Recensione

Assassin's Creed: Bloodlines

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a cura di Zephiro

Dopo il notevole successo del primo, discusso, capitolo e con un secondo episodio che si è dimostrato eccellente, era lecito aspettarsi che Ubisoft facesse emigrare uno dei propri franchise più di richiamo sui lidi del mercato portatile. Tralasciando il recente Assassin’s Creed : Altair’ s Chronicle pubblicato per Nintendo DS e già recensito sulle nostre pagine, questo seguito ideale delle avventure del primo capitolo, rispecchia in tutto lo stile ed il gameplay caratteristico della serie. Dopo le critiche piovute su Ubisoft sull’eccessiva ripetitività di AC, Griptonite Games si è rimboccata le maniche cercando di dare alla propria creatura un gameplay maggiormente vario e più divertente del predecessore. Scopriamo assieme se ci sarà riuscita.

In ritorno da AcriSebbene questo capitolo poggi completamente le sue vicende sull’epilogo del precedente, è doveroso un breve riassunto per evitare che chiunque sia a digiuno della saga, non possa comprendere appieno le vicissitudini che hanno portato alla trama narrata in questo episodio. Senza dilungarci eccessivamente possiamo dire che le vicende precedenti sono culminate con la setta degli Assassini piuttosto allo sbando e i Templari ancora diffusi in medio-oriente. Il primo capitolo, infatti, terminava alquanto bruscamente con Desmond ancora prigioniero della Abstergo (per i dettagli si rimanda alla recensione di Assassin’s Creed) ed Altair in possesso di un prezioso, quanto pericoloso, manufatto. Il periodo storico e l’arco narrativo di questo Bloodlines riprenderanno direttamente dalla conclusione del precedente, dando un continuum alle vicende di Altair a lungo invocato dai fan, decretando questo capitolo come l’anello di congiunzione fra i due lavori “maggiori”. La trama narrata in Bloodlines vi metterà alla ricerca del misterioso “frutto dell’ Eden”, un tesoro dai poteri arcani nelle mani dei Templari. Per evitare la sopraffazione a danno del popolo, Altair seguirà il nemico sull’ Isola di Cipro, dove saranno ambientate entrambe le mappe principali del gioco. Come in passato, ogni città sarà divisa in varie sezioni o distretti (povero, ricco e medio) caratterizzate da popolazione e architetture diverse. Nonostante il lavoro di design non sia impressionante come nel primo capitolo (e nel seguito), le città rendono il giocatore particolare spettatore di stili e costumi diversi, dando al titolo un piacevole senso estetico. Unico appunto, in questo senso, da muovere per questa versione tascabile della saga, è rappresentato dal numero di abitanti presenti in ciascun distretto, inevitabilmente inferiore rispetto alle console maggiori a causa delle limitate risorse hardware a disposizione, che rende le location un po’ più spoglie del necessario. Nonostante questo limite intrinseco, la verticalità tanto apprezzata dai fan, è ben rappresentata anche in questo capitolo per PSP, con fasi di arrampicata, salti, e peripezie varie ben realizzate. Parlando di dettagli è possibile notare anche in questo caso una cura notevole nel diversificare le città, sfruttando strutture e costruzioni differenti per limitare il più possibile un fastidioso effetto deja-vu, tipico di questo genere di giochi. Nel complesso, le città di Bloodlines sicuramente racchiudono meno fascino rispetto alle controparti next-gen, tuttavia, considerando la piattaforma, si può tranquillamente essere soddisfatti dal livello di dettaglio raggiunto.

