Recensione

Brothers in Arms

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a cura di Yurixxx86-Zico

Soldati, Marinai e Aviatori del Corpo di Spedizione Alleato.State per imbarcarvi per la Grande Crociata verso la quale hanno teso tutti i nostri sforzi per lunghi mesi.Gli occhi del mondo sono fissi su di voi. Le speranze e le preghiere di tutti i popoli che amano la libertà vi accompagnano.Insieme ai nostri valorosi Alleati e ai nostri fratelli d’arme degli altri fronti distruggerete la macchina da guerra tedesca, annienterete il giogo della tirannia che i nazisti esercitano sui popoli d’Europa e vi assicurerete un mondo libero.Il vostro compito non sarà facile. Il vostro nemico è ben addestrato, ben equipaggiato e duro nel combattimento.Ma siamo nel 1944!Molte cose sono cambiate dai trionfi nazisti degli anni 1940-41. Le Nazioni Unite hanno inflitto grandi sconfitte ai tedeschi, in combattimenti uomo contro uomo. La nostra offensiva aerea ha seriamente diminuito la loro capacità di fare la guerra, sulla terra e nell’aria.Il nostro sforzo bellico ci ha dato una superiorità eclatante in armi e in munizioni, e ha messo a nostra disposizione importanti riserve di uomini ben addestrati.La fortuna della battaglia è cambiata!Gli uomini liberi del mondo marciano insieme verso la Vittoria!Ho totale fiducia nel vostro coraggio, nella vostra devozione e nella vostra competenza in battaglia.Non accetteremo altro che la Vittoria totale!Buona fortuna!Imploriamo la benedizione dell’Onnipotente su questa grande e nobile impresa.

Dwight Eisenhower

Eisenhower, l’allora comandante supremo delle Forze Alleate e futuro Presidente americano dal 1953, con questo discorso celebrò, alla vigilia dell’operazione bellica più importante della storia (mai sino ad allora era stato progettato un attacco con un tale dispiego di forze: quasi 3 milioni di uomini, 2500 mezzi da sbarco, 700 navi da guerra, 2700 navi mercantili, 1136 aerei inglesi, 1083 americani), il coraggio di migliaia di uomini e le aspettative in essi riposte da un intero continente.Il D-Day, nome in codice Operazione Overlord, segnò non solo la svolta negli accadimenti della Seconda Guerra Mondiale, ma più in generale un’epoca, venendo più e più volte ripreso in centinaia di libri, produzioni cinematografiche e, non ultime, trasposizioni videoludiche.Il “giorno più lungo”, vive ormai nella memoria attuale solo per documentari storici o per “sentito dire”, in quanto i protagonisti di tale evento sono nella quasi totalità ormai deceduti, portandosi via un frammento di storia del secolo scorso.Allo stato attuale, ci si può solo informare su cosa sia accaduto in quel fatidico giorno e conseguentemente in quelli appena successivi, scoprendo forse, a volte, storie minori, celate agli altari della cronaca mondiale; certo non poco importanti nel contesto generale ma, forse per disinformazione, forse per scarsa attenzione, rimasti oscuri nei decenni successivi; mi riferisco alle decine di squadroni, divisioni, brigate e corpi speciali preposti all’operazione.Per tutti quel conflitto è stato il culmine del coraggio dimostrato da quelli che generalmente chiamiamo “americani” e “inglesi”. Di questa nomea fanno parte però una miriade di battaglioni: fanteria, para’, rangers, aviatori e quant’altro, tutti occorsero in quella fatidica data.

Alla 101a divisione aviotrasportata USA, paracadutata attorno a Vierville, e più in generale a tutti i caduti in guerra, è dedicata quest’ultima fatica Ubisoft, Brothers in Arms: Road to Hill 30.Le vite dei compagni di questa divisione vengono raccontate una per una all’interno di questo titolo, vera e propria dedica ad eroi che respinsero, in data 13 giugno 1944, una settimana esatta dopo il D-Day, il contrattacco nazista sulla “Trentesima Collina”, teatro di un aspro tentativo tedesco di aprirsi un varco per la ritirata dalle coste francesi.

Vite……Soddisfatte o insoddisfatte, appagate o non appagate, importanti o inutili, solitarie o no, migliaie di vite si incontrano senza distinzione all’interno di un campo da battaglia; questa è la guerra.Brothers in Arms racconta la storia del Sergente Matt Baker, un giovane tranquillo e pacato proveniente da St. Louis, nel Missouri, arruolatosi come volontario nel corpo di paracadutisti, e narra le sue controversie personali, i timori e le risorse di un uomo posto alla guida di 13 vite, quando ancora non era, forse, pronto per tutto il carico di responsabilità che ne derivano, dal punto di vista umano ed emotivo.

