Anteprima

Assassin's Creed Origins

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a cura di Filippo "Xsin" Consalvo

Dopo una conferenza Ubisoft nella quale è stato appena menzionato, abbiamo potuto provare Assassin’s Creed Origins ad Xbox Media Showcase, l’area allestita da Microsoft per permettere alla stampa di provare in anteprima i titoli annunciati durante il briefing del giorno prima. 

Il ritorno sino alle origini della confraternita degli assassini ci riporta nell’antico Egitto, ai tempi delle Piramidi, dove siamo al controllo di Bayek, un medjay, ovvero una sorta di soldato d’elite altamente allenato nel combattimento che diventerà il primo degli Assassini.
Tra Piramidi, deserto, cavalli, coccodrilli, il Nilo e molto altro, Bayek e il suo nuovo compagno Senu ci porteranno alla scoperta delle ragioni che hanno iniziato lo scontro più lungo della storia: quello tra Templari e Assassini.
Vista d’aquila
A detta di Ubisoft questo nuovo capitolo di AC reinventa molte delle strutture tipiche della saga, a partire dalla raccolta dei punti di interesse utile a trovare i nuovi obiettivi: niente più scalate ripetitive e fini a se stesse, ma il supporto di Senu, l’aquila che Bayek può chiamare con un semplice comando per farla volare sopra la zona da esplorare ed evidenziare così oggetti e nemici; questi ultimi infatti non saranno più facilmente visibili grazie all'”occhio dell’aquila”, la vista speciale che gli assassini più talentuosi ci avevano permesso di sfruttare nei capitoli precedenti. 
Il cambiamento più drastico però non riguarda trovare i nemici ma combatterli: il battle system è stato riscritto da zero e adesso non si basa più su un flusso di tasti premuti al punto giusto per attivare attacchi, contrattacchi o rotture della guardia, ma su un sistema di schivate, aggiramenti e attacchi con perfetto tempismo molto più simile a For Honor che ai vecchi AC. 
Ci siamo immersi in più di un combattimento e la sensazione è innanzitutto quella di “inadeguatezza”: pur avendo avuto la meglio nell’uno contro e nonostante ben tre tasti sul controller sono dedicati all’attacco, sembra che Assassin’s Creed Origins voglia portare il giocatore lontano dagli scontri ad arma bianca e sottolineare la natura stealth dell’operato degli assassini. Nascondersi, agire di soppiatto e usare la lama celata (o l’arco) sembra destinata a rivelarsi davvero la tattica migliore nella maggior parte delle occasioni, soprattutto considerando come gli scontri in inferiorità numerica possono diventare facilmente una sfida impossibile da superare. A sua volta, il battle system ci è sembrato comunque contorto e poco soddisfacente, con delle animazioni incerte e un risultato più vicino a un button smasher che ad altro: da questo punto di vista si direbbe che è stato fatto piuttosto qualche passo indietro che in avanti e che magari “l’inadeguatezza” citata prima sia in realtà un effetto collaterale invece che voluto.
Meno strapotere, più realismo, più fedeltà allo stile degli assassini, ma al prezzo di una grossa fetta di divertimento per i giocatori più casual e di appagamento per gli amanti delle carneficine. 
Missioni
Il sistema di missioni a obiettivi è rimasto invariato: a bordo del nostro cavallo, partendo dal deserto ci dirigiamo verso il porto del villaggio vicino dove inizia la prima missione; come sempre un video introduttivo ci fornisce il setting e ci dà un’idea di cosa dobbiamo fare e la motivazione.
Chiamiamo Senu, osserviamo i dintorni e ci tuffiamo subito ad esplorare i fondali grazie alla nuova possibilità di nuotare sott’acqua, dove recuperiamo uno degli oggetti utili alla missione; l’altro è su una nave a fianco, zona riservata nella quale ci introduciamo in perfetto stile Black Flag eliminando comandante, capitano e soldati. Al primo tentativo la poca dimestichezza con i nuovi comandi (un po’ tutto è stato spostato rispetto a dove si è sempre trovato) e qualche bug (siamo rimasti incastrati) ci hanno esposti a un combattimento tre contro uno, molto frenetico ma come abbiamo spiegato prima un po’ macchinoso e poco appagante. Gli attacchi dei nostri nemici e un improvviso incendio scoppiato per aver distrutto una lanterna ci hanno desincronizzato, mentre il secondo tentativo ci ha visto cadere dall’alto inesorabili sul nemico per un assassinio istantaneo. Tornando dopo aver completato gli obiettivi un video finale porta la missione alla scena finale (con un plot twist discutibile) e rende disponibili nuove missioni, con una struttura perfettamente in linea con quanto già visto nel resto della saga. 
