Recensione

Aragami

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Aragami
Aragami
  • Sviluppatore: Lince Works
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: Disponibile - 22 febbraio 2019 Switch

Nato in origine da un progetto universitario di alcuni ragazzi spagnoli, Aragami viene espanso dopo il buon riscontro ottenuto in rete, spingendo Lince Works a trasformarlo a tutti gli effetti in un prodotto commerciabile. Il risultato è uno stealth puro, vecchia scuola e senza compromessi, capace di riportare alla memoria le meccaniche di classici intramontabili come Tenchu, ma anche di mettere bene in mostra alcune ispirazioni tratte dai titoli più moderni (Mark of the Ninja, Dishonored), con una buona enfasi sulla diversificazione dello stile di gioco.
Nato dal buio
Aragami è un assassino non-morto in grado di poter manipolare le ombre a suo piacimento. Evocato dallo spirito di Yamiko, una nobile ragazza della sacra cittadella di Kyûryu, dovrà sgominare il clan Kaiho e le Guardie della Luce per riportare alla normalità una situazione che pare ormai gravemente precipitata. Nel corso dell’avventura, il protagonista dalle sembianze di un ninja verrà a conoscenza del proprio passato, scoprendo come il suo destino sia incrociato con quello nefasto dell’eterea giovane, che lo guiderà in un’avventura perigliosa e nient’affatto scontata.
Una delle caratterstiche più di rilievo di Aragami è l’impossibilità di potersi difendere e contrattaccare: nel momento in cui un qualunque nemico si accorge in modo inequivocabile della vostra presenza e si prepara a farvi fuori, l’unico modo per scampare a una morte certa è fuggire e trovare al più presto una zona franca immersa tra le ombre. Aragami può infatti sfruttare a suo vantaggio le aree buie, ma nel momento in cui si trova nei pressi di una fonte di luce non solo è ben visibile, ma è anche impossibilitato a ricaricare i suoi poteri oscuri. Da ciò si evince quanto prendere sottogamba una qualunque sezione di gioco sia l’idea peggiore da farsi venire, perché la difficoltà punitiva (si muore con un solo colpo) e la pianificazione dei propri movimenti sono due elementi cruciali, che mal si abbinano a una condotta di gioco sprovveduta. Sebbene durante le fasi avanzate si possa incorrere in un po’ di frustrazione, ricominciando continuamente dall’ultimo checkpoint, un uso attento dell’ambiente a proprio favore e dei poteri vi farà comprendere come l’unica reale colpa dei fallimenti sia ascrivibile alla vostra dabbenaggine.
Il confronto diretto non è dunque un opzione: bisogna osservare con attenzione l’ambiente, sgattaiolare con rapidità tra i soldati, prenderli di soppiatto, farli fuori e, quando possibile, far sparire i loro corpi con uno dei poteri che sbloccherete. Ogni situazione di gioco ha tanti approcci, lasciandovi scegliere se vorrete essere degli assassini silenziosi o se essere un fantasma tra i vivi, di cui nessuno si accorgerà; se completare dunque i livelli uccidendo tutti o, in alternativa, ottenere il riconoscimento opposto. Oltre a ciò, sul punteggio finale delle diverse aree completate influiranno le volte che verrete scoperti, se è stato visto un cadavere, se avete fatto scattare l’allerta e diversi altri fattori che vi lasciamo il piacere di scoprire. In tal senso, si comprende come il fattore rigiocabilità sia sulla carta elevato, in particolar modo perché scelte diverse influiranno sul mondo di gioco e su alcuni eventi. Va però ammesso che nell’arco delle circa nove ore che impiegherete per completare l’avventura (anche in co-op online, se preferite), la ripetitività si farà sentire non poco, persino se siete degli inossidabili amanti dello stealth old school.
Oscuri poteri