Occorre avere cervello…Ciò che differenzia Brothers in Arms dalla quasi totalità di sparatutto ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, è la presenza di una cospicua fase strategica negli scontri a fuoco, con l’utilizzo di una o più squadre d’assalto al nostro comando.I comandi base per l’utilizzo di tali squadre, son spiegati dettagliatamente durante la prima missione, una sorta di briefing atto ad illustrarci le possibilità offerte dal sistema di gioco: tramite i comandi in real-time durante le battaglie.Sopra ad ogni unità nemica, sia essa visibile in linea retta o comunque presente nell’attuale zona di combattimento, apparirà un indicatore di forma sferica che cambierà colore per rappresentare lo stato attuale degli avversari. Il rosso indica la piena attività dei nemici, pronti al contrattacco ed a rispondere al fuoco alleato; mentre un indicatore di colore più o meno grigio indica una parziale inattività dell’unità tedesca, vuoi magari per il fuoco alleato che gli si sta riversando addosso.I comandi da impartire alla propria squadra variano dal “fuoco di copertura” (azione con la quale i compagni apriranno fuoco sull’unità nemica selezionata, per permettervi magari di attraversare in relativa sicurezza l’ara di battaglia, o magari per avere via libera nel tentativo di aggirarli mentre i nostri compagni li tengono “inchiodati” nelle loro postazioni) all’ “assalto” (manovra di gruppo con la quale si tenterà di prendere con la forza una postazione nemica. Assai rischiosa se non eseguita in superiorità numerica e pienamente armati…), passando per ordini di squadra quali il seguirvi emulando le vostre azioni, trovarsi una copertura, mantenere la posizione, raggiungere un luogo da voi indicato, ecc…A queste disposizioni, va ad integrarsi la cosiddetta Visuale Tattica: una funzione richiamabile tramite il tasto select che, mettendo il gioco in pausa, rende possibile esaminare il campo di battaglia, gli obiettivi e le unità presenti in quell’area al momento: illustrandoci la posizione, la loro natura (ovvero a quale categoria di nemici andiamo incontro: mortai, granatieri, fanteria, ecc…) e la diversa tipologia di installazioni fisse che dovremo incontrare (accampamenti, postazioni di mitragliatrici, ecc…).In questa modalità, ogni elemento utile per il completamento della missione è riconoscibile tramite un diverso simbolo, che lo rende subito chiaro ai nostri occhi. Inoltre, è possibile anche ruotare la visuale dell’area e zoomare sulle diverse unità, utilizzando rispettivamente i tasti L3 e R3.Agli inizi dell’avventura, la visuale tattica fornirà anche informazioni sulle azioni intraprese durante le battaglie dalle vostre unità, descrivendole; ed insegnadoci per cui, le tecniche base per avere la meglio sulle organizzate truppe tedesche.

…Oltre che, logicamente, un’ottima mira!La parte strategica del gameplay si integra alla perfezione con quella più tipica degli sparatutto, improntata sull’azione e sulla mole di piombo da riversare sui nemici.A riguardo c’è da analizzare l’ intelligenza artificale di alleati ed avversari, la quale si attesta su livelli buoni ma non eccelsi, per alcuni piccoli difetti che talvolta si manifestano.Spesso i nostri compagni, così come i tedeschi, si comporteranno realisticamente, trovando prontamente un riparo quanto attaccati ed uscendo allo scoperto solo quando vi sarà sufficiente sicurezza; capiterà però che talvolta muoiano in modo assolutamente stupido, quale ad esempio un errato posizionamento dietro un riparo (lasciandosi di fatto scoperti ai proietti volanti) o la mancata premura di trovarsi un riparo durante gli spostamenti.Difetti secondari se vogliamo, poichè – ad onor del vero – accadono raramente e comunque non inficiano la qualità globale di un prodotto assolutamente ottimo in ogni suo reparto.Il gioco utilizza come modalità di progresso nelle missioni un sistema di check point strategicamente piazzati in seguito a combattimenti particolarmente cruenti o difficoltosi, ad una giusta distanza l’uno dall’altro, in modo tale da non rendere mai eccessivamente frustranti le ripetizioni di porzioni di livello alle quali saremo, obbligatoriamente (per forza di cose), prima o poi sottoposti.In caso di continuo ripetersi di un check point causato da numerosi morti (magari perchè al momento del salvataggio al check point avevamo poca energia), occorre in nostro soccorso un sistema di guarigione che ci permetterà di riprendere il check point vedendo ristabilità al 100% la nostra energia evitale e quella dei commilitoni della nostra squadra, semplificandoci le cose e permettendoci di non rimanere mai bloccati in un punto particolare. A tal proposito devo segnalare 2 particolari curiosi: il primo è la totale assenza di medikit od oggetti curativi, mentre il secondo è il fatto che i compagni morti durante una missione, in quella dopo “resuscitano” e si trovano normalmente al nostro fianco. Se da una parte il realismo non è qui ai massimi livelli, dall’altro una scelta del genere è decisamente apprezzabile per non rendere frustrante l’esperienza di gioco, altrimenti costretta ad un’attenzione esasperante nel salvaguardare costantemente gli alleati.

