Recensione

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a cura di Pregianza

David Jones è la mente dietro a Grand Theft Auto e Lemmings, due pietre miliari del mondo videoludico: parliamo di uno sviluppatore più che in grado di lasciare i gamer in trepidante attesa per i suoi titoli. Per questo motivo, dopo che la sua software house con base in Scozia, Realtime Worlds, si è distinta nel panorama con l’ottimo Crackdown, l’esaltazione per il progetto successivo della casa era davvero alta. APB, loro ultima creatura, aveva le potenzialità per cambiare finalmente le regole dei giochi di massa online: parliamo infatti di uno shooter MMO ispirato proprio a Grand Theft Auto. Se è vero che il fatto che nessuno ci avesse pensato prima è sorprendente, va purtroppo ammesso che nel creare il suo mondo pieno di criminali e poliziotti, Realtime Worlds abbia dimenticato le cose più importanti in un gioco online: il divertimento e la varietà.

Se c’è un problema risolvilo, oppure diventa parte del problemaIn APB vi ritroverete nei panni di uno degli abitanti di San Paro, allegra cittadina piombata nel caos a causa della criminalità imperante. Per combatterla, il sindaco pensa bene di legalizzare i vigilantes, il risultato? Qualunque pazzoide può comprarsi un fucile a ripetizione e andare a farsi giustizia da solo. Ovviamente ai mariuoli cittadini l’idea non piace, al che decidono di mettere a ferro e fuoco i quartieri per far vedere agli improvvisati paladini della giustizia chi comanda. Non un granché come località di villeggiatura.Il giocatore può scegliere di far parte dei buoni o dei cattivi e, una volta decisa la fazione, si ritroverà per le strade di San Paro armato fino ai denti e pronto a dare battaglia a chiunque gli sbarri il cammino.

Inserisci le caratteristiche, non dimenticare il numero di nei, di peli, la lunghezza unghie e l’odoreLa prima cosa che farete in APB, come in ogni MMO che si rispetti, sarà creare il vostro alter ego. Se volete gettarvi subito nell’azione potete semplicemente randomizzarlo settando una serie di dati base quali altezza, tipo di corporatura e età. Per gli amanti della personalizzazione però, l’editor di APB è praticamente il paradiso: non si è mai vista una tale pletora di caratteristiche modificabili in qualsivoglia titolo online o offline. Potrete creare individui di ogni genere, modificare ogni singolo dettaglio del volto, persino aumentare o diminuire il numero di nei. Starà solo a voi scegliere se impersonare un personaggio che vi somiglia, un tizio che sembra uscito da un manga giapponese o un grasso e peloso sosia di Elvis con la passione per l’omicidio, le possibilità sono infinite e le modifiche possibili non si fermano qui. Il gioco vero e proprio dispone di un “quartiere sociale” che vi permetterà di modificare l’abbigliamento del vostro personaggio, tatuarlo, cambiargli i connotati e persino acquistare un’auto e personalizzarla tramite i vari terminali sparsi per la zona. Da questo punto di vista siamo di fronte a un nuovo punto di riferimento del genere MMO, eppure la personalizzazione permessa da APB non si ferma certo qui. L’acquisto di una T-shirt in gioco è sufficiente ad aprire il relativo editor, dove oltre a cambiare il colore e ad applicare diverse fantasie alla stoffa, sarà possibile creare ed aplicare loghi. Utilizzando una sorta di versione semplificata di Photoshop i giocatori potranno creare un simbolo o una scritta personalizzati ed applicarli alla maglietta nella posizione e con le dimensioni desiderate. Naturalmente il logo potrà essere salvato e richiamato durante tutte le personalizzazioni future di qualunque oggetto di gioco, applicandolo ad esempio alle macchine possedute o ad altri capi di vestiario, facendone così una vera e propria icona personale da esibire per farsi riconoscere al primo colpo d’occhio. Tanto sforzo produttivo deve naturalmente essere premiato con la possibilità di esporre i propri lavori e, perché no, bullarsene con il resto dell’utenza. A questo scopo sono stati inseriti degli speciali stand in cui sarà possibile mettere in mostra la propria macchina previo acquisto dello spazio “promozionale”, e questo è solo un esempio di possibile esibizione: ad esso si affiancano i poster ed i graffiti per decorare i muri delle città, ed i juke box utilizzabili al fine di far sentire la musica creata con l’apposito editor in gioco. Quest’ultimo rappresenta l’assoluta devozione degli sviluppatori nei confronti della personalizzazione più sfrenata, presentandosi come un sequencer dalle discrete potenzialità e relativa difficoltà d’uso. Oltre a comporre canzoni da inserire nei juke box sparsi per i locali della città, l’editor musicale potrà servire anche per creare jingle associati a determinati eventi in gioco, come l’uccisione di un nemico.

