Recensione

Blood Omen: Legacy of Kain

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a cura di Makinit

Legacy of Kain è una delle più famose saghe di giochi d’azione, apprezzata dai fan principalmente grazie ad ottime meccaniche di giocabilità, ad una grafica sempre al passo coi tempi e ad una trama davvero intricata. Molti di questi fan hanno però cominciato a seguire la serie da uno degli episodi in 3D, ma prima di Defiance e prima dei due Soul Reaver, vi era ancora un altro titolo di Blood Omen, uscito negli Stati Uniti nel 1996. Nonostante i fasti recenti, la serie ha avuto origini davvero umili, presentandosi nella sua prima incarnazione sotto forma di un avventura 2D con visuale a volo d’uccello.

La fine all’inizioDopo lo splendido (per l’epoca) filmato introduttivo, che ci immerge subito nell’atmosfera di terrore che circonda l’intero gioco, impersoneremo un cavaliere di nome Kain. Subito dopo essere stati cacciati dalla locanda, saremo assaliti da alcuni malviventi che, incredibilmente, non potendo uccidere ci costringeranno alla resa ed alla nostra tragica fine. L’inevitabile morte del protagonista avviene dunque all’inizio dell’avventura. Attraverso un altro filmato apprenderemo della scelta posta da una misteriosa entità, Mortanius, che deciderà di darci il dono della resurrezione. “Avrai il sangue che desideri” gli disse Mortanius, riferendosi alla sete di vendetta che pervadeva il corpo di Kain. Una volta ritornato in vita in un antico mausoleo, Kain capì che qualcosa era cambiato; la pioggia lo danneggiava come se fosse acido, la luce gli procurava un intenso dolore ed inoltre aveva una nuova sete, sete di sangue… ecco quindi a cosa si riferivano le misteriose parole di Mortanius. Ma in un modo o nell’altro Kain avrebbe compiuto la sua vendetta. Dopo aver ucciso i suoi carnefici, il nostro personaggio realizzò che ci sarebbe dovuto essere un reale motivo, ben più grande del soddisfare la vendetta di un mortale, se quell’entità gli aveva permesso di tornare in vita ci doveva essere qualcosa di grosso dietro tutto ciò. “Morti i miei assassini, il mio viaggio era finito”, fino a quando però Mortanius intervenne, rivelando che quei delinquenti non erano il male, ma solo uno strumento di esso e che, per comprendere la verità, avrebbe dovuto recarsi al luogo dove giacciono i Nove Pilastri. Kain ora è alla ricerca di un modo per riacquisire la sua forma umana, ma per farlo avrebbe dovuto ripristinare l’equilibrio dei Nove Pilastri, distruggendo ognuno dei nove stregoni ad essi associati.Questo è solo l’inizio di una delle migliori trame mai apparse in un videogioco, la quale si sviluppa in maniera totalmente imprevedibile, riuscendo a tenere col fiato sospeso il giocatore e a spingerlo sempre di più a proseguire.

A cena col vampiroL’azione è quella classica dei giochi 2D con visuale a volo d’uccello, la stessa che caratterizzava vecchi capolavori come Alien Breed o Chaos Engine su Amiga. Controllando Kain noterete lateralmente le classiche barre d’indicazione degli status del protagonista. Come da copione, Kain potrà succhiare il sangue dai mortali ripristinando così la sua energia vitale; tale mossa però può essere effettuata solo dopo aver stordito l’avversario, si corre quindi il rischio di non riuscire a fermare in tempo il fendente uccidendo il nemico e mancando l’occasione di succhiarne il sangue; ovviamente si può ottenere nutrimento solo dagli umani e non dai mostri. È sicuramente un’esperienza esaltante notare il sadismo degli sviluppatori, i quali vi mettono alla portata dei prigionieri inermi, dai quali potrete tranquillamente cibarvi, dal momento che non possono reagire in alcun modo; rivisitando il luogo in altri momenti ritroverete persino i loro fantasmi!Come i classici vampiri, anche Kain potrà trasformarsi in pipistrello, ma solo per spostamenti che comprendono lunghe distanze (magari da una città ad un’altra), non potrà quindi abusarne per esplorare lo scenario ed in virtù di ciò, potrete eseguire la metamorfosi solo di fronte ad alcune statue.