Il Credo di un AssassinoChiunque abbia amato le abilità di Altair nel primo Assassin’s Creed, sarà felice di sapere che saranno presenti tutte le mosse dell’originale, con qualche piacevole aggiunta. Oltre a poter sfruttare l’ambiente a proprio piacimento per portare a termine le sue missioni, Altair ritroverà la lama nascosta simbolo del suo credo, i coltelli da lancio e la fedele spada, per combattere le orde di guardie ed avversari disposte sul suo cammino. Uno dei pregi della saga, ovvero la libertà d’azione, resta immutato anche in questa versione tascabile, potendo contare così su un approccio stealth, oppure su altri più diretti, poco consigliati onde evitare premature sconfitte nelle fasi avanzate del gioco. Uno degli aspetti che caratterizzava, o per meglio dire affliggeva, il predecessore era la ripetitività dell’azione, a causa di un’impostazione fin troppo meccanica del gameplay. Tutto si riduceva, infatti, a cercare il proprio nascondiglio e parlare con l’emissario della setta per stabilire il prossimo obiettivo da portare a termine. Per fare questo era necessario, in ordine, scovare un punto panoramico del distretto e scalarlo per poi avere una visione della zona corrispondente con conseguenti altre mini-missioni a disposizione. Quello che inizialmente appariva come un buon sistema di sub-quest opzionali, presto diventava un iter scontato e senza mordente. Purtroppo, tale difetto è presente anche in questa trasposizione, sebbene i designer abbiano cercato di arginarlo inserendo alcune varianti interessanti. Oltre le missioni di interrogatorio ed assassinio tipiche del capitolo precedente, in questa versione PSP faranno il loro ingresso nuove tipologie di missioni, come quelle di furto e di consegna, spesso accompagnate da una sorta di countdown che rende più adrenaliche le partite. Fra le innovazioni apportate ben si integra il sistema di monete nascoste, utili a potenziare il protagonista fra le diverse missioni. I potenziamenti a cui è possibile avere accesso riguardano gli aumenti della barra di sincronia, incremento del numero di coltelli da lancio disponibili, parata automatica ed altro ancora, rendendo l’esplorazione degli ambienti davvero utile ed appagante. Rimane immutato il sistema di nascondigli, sarà possibile sfuggire alle guardie utilizzando covoni di paglia o giardini pensili per occultarsi alla vista degli inseguitori.Sul fronte dei combattimenti non si notano novità di rilievo, oltre il classici affondo, schivata e contrattacco, ben poco è stato fatto per rendere più emozionanti gli scontri, resi meno coinvolgenti anche a causa di un’ intelligenza artificiale piuttosto scarsa. Ogni nemico, infatti, si limiterà a restare fermo ed aspettare i vostri colpi, attaccandovi uno per volta; a causa di questo approccio basterà attendere il tempo giusto e sferrare un contrattacco che si rivelerà spesso fatale. Una pecca che grava anche sulle boss-fights, ridotte purtroppo a semplici quanto deludenti scontri uno contro uno privi di mordente a causa dell’eccessiva facilità. In generale le nuove possibilità offerte al gameplay in Bloodlines riescono nel loro compito di aumentare il ventaglio a disposizione del giocatore e, sebbene non rappresentino nulla di così eclatante in termini di varietà, il gioco presenta un appeal sufficiente per tutti i palati.

Comparto TecnicoNonostante la potenza di calcolo minore e la quantità inferiore di risorse in generale a messe a disposizione rispetto alla sorella maggiore Sony, il team Griptonite è riuscito a realizzare un ottimo comparto audio/visivo dotato di un feeling in grado di attrarre chiunque, sia i veterani della serie che i neofiti che si affacciano per la prima volta alla saga. Il modello di Altair risulta dettagliato in maniera maniacale, con tutti i particolari della sua vistosa veste ben in evidenza, seppur con una definizione minore rispetto alle versioni apprezzate in passato. Le texture appaiono buone ma a tratti sottotono, nonostante la qualità complessiva del gioco non ne risenta. Le costruzioni si distinguono per il loro stile, sebbene alcune tendano a ripetersi nel corso dei diversi settori. Le animazioni presentano alti e bassi, eccellenti quelle del protagonista (risultando nelle movenze identico ai capitoli maggiori), appena discrete quelle degli NPC, come guardie e popolazione. Buono il sonoro che si avvale dei doppiatori del gioco originale, mantenendo inalterato il feeling col protagonista apprezzato in passato. Le musiche e gli effetti sonori non appaiono invadenti eccessivamente, ma incalzano nei momenti di maggiore tensione, come durante gli scontri cruciali con i boss o le fughe precipitose verso la salvezza. Il motore di gioco gestisce con agilità tutte le situazioni, non perdendo mai colpi neanche nelle situazioni più caotiche, anche grazie a particolari accorgimenti tecnici come un numero ridotto di personaggi a schermo e in combattimento.

– Setting ricco

– Trama avvincente

– Più varietà rispetto al primo capitolo..

– Alcune gradevoli innovazioni

– ma ancora ripetitivo

– Sottotono alcuni dettagli

– Scarsa IA

7.8

Complessivamente si può affermare che l’esperienza offerta da questa versione tascabile di Assassin’s Creed riproduce intatte le sensazioni agrodolci della saga, mantenendo la giocabilità tipica della serie, con fasi stealth, di ricognizione, sezioni di puro parkour e fughe rocambolesche, incappando, allo stesso tempo, nei difetti che il franchise si trascina dietro, pur risultando godibile su tutti i fronti. Assassin’s Creed: Bloodlines rappresenta quindi un degno esponente della saga Ubisoft e senza dubbio un ottimo gioco in sé, grazie alla notevole cura per i dettagli e ad un’ambientazione ricca di fascino che non mancherà di rapire il giocatore. La giocabilità risulta traslata di pari peso dall’illustre capitolo precedente per console next-gen, rispecchiandone fedelmente lo stile e la struttura, apportando, inoltre, alcune gradite novità. In definitiva il passaggio da console a portatile non si è quasi fatto sentire, riuscendo ad includere nel gioco tutte le caratteristiche vincenti che hanno decretato il successo di Assassin’s Creed. Restano però alcuni dubbi sulla ripetitività schematica di alcune sezioni e sul livello di difficoltà piuttosto basso dovuto ad un intelligenza avversaria blanda, che potrebbe far storcere il naso agli amanti delle sfide più impegnative. Al di là di questi nei, il prodotto confezionato da Ubisoft e Griptonite è sia in grado di soddisfare i palati fini dei fan del franchise, che di attirare l’attenzione di novelli sostenitori, per i quali questo titolo potrebbe essere un buon biglietto da visita per le versioni console.

Voto Recensione di Assassin's Creed: Bloodlines - Recensione


7.8