Recensione

Battlefield Hardline

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a cura di FireZdragon

La recensione di Battlefield Hardline è probabilmente una delle più difficili che ci capiteranno quest’anno: abbiamo tra le mani un brand noto e apprezzato che porta con sé però un cambio di rotta violento, con al timone un team di sviluppatori completamente nuovo per la serie, pronto a rivoluzionare davvero tutto. Battlefield porta ancora in grembo, tra le altre cose, la rabbia dei giocatori per un lancio davvero disastroso lo scorso anno e una campagna che proprio non ne vuole sapere di brillare come quella di Bad Company.Assurdo quindi pensare di approcciare con spensieratezza il titolo e ancora più grave il peso da portare quando, dopo averci giocato per più di una settimana, ti accorgi che le cose non sono andate tutte lisce come previsto e le novità hanno alti e bassi spaventosi.Come valutare un gioco che a tratti ti fa venir voglia di spegnere tutto e di estrarre il disco dalla console e invece dall’altra riesce a divertire con meccaniche rinnovate ma molto distanti da quelle che hanno reso celebre Battlefield? L’unica è spiegare per filo e per segno di ogni elemento cosa funziona e cosa non va e poi cercare di tirare le somme lasciando all’utente finale decidere quali siano i problemi accettabili e cosa invece non possa davvero essere tollerato.

Anima visceraleCominciamo allora da una campagna singleplayer composta da soli dieci capitoli e terminabile, giocando in modalità veterano – la terza delle quattro disponibili –, in circa cinque ore. Un singleplayer dal quale ci aspettavamo davvero tanto di più perché a muoverne i fili è quella Visceral che di storie e narrazione se ne intende, quella stessa Visceral che ha dato vita a Dead Space facendo risorgere un genere ormai in declino. Con Battlefield, però, le cose non hanno funzionato e Hardline mette sul piatto le gesta di un poliziotto trasferito che si troverà a dover combattere contro la corruzione, i tradimenti ed ovviamente la malavita degli Stati Uniti, in un turbinio di cliché davvero raccapricciante.Non serve a Visceral l’impiego di attori del calibro di Benito Martinez, visto in the Shield, di Nicholas Gonzales o della sensuale Kelly Hu quando la loro performance a schermo non suscita nessuna emozione e il doppiaggio, spesso fuori sincrono, viene sotterrato dai rumori ambientali, dal volume troppo elevato. Ricompaiono tra le altre cose i problemi rilevati solo qualche settimana fa, con l’audio che improvvisamente sparisce, facendo addirittura perdere il filo del discorso.

La storia si evolve sbattendo tra una scena già vista e un colpo di scena telefonato, senza mai davvero rapire il giocatore con la narrazione, trascinato più dalla voglia di completare la campagna per ricevere le insigne da sfoggiare nel comparto multigiocatore che per la curiosità scaturita dall’evolversi degli accadimenti. Il gameplay d’altra parte, non aiuta, con idee e meccaniche completamente insensate e bug a profusione.Non capiamo davvero come possa essere che un titolo del calibro di Battlefield esca in questo stato, con le prime avvisaglie segnalate già mesi fa quando avevamo provato il gioco per la prima volta.Visceral ha ben pensato che per sviluppare una storia poliziesca fosse necessario rimuovere praticamente del tutto l’essenza degli sparatutto, e la nuova ambientazione trascinata di forza in location cittadine ristrette rispetto agli enormi campi di battaglia precedenti, di certo non facilita le cose.Ecco allora che il nostro protagonista si troverà insignito del potere di arrestare i criminali semplicemente mostrando il suo distintivo, bloccandoli sul posto e facendoli arrendere quasi istantaneamente. Con la semplice pressione dello stick sarà poi possibile ammanettarli e lasciarli inermi sul terreno, immobilizzati e rimossi completamente dal contesto, esattamente come fossero dei semplici cadaveri. Non un grido di allarme, un movimento o un tentativo di liberarsi: mettetegli le manette e ve li sarete tolti dalle scatole per sempre. Un’idea che sulla carta potrebbe anche funzionare ma che in realtà “rompe” completamente il gioco visto che è talmente banale che vi consentirà di fare irruzione silenziosamente in un covo di nemici e arrestarli uno alla volta, portando a termine interi livelli senza nemmeno sparare un colpo. Il sistema stealth di Battlefield Hardline è uno dei più elementari visti ultimamente, con meccaniche che potevano andare bene forse quindici anni fa ma che oggi, davvero, fanno solo sorridere, o arrabbiare se pensiamo che è Battlefield quello a cui stiamo giocando.

