Recensione

15 Days

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a cura di Francesco Ursino

Per tutti gli appassionati di avventure grafiche il nome House of Tales non dovrebbe suonare come sconosciuto: la software house in questione ha già sviluppato per PC due avventure grafiche, ci riferiamo a The Moment Of Silence ed Overclocked, manifestando una buona capacità creativa. Soprattutto l’ultimo dei due titoli citati presentava, fra le altre cose, una sceneggiatura dal livello estremamente elevato ed un azzeccato tema musicale. Il terzo lavoro dello sviluppatore tedesco, anche questo un’avventura grafica, si chiama 15 Days, ed ha quindi l’impegnativo compito di non far rimpiangere le produzioni precedenti.

Tre moderni Robin Hood ed un poliziotto yankeeLa storia narrata da 15 Days comincia nella Londra dei giorni nostri: in un loft sulla sponda del Tamigi tre ragazzi organizzano rapine e furti per poi devolvere il ricavato ad associazioni umanitarie. I tre attivisti sono Cathryn, ex studentessa d’arte e leader del gruppo, Mike, esperto informatico vagamente nerd, ed il belga Bernard, l’intellettuale del gruppo. I moderni Robin Hood vengono contattati da un uomo misterioso, tale Odila, che li ingaggia per rubare un ritratto di Churchill al London Museum. Intanto dall’altra parte del globo, negli States, il detective della polizia internazionale Jack Sterne viene incaricato di investigare sull’assassinio del Ministro degli esteri inglese Henston; con un volo diretto per la capitale britannica il nostro investigatore metterà piede nella terra d’Albione, in una storia che inevitabilmente si intreccerà con quella dei tre attivisti.

Quindici giorni…zero enigmi?Analizzando il gameplay del titolo, c’è da dire che catalogare 15 Days come avventura grafica potrebbe risultare in una forzatura; questo perché il gioco proporrà un numero di enigmi veramente esiguo, e di difficoltà non molto alta. Cosi come con il precedente Overclocked, sembra che l’obiettivo di House of Tales sia stato prima di tutto quello di raccontare una storia, liberando il giocatore dal peso di puzzle eccessivamente impegnativi. Per questo motivo non ci si ritroverà praticamente mai bloccati in un determinato punto o davanti un rompicapo particolarmente difficile: si dovrà invece parlare con tutti i personaggi, raccogliere pochi oggetti ed utilizzarli nel modo più intuitivo e semplice possibile, senza tanti ragionamenti e voli pindarici. In questo senso il sistema di rilevamento degli oggetti con cui si potrà interagire si è dimostrato privo di grossi difetti, cosi come è apparsa chiara e semplice la gestione dell’inventario, che comunque conterrà un numero sempre esiguo di utensili, talvolta tra loro combinabili. In un paio di occasioni si dovranno risolvere dei piccoli puzzle, assimilabili a dei semplici minigiochi: in questi frangenti partirà un timer di due minuti che consentirà, una volta scaduto, di ricominciare da capo o di saltare l’enigma anche senza averlo risolto. Ovviamente i puristi storceranno il naso davanti a questa scelta, considerato anche che il livello dei grattacapo proposti non è molto alto, in ogni caso questa possibilità potrebbe tornare utile ai giocatori che non vogliono soffermarsi troppo a rimuginare su come sbloccare una porta o bypassare un sistema informatico. Bisogna dire dunque che è il dialogo, l’interazione fra personaggi, il vero fulcro del gioco: molte volte capiterà di spendere diversi minuti soltanto ascoltando i personaggi parlare. Appare poco sensata, in questo senso, la scelta degli sviluppatori di negare ai giocatori la possibilità di “skippare” le singole linee di dialogo, permettendo invece di evitare completamente una scena, con il rischio così di perdere importanti particolari riguardanti la storia. Il gioco seguirà, come accennato precedentemente, le vicende del detective Sterne e dei tre attivisti: nel concreto questo si tradurrà nella possibilità di inpersonare quattro diversi interpreti, ognuno con differenti funzioni. Durante alcune fasi, per esempio, si dovrà controllare Cathryn e parlare con un certo personaggio; subito dopo il controllo verrà centrato su Mike, incaricato di intrufolarsi in vari sistemi informatici, per poi spostarsi su Bernard. Molte volte le azioni compiute dal giocatore nelle vesti dei tre ladri verranno ripercorse da Sterne (con conseguente cambio di personaggio giocante), che da buon detective dovrà collegare i vari fatti e coincidenze. C’è da dire che questa varietà di personaggi rende il gioco più dinamico, permettendo cosi all’utente di entrare meglio nella psicologia di ogni personaggio, e soprattutto di vivere le vicende narrate dai punti di vista dei quattro protagonisti.Il giocatore che dovesse approcciarsi a 15 Days, quindi, dovrebbe avere ben chiaro che per tutta la durata del gioco (approssimativamente sette, otto ore) l’azione principale sarà l’ascolto dei dialoghi, e non la raccolta di oggetti o la risoluzione di enigmi; ovviamente sarà il suo gusto personale a decretare se l’intento di House of Tales, ovvero quello di creare una specie di ibrido tra un videogame ed una storia illustrata, sia meritevole di plauso oppure no. In questa sede possiamo affermare che la sensazione finale riguardante la qualità della trama e dei personaggi non è del tutto positiva: di sicuro il titolo si lascia giocare e tende ad instillare nell’utente la voglia di vedere come si conclude la vicenda, ma i personaggi non sembrano avere il carisma necessario per rendere il tutto più meritevole di nota. L’impressione è che l’aggiunta di tante linee di dialogo (si parla di quasi più di cinque ore di parlato in tutto il gioco) invece di immergere di più il giocatore nella storia ottenga a volte l’effetto contrario, costringendolo per parecchi minuti all’inattività ed all’ascolto forzato di lunghi discorsi. In ultima analisi, lo sviluppatore tedesco non sembra essere riuscito a bissare il livello qualitativo di Overclocked, almeno per quanto riguarda l’atmosfera e l’immedesimazione del giocatore con i protagonisti.

