Una chiacchierata con Yoshitaka Amano: la sua leggenda, dagli albori a Final Fantasy

Abbiamo incontrato il leggendario artista Yoshitaka Amano durante il Lucca Comics & Games.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

LUCCA – Yoshitaka Amano non ha bisogno di presentazioni. Stiamo d’altronde parlando di un illustratore leggendario che ha contribuito alla creazione di una delle saghe più amate nel mondo dei videogiochi, ossia Final Fantasy. Ma relegarlo soltanto al ruolo di character designer dei primi Final Fantasy e di creatore dei loghi di tutta la saga sarebbe riduttivo per la carriera di questo leggendario artista, che ha collaborato con brand molto importanti come Vogue (per la cui edizione italiana ha curato nel 2020 una copertina speciale) o Gucci – e con altri immensi autori come Neil Gaiman, senza contare i suoi lavori nell’animazione e come illustratore.

Yoshitaka Amano è stato ospite del Lucca Comics & Games 2022, un’occasione unica per poter incontrare questo grande artista di persona. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di partecipare a un panel per la stampa a lui dedicato, durante il quale Amano ha risposto a svariate domande sulla sua lunga carriera, svelandoci anche alcuni interessanti retroscena su come ha iniziato ad appassionarsi al disegno.

L’artista dal tratto etereo

Quando si guarda una qualsiasi illustrazione realizzata da Yoshitaka Amano è subito chiaro quanto il suo stile sia unico e immediatamente riconoscibile. Se dovessimo definire il tratto del maestro Amano con un aggettivo quello più adatto sarebbe “etereo”, come i personaggi e i mondi che ha sempre creato con la sua matita. Il suo stile è da considerare realmente inimitabile e frutto di anni e anni di perfezionamento.

La storia di Amano come artista inizia quando aveva solo quattordici anni. In visita presso un amico a Tokyo, il giovane Amano scopre di trovarsi vicino alla Tatsunoko Productions, famoso studio d’animazione che ha realizzato nel corso del tempo iconiche serie animate come Hurricane Polymar o Yattaman. Come ci racconta lui stesso durante l'incontro a Lucca Comics, agli inizi si occupava di aiutare nella realizzazione delle animazioni di alcuni anime come Mach GoGoGo. Ci ha stupito sapere che Amano, nato nella terra degli anime e dei manga, abbia avuto tra le prime fonti d’ispirazione per il suo stile di disegno i personaggi di DC Comics, come Batman e Superman, disegnati dal famoso autore Neil Adams, scomparso purtroppo proprio quest’anno.

Amano racconta che allora in Giappone non era affatto facile procurarsi fumetti americani: «spesso mi recavo a Kanda, un quartiere di Tokyo, per cercare e comprare tutti i fumetti di Neil Adams che riuscivo a trovare», ricorda.

Ad ogni modo, diventato uno dei character designer di punta di Tatsunoko, nel 1982 decide di lasciare l’azienda per diventare un illustratore freelance. Di quel periodo Amano ricorda quanto fosse duro il lavoro di animatore e character designer, dato che spesso si ritrovava a dover realizzare dei personaggi da zero con pochissimi giorni a sua disposizione. Fortunatamente, una volta messosi in proprio, riuscì a dedicarsi con calma alle sue creazioni.

Il grande successo, che lo portò poi a essere conosciuto e amato in tutto il mondo, arrivò proprio negli anni successivi alla sua uscita da Tatsunoko. Amano illustrò i personaggi di alcuni delle più famose novel giapponesi, come Guin Saga, La Leggenda di Arslan e Vampire Hunter D. A riguardo di quest’ultima opera, curò anche il character design per un film animato uscito negli anni ’80.

Tra le collaborazioni più famose c’è poi stata quella con il talentuoso Neil Gaiman, autore di The Sandman, con cui collaborò nel 1999 illustrando un romanzo intitolato The Sandman: The Dream Hunters. Come ci racconta Amano stesso, la collaborazione nacque quando si trovava a New York per l’inaugurazione di una mostra sulle sue opere. Qui un editor della DC Comics lo avvicinò e gli propose di realizzare un poster per la serie di Gaiman.

L’autore britannico, affascinato dal talento di Amano, gli propose poi una collaborazione per la sua opera più famosa, da cui nacque The Sandman: The Dream Hunters, ma Amano non era un fumettista, perciò l'opera divenne un romanzo corredato da diverse sue illustrazioni. Durante la conferenza di Lucca, il maestro ha lasciato intendere che nel prossimo futuro potrebbe esserci una nuova collaborazione con Gaiman, anche se per il momento è tutto top secret.

