Anteprima

Army of Two

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a cura di AleZampa

Londra – Che lo showcase Electronic Arts di Londra fosse votato alle esperienze di gioco condivise, modalità cooperative su tutti, è un dato di fatto. D’altra parte, è lo stesso mercato ormai a indirizzarsi verso esperienze di gioco prevalentemente online, siano esse multiplayer o co-op, andando man mano a diminuire sempre più il numero dei titoli esclusivamente single player, con tutto quello che ne può conseguire. In questo senso, uno degli alfieri della compagnia americana è sicuramente Army of Two, che con questo suo Devil’s Cartel, vorrebbe provare a inserirsi nella mischia dei titoli cooperativi a due persone a suon di esplosioni, sparatorie, e altre esplosioni.

Chi trova un amico..Iniziamo col dire che per quanto poteste essere affezionati a Salem e Rios, i protagonisti dei precedenti capitoli, in questa nuova avventura avrete il controllo di Alpha e Bravo (no, non Johnny), due mercenari che potranno non avere la loro stessa verve, ma in quanto a esplosioni e distruzione non sono secondi a nessuno. Nella breve mezzora in cui abbiamo avuto modi di fare la loro conoscenza ci è stata data la possibilità di giocare il livello Ghost Town, nel quale il nostro scopo, oltre che far saltare in aria tutto quello che può esplodere, era quello fondamentalmente di uscire vivi dal compound, cercando magari di trascinarsi dietro il signore della droga locale. Come infatti ci hanno insegnato le serie TV e il cinema, l’unico modo per mettere fini agli imperi dei trafficanti di droga è quello di infiltrare un gruppo di mercenari per far piazza pulita dall’interno. Nei panni di Alpha abbiamo così iniziato la sezione su una balconata, intenti a cercare di salvare il nostro compagno ferito proprio in mezzo ad un cortile, alla mercè degli attacchi dei nostri nemici. Raggiungere Bravo nella sua postazione al fine di aiutarlo è un imperativo da eseguire in pochissimi minuti, visto che nonostante la maggior parte degli attacchi fossero rivolti verso di noi, la mobilità del compagno, e di conseguenza il suo tempo di sopravvivenza, sono messi a dura prova dalla pioggia di proiettili scatenatasi in un lampo.

Una volta raggiunto il partner, e aiutato a riprendersi, inizia una sequenza nella quale dovremo difenderci dai continui attacchi nemici riparandoci dietro un muretto, sfruttando quindi un sistema di coperture tanto standard quanto funzionale. Ogni uccisione riempirà uno specifico indicatore, che una volta raggiunto il suo culmine ci darà la possibilità di attivare la modalità Overkill, nella quale la portata e la potenza dei nostri colpi verranno aumentati in maniera considerevole, ponendo fine, il più delle volte, alla grande maggioranza delle situazioni più delicate. Vi confidiamo che avremmo voluto poter usare subito questo nuovo giocattolino, ma il designer di Visceral con il quale abbiamo giocato ci ha consigliato caldamente di non farlo, al fine di tenerlo in serbo per un momento speciale che sarebbe venuto di li a poco. Esauriti i nemici a cui far saltare le cervella, ci siamo spostati nell’area successiva, partita subito con una sorta di azione cooperativa in bullet time: dopo aver sfondato la porta con un calcio infatti Bravo viene assalito da un nemico che prova in tutti i modi a fargli lo scalpo, mentre altri suoi stimati colleghi si fanno sotto all’arma bianca. L’azione rallenta a livelli vertiginosi e noi abbiamo pochissimi secondi per imbracciare il fucile, sparare a tutti i nemici e infine andare ad aiutare il nostro compagno in difficoltà. Superato anche questo momenti critico ci troveremo in una sorta di deposito all’aria aperta che offrirà un notevole numero di coperture, dalle quali potremo spostarci tramite la pressione di un semplice tasto. L’alta distruttibilità degli elementi dello sfondo infatti fa si che sia meglio evitare di rimanere nella stessa posizione per troppo tempo, visto che la copertura è inevitabilmente destinata a saltare. La nostra pazienza nell’usare la modalità Overkill è stata infine ripagata: dopo aver sconfitto la carne da macello infatti è apparso un elicottero armato di tutto punto, che aveva, ovviamente, noi come unico obiettivo. Dopo averlo sfiancato è stato il momento di usare l’abilità speciale, combinata però con quella del nostro compagno. Quando infatti queste vengono attivate nello stesso momento la loro efficacia è esponenzialmente aumentata, e anche noi diventeremo praticamente invincibili per una manciata di secondi. Inutile dire che l’elicottero non ha resistito al nostro lavoro di squadra, abbattendosi rovinosamente su un campanile poco distante.