Attraverso l’intricata foggia di simboli presenti sul mantello di Aragami è possibile capire quanti utilizzi delle magie (o attacchi speciali) sono disponibili e se si possono manipolare le tenebre. Rimanere alla luce non ripristinerà il colore fulvo del drappo, limitando finanche l’uso delle azioni basilari come la creazione di piccole ombre su qualunque superficie o la possibilità di teletrasportarsi. Entrambe sono essenziali: combinarle significa raggiungere zone sopraelevate, attraversare cancelli, avvicinarsi all’istante a un nemico o dileguarsi in pochi attimi. È inoltre possibile evocare delle creature del buio, creare cloni per distrarre gli avversari o richiamare a sé un buco nero. I nemici, al contrario, hanno dalla loro parte il potere di manipolare la luce, ma non è neanche lontanamente paragonabile alla capacità di Aragami. Possono però avere a loro disposizione fonti di luce mobili, scoccare frecce “infuocate”, creare barriere impenetrabili, emanare lame luminose o far risplendere le loro corazze. 
Nei casi in cui pare complicato penetrare tra le difese nemiche, l’uso dei kunai (comunque limitato) può aiutare ad abbattere quantomeno chi si muove poco e chi non varia mai la routine delle ronde, permettendo così di fare breccia in una zona che poi, con pazienza, potrete conquistare. Nelle missioni sarete aiutati da un corvo, che a comando è capace di marcare i soldati o di indicarvi gli obiettivi da raggiungere di volta in volta. Tutto sommato, questi ultimi sono quasi sempre gli stessi, e sebbene possa presentarsi l’obbligo di recuperare degli oggetti specifici, nella maggior parte del tempo dovrete “solo” attraversare un’area e trovare l’uscita. La struttura delle missioni è dunque poco varia, mentre il design dei livelli offre buoni spunti capaci di migliorarne la verticalità, pur rimanendo ancorato a una concezione poco moderna e più affine ai titoli di un paio di generazioni fa. Se questo è un difetto o un pregio, dipende solo dal vostro gusto personale, dal grado di nostalgia che avete addosso e dalla tipologia di giocatori che siete. In ogni caso, si tratta di una scelta di design ben precisa e conservatrice, che non influisce mai in modo negativo su quella che è la natura del progetto. Tecnicamente Aragami fa un buon uso dell’ultima versione di Unity, con un cel shading fatto di linee morbide che ricordano, alla lontana, alcune soluzioni adottate dal mai troppo elogiato Okami. Il frame rate su PC si mantiene alto, è dinamico e difficilmente scende sotto i 50. Davvero sporadici e insignificanti i bug, che non presentano mai delle condizioni invalidanti per i giocatori, che potranno godersi un buon titolo stealth che sembra uscito da un’altra generazione, coi pregi e i difetti che ne conseguono.

HARDWARE

MINIMI: Sistema operativo: Windows 7/8.1/10 Processore: Intel Core i5 Memoria: 8 GB di RAM Scheda video: 2GB of Video Memory, NVIDIA GeForce GTX 660, AMD Radeon HD7870 DirectX: Versione 11 Memoria: 6 GB di spazio disponibile Scheda audio: Integrated audio interface Note aggiuntive: Required: Keyboard and Mouse with Secondary click enabled or gamepad (such as PS3 controller, Xbox 360 controller for Windows or Logitech gamepads).

– Stealth puro e senza compromessi

– L’uso dei poteri apre a diversi approcci di gioco

– Non potrete difendervi e morirete con un colpo

– IA non sempre perfetta

– Alla lunga è un po’ ripetitivo

– Non potrete difendervi e morirete con un colpo

7.5

Aragami risponde alle richieste pressanti dei fan dello stealth puro e senza compromessi, da anni alla ricerca di un titolo che potesse riportarli indietro nel tempo, senza le contaminazioni action dell’ultimo lustro. Gli sviluppatori riescono nel loro intento, ma cadono un po’ vittima della propria intransigenza, scoprendo il fianco alle insidie della ripetitività.

Voto Recensione di Aragami - Recensione


7.5