Altro che “guardie e ladri”Il paragone tra APB e la serie di Grand Theft Auto non è dovuto solo alla presenza di David Jones. Una volta creato un personaggio potrete intraprendere un rapido tutorial che vi spiegherà le basi dal gameplay e come funzionano le cose a San Paro. In pratica, il giocatore può girare liberamente per la città in cerca di lavoro presso i boss del quartiere, i quali gli affideranno varie missioni. Per cominciare a lavorare sarà sufficiente entrare in uno dei due quartieri “attivi”, dove creare un gruppo o unirsi ad una combriccola preesistente per portare a termine i vari compiti. Da notare che i quartieri possono contenere un massimo di 80 giocatori alla volta. Durante le fasi esplorative sarà possibile rapinare i passanti, rubare veicoli o semplicemente sparare a cose e persone. Suona molto simile alla serie di giochi di Rockstar vero? Peccato che, quanto a giocabilità, APB sembra essersi ispirato più al terzo capitolo della serie che altro, mantenendo meccaniche da shooter molto datate.Il sistema di controllo è estremamente semplice, il vostro alter ego si muove con mouse e tastiera, può scattare all’infinito, scalare staccionate e reti metalliche, aprire porte, mirare e accovacciarsi. Sparare alle gambe dei vostri nemici o alla testa non fa alcuna differenza, il calcolo del danno è sempre lo stesso, rovinando del tutto qualunque elemento tattico. Naturalmente, non è disponibile nessun sistema di copertura. Alla tastiera è affidato anche il controllo dei vari veicoli, che si muovono diversamente a seconda della stazza e della tipologia, e sono discretamente responsivi. Tutte le altre azioni del gioco, dal raccogliere oggetti al decriptare terminali elettronici, sono eseguibili con la pressione di un singolo tasto. Certo, spesso il gioco fa bene il suo lavoro e le sparatorie risultano davvero eccitanti, grazie anche alle mappe dei vari quartieri che sono ampiamente navigabili e ben costruite, ma il sistema di controllo è davvero troppo semplicistico. Le missioni, già di per sé molto ripetitive, si limitano spessissimo a un “raggiungere il posto X e schiacciare il tasto F”, per nulla originale e la totale assenza di attività alternative o minigiochi aggrava ulteriormente questa situazione. Nella particolare filosofia ideata da Realtime Worlds, il vero contenuto del gioco non sono i compiti affidati dai vari NPC, bensì i giocatori stessi. Secondo la loro visione, ciò che rende le missioni divertenti è il fatto di affrontarle in gruppo contro altre formazioni di giocatori, collaborando per completare obiettivi che, alla fin della fiera, non sono altro che varianti del tipico Capture the Flag o della modalità conquista che si trovano in ogni altro sparatutto, con l’aggiunta del furto d’auto e di inseguimenti. Man mano che completerete i vari traguardi la vostra notorietà aumenterà e con essa il numero degli avversari che vi verranno scagliati contro. Ad esempio, raggiunto il quinto livello di notorietà le ricompense saranno molto elevate, ma non sarà un compito semplice mantenerlo per molto tempo. Se è vero che i frutti di questa concezione sono talvolta facili da cogliere, la formula di gameplay inevitabilmente stanca, annoia e fa sentire tutta la sua mancanza di varietà. Inoltre, se vi aspettate un qualunque tipo di elemento RPG nella crescita del vostro eroe (o antieroe) rimarrete profondamente delusi. Non ci sono statistiche né livelli di alcun tipo, l’unica cosa che potrete ottenere sono alcune armi secondarie come granate, pistole paralizzanti ed armi da fuoco più potenti sbloccabili giocando e guadagnando denaro. Le varie bocche da fuoco sono tanto efficaci quanto alto è il loro costo, ma basare solo su questo la relativa “forza” del personaggio all’interno del mondo di gioco è decisamente svantaggioso: compratevi un’arma di una certa potenza e i vostri avversari cadranno come mosche. La mancanza di bilanciamento si nota anche nella struttura di certe missioni, che spesso risultano quasi impossibili da completare nel caso il team avversario raggiunga l’obbiettivo per primo e si apposti in agguato.