Hardline, come se non bastasse, incentiva questo modo di agire premiando il giocatore per ogni arresto silenzioso con punti che sbloccheranno armi e altri bonus. Gli scontri a fuoco, insomma restano un lontano ricordo, e ci si troverà coinvolti nelle sparatorie solo quando verremo scoperti dai malviventi. Questo porta in superficie altri elementi disastrosi di questa produzione: L’IA e la distruttibilità, praticamente nulle.Sull’intelligenza artificiale, ormai, non ci stupiamo nemmeno più visto che i nemici semplicemente si piazzeranno dietro la prima copertura a portata e ci spareranno contro, senza tattiche di aggiramento o virtuosismi, lanciando unicamente granate fumogene per stanarci, azione che indossando una semplice maschera antigas dall’inventario verrà neutralizzata. Certo, giocando a veterano basteranno davvero pochi colpi per morire, ma trovare una buona copertura non è poi così problematico e la possibilità di sporgersi dai ripari semplifica davvero tantissimo qualsiasi scontro a fuoco. L’introduzione delle nuove feature investigative, infine, non aggiunge nulla di valore al gioco ma sposta l’asticella dell’azione verso movimento più ragionati, guidati dalla necessità di frugare ogni singola zona con uno speciale scanner per trovare prove e indizi indispensabili per la risoluzione di vari casi secondari, risultando un mero orpello per allungare il brodo. Se dovessimo valutare il gioco fino a questo punto, e solo per il suo singleplayer, non raggiungeremmo quindi la sufficienza, con una campagna che si attesta addirittura al di sotto di quella pessima vista in Medal of Honor: Warfighter, senza nemmeno stare a fare paragoni, a questo punto insensati, con Bad Company.

