Recensione

Beware Planet Earth!

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a cura di Gegarg

Beware Planet Earth è la risposta alla domanda “Cosa succede quando Pixel Junk incontra Piante contro Zombi?”. Arrivato dopo un tortuoso percorso sugli scaffali virtuali di Steam, il gioco del piccolo ed indipendente team francese Lightmare viene pubblicato sotto l’egida Namco Bandai che, seguendo le richieste del mercato videoludico, è diventata più attenta ai giochi indie ed ha stretto accordi con 3 piccoli sviluppatori per curare il lancio di altrettanti giochi, tra cui proprio Beware Planet Earth. Il gioco non è inedito, è stato lanciato quasi due anni fa attraverso piccoli negozi virtuali e il sito stesso dello sviluppatore, raggiungendo un buon successo. Colpiti dalla visione del team (che ha in sviluppo già altri progetti) e dalle potenzialità del gioco, Namco Bandai ha deciso di curarne il lancio su Steam e prossimamente su dispositivi mobile.

Fattori contro alieniIl gioco rientra nella categoria dei tower defense, negli ultimi anni molto prolifica che annovera alcuni titoli eccellenti, come il già citato Pixel Junk. Lightmare è riuscita a trovare uno spazio in questo filone grazie a degli elementi unici, come una storia ricca di humor: gli alieni invadono la terra e vogliono rapire tutte le mucche. Barney, preoccupato per la sua fattoria e le sue “signore”, decide di barricarsi in una toilette creando delle armi per difendersi dall’invasione e chiede il nostro aiuto per disporle lungo il percorso che porta gli alieni verso il pascolo dove le nostre ignare protette stanno brucando. Anche la caratterizzazione dei personaggi rientra tra i punti forti del gioco: gli sviluppatori hanno preso a piene mani dall’universo dei giochi PopCap, gli sprite dei personaggi sono grandi, visibili e ben animati e non mancheranno di strappare qualche risata. Le musiche che accompagnano le partite sono orecchiabili e ne sottolineano in maniera consona lo svolgimento. Il titolo rende omaggio anche i film di fantascienza degli anni ‘50 e ‘60, dalla schermata iniziale con tanto di banner vecchio stampo che annuncia che il titolo è “In 2-Dimensioni!”, fino a riprendere degli elementi iconografici tipici del tempo: ad esempio, gli alieni spuntano dai cerchi nel grano e sono verdi con il cervello in evidenza, fuori dalla scatola cranica.

Tecnologia alienaNonostante lo stile scanzonato, sarebbe un errore pensare che il titolo sia riservato ai soli casual gamers. La dinamica di gioco ideata dal team francese è stata ben calibrata per fornire un approccio facile, ma proseguendo nei livelli anche i giocatori più avvezzi potrebbero iniziare ad avere qualche difficoltà, e, se non bastasse, è inclusa e subito disponibile nelle opzioni una modalità veterano che aumenta la difficoltà del titolo fin dall’inizio. Sono due le novità introdotte dagli sviluppatori sul versante del gameplay, la prima è la possibilità di intervenire direttamente sullo scenario con un clic, tramite una pistola aliena multiuso che ci permette di svelare spie aliene in incognito, annullare campi di forza generati da scienziati alieni, oppure sbloccare le apparecchiature congelate da armi aliene o dagli agenti atmosferici. La seconda introduzione è, ancora una volta, in stile Piante contro Zombi: non sono più i nemici uccisi a rilasciare la valuta per costruire le nuove torrette difensive, ma una torretta apposita avrà la funzione di generare ingranaggi, che vanno raccolti e poi spesi per costruire armi, andando a occupare, e nelle ultime mappe praticamente rubare, sulla mappa uno spazio agli strumenti difensivi. Un elemento strategico da non sottovalutare.

Strategia e tatticaCliccare per recuperare ingranaggi, sbloccare le torrette, colpire alieni e annullare i loro poteri assieme al paradigma assodato che fermare la rapida avanzata dei nemici disponendo le torrette in modo errato porta ad una inesorabile sconfitta, fanno sì che il titolo richieda una velocità di reazione e di pensiero strategico inedita negli altri titoli di genere, creando un gameplay unico, dinamico quanto tattico. Rimane un po’ l’amaro in bocca quando si intuisce che qualcosa è stata tagliato via per evitare che il gioco diventasse troppo ampio e difficile da gestire come primo sforzo dei Lightmare: si può tranquillamente arrivare alla fine del titolo usando le stesse torrette disposte sempre nello stesso punto strategico (che non svelerò), la difficoltà sta nel capire per quanto tempo si possano tenere a bada gli alieni prima di arrivare a costruire quelle determinate torrette. Inoltre le categorie di nemici non sono tantissime e spesso sono variazioni sullo stesso tema. Gli sviluppatori avrebbero potuto decisamente osare di più per innovare ulteriormente il gameplay. La campagna principale di Beware Planet Earth dura circa 10 ore, per un totale di 60 livelli, ma durante il gioco vengono sbloccate sfide aggiuntive, che ne prolungano la vita. Inoltre, per celebrare lo sbarco su Steam, sono stati creati 10 livelli aggiuntivi a tema Valve, con gli alieni travestiti da noti personaggi della software house, il tutto ambientato nei laboratori della Aperture.

– Stile grafico azzeccato

– Curva di difficoltà ben calibrata

– Meccanica di gioco interessante

– Gameplay dinamico

– Le categorie di nemici sono poche

– Il gioco poteva spingere di più sull’innovazione

7.5

Namco Bandai ha operato una scelta azzeccata pubblicando il tower defense di Lightmare: facile iniziare a giocarci, difficile smettere. La direzione artistica colorata e chiassosa strizza l’occhio ai giochi casual, stile Popcap, la meccanica di gioco dinamica e inedita quanto semplice e profonda, fanno di Beware Planet Earth un’opera prima sicuramente godibile e consigliabile sia agli appassionati del genere che ai neofiti.

Voto Recensione di Beware Planet Earth! - Recensione


7.5