I venditori di cappellini a San Paro sono tutti multimilionariAPB è senza dubbio un gioco di bell’aspetto: modelli dei personaggi e texture sono di notevolissima qualità, le automobili sono ben fatte e la città stessa, seppur non originale, si rivela caratterizzata da palazzi imponenti e quartieri ben strutturati. Ottimo anche il sonoro, con moltissime tracce selezionabili dall’autoradio delle auto e buoni effetti. Interessante anche la possibilità di lasciare la voice chat sempre attiva e di godersi la propria playlist personalizzata sulle auto. Peccato per i caricamenti in entrata, che risultano alle volte molto lunghi, e per un peculiare fenomeno che si verifica spesso nel quartiere sociale, che ci piace definire “l’orda dei cappellini”. In pratica il motore di gioco ci mette un po’ a calcolare le molte modifiche fatte dei vari giocatori ai rispettivi alter ego e, prima che il modello vero e proprio appaia in tutto il suo splendore, esso appare sostituito da un “modello fille”r di un omino con t-shirt e cappellino. Si tratta di una cosa tecnicamente comprensibile, ma il feeling è simile a quello dato dai “fantasmi” di Playstation Home, e risulta un po’ strano (o tragicamente comico) vedere per diversi minuti decine di cloni con il cappello fermi davanti ai terminale.

HARDWARE

Requisiti minimi• Windows XP SP2* o Windows Vista• processore da 2.0+ GHZ • 512 Mbytes di RAM• Scheda video NVIDIA 6200+ o ATI Radeon 9600+

Raccomandati• Processo re da 2.4+ GHZ Dual Core• 1 Giga di RAM• Scheda video NVIDIA 7800GTX+ o ATI x1300+

– Enormi possibilità di personalizzazione del proprio personaggio

– Grafica e sonoro sono notevoli

– Divertente per un po’

– Non sfrutta a dovere il suo potenziale

– Troppo ripetitivo

– Solo due quartieri di gioco e mancanza di varietà nei contenuti

– Non merita un abbonamento mensile

6.5

APB non è un brutto gioco, si tratta di uno shooter molto semplicistico con un editor di personaggi eccezionale e un ottimo comparto tecnico. Purtroppo, è uno spreco colossale. Il titolo aveva un potenziale praticamente illimitato e gli sviluppatori lo hanno sfruttato davvero troppo poco. Amanti degli sparatutto e della personalizzazione sfrenata potranno sicuramente apprezzarlo per un po’, ma un MMO senza reale avanzamento a parte l’acquisto di oggetti e in cui i contenuti sono i giocatori stessi non vale una sottoscrizione mensile. Peccato, si spera che in futuro Realtime Worlds aggiunga parecchie migliorie ma ora come ora sembra davvero un occasione mancata.

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6.5