Recensione

Amplitude

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a cura di Pregianza

Nel colorito mondo dei videogames Harmonix è sinonimo di musica. Questa longeva casa di sviluppo (quasi 15 anni in questo mondo sono tanti, fidatevi) è conosciuta principalmente per i Rock Band, ma chi la segue da un po’ sa che i suoi primi titoli erano ben diversi da quelli che la hanno portata sull’olimpo di un genere, riempiendo le case di periferiche plasticose. Gli Harmonix hanno infatti cominciato la loro scalata con Frequency e Amplitude, sempre due rhythm game, ma basati su combinazioni di 3 tasti eseguibili facilmente via pad, in cui le tracce delle canzoni venivano spezzettate e “navigate” in modo molto particolare.
Divenuti una casa indipendente dopo varie vicissitudini, gli Harmonix hanno deciso di ripartire proprio dal titolo che li aveva lanciati, aprendo un Kickstarter nel 2014 per finanziare un successore di Amplitude sulle nuove piattaforme. I soldi sono arrivati senza troppi problemi, e oggi, dopo un’attesa nemmeno troppo lunga, abbiamo messo le mani su questa “versione HD” con canzoni completamente nuove e un comparto tecnico indubbiamente più al passo coi tempi. 
Ci siamo divertiti come in passato? Non proprio, ma abbiamo comunque apprezzato, perché, anche con gli inevitabili cambiamenti, Amplitude sotto sotto è rimasto una gran bella esplosione sensoriale.
Musica sinaptica
Contrariamente a quanto si possa credere, questa versione di Amplitude ha una sorta di trama alla base. Si può infatti scegliere tra partite veloci e una campagna, con quest’ultima composta da 15 tracce che rappresentano un viaggio nella mente di una paziente in stato comatoso. Chi sia e in cosa consiste lo strano esperimento atto a risvegliarla lo potrete a malapena intuire da frasi sconnesse in ogni livello, ma in generale il corso dell’azione sarà piuttosto cristallino: far esplodere delle gemme musicali in serie con l’aiuto di piccole pseudo-astronavi, allo scopo di risvegliare le varie parti del cervello della ragazza.
Sì, ok, non è molto, ma non serve una scusante particolarmente elaborata per spingere il giocatore a buttarsi nelle tracce del gioco, e una volta fatto non ci vuole molto per provare sensazioni simili a quelle del capitolo originale. Amplitude dopotutto è un Rhythm Game atipico, ove la melodia è divisa in più parti, con ogni tracciato che rappresenta una traccia vocale o di strumento, e la musica si compone gradualmente ogni volta che sparate a un tot di gemme in serie, accentuando specifici elementi in base alla vostra posizione. È un titolo frenetico, dove bisogna curarsi solo di tre possibili posizioni delle note, ma al contempo è necessario aguzzare la vista per capire subito come spostarsi dopo aver completato un pezzo del tracciato, in modo da continuare la serie, non perdere preziosa energia e mantenere elevato il punteggio (di norma la nota giusta sulla traccia successiva si illumina comodamente, ma spesso risulta comunque complicato collegare i pezzi). Dei radi power up inoltre vi faciliteranno la vita durante le serie di note più brutali.
Le differenze primarie dall’originale sono le seguenti: innanzitutto le tracce sono sparse su un campo piatto stavolta, diversamente dal tunnel ricurvo visto in passato, e in secondo luogo non ci sono praticamente pezzi famosi, solo una soundtrack puramente elettronica creata da Harmonix in collaborazione con una manciata di autori. La vista “a tunnel” del predecessore è facilmente sbloccabile completando la campagna (una passeggiata alle difficoltà più basse), quindi la modifica non risulta un problema. Per quanto riguarda la musica, invece, è difficile che le canzoni selezionate da Harmonix abbiano la stessa presa della lista originale, specialmente se non si è grossi appassionati di musica elettronica. Si parla di una trentina di canzoni in totale di cui 15 da sbloccare, quasi tutte di qualità ottima, ma indubbiamente non molte per un videogame di questa tipologia.
Psichedelico!
Allora, a volerla dir tutta ci sono 4 canzoni in più del primo Amplitude, ma il titolo non offre comunque gran che a livello contenutistico. Il multiplayer locale è carino, ma difficilmente vi incollerà allo schermo, la campagna dura veramente poco, e la longevità dipende quindi del tutto da quanto desideriate migliorare le vostre abilità. In fondo Amplitude alle difficoltà maggiori è una sfida tremenda, di quelle da polpastrelli consumati e imprecazioni acrobatiche. Prima di padroneggiare le sue navicelle ne farete di fatica, eccome, ed è indubbio che i più appassionati sapranno trarre enormi soddisfazioni dai punteggi e dalle canzoni più complesse. Se però cercate più varietà nelle canzoni di un Rhythm game e modalità numerose o longeve, non è qui che dovete guardare. Tenetelo bene a mente prima di scucire la ventina di euro necessari ad ottenerlo.
Impossibile in chiusura non elogiare il comparto tecnico del gioco, psichedelico, coloratissimo e indubbiamente riuscito. I neon, il disintegrarsi dei pavimenti una volta completata una traccia, le connessioni sinaptiche che lampeggiano in sottofondo… tutto si fonde a meraviglia con la fluidità della musica, composta di volta in volta dalle vostre azioni. Non è un assalto neuronale paragonabile a quello di giochi come Rez e Child of Eden, anche perché tali eccessi distrarrebbero inevitabilmente dalle note, ma resta indubbiamente spettacolare.

– Psichedelico e spettacolare

– Il suo gameplay è ancora oggi piuttosto unico nel genere

– Tracce di qualità

– Contenuti limitati

– Mancano tracce note e varietà di generi musicali

7.5

Amplitude è un bel remake di un ottimo rhythm game, anche se il passaggio del tempo non è stato gentilissimo con questo visionario viaggio nella musica elettronica, e oggi la sua carica innovativa difficilmente farà balzare qualcuno dalla sedia. Detto questo, nonostante contenuti piuttosto limitati, si tratta di un gioco spassoso, impegnativo, e in grado di dare grosse soddisfazioni agli appassionati del genere. Dategli una possibilità se gli Harmonix hanno rappresentato qualcosa per voi in passato.

Voto Recensione di Amplitude - Recensione


7.5