I server reggeranno?Primo grande dubbio relativo al multiplayer: dopo il disastro dello scorso anno con Battlefield 4 come andranno le cose questa volta? Decisamente meglio, si direbbe da questi primi giorni di test. Nel momento in cui scriviamo infatti i server Xbox One sono online già da qualche giorno e le cose procedono a gonfie vele. Nelle numerose partite da noi disputate non abbiamo notato lag o crash e anche l’ingresso alle partite, con la possibilità di settare filtri per la ricerca, non ha dato alcun tipo di problema rispondendo con velocità. Il pericolo sembra dunque scongiurato questa volta anche se c’è da aspettare ovviamente il day one, e la versione pc, per poterci ritenere completamente soddisfatti.Dicevamo nell’incipit che Battlefield Hardline è un gioco difficile da valutare perché se è vero che la campagna è un mezzo disastro da qualsiasi parte la si guardi, il multiplayer, con tutte le dovute limitazioni del caso, diverte. Diverte perché è profondamente diverso rispetto al passato e, pur mantenendo un gunplay riconoscibile e in linea con la serie, ne prende le distanze per quanto concerne ritmo e velocità di gioco. Appena messo piede online ci si accorge subito infatti di come le cose siano cambiate in maniera profonda: rimossi completamente gli aerei, tolti i carri armati e i mezzi pesanti e rivoluzionate completamente tutte le modalità presenti. Hardline è sempre Battlefield ma al contempo lo è in modo profondamente diverso, spesso riuscendo nel suo intento e altre volte fallendo in maniera pericolosa. Visceral ha voluto spostare l’attenzione dalle enormi battaglie viste in passato, pur mantenendo qualche modalità a sessantaquattro giocatori, gettando i giocatori in mappe di dimensione ridotta, difficilmente in mano ai cecchini, sminuendo però al contempo anche quella distruttibilità che è marchio di fabbrica della serie.Sono poche infatti le location che permettono di radere al suolo praticamente tutto e se togliamo The Block, le altre otto mappe rimanenti si contraddistinguono solo per il levolution, inserito più per colpire il giocatore che per necessità. La causa di tutto questo è da ricercarsi infatti nella limitazione pesantissima delle armi più pericolose come lanciarazzi e mitragliatrici, spostate ora da semplici equipaggiamenti per le classi a bonus sparsi in speciali casse poste nella mappa, limitate in numero e a disposizione dei due schieramenti. Visceral mette al centro del mirino insomma un nuovo scontro fra guardie e ladri, discostandosi dalla guerra militare assaporata negli ultimi capitoli e abbracciando una guerriglia urbana più ravvicinata. Il time to kill è diminuito pericolosamente, rendendo i fucili a pompa devastanti, per fortuna però senza influire troppo sui fucili da cecchino, ancora pericolosi ma mai snervanti.Il risultato è rappresentato da scontri a breve distanza sempre molto caotici e l’interfaccia, ancora piena di icone e segnalatori, partecipa a incrementare tutta questa confusione. Inutile dire che con combattimenti più rapidi una maggior pulizia dello schermo sarebbe stata auspicabile e nelle battaglie sembra spesso di combattere contro triangolini rossi e inseguire checkpoint piuttosto che giocare a un vero e proprio titolo di guerriglia. Cambia completamente anche il sistema di avanzamento per le classi, sempre le classiche quattro, ma ora rivisto in tanti aspetti. Il primo, grosso, cambiamento riguarda il sistema di unlock di armi e gadget ora lasciato al libero arbitrio del giocatore. Partecipando alle partite e completando i vari obiettivi verrete infatti ricompensati con i dollari, valuta che potrà essere utilizzata per acquistare qualsiasi arma o potenziamento presenti su Hardline. Si evita così di avere sbilanciamenti eccessivi dovuti al livello: ora se volete un’arma specifica vi basterà raccogliere un quantitativo necessario di denaro e sbloccarla. In linea generale con una/due partite nella modalità Hotwire, al momento, è facilmente possibile accumulare denaro sufficiente per prendere ciò che si desidera e sbloccare tranquillamente i gadget successivamente utilizzandola.Allo stesso modo sarà possibile migliorare gli oltre venticinque veicoli presenti (dagli elicotteri da trasporto, passando dalle moto fino ad arrivare a camion e mezzi blindati) aggiungendo rinforzi o armamentari extra, e acquistare gadget speciali o armi per il combattimento corpo a corpo. Fanno la loro comparsa infatti una quantità enorme di coltelli e armi contundenti, ognuno dal danno e dalla velocità di attacco differenti. Altra chicca che abbiamo apprezzato è invece la possibilità di usare il taser o stordire i nemici anche in multiplayer (conta esattamente come una uccisione) e di poterli interrogare sul posto, ricevendo così l’effetto di un UAV che segnalerà sul campo tutti gli avversari. Carina l’idea di aggiungere infine alcuni perks durante gli scontri dopo aver raggiunto un determinato quantitativo di reputazione, bonus che permarranno per tutta la durata del match e che garantiranno ad esempio granate aggiuntive o caricatori extra, tutti elementi dall’influenza comunque marginale sul bilanciamento.Tutti i veicoli aggiunti in Hardline sono inediti e decisamente più veloci di quelli a cui siete abituati normalmente ma riportano una fisica leggera, solo abbozzata che rende davvero ridicoli gli impatti, scatenando scene al limite del ridicolo. Eppure le nuove idee funzionano grazie ad una riuscita implementazione dei passeggeri, che possono sporgersi e sparare dai finestrini liberamente, così come la possibilità di uccidere sul colpo il pilota e far arrestare il mezzo, spesso causando roadkill caotiche e imprevedibili.

Nuove modalità per tutti… ma rush?Amavate Rush? Bene! È stata rimossa. Non temete però, perché al suo posto sono state introdotte cinque nuove modalità. Funzionano? Non tutte, purtroppo.Partiamo quindi da quello che funziona meno, da quel Crossfire che risulta troppo veloce e spesso si risolve con un camping forsennato ai punti di fuga del VIP. Se a qualcuno questo suona familiare è perché il buon Counterstrike sono quasi vent’anni che ha introdotto modalità similari e chiamare inedita Crossfire sarebbe davvero un azzardo. Sul titolo valve però il tutto funzionava meglio grazie a meno spazi aperti e mappe più articolate, cosa che qui invece non accade. Stesso discorso vale anche per Rescue, dove al posto di un membro della squadra da scortare i giocatori dovranno recuperare degli ostaggi fantoccio gestiti dall’IA, caricarli sulle spalle e trascinarli fino al punto di estrazione. Idea ancora una volta è vecchia anche se funziona decisamente meglio della precedente. Purtroppo in entrambi i casi, oltre all’obiettivo primario sarà possibile portare a casa lo scontro anche eliminando l’intero team avversario, una struttura che sulla carta aggiunge tatticismo e teamplay, tutto mandato a gambe all’aria dalla possibilità di rimettere in gioco gli altri membri del gruppo, sbilanciando di fatto la partita e trasformando i match in scontri tra team di soli assaltatori con siringhe e medikit.Le cose non vanno meglio in Hotwire, modalità originale dove ladri e poliziotti dovranno semplicemente prendere il controllo delle vetture rimanendoci sopra il più a lungo possibile per far esaurire i ticket al team avversario. Le partite vanno in breve tempo fuori controllo, soprattutto quelle con una cerchia ristretta di giocatori dove porre fine alla corsa degli avversari non solo risulta tedioso ma anche controproducente. Hotwire è la modalità favorita per il farming forsennato di dollari e la comunità sembra averlo capito tanto che già oggi le persone si piazzano sulle vetture nel tentativo di guadagnare più verdoni possibile, senza badare minimamente agli avversari. Con una partita si riescono a fare manciate di livelli e decine di migliaia di dollari: un bilanciamento è assolutamente necessario. Quello che più ci fa storcere il naso è che queste modalità potrebbero tutte funzionare in un qualsiasi setting e poco ci azzeccano con la vera essenza da guardia e ladri che Visceral voleva tentare di inserire con Hardline.Heist e Blood Money rappresentano invece secondo noi la vera essenza di questo Battlefield e quelle che metto davvero in mostra quello che il titolo doveva rappresentare in ogni suo aspetto. L’asimmetria delle mappe e degli equipaggiamenti di ogni fazione viene qui amplificata da obiettivi completamente opposti, e se vogliamo, soprattutto Heist tenta di riempire la falla lasciata da Rush. È l’unica modalità infatti che si sviluppa attraverso tutta la mappa e nella quale i giocatori continuano a cambiare postazione, dapprima per sfondare la cassaforte ed estrarre il malloppo e poi per portare in salvo le due valigette presenti, spesso spostando i punti di interesse continuamente, rendendo estremamente diversificate le partite, altrimenti davvero troppo statiche. Blood money invece, favorisce tantissimo il gioco di squadra e la buona estensione della modalità permette un ritmo più compassato, richiede un uso saggio dei mezzi e tutto sommato è quella che nel pacchetto completo ci ha soddisfatto di più.Resta il fatto che Visceral non abbia messo troppa cura nella costruzione delle mappe, che si adattano come estensione in base alla modalità di gioco, spesso rivelando punti per il camping eccessivi o veri colli di bottiglia dove i due team si scontrano in duelli troppo caotici. A completare l’offerta, non troppo ricca per un titolo venduto a prezzo pieno, ci si mettono due diverse tipologie di Conquista e il Team Deathmatch classico fino a 64 giocatori.Sarà curioso vedere infine come si svilupperà la community competitiva e se le “licenze” prese da FPS decisamente più competitivi riusciranno a portare Battlefield a livello di altre produzioni più indicate per gli e-sport, magari riuscendo a sfruttare meglio anche quella modalità Hacker al momento deludente e realmente noiosa, inserita chiaramente solo per poter essere apprezzata da team organizzati.

Tecnicamente altalenanteA fronte di un singleplayer davvero deludente e un multiplayer che non brilla poi in maniera eccezionale, nonostante la sua capacità di divertire, è la cura nel dettaglio di questo Battlefield Hardline a lasciare perplessi. La campagna non riesce a coinvolgere a causa di un comparto tecnico altalenante, di pochissime scene degne di nota e da una generale noncuranza per i dettagli. Mancano animazioni facciali dei protagonisti durante le cut scene, l’illuminazione non è mai impressionante dal punto di vista visivo e le compenetrazioni dei poligoni sono molte e fastidiose. La meccanica dell’arresto poi fa perdere completamente qualsiasi velleità di immedesimazione visto che i nemici saranno impassibili mentre noi urleremo di alzare le mani, quasi fossero sordi. Imbarazzante inoltre la possibilità di lanciare bossoli per distrarre le guardie addirittura attraverso muri e finestre, passandoci direttamente in mezzo con l’animazione del braccio, come i peggiori giochi di quinta categoria. Per quanto riguarda il multiplayer ci siamo lamentati già abbondantemente della fisica dei veicoli, moto in primis, ma segnaliamo anche un forte sbilanciamento di alcune armi come il P90 ad esempio o l’AWR per i fucili d’assalto utilizzati quasi dalla totalità dei giocatori, sempre che questi non imbraccino uno shotgun per uccidere con un colpo solo qualsiasi cosa capiti a tiro.Poco e di rifinitura il lavoro fatto sull’interfaccia, con la segnalazione del tempo di respawn e delle classi in team, ma non abbastanza da snellirne la struttura. Visceral ha voluto dare a tutto il gioco un’impronta nettamente più veloce di prima, non prendendosi però la responsabilità fino in fondo. Sarà possibile infatti ricomparire direttamente alle spalle di un proprio compagno nel bel mezzo della bagarre e ricominciare subito a dare il proprio contributo ma bisognerà aspettare ben 10 secondi tra una morte e l’altra, un tempo morto che davvero inficia sul divertimento finale. Chiudiamo infine elogiando invece la stabilità e i 60 FPS su tutte le piattaforme, ottenuti con un promesso sul comparto grafico del multigiocatore, riducendo qualità e numero dei poligoni a schermo e manifestando un accentuato pop up della vegetazione. Battlefield 4 ci aveva abituati ad un colpo d’occhio decisamente migliore.

– Divertente in alcuni frangenti

– Porta diverse novità nella serie

– Blood Money e Rescue particolarmente riuscite

– Frame Rate solido

– Peggior single player degli ultimi anni

– Fisica delle vetture troppo leggera

– distruttibilità ridotta all’osso

– Modalità Hacker davvero noiosa

– Qualità del design delle mappe molto altalenante

7.0

Battlefield Hardline è un titolo difficile da consigliare. Da una parte, se cercate uno shooter che possa divertirvi e impegnarvi in solitaria, ritenete pure questa produzione completamente insufficiente e al contempo se amavate il ritmo lento e ragionato dei vecchi Battlefield Hardline potrebbe non fare al caso vostro. Dal lato opposto però abbiamo un multiplayer che funziona a tratti, che nelle sue imperfezioni e il suo caciaronissimo caos riesce comunque a divertire, nonostante non rappresenti ovviamente lo stato dell’arte. Una maggior cura nei dettagli e un maggior bilanciamento, sia per le armi che per le modalità, avrebbero sicuramente giovato ad una produzione che, al momento, si trova in bilico su un filo di mediocrità generale.

Voto Recensione di Battlefield Hardline - Recensione


7