Un armamentario adeguatoUn fattore primario in uno sparatutto ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale è fuor di dubbio l’arsenale a disposizione del giocatore.In Brothers in Arms quest’ultimo spicca per varietà e ricostruzione storica, donandoci un insieme di armi varie nel numero e nell’uso, variando dalle semplici pistole alle carabine, dai fucili alle mitragliatrici automatiche, passando per granate a frammentazione e lanciarazzi. Oltre ad una decina di armi alleate, son presenti altrettante armi tedesche, liberamente utilizzabili una volta eliminato il proprietario; ed anche qui la scelta è ampia nonchè soddisfacente: mitragliette MP40, fucili da assalto e da cecchino, Panzerfaust ed infine postazioni fisse o veicoli quali jeep o diversi tipo di carri armati.Insomma, molteplici tipologie belliche sono riunite per donare al giocatore un arsenale completo, arricchendo l’atmosfera generale.

Longevità e multiplayerLa longevità in singolo del titolo Ubisoft si aggira sulle 10-12 ore abbondanti, potendo vantare 18 missioni da portare a termine.Per quanto riguarda il multiplayer, oltre ad una modalità in split-screen per 2 giocatori è presente una sezione interamente dedicata all’online.Una volta entrati in Ubi.com potremo avere accesso ad una partita in corso o crearne una noi stessi tramite la funzione “Sale Giochi”.E’ possibile inoltre, tramite il menu “Amici” accedere alla lista di amici, entrare nelle loro sale giochi o nelle loro partite, nonchè mandargli messaggi.Infine, tramite “Statistiche” si potranno confrontare i proprio risultati con quelli dell’intera community online di Brothers in Arms, osservando i migliori player, le proprie statistiche ed il proprio grado.La tipologia di multiplayer online offerto dal titolo Ubisoft non si accoda alle canoniche modalità (“Cattura la bandiera”, “Deathmatch” ecc…) presenti in titoli simili; bensì adatta lo schema del gioco in singolo alla presenza di 1 o più avversari umani.Potremo infatti prendere parte a diverse missioni, per un totale di 10, aventi ognuna diversi obiettivi e priorità.In talune missioni prenderemo anche le parti dei tedeschi, e sarà nostro dovere respingere gli assalti di tenaci alleati, comandati a loro volta da giocatori in carne e ossa, per un confronto sempre stimolante.Unica pecca, intuibile, è che nella modalità online spesso viene a mancare quella componente strategica presente in singolo; spesso le partite saranno dettati da furiosi scontro a fuoco, che di strategico han ben poco. Difetto che a conti fatti tale non è, poichè il divertimento è oltremodo elevato, e nulla ci impedisce di giocare secondo le nostre attitudini, più o meno “spicce”.