Vampiro non-ordinarioOltre ad eseguire tutte le azioni classiche della specie, Kain potrà anche eseguire alcune utili magie (ad esempio illuminare stanze, lanciare fulmini, controllare la mente dei nemici), trasformarsi in nebbia, lupo od addirittura ritornare ad essere umano. Ognuna di queste magie va sfruttata per proseguire nel gioco, liberando passaggi che prima vi erano inaccessibili; gli incantesimi, così come le trasformazioni possono essere appresi in alcuni mausolei dopo aver superato delle prove che prevedono il loro utilizzo, come pura forma di allenamento… da notare che ognuna consuma l’apposita barra d’energia magica. Kain potrà inoltre equipaggiarsi con armi ed armature dalle differenti peculiarità, che potranno aiutarci sotto alcuni punti di vista e penalizzarci sotto altri; un esempio classico è la spada di fuoco, che se da un verso permette di sconfiggere in fretta i nemici, dall’altro non permette di poter succhiare loro il sangue, in quanto subiscono all’istante l’inevitabile “cremazione”.

Tocchi di classeNonostante sia possibile notare un’evidente inclinazione al genere dei giochi di ruolo, tutti gli elementi ad esso riconducibili non sono evidenziati in maniera esasperata: non ci saranno dei particolari parametri di cui tener conto, a parte la barra della vitalità e della magia… armi ed armature conferiscono solo abilità aggiuntive e le differenze tra un equipaggiamento ed un altro sono evidenziate in modo realistico, senza andare ad influenzare dei numeri legati alla forza o ad altre caratteristiche fisiche. Questa mancata esasperazione può essere considerata come un pregio, in quanto non costringe i casual gamers a lunghi viaggi tra menù di pausa e di equip (incredibilmente intervallati da caricamenti), ma d’altro canto potrebbe infastidire i giocatori più esigenti dal pdv strategico. Il gioco inoltre, è caratterizzato da una varietà d’azione decisamente accentuata, per il genere a cui appartiene. Non riuscirete a trattenere lo stupore di fronte a certe missioni; soprattutto quando sarà necessario trasformarvi in umano per poter attraversare inosservati una città di umani, i quali se vi vedessero nelle vostre reali sembianze non esiterebbero a chiamare subito le guardie costringendovi ad inutili combattimenti e sprechi di energie. Inoltre potrete anche manipolare la mente dei nemici facendoli anche combattere tra loro. Ma il tocco di classe decisivo è sicuramente la possibilità di ascoltare costantemente ed in tempo reale i pensieri di Kain che vi riveleranno le sue sensazioni, permettendovi di immedesimarvi ancora di più nel personaggio e facendovi apprezzare a 360° il suo fascino ed il suo incredibile carisma. A sostenere ciò, vi è una qualità sonora davvero di alti livelli: doppiaggio da oscar (utilizza addirittura degli arcaismi inglesi medioevali), musiche melodiche e gotiche contribuiscono in maniera decisiva a ricreare l’atmosfera di terrore psicologico quasi metafisico.

– Trama imponente

– Ottimo doppiaggio e musiche

– Tanti tocchi di classe

– Molto longevo

– Primi esempi di filmati in CG

– Giocabilità a volte monotona

– Tanti rallentamenti

– A volte c’è troppa oscurità

– Caricamenti tra i menù di pausa

7.6

Blood Omen è l’inizio di una grande serie, che di umile ha solo la realizzazione grafica ed in parte la meccanica di gioco, dal momento che trama, sonoro e doppiaggio (nello specifico) sono a livelli altissimi; anche i filmati, i quali all’epoca erano fra i primi a comparire su consoles, pur non brillando per dovizia di realizzazione, contribuiscono a ricreare l’ormai nota atmosfera che contraddistingue la serie e che da sempre la rende così apprezzata dai molti fan. Un gioco da provare assolutamente; se non avete mai apprezzato il genere, le avventure di Kain potrebbero farvi cambiare idea. Se invece siete dei veterani, non potete rifiutare l’invito a seguire l’origine della storia di Nosgoth, della Mietitrice d’Anime, e dell’eterna rivalità tra Kain e Raziel.

Voto Recensione di Blood Omen: Legacy of Kain - Recensione


7.6