Yoshitaka Amano e la sua visione unica dell'arte: dal fantasy al videogioco

Ovviamente non si poteva poi non parlare del grande apporto dato dall’artista al mondo videoludico, soprattutto con il suo lavoro dedicato alla saga di Final Fantasy. Prima di partecipare alla creazione del primo Final Fantasy, su invito di Hironobu Sakaguchi, Amano aveva però già avuto a che fare con il mondo dei videogiochi, quando nel 1984 aveva realizzato un’illustrazione per un gioco chiamato Esh's Aurunmilla, un cabinato americano che ricordava da vicino il più famoso Dragon’s Lair.

Quando iniziò a lavorare con Squaresoft al primo Final Fantasy (potete recuperare il remake del settimo capitolo su Amazon), il maestro Amano aveva da poco concluso la sua esperienza con il mondo dell’animazione e aveva iniziato a dedicarsi sempre più a illustrazioni a tema fantasy e fantascientifico. Per realizzare il character design dei protagonisti del famoso RPG di Hironobu Sakaguchi, l’illustratore ci racconta di come si mise a studiare per capire cosa fosse davvero per lui il fantasy.

All’epoca in Giappone non c’erano molti videogiochi con questo tipo di ambientazione e l’ispirazione arrivò da lontano, guardando alle mitologie di altri Paesi e anche alla storia occidentale, fatta di castelli e cavalieri in armatura – un immaginario molto lontano dai samurai e dal loro mondo: questi per il maestro Amano rappresentavano la storia e la realtà e dunque non potevano essere il suo modello per un mondo fantasy.

Da qui nacquero dunque i fantastici mondi e personaggi che per molti capitoli furono curati da Amano stesso e che ben presto entrarono nell’immaginario collettivo dei tanti appassionati di giochi di ruolo giapponesi. Yoshitaka Amano, tramite i suoi iconici loghi, ha poi il primato di essere l'unico membro del team originale del primo Final Fantasy ad aver collaborato a tutti i titoli della serie fino ad oggi. Questi loghi sono divenuti un marchio di fabbrica, in grado di riassumere in singole immagini i temi principali di ogni episodio della saga.

È un compito davvero complesso quello di condensare in una sola immagine i temi e le emozioni di ogni singolo gioco della saga, di creare un logo che rappresenti il gioco in sé, dando una vaga idea di cosa esso sia a chi non lo ha ancora giocato, ma che allo stesso tempo nasconda significati più profondi comprensibili solo alla fine dell’avventura. Esempi perfetti di ciò sono la meteora di Final Fantasy VII o il logo di Final Fantasy XV, la cui importanza diventa evidente proprio nel finale del gioco.

Il maestro Amano ci ha parlato del suo processo creativo, che fissa un punto di partenza nelle varie informazioni e direttive che gli vengono offerte dal team di sviluppo, per poi focalizzarsi sulla creazione dei personaggi all’interno del logo, basandosi sui temi che il gioco vuole mettere in risalto. Un processo davvero complesso da comprendere, che ha però permesso ad Amano di non fallire mai in tutti questi anni di simboli creati.

Yoshitaka Amano ci ha tenuto poi a puntualizzare che, per ogni collaborazione richiesta, lui si limita a lavorare su carta. Oltre che per dei videogiochi, ad esempio, in passato ha lavorato anche con dei creatori di action figure – e anche in questo caso il suo lavoro è stato semplicemente quello di disegnare su carta quanto richiesto, soprattutto personaggi, a cui ancora oggi ama dare vita tracciandoli su carta.

Una volta conclusa la fase creativa, Amano passa tutto il suo lavoro ad altri professionisti, che apportano alle illustrazioni le modifiche necessarie perché queste possano essere trasformate nel personaggio di un videogioco o in una action figure. Il maestro ci svela che in effetti, nonostante l’avvento di nuove tecnologie come il disegno digitale, lui, non sentendosi a proprio agio, continui a prediligere il semplice disegno su carta, come ai vecchi tempi.

Per concludere, Amano ci ha parlato di come nel tempo abbia raggiunto il suo stile unico e, come già detto prima, etereo, uno stile personale cui aveva iniziato a dare forma quando ancora faceva animazione. Un artista, stando alle sue stesse parole, per crescere non può focalizzarsi soltanto su sé stesso: per questo motivo iniziò a guardarsi intorno, lasciandosi pian piano influenzare dai vari stimoli esterni, fino ad arrivare a quello che è oggi il suo ben riconoscibile stile.

A influire molto su di lui furono anche le sfide affrontate nel campo del lavoro, che spesso lo misero davanti a compiti che non aveva mai pensato di poter svolgere; tutte superate, queste stesse sfide lo aiutarono a progredire nella creazione di un suo linguaggio artistico personale.

A questo punto il nostro incontro con Yoshitaka Amano si è concluso, ma lo rivedremo presto, non solo nel futuro Final Fantasy XVI, ma anche con i suoi nuovi progetti personali. L’artista ha infatti dimostrato di amare ancora molto il suo lavoro, nonostante i settant’anni compiuti proprio quest’anno, e sembra che decisamente non voglia fermarsi a breve. E per tutti noi è una grande fortuna.