Attenzione per i dettagli…Il reparto tecnico audio/visivo di Brothers in Arms si presenta ottimamente, affiancando ad una grafica curata un versante sonoro veramente ottimo. Ma andiamo con ordine…I modelli poligonali di compagni ed avversari sono caratterizzati da una buona varietà di espressioni facciali atte a rendere più veritiere lo scenario di guerra che andremo a vivere; composti da un numero di poligoni piuttosto alto ed ottimamente texturizzati, non soffrono di problemi di aliasing, difetto riscontrabile in alcuni scenari. Ad ogni modo niente di preoccupante, si può tranquillamente trascendere, poichè ciò non inficia in maniera decisiva la qualità visiva del titolo.Le animazioni delle quali sono dotati compagni ed avversari convincono relativamente: se da una parte risultano piuttosto ben realizzate durante i combattimenti veri e propri, dall’altra ciò non si può dire per quanto riguarda la reazione al dolore (con conseguente morte) dei nostri avversari, che assumeranno pose cadaveriche da spaventapasseri impagliati.Gli scenari all’interno dei quali dovremo dar prova delle nostre abilità sono ricostruzioni fedeli degli ambienti all’interno dei quali si mossero i soldati reali, frutto di elaborazione in seguito a diverse ricerche geografiche, tramite scritti e foto dell’epoca; tutto per donare ancora più realismo ed atmosfera a questo curatissimo titolo.Sono presenti inoltre alcune piccole chicche quali schizzi di fango o sangue sulla telecamera, pregevoli effetti di riflessione sull’acqua dell’ambiente circostante, ed un senso generale di stordimento in seguito alla vicina esplosione di una granata (grafica sfocata e rallentata con l’effetto blur, grida dei compagni e rumori ambientali affievoliti, ecc…).Uniche pecche: questa qualità grafica complessiva paga lo scotto di alcuni rallentamenti nelle fasi più concitate dell’azione, che però fortunatamente, trattandosi di episodi sporadici, non infastidiscono il giocatore e non spezzano il ritmo delle missioni; e di alcuni problemi di fogging (la cosiddetta “nebbia” in lontananza) negli scenari più ampi (oltre al sopracitato aliasing in corrispondenza di alcune locazioni) e pop-up (la comparsa improvvisa di alcuni elementi minori dello sfondo, quali ad esempio alberi).Per quanto riguarda il doppiaggio, il lavoro svolto è veramente egregio, degno di nota in ogni recitazione, in ogni singola cadenza tipica di questo o quel soldato.E poi, solo che per il chiamare costantemente “crucchi” i tedeschi, l’ 8 e mezzo è d’obbligo!Gli sfx presenti sono campionato ottimamente, curati e realistici. Ogni arma ha a disposizione il proprio suono caratteristico, ed anche rumori ambientali quali spari in lontananza, animali, cingoli dei carri armati, campane delle chiese, ecc, rendono ancor più immersivo il titolo Ubisoft.

ExtraAlcune righe le dedico infine alla sezione “extra” del gioco.Completando il gioco agli svariati livelli di difficoltà si renderanno disponibili foto, ricostruzioni cartografiche, documenti, filmati, progetti, pianificazioni delle missioni, probabili “itinerari” delle truppe in terra francese e quant’altro risalenti a quel tempo.Si scoprirà così che il tenente Cole o il sergente Baker sono realmente esistiti, o che alcuni episodi presenti nel gioco (quali una donna che non volle aprire la porta per dare informazioni; si convinse solo tramite l’ausilio di un soldato che ebbe una buona conoscienza della lingua francese) sono effettivamente accaduti, e testimoniati tramite diari di guerra e documenti storici presenti nell’archivio militare americano di Washington DC.La costanza e la cura con la quale questo titolo è stato realizzato lasciano veramente basiti…

– Coinvolgente

– Atmosfera perfettamente ricreata

– Doppiaggio di pregevole fattura

– Componente strategica ben integrata

– Buona I.A. di compagni e nemici…

– …ma non perfetta

– Occasionali rallentamenti

– Spesso si finisce a usare le solite 1-2 tattiche per avere la meglio sul nemico

8.5

Brothers in Arms: Road to Hill 30, si presentava alla vigilia dell’uscita come un prodotto carico di promesse, riguardanti un titolo a detta degli sviluppatori estremamente curato sotto ogni aspetto, ed in grado di immergere il giocatore in una missione dove grande importanza ha, oltre all’abilità con le armi, il lato umano di ogni soldato, ognuno con una propria storia ed una propria personalità.

Tali promesse sono state mantenute appieno.

Quest’ultima fatica Ubisoft ricrea un’atmosfera coinvolgente ed immersiva, grazie ad un reparto tecnico audio/visivo di prim’ordine, un eccellente caratterizzazione dei protagonisti ed un riuscitissimo mix di componenti action e strategiche, fuse in un gameplay che sprizza divertimento da ogni pixel.

Consigliatissimo ad ogni appassionato della Grande Guerra e di sparatutto in generale, poichè ricrea in un’ottica leggermente diversa dalla norma, un evento che sconvolse le vite di un intero continente, rendendocene partecipi attraverso vite e storie reali di soldati che a quel conflitto parteciparono… Per ricordarci che gli eroi… i veri eroi… non sono quelli dei fumetti.

Voto Recensione di Brothers in Arms - Recensione


8.5