a tanto preavviso e con una lentezza talmente esasperata che si ha tutto il tempo di allontanarsi, saltare, farsi un giretto per la stanza e tornare a colpire. Provare per credere.

Sshh, è un segreto..Vi segnalo alcune particolarità nascoste, in modo che possiate divertirvi a cercare di ottenerle.Finendo il gioco è possibile (usando un semplice codice) riaffrontare tutto il castello utilizzando Maxim, oppure accedere ad una modalità speciale chiamata “Boss Rush Mode”, nella quale combatterete in sequenza con tutti i boss del gioco e potrete, volendo, utilizzare Simon Belmont con lo sprite originale del primissimo Castlevania per NES (lacrimuccia).Infine, a seconda di come vi comporterete in un certo scontro, ci sono tre possibili finali (che io classifico in “tragedia shakesperiana”, “realistico”, “happy end”…a voi scoprire perché).

Ambientazione molto bella.

Enorme area di gioco.

E’ Castlevania.

Sonoro non sempre all’altezza.

Boss troppo facili.

8.5

Nonostante i difetti di cui sopra, l’ultima fatica Konami è in ogni caso un gran bel gioco, degno esemplare di questa stupenda saga iniziata ormai tanti anni fa (sto diventando vecchio…). Si ispira notevolmente a SOTN, anche nell’intreccio della trama (non vi faccio anticipazioni, ma credete che Maxim se ne stia lì con le mani in mano (Mmhh…)? Tuttavia non riuscendo, anche per gli ovvi limiti tecnici del GBA rispetto alla Playstation, ad eguagliare il suo illustre predecessore (una curiosità: gli eventi di SOTN avvengono un centinaio di anni dopo quelli narrati in CHOD) si attesta su un gradino più basso rispetto a COTM, che godeva di una maggiore originalità di ambientazioni e di gameplay.

In ogni caso ve lo consiglio senza riserve…e poi stiamo parlando di Castlevania, mica di pizza e fichi.

Voto Recensione di Castlevania: Harmony of Dissonance - Recensione


8.5