Fuoco alle polveriLe sensazioni che ha ci lasciato questa nuova prova con Army of Two: Devil’s Cartel sono quantomeno contrastanti. E’ evidente che Electronic Arts creda nel brand, al punto di riproporlo costantemente aggiornandone anche l’infrastruttura, e questo non può che essere un bene. Sono ovviamente apprezzati anche il miglioramento delle meccaniche pre-esistenti, così come l’upgrade del motore grafico dal sempiterno Unreal Engine 3 al gioiellino di casa, quel Frostbite 2 che oltre a rendere gli effetti di smembramento come non molti sanno fare garantisce un livello di distruttibilità dell’ambiente davvero elevato. Quello che non riesce a convincere del tutto è l’insieme dell’offerta ludica messa in campo da Visceral ed EA, che fatica a posizionarsi un mercato oggettivamente molto competitivo. Sia chiaro, giocarci in due con un partner umano (sarà presente infatti lo split screen in locale o il classico drop-in online) è francamente divertente, e questo grazie innanzitutto al tono esagerato e da b-movie della sceneggiatura, e in seconda analisi per la modalità cooperativa in se, che in questi setting da il proprio meglio, tendendo a coprire i limiti del prodotto con un divertimento che da soli non potremmo avere. Bisognerà capire inoltre quanto la progressione della storia possa aiutare i nuovi protagonisti ad uscire dall’anonimato delle loro maschere per stabilire un tipo di legame con il giocatore che in questi aiuta spesso a passar sopra a eventuali lacune. Nutriamo poi qualche dubbio anche sul livello di sfida proposto e l’intelligenza artificiale dei nemici, sulla quale ci riserviamo di esprimere un parere solo dopo averci giocato più a fondo: se infatti era evidente che il livello della nostra demo fosse settato verso il basso per darci la possibilità di terminarla, il comportamento dei nemici in generale non ci è sembrato dei più reattivi, attaccando ad esempio all’inizio più il giocatore in forma e in piena furia piuttosto che quello ferito in mezzo al cortile, o facendo poco altro oltre al canonico spara e rintanati.

– Cooperativa a due divertente e fracassona

– Sopra le righe come un film di Michael Bay

– Alta distruttibilità dell’ambiente di gioco

Devil’s Cartel, per quello che abbiamo potuto provare, è un gioco divertente. Diverte l’impostazione arrogante, diverte l’esagerazione che lo pervade, e sotto sotto, diverte il poter spaccare qualsiasi cosa. Questo non vuol dire però che possa divertire per tutta la durata l’avventura, perché tenere incollato il giocatore per pochi minuti è impresa semplice rispetto al rapirlo per ore. Il comparto tecnico è buono, anche se visto lo studio e l’infrastruttura in campo avrebbe potuto essere ben superiore, ma vista la distanza con la data d’uscita sicuramente EA avrà tempo e modo per mettere qualche pezza. C’è parecchio lavoro ancora da fare per far si che tutti i pezzi vadano al loro posto, sopratutto sul fronte della cooperazione tra i due mercenari, che dovrà essere qualcosa in più rispetto allo sparare da differenti angolazioni. Se Visceral saprà mantere fede al suo nome e alle promesse fatte in sede di presentazione potremo trovarci ad un titolo che sicuramente non rivoluzionerà il genere ne arrivarà alle vette di altri esponenti ben più blasonati, ma potrà quantomeno, se giocato in due, divertire parecchio e far passare qualche ora a cervello spento. Che è in sostanza quello che molti blockbuster made in Hollywood fanno, e con successo, da decenni.