Recensione

Army Corps of hell

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a cura di Slice

Prendete il gameplay del mai troppo osannato Pikmin, titolo uscito originariamente su Game Cube e partorito dalla geniale mente di Miyamoto-San, e fondetelo alla cattiveria di Overlord, altro interessante strategico-gestionale uscito su questa generazione di console. Mischiate il tutto e come risultato otterrete questo cattivo e metallaro titolo di Square Enix che, come tanti altri, va a rendere ancora più completa la line up di lancio di PS Vita.

Riconquistiamoci il regno, miei goblin!Prima di parlare dell’affascinate ed estremamente particolare gameplay del titolo, ci sembra giusto dare un sguardo veloce all’interno del quale muoveremo il nostro personaggio. Ci troviamo ad impersonare niente meno che il Re degli inferi che, scalzato dal suo trono, decidere di costruire un’armata di goblin e tornare a conquistare la terra – o il sottosuolo se preferite – che gli spetta di diritto. A impedirgli questa impresa ci sono ovviamente una miriade di mostri di svariate forme e dimensioni che cercheranno di rendergli questo obiettivo estremamente arduo, il tutto accompagnato da una costante e picchiata musica che attinge a piene mani dal mondo del metal più puro.Sullo sfondo di questo improbabile susseguirsi di eventi si radica una giocabilità che, pur non inventando niente, riesce ad amalgamare in maniera nitida e soddisfacente il genere action e quello strategico. Scopo del gioco, come già sottolineato, è quello di superare una serie di livelli abitati da nemici che avranno diverse peculiarità di attacco, alternati a cadenza irregolare da una serie di boss fight con bestie davvero enormi e molto difficili da domare. Per riuscire in questa impresa il nostro Re caduto si affida ad un esercito composto da goblin tutto fare che, proprio come in Pikmin e Overlord, seguiranno il loro capo e su suo ordine si scaglieranno contro la preda designata. L’esercito è composto da tre diverse classi di unità: soldati, lancieri e maghi. I primi sono i classici guerrieri di ordinaza armati di spada e molto efficaci dei combattimenti corpo a corpo. I secondi sono specializzati negli scontri a lungo raggio mentre i terzi sono utili per lanciare incantesimi in grado di spaccare determinate difese degli avversari. Una volta indicato il nemico da colpire ci basterà lanciare i nostri goblin e penseranno loro a tutto. Possiamo anche decidere di attaccare in formazione, oppure elaborare complicate tattiche ma, sinceramente, durante la nostra prova, il titolo non ci ha mai stimolato ad usare in maniera creativa il nostro intelletto, facendoci prediligere il più delle volte una o al massimo due classi, ma sopratutto ad abusare di una specie di colpo speciale che ci dava la possibilità di infliggere un quantitativo di danni assolutamente maggiore di quelli normali. Indipendentemente dalla classe dei nemici, ogni uccisione darà la possibilità al giocatore di raccogliere oggetti lasciati dai malcapitati che potremo sfruttare in una sorta di laboratorio di alchimia per creare armi e oggetti totalmente nuovi con cui equipaggiare i nostri amatissimi Goblin.

Io l’inferno non me lo ricordavo così noioso…Fin qui potremmo tranquillamente ammettere che Army corps of hell sia un gioco onestro e con un gameplay più che mai intrigante. La struttura di gioco, però, è supportata in maniera pessima, in particolare a causa di una ripetitività di fondo decisamente tangibile e che, con il proseguo dei quaranta livelli di gioco, diventa sempre più radicata. Questo a causa di un level design piatto, che mette il giocatore all’interno di un susseguirsi di arene di gioco collegate da ponti che culminano con un boss fight. Proprio queste ultime, sono le uniche che sotto questo aspetto riescono a salvarsi, grazie a nemici di dimensioni mastodontiche e piuttosto ispirati. La stessa giocabilità per quanto intrigante non è assolutamente sfruttata e approfondita, lasciando il giocatore dall’inizio alla fine a compiere movimenti assolutamente meccanici e quindi alla lunga demotivanti. A questo quadretto sicuramente poco confortante si aggiunge anche un background narrativo assolutamente friabile che perde di consistenza dopo pochissimi secondi dall’inizio, dando quasi la sensazione al giocatore di essere esclusivamente un mero pretesto per giustificare e contestualizzare l’azione che si sta sviluppando sullo schermo, lasciando a degli insipidi artwork l’arduo compito di raccontare il susseguirsi delle vicende. Gli elementi per rendere il titolo decisamente più appetibile c’erano tutti, si ha però la sensazione che gli sviluppatori abbiano creato un qualcosa di incompleto che per mancanza di volontà, o di idee, non è stato possibile rendere profondo e totalmente appagante da giocare.

PSP…ehm Vita!Concludiamo parlando di quello che probabilmente è stato il boccone più amaro e difficile da digerire: il lato tecnico. Sotto l’aspetto visivo, potremmo usare mille parole, ma la verità è che al primo impatto sembra di trovarsi difronte ad un comparto grafico che si può tranquillamente confondere con quello di PSP. Un dettaglio poligonale che punta al ribasso e una certa penuria di elementi per caratterizzare il pur efficace ambiente di gioco, rendono decisamente ingiustificabile il lavoro svolto dai grafici di Square Enix. A maggior ragione se in contemporanea vengono lanciati titoli che hanno già dimostrato le potenzialità della console di Sony. Assolutamente minime e poco sfruttate le nuove potenzialità di PSVita, come il giroscopio, il touch screen e il touch pad. Invece, pollice decisamente alto per la colonna sonora che, come già detto, riesce a regalare tracce assolutamente caratterizzate e che ben si adattano al contesto degli inferi ed affini con suoni metal decisamente ben integrati.Army corps of hell è un clamoroso autogol da parte della software house giapponese che aveva tra le mani un gameplay assolutamente intrigante e un contesto che, se ben sfruttato, avrebbe potuto intrigare una quantità molto alta di videogiocatori. L’eccessiva ridondanza e una caratterizzazione minima sotto l’aspetto estetico e ludico, rendono invece il titolo noioso dopo poche ore di gioco, rimanendo godibile esclusivamente a chi è un fanatico di questo genere, a patto che riesca a chiudere un occhio su diverse scelte discutibili.

– Idea potenzialmente intrigante

– Audio ottimo

– Buone le boss fight

– Gameplay alla lunga ridondante

– Estremamente piatto

– Tecnicamente indietro di una generazione

5.5

Army Corps of hell rientra nella folta schiera di titoli potenzialmente interessanti ma sviluppati con troppa leggerezza. Un gameplay poco profondo e una piattezza generale, sopratutto dal punto vista estetico, non riescono a far decollare il progetto di Square Enix. Consigliato solo agli appassionati hardcore di questo genere.

Voto Recensione di Army Corps of hell - Recensione


5.5