In gita sul London EyeTecnicamente parlando, 15 Days non sembra avere nulla di particolare da segnalare. La grafica si basa su un classico sistema 2,5 D, con fondali bidimensionali su cui si muovono i modelli tridimensionali dei personaggi. Il motore grafico è stato capace di dare una rappresentazione pulita e discretamente definita almeno per quanto riguarda gli sfondi e gli ambienti, mentre è nella riproduzione dei personaggi che abbiamo riscontrato alcune imperfezioni. Si può notare infatti una certa staticità dei volti, unita ad una scarsa espressività dei personaggi, una scelta non proprio azzeccata in un titolo che fa del dialogo la sua arma principale. Di buona qualità invece gli intermezzi filmati in CG, seppur brevi e sporadici. Per quanto riguarda il sonoro, infine, il lavoro svolto è positivo: durante le lunghe conversazioni il livello qualitativo del doppiaggio, disponibile solo in inglese, si è sempre dimostrato all’altezza. Risulta pesante invece l’assenza di una colonna sonora di un certo impatto, o almeno di un tema musicale degno di essere ricordato: tutto ciò non aiuta all’immedesimazione e immersione nel mondo di gioco.

HARDWARE

Requisiti MinimiPentium® IV GHz o comparabile512 MB RAM (XP) / 1 GB RAM (Vista)Scheda video con almeno 128 MB RAM shader 2.0Scheda audio con supporto DirectX 9®4 GB di spazio su discoDVD-ROM drive

Requisiti RaccomandatiPentium Core2 Duo 2,0 GHz1 GB RAM (XP) / 1.5 GB RAM (Vista)Scheda video con 256 MB RAM shader 2.0Scheda audio con supporto DirectX 9®DVD-ROM drive

– Quattro personaggi giocabili

– Buona veste grafica

– Una storia discreta ed interessante…

– …ma senza particolari spunti o personaggi degni di nota

– Pochissimi enigmi

– Una gran quantità di dialoghi che limitano l’attività di gioco

6.8

15 Days offre la possibilità di conoscere e seguire una storia abbastanza interessante, ma la sensazione è che l’impegno richiesto al giocatore non sia quello di intervenire concretamente nello svolgimento della trama, quanto quello di accompagnare i protagonisti attraverso le varie peripezie, ascoltando lunghi dialoghi e compiendo azioni assai elementari. Gli enigmi proposti rimangono spesso e volentieri sospesi tra leggeri minigiochi e semplici grattacapo, con il risultato che l’esperienza si risolve in piccole attività inframezzate da lunghi dialoghi. Si potrebbe chiudere più di un occhio se a sostegno di questa struttura ci fosse una trama avvincente e dei personaggi estremamente carismatici, ma il titolo House of Tales sembra mancare in parte anche di questi elementi; in ogni caso 15 Days rappresenta una discreta scelta, se non altro sopra la sufficienza, per i giocatori e gli avventurieri poco esigenti alla ricerca di una storia illustrata più che di un videogioco, oppure per tutti coloro che in un’avventura grafica ricercano un basso livello di difficoltà ed un intenso lavoro di sceneggiatura.

Voto Recensione di 15 Days - Recensione


6.8