La nuova missione secondaria ci rivela due elementi del gameplay poco piacevoli: innanzitutto Senu può identificare gli obiettivi, gli oggetti e i nemici anche se sono presenti degli ostacoli a coprirli; poi ci siamo intrufolati in una villa occupata da truppe ostili riuscendo (grazie a Senu) a recuperare subito il proprietario ferito e a portarlo fuori di lì non tanto dalla porta principale (cosa che ci avrebbe costretto ad eliminare le forze nemiche) ma dalla finestra, saltando giù dal secondo piano con un uomo in spalla come se pesasse qualche grammo
La terza e ultima missione infine ha messo in risalto i combattimenti a cavallo e ha ribadito come la preparazione per un approccio stealth possa essere più adatta dello scontro diretto. Assaltare a viso aperto un avamposto nemico in pieno deserto non è stata una buona idea, per quanto ad ucciderci è stato anche qui un incendio, mentre il secondo tentativo, agendo di soppiatto, ha portato ancora una volta a degli assassinii senza patemi.
Nulla è reale
Nemmeno le grandi novità annunciate per questo Assassin’s Creed. Della rivoluzione dichiarata da Ubisoft abbiamo visto solo il battle system, con tutte le sue incertezze, mentre il mondo di gioco sembra ripreso dal primo capitolo della saga, con questi villaggi molto piatti e una minima verticalità data solo da pochi edifici. 
Non bisogna dimenticare però il nuovo sistema di crescita ed equipaggiamento, in pieno stile RPG con tanto di punti esperienza, livello (che inciderà anche sugli assassinii), slot armi e saccheggi che permettono di recuperare anche lame e oggetti da vendere o usare direttamente. 
Purtroppo non era possibile provare a fondo questi elementi, ma siamo riusciti a dare un’occhiata ad un albero delle abilità più ampio rispetto ad AC Syndicate che permetterà al giocatore di scegliere in quali aree potenziare Bayek: l’esplorazione, il combattimento a distanza, quello ravvicinato e così via.
Tutti elementi che non promettono di stravolgere la natura del gioco ma rendono lo sviluppo del personaggio un po’ più profondo e diversificato.
Mezz’ora di gioco non può dare un giudizio definitivo, ma l’idea che ci siamo fatti, con un po’ di amarezza, è che i problemi dei precedenti AC non erano dovuti alla cadenza annuale della release.
Nonostante un anno di lavorazione in più Assassin’s Creed Origins non mostra passi in avanti considerevoli nel comparto tecnico e nemmeno nel gameplay. 
La nuova ambientazione è stata presentata con molta fiducia e la storia, ancora tutta da scoprire, potrebbe regalarci qualche emozione, ma per adesso preferiamo reimpostare le nostre aspettative e attendere che Ubisoft possa davvero sbalordirci con il gioco finale, con la speranza che le tanto annunciate novità si possano concretizzare.

– albero delle abilità ampio e diversificato

– battle system più bilanciato

Quando una saga diventa così famosa diventa più difficile accontentare i fan col passare degli anni. Dopo un anno di pausa quasi imposto dai giocatori che associavano il declino qualitativo alle release di nuovi capitolo troppo vicine tra loro, Assassin’s Creed Origins ritorna con un titolo annunciato come rivoluzionario ma che in questa prima prova condivide con il resto della saga le stesse incertezze.

Il nuovo battle system non ci ha convinto e l’ambientazione non ha sbalordito come ad esempio fece la Parigi di Unity. E’ ancora presto per dare un giudizio e soprattutto bisognerà analizzare meglio gli elementi RPG del sistema di crescita del personaggio e dell’equipaggiamento quando sarà possibile farlo, ma fino ad allora vogliamo prendere questo nuovo capitolo come un cantiere a porte chiuse: sai che dentro ci sono tanti lavori in corso, ma non sai ancora se alla fine verrà fuori un grattacielo o un parcheggio di cemento. Con la speranza che una sceneggiatura mozzafiato possa rendere il prodotto